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Autore: controcorrente    16/03/2011    5 recensioni
"Una volta ho letto la favola della Canna e della Quercia, madame. La Quercia si faceva beffe della Canna accusandola di debolezza, perché quest'ultima non possedeva la stessa corteccia ruvida, né il tronco imponente. Quando però una forte tempesta si abbatté su di loro, la Quercia, dopo aver fatto resistenza alla forza del vento, fu abbattuta mentre la Canna, per quanto violente fossero le raffiche, si piegava senza mai spezzarsi. Mi è sempre piaciuta quella storia e sapete perché? Perché anche la pianta più debole all'apparenza, può resistere alle difficoltà più insopportabili, se mantiene la flessibilità. Per questo motivo, non credo che siate una persona priva di temperamento. Non conosco molto di voi ma so che avete un buon carattere e se siete riuscita a mantenerlo in questo modo malgrado tutto, allora dovete sicuramente avere una qualche forza che vi ha permesso di conservarvi in questo modo." Questa è una nuova storia nella quale trovere una protagonista un po'insolita ma che secondo me merita attenzione. Auguro a chi volesse darci un'occhiata, buona lettura.
STORIA CONCLUSA
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Generale Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Madri, famiglie e vicende varie'
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Benvenuti ad una nuova puntata della "Canna e la Quercia". Vorrei ringraziare tutti i lettori che hanno dato un'occhiata alla storia. Per me è un vero piacere che appreziate i miei lavori. Il precedente capitolo era abbastanza malinconico, non è vero? Mi serviva ai fini del racconto. Sto pensando seriamente d'inserire un nuovo personaggio nella storia ma devo ancora delinearlo bene. Sono contenta che la figura di Marie vi piaccia. Mi sono ispirata molto liberamente ad un manga che lessi qualche tempo fa, intitolato "Emma". Qualcuno ha detto che Marie nasconde qualcosa. Può darsi ma posso dirvi che anche Madame non è così limpida. Qualcuno è rimasto sorpreso dalla libertà che la piccola Marie si è presa dando del tu a Margherite. In realtà. non mi sembra molto strano. Le due donne hanno condotto fino a questo momento una vita tutto sommato isolata e per questo motivo hanno molto in comune. Data la situazione, che le mette a stretto contatto, Marie decide di prendersi una certa libertà nei confronti di Madame, non per mancarle di rispetto ma perché pensa che essendo costrette a passare del tempo da sole, certe formalità non avrebbero ragione d'essere. Il capitolo precedente era piuttosto malinconico vero? Non saranno comunque tutti così, ve lo posso garantire.

IL PASSAGGIO SEGRETO

Come Marguerite aveva deciso, rimasero per quella sera a Palazzo De Jarjayes. Percorsero quasi tutte le stanze, fermandosi di tanto in tanto per osservare ciò che ancora si trovava all'interno e che poteva servire loro prima di rimettersi in viaggio. "Madame" disse Marie, senza smettere di osservare stupita le cose attorno a lei. "Dimmi" fece la dama. "Stavo pensando alla vostra idea di rimanere qua" mormorò, mentre lo sguardo vagava distratto tra quegli affreschi. "Non so" continuò, non senza esitazione "non mi convince molto." "Perché?" domandò la dama, fermandosi a vedere un mucchietto di cocci sparsi in un angolo. Doveva essere una di quelle ceramiche che tanto andavano di moda ai tempi del Re Sole... "Bhé" fece la novizia perplessa "in questo palazzo vi sono stati forse un tempo molti oggetti di valore. Eppure non so se è una buona idea:la popolazione delle campagne ha dato l'assalto alla costruzione in cui ci troviamo, come potremo trovare materiale utile per questo scopo? Forse gli oggetti più preziosi sono già stati presi in precedenza." "Forse" replicò la dama "qualcosa è sopravvissuto. Non potevamo arrivare a Parigi con la carrozza perché avremmo sicuramente dato nell'occhio. Spesso e volentieri le suore del convento mormoravano alle mie spalle degli ultimi eventi che hanno colpito il nostro Paese. " Poi, notando l'occhiata perplessa della ragazza proseguì "No, non guardarmi in questo modo. E'vero che ho deciso tempo fa di trascorrere un po'di tempo lontana dalla vita a palazzo, ma questo non significa che dovevo per forza vivere nell'ignoranza, chiusa nelle mura di quel convento. Ho chiesto alla madre superiora di tenermi informata sui vari avvenimenti, in modo da non uscire da quell'edificio con la stessa ignoranza di un tempo." Le tende erano quasi tutte strappate, mentre i mobili erano ridotti in pezzi. Con un sospiro si avvicinò ad uno di questi frammenti. Il legno intarsiato non era umido ed ancora in buono stato. Facendo appello a quella determinazione che, per coloro che sostenevano di conoscerla, appariva quanto mai insolita, ne raccolse alcuni pezzi e con un cenno, invitò la novizia a fare altrettanto. "Ci serviranno per accendere il fuoco." fu la sua risposta. La ragazza obbedì. Camminarono ancora per un po', fino a quando giunsero alla maestosa scala che conduceva al piano superiore. Avevano setacciato ogni angolo delle cucine e delle sale che si trovavano al livello del terreno Man mano che proseguivano nella loro esplorazione, osservando non senza sconforto la distruzione che regnava sovrana in quelle ale immense, la dama e la sua accompagnatrice si fermavano di tanto in tanto. Ora per far riposare le braccia, ora per vedere se trovavano qualcosa di utile. Nel frattempo il sole stava lentamente calando, portando con sé quella luce che timidamente traspariva da quelle nubi. Il rumore della pioggia invece era sempre lo stesso, né troppo forte, né troppo debole.

Marguerite spostava lo sguardo in ogni punto della casa, con il cuore in tumulto. I suoi timori si erano rivelati in parte fondati. Come aveva intuito, la gente delle campagne aveva assalito il suo palazzo. Per un momento, si fermò colta dallo stupore. Se qualcuno le avesse detto alcuni anni prima che avrebbe usato la sua intelligenza in quel modo, non gli avrebbe creduto: una donna sposata non ha bisogno di pensare troppo, non più almeno di quanto è conveniente fare. A quel pensiero la dama scosse la testa: per tutta la vita aveva dovuto mettere da parte il suo intelletto per qualsiasi cosa che non fosse frivolo e alla moda. Se voleva essere onesta, non le sarebbe dispiaciuta quell'esistenza rarefatta. Poteva tranquillamente parlare dell'ultimo modello di cappello o di guanti che gli atelier parigini sfornavano in continuazione per soddisfare la loro vanità ma anche in quel versante così vistoso e al tempo stesso vuoto aveva una limitazione. Come moglie di uno dei più brillanti generali di Sua Maestà,infatti, doveva sempre mantenere una bellezza sofisticata ma non frivola, elegante ma senza eccessi. Tutto quindi si traduceva in uno stile privo di cambiamenti sostanziali, con l'indifferente approvazione del consorte. Marguerite si massaggiò pigramente la testa. Sì, doveva ammettere che la sua esistenza, per quanto piena di agi, era stata decisamente noiosa. Non aveva la stessa fortuna di suo marito. Beato Francois, che aveva tempo di perdersi dietro alle sue fantasie, ai suoi desideri ed alle sue ambizioni! A quel pensiero, sul suo volto si dipinse un'espressione colma di ira e frustrazione, che non passò inosservata alla novizia. Marie, durante il periodo trascorso presso le Carmelitane, aveva imparato a leggere dietro a quella facciata di perfetta compostezza, comprendendo che ognuno celava nel proprio animo cicatrici spesso così profonde da segnare la persona. Anche Madame non ne era immune ma doveva ammettere che era stata maledettamente brava a celarle i suoi pensieri. Persino in quel momento, mentre la osservava aggirarsi per quei luoghi, poteva percepire una leggera tensione trapelare da quei gesti così misurati.

"Madame" chiese, per spezzare il silenzio "questo era il piano frequentato solitamente dalla vostra famiglia?" "Sì" fece con un sospiro la donna. Il buio nel frattempo si stava addensando, sempre più fitto. Era ormai il tramonto ma le nuvole fuori dalla finestra impedivano di vedere che ora del giorno fosse. Le stanze erano di dimensioni più o meno della stessa grandezza ma non presentavano lo stesso caos del pianoterra. "Madame, in questa zona del palazzo, non vi è stata molta devastazione. Eppure, se come avete detto qui c'era il piano riservato alla vostra famiglia, non dovrebbe esserci una maggiore traccia dell'assalto da parte della popolazione?"chiese la novizia. Marguerite si fermò, per un momento. Quanto la sua compagna di viaggio diceva, era sensato. "Hai ragione ma da quello che mi ha detto la Madre Superiora, lo scopo dell'assalto alle case di campagna dei nobili, non era l'appropriazione di beni di lusso, benché la carestia avesse incrementato l'astio contro i grandi proprietari terrieri del primo ordine. Il motivo che ha portato i contadini a devastare questa casa era un altro." "E quale sarebbe?"chiese la novizia. La dama allora si fermò per osservare la sua espressione stupita. Quanta ingenuità traspariva da quei tratti quasi infantili che non lasciavano vedere in alcun modo l'età della sua proprietaria. Si chiese per un momento se anche lei avesse mai posseduto un simile candore. La risposta immediata che riuscì a darsi fu una ed una sola: no. Nessuna donna del suo ceto era così limpida. Non poteva esserlo o altrimenti la sua anima sarebbe andata irrimediabilmente in frantumi.

"Seguimi e avrai la tua risposta" fece e, senza aggiungere altro si diresse verso un punto preciso della casa, con la novizia sempre più incuriosita alle calcagna. Marie si chiedeva dove la stesse portando. Madame sembrava sapere dove si stava dirigendo: non le restava che attendere. Le stanze le sembravano quasi uguali tra loro, con gli stessi colori tenui e le medesime raffigurazioni mitologiche sulle pareti. La sua fervida immaginazione, cominciò allora a galoppare veloce, pronta per essere trascinata via su sentieri a lei sconosciuti e affascinanti. Chissà che vita aveva condotto Madame prima di presentarsi al convento. Aveva visto in più di dieci anni di permanenza tra quelle mura coperte dal muschio, che la maggior parte delle monache erano figlie cadette, il cui peso della dote sarebbe stato troppo pesante per le famiglie da lasciarle sperare in un matrimonio vantaggioso. Spesso, soprattutto nei primi mesi che seguivano il loro arrivo erano preda di crisi isteriche, alternate a momenti di apatia. Poi, con il tempo, queste emozioni violente finivano con l'essere lentamente assorbite dietro una corazza di affettata cortesia e gelida spietatezza che si riversavano soprattutto su di lei, l'ultima ruota dell'ingranaggio che muoveva l'organizzazione del convento. Oppressa dai ricordi, spostò allora la sua attenzione sul paesaggio fuori. Le finestre di quella casa erano alte e facevano entrare una tenue penombra, che permetteva loro di riconoscere i possibili ostacoli avvolti nel buio. Marie arrancava leggermente, dato che non riusciva a distinguere bene i possibili ostacoli lungo il loro cammino.

"Madame" fece d'un tratto "quando ci possiamo fermare? E, soprattutto, che cosa mangeremo?" La dama continuò a camminare, cercando con lo sguardo qualche segno con cui poter riconoscere meglio la sua destinazione. "Mio marito"iniziò "è sempre stato un uomo dalle mille sfaccetature ma aveva il vizio di voler pianificare tutto, escogitando molti stratagemmi. Ho lasciato il convento per vedere quali sono le condizioni della mia famiglia e penso che in questa casa potrò trovare le informazioni che mi occorrono." Mentre così parlava, giunse infine in una stanza chiusa a chiave. "Signora" disse la novizia, occhieggiando nervosa ogni angolo "pure ammettendo che la popolazione non abbia ancora dato pieno assalto a questo piano, chi ci garantisce che non daranno attaccheranno in futuro?"Marguerite le rivolse un'occhiata benevola che non tradiva nei fatti quale fosse il suo stato d'animo. "Mia cara Marie" rispose bonaria "non puoi continuare a vivere troppo a lungo sotto una campana di vetro, altrimenti appassirai. Il mondo là fuori non aspetta altro che noi. Vuoi forse rifiutarti al suo richiamo?" La novizia spalancò lo sguardo, arrossendo all'istante per quel tono così diretto. "Cara bambina" continuò "il mondo sta cambiando, e anche molto velocemente. Il mio può essere un ragionamento egoista ma ti giuro che non ti sto mentendo. Voglio vedere con i miei occhi questa Francia che si sta formando, voglio vedere fin dove una cosiddetta rivoluzione può spingersi. Mio marito e mia figlia hanno a modo loro vissuto la vita secondo i propri desideri. Ora tocca a me." Così dicendo colpì tre volte il legno che circondava la porta in tre diversi punti, poi girò la maniglia di ottone. La stanza che si trovò di fronte a loro era più rovinata delle altre: sul pavimento erano sparsi diversi fogli e numerosi cocci rotti. I mobili invece erano aperti, come se fossero stati privati del loro contenuto. Marie si guardò attorno, mentre la sua compagna di viaggio si muoveva sicura per la stanza. Era di dimensioni leggermente inferiori rispetto alle altre, con un arredamento simile, eppure la novizia sentiva che vi era qualcosa di diverso, anche se non riusciva a spiegarsi cosa. A prima vista pareva una stanza che era stata già saccheggiata in precedenza. Lanciò un'occhiata perplessa a Madame. "Se un giorno"iniziò quest'ultima, divertita dal suo stupore, mentre percorreva esperta i metri dello spazio che costituiva quella stanza "vorrai rivedere le tue scelte di diventare suora e trovarti un marito, sappi che spesso una donna, osservando quest'ultimo con attenzione e non con occhi innamorati, può imparare tante cose da lui."

La novizia arrossì, imbarazzata dal tono che la dama aveva usato e che risultava ambiguo persino a lei. "Mamma mia, quanto imbarazzo! Ma davvero non sei mai uscita dal convento?" chiese quest'ultima stupita. L'altra rimase immobile per alcuni istanti, poi scosse la testa vigorosamente in segno di diniego. La dama la scrutò attentamente, sorridendole ma l'imbarazzo aveva gettato la giovane nel più profondo mutismo. "Tornando al discorso di prima" riprese con un tono più serio "il consorte che la mia famiglia aveva scelto per me era abbastanza bizzarro ma non pazzo. Te ne parlerò se vorrai. Sappi per ora che è un generale pluridecorato dell'esercito, fedele alla corona e ligio al dovere. In più di trent'anni della mia vita matrimoniale, ho potuto notare come sia sempre stato fedele al suo compito, spesso paranoico e maniaco della perfezione. E'stato spesso abbastanza faticoso stare al suo passo, ma come si dice? Quando ci hai fatto l'abitudine, non noti certe sue stranezze: così è stato per me, più o meno. Senza volerlo, mi ha insegnato la precisione nel gestire l'andamento delle questioni del casato." "In che senzo senza volerlo?" la interruppe l'altra senza capire, scatenando una violenta risata da parte della contessa. Madame rise, rise senza sosta, sotto lo sguardo sempre più sconcertato della ragazza, che non pensava di aver detto qualcosa di divertente. La donna non smetteva di sghignazzare ma, in breve tempo, la novizia si rese conto che vi era qualcosa di strano. La voce di Marguerite, all'inizio ironica, si fece via via più amara e sarcastica, fino a tacere del tutto. "Marie, sai che cos' è una moglie e un matrimonio per una del mio rango?"domandò, dopo aver ripreso fiato. L'altra aprì la bocca per rispondere, certa di avere le parole adatte, tuttavia, quando era ormai prossima a parlare, si rendeva conto di quanto la sua verità fosse fuggevole. Vedendola così silenziosa, la più anziana riprese a guardarsi attorno, poi si fermò nuovamente. "Un matrimonio, Marie" disse, guardandola indulgente "è un affare di famiglia. Nei ranghi della nobiltà e delle classi più agiate, quando i soldi regolano gli affetti, i genitori scelgono quali unioni possono essere più propizie per la fortuna familiare. Se hanno un figlio maschio, si tratta di trovare una sposa sufficientemente appetibile, che possa garantire una dote cospicua ed una buona capacità di generare un erede maschio. Se invece è una figlia, bisogna decidere se vale la pena di alleggerire il patrimonio di famiglia per una dote degna di una sposa rispettabile, oppure conviene darle quel tanto che basta per farla entrare in un convento prestigioso con tutte le cure appropriate al ceto di origine. Questo è il matrimonio: un mero passaggio di denaro. Un po'diverso da quello che raccontano i romanzi di appendice, vero? Ecco perché odio le storie d'amore che raccontano quegli scrittori, perché non dicono mai la verità." Marie non rispose, comprendendo che la dama non aveva bisogno di compassione. Lei non poteva dargliela perché l'altra non le aveva raccontato la sua storia che rimaneva ai suoi occhi una porta perennemente chiusa, di cui non aveva la chiave. Marguerite le dava le spalle, mentre osservava attenta la libreria anonima che se ne stava davanti a sé. Sentiva lo sguardo di Marie pesarle sulla schiena ma finse di non accorgersene. La sua attenzione si spostò allora sui fascicoli. Anche la ragazza osservava i libri, fissando rapita le copertine curate e di ottima qualità: sicuramente, erano uscite dal fior fiore delle stamperie d'Europa. Si chiese quali fossero i gusti della aristocratica ma non riuscì a trovare la risposta. La mente di Madame era difficilmente interpretabile: dimostrava di essere abbastanza flessibile, eppure era in possesso di un'inaccessibilità che non aveva riscontrato in nessuno. Per un momento, si domandò se si era mai confidata davvero con qualcuno. I suoi pensieri furono improvvisamente interrotti da un lieve soffio di vento. Fissò allora la finestra ma si stupì nel trovarla chiusa. Sempre più perplessa, spostò nuovamente la sua attenzione sulla dama, scoprendo un'apertura che prima non aveva visto e che si apriva nella libreria di fronte a loro. "Madame" fece stupita "questo è..." Marguerite sorrise benevola. "Quando ho detto che mio marito, per quanto paranoico e bizzarro, aveva dei pregi non stavo mentendo. Devo dire che certe sue stramberie si stanno rivelate utili per la nostra situazione.Almeno questo. Che ne dici: vieni con me?" domandò, quasi divertita per la sorpresa che aveva provocato nella novizia. Quest'ultima non ebbe la forza di ribattere, limitandosi a seguirla, per l'ennesima volta, verso l'ignoto.

Capitolo breve, vero? E' di transizione, come potete vedere. Domani ci saranno i festeggiamenti per l'Unità d'Italia e come è ovvio non aggiornerò. Vi faccio intanto gli auguri ( si dice così?). Tornando alla storia, Marguerite sembra abbastanza intraprendente e qualcuno può pensare che sia quasi ooc. In realtà c'è una risposta ma lo vedrete nei prossimi capitoli. Per questo personaggio mi sono ispirata vagamente alla figura storica, per cui siete avvisati. La fantasia la farà comunque da padrone. Quanto al prossimo personaggio che accompagnerà Madame, temo che mi prenderò una licenza storica ma pazienza. Per il momento ringrazio tutti coloro che hanno letto il mio racconto e, ovviamente, quelle anime pie che hanno messo tra le preferite, seguite o che hanno semplicemente recensito i capitoli. Grazie ancora.

cicina

   
 
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