‘ Incredibile!’ esclamò Hermione entrando velocemente nella Sala Comune di Grifondoro ‘ Eppure, l’anno scorso vi avevo chiesto di scrivermi!’ continuò infuriata.
Ron e Harry seguiti a ruota da Ginny, erano entrati
anche loro nella stessa stanza di Hermione. Si sedettero sulle poltrone rosso
rubino.
Era, da poche ore, cominciato il settimo anno per
Harry, Ron e Hermione e il sesto per Ginny.
L’entusiasmo dei due Weasley e del giovane Potter
era stato soppresso dalla sfuriata della, oramai, caposcuola Granger.
Si lamentava del fatto che nessuno dei due
l’avessero scritta durante l’estate…
‘ E ho dovuto pensare al peggio!’ esclamò dopo poco
‘ Che l’Ordine fosse stato sfasciato, che Harry fosse stato catturato…o che so
io!?’ e si mise la testa fra le mani.
‘ Eddai Hermione!’ la rassicurò Ron facendo pat pat
sulla schiena della ragazza.
Hermione rinvenì il viso e lo guardò torva ‘Era
così difficile prendere carta e piuma e scrivere “Sto bene”?!’
Il bel Weasley si grattò la nuca, imbarazzato e
cercò di dire qualcosa quando Harry proruppe ‘Beh ma…siamo vivi, no?’
Calò il silenzio tra i quattro durante il quale,
gli occhi verdi di Harry si spostavano da Ron a Hermione, repentinamente.
‘Per ora.’ Aggiunse tetra Ginny, alzandosi e
dirigendosi nel dormitorio femminile dopo aver scoccato sulle labbra di Harry
un dolcissimo bacio.
Molto velocemente si alzò anche Hermione ‘Io vado a
letto. E voi due, a letto, su!’
Harry e Ron si guardarono un po’ rassegnati, per
poi alzarsi e dirigersi pesantemente su, al dormitorio maschile.
Arrivati, Neville, Dean e Seamus sembravano dormire
già.
Ron si avvicinò al letto e si stese.
‘Dormi con la divisa?’ domandò Harry sfilandosi un
calzino.
‘Mhm’ annuì il rosso ‘Almeno domani potrò dormire
cinque minuti in più.’
Ron era sempre stato il solito, fin dal primo anno.
Amava dormire e mangiare…e ovviamente giocare a
Quidditch.
La sua valigia era aperta, e un maglione color
melanzana sbucava fuori con una grande R ricamata.
Il moro si era già infilato tra le lenzuola, quando
Ron decise che dopotutto sarebbe stato opportuno mettersi il pigiama, che
inesorabilmente gli arrivava a metà caviglia, scoprendogli i piedi.
Dopo un po’, anche lui si mise nel letto e, con un
tonfo, si addormentò di colpo.
Quelle che seguirono, per Harry, furono le ore più
tormentate della sua vita.
Sognava da tempo sempre la stessa cosa: alte fiamme
rosse cingevano le mura di Hogwarts. Dai piani più alti vedeva corpi che
agitavano un fazzoletto in segno di aiuto. Poi cadaveri che si aggiungevano a
cadaveri. Uno addossato all’altro.
Nel sogno, lui si dirigeva verso la moltitudine di
corpi.
Ne prendeva uno, lo voltava. Capelli rossi
incrostati di terra, occhi spalancati e vuoti, corpo rigido, freddo e un urlo
straziante.
Si voltava e vedeva Hermione che gridava a gran
voce quel nome. Quel nome che non avrebbe mai voluto sentir dire. Quel nome che
urlava quando non riusciva a parare una pluffa…
Harry spalancò gli occhi, la fronte imperlata di
sudore e un affanno assai veloce.
Si alzò a sedere e scostò le tende del letto a
baldacchino ‘Ron?…Ron?!’
Un grugnito e anche le pesanti tende di velluto
dell’amico si spostarono ‘Mhm..è già ora di Pozioni…?’
‘Uhm…no…’ rispose ovvio Harry, rimettendosi steso e
tirando un sospiro di sollievo ‘Sono le quattro.’
Dopotutto era un sogno…solo un semplice, stupido,
insignificante sogno.
^ ^
‘ E così ci si dà in pasto agli Unicorni.’ Finì
Hagrid, raccogliendo i carapaci di Banfello precedentemente essiccati e
arrostiti.
‘ Ho fatto un sogno…’ cominciò Harry, in silenzio,
rivolgendosi ai suoi due amici.
Ron aveva la camicia arrotolata ai gomiti, tra le
mani un carapace bruciacchiato che Hermione accuratamente stava vivisezionando.
Si guardarono preoccupati, poi la ragazza cominciò
‘ Harry, sai come la penso. Devi andare da…’
‘Lo so.’ La fermò lui ‘Lo so. Ma questa volta non
ho sognato Voldemort. Non c’era nel mio sogno, capite?’
Ron si accigliò guardando Hermione ‘Allora è
normale, no? Voglio dire, se non c’era Voi-Sapete-Chi…!’
Harry lo guardò e quel pensiero che dopotutto
quello era solo un semplice sogno si consolidò fino al punto da non pensarci
più.
^ ^
Era passato circa un mese e, stranamente, Hermione
e Ron non avevano ancora litigato seriamente.
La giornate passavano piuttosto velocemente e i
vari interloqui fra il trio, Ginny, Luna e Neville erano scanditi dalle varie
ore di lezioni.
Ma un giorno successe qualcosa che turbò non poco i
grifondoro.
Silente, un uggioso mercoledì di 28 ottobre, chiamò
tutti i grifondoro nel suo studio, dove li attendeva anche la professoressa
McGranitt.
Lo studio di Silente non solo era ingrandito di
molti metri quadri, ma gli stessi oggetti delicatissimi che fino a qualche
tempo dopo decoravano la stanza sembravano essere dissolti. Perfino il
pensatoio e il Cappello Parlante non c’erano più.
Al loro posto solo un mobilio “distratto”.
Finalmente, quando tutti i Grifondoro del sesto e
del settimo anno si sedettero facendo silenzio, Silente cominciò ‘ Io e la
professoressa McGranitt…’
‘Vi sposate!! Ah-ah! Lo sapevo! A quando le nozze?’
‘ Signor Finnigan!’ squittì la professoressa di
Trasfigurazione, arrossendo violentemente.
Hermione voltò la testa verso Ron e sorrise.
Un sorriso dolcissimo che cavò in fondo l’anima del
bel Weasley.
Un gesto insolito, ma necessario.
‘No, signor Finnigan’ continuò pacatamente Silente
‘ Abbiamo deciso che, in occasione della festa di Halloween di venerdì sera,
voi, Grifondoro di GUFO e MAGO, dovrete esibirvi con un incantesimo a vostra
scelta. Qualsiasi.’
Gli studenti si guardarono allungando il muso e
mormorando un “mooooooooo”…
‘ Bene, signor Finnigan, vuole cominciare lei?’
sorrise dolcemente Silente.
Seamus annuì facendo spallucce e si alzò sfoderando
la bacchetta lucida. La agitò. Fece fluttuare una candela, che si spense per
effetto di un altro incantesimo, si trasfigurò in una bolla che esplose in
mille brillantini.
Partì un debole applauso, poi fu chiamata Hermione
che solo allora si accorse di avere ancora la mano intrecciata a quella di Ron.
[ … ]
Si alzò, prese la bacchetta e con un semplice
“Trius Minetrae” trasfigurò lo studio di Silente in bellissimo parco, in cui i
libri erano diventati dei perfetti conigli dalle lunghe orecchie grigie o delle
allegre farfalle e le mensole in maestose querce.
Partì un forte applauso che fece sfoderare sulla
bocca di Hermione un triste sorriso intercettato dal bel Weasley che si stava
gonfiando di orgoglio per l’amica.
‘Potter.’ Chiamò Minerva.
Harry si alzò dal puf e pensò subito che, in fondo,
oltre a saper volare su una scopa, sapeva anche evocare un perfetto Patronus
corporeo.
Così trasfigurò una semplice cassa che diventò
dimora di un Molliccio.
Chiuse gli occhi, li riaprì e non capì più niente.
La stanza era invasa da un fumo denso, le fiamme
avevano frantumato i vetri delle finestre gotiche. Tutti erano a terra, stesi,
probabilmente morti.
Solo una figura era china su un’altra figura stesa
a terra.
La ragazza china la riconobbe come Hermione.
Piangeva e carezzava le gote della stessa figura
che aveva sognato.
Harry cominciò a urlare, disperandosi.
Tutto divenne un vortice di colori sbiaditi. Quelle
due figure si stavano allontanando da lui. ‘Hermione!!’ gridò, allungando il
braccio come se avesse potuto in qualche modo richiamarla a sé.
‘Sentì sbattere la testa e poi, poi il buio.
‘Harry! Harry…’ quella voce…così ovattata, gli
arrivò alle orecchie.
Sentì le palpebre pesanti, così decise di tenerle
chiuse.
Sentì altre voci.
‘ E’ stato impressionante quando ha urlato.’ Disse
una di quelle voci che Harry riconobbe come quella della sua dolce Ginny.
‘Mi ha messo i brividi.’ Aggiunse quelle che Harry
riconobbe fosse Ron.
Hermione probabilmente non c’era poiché non aveva
spicciato parola.
Sicuramente troppo scossa dall’essersi sentita
chiamare per nome dal suo migliore amico così angosciosamente quasi quando un
bambino impaurito dall’incubo appena fatto chiama la sua mamma, aveva deciso si
rintanarsi in Biblioteca.
Ron lo sapeva, o per lo meno se lo immaginava,
Così varcò quella soglia e la ritrovò lì, seduta,
col tavolo completamente piena di libri.
L’odore di pagine vecchie gli arrivò alle narici e
l’umidità gli fece tremare le ossa.
Sentì dei singhiozzi sommessi provenire da dietro
quella pila di libri, sul tavolo dell’angolino buio. Inclinò la testa e lei era
seduta lì.
Il suo esile corpo era scosso da violenti
singhiozzi, di tanto di tanto.
Avrebbe continuato a guardarla per tanto, tanto
tempo. Per sempre se avesse potuto.
Quelle labbra che tremolavano, quelle manine che
veloci andavano ad asciugare le lacrime sulle guance…tutto adorava di lei. Per
fino quei capelli, indomabili e crespi..
Lei alzò lo sguardo, e incontrato quello
dell’amico, riuscì a d asciugare un ennesima lacrima.
‘Posso?’ domandò Ron.
Hermione annuì, tirando su col naso.
La biblioteca non era del tutto vuota: qualche
studente di Corvonero faceva capolino dietro qualche libro si Storia della
Magia o di Pozioni.
Il ragazzo le si avvicinò e lei gli fece spazio.
‘ Che hai..?’
‘ Niente.’ Singhiozzò lei ‘ Mi-mi ha fatto paura
Harry.’
Ron capì e la tirò a sé, abbracciandola forte.
Sentiva il battito del cuore di lei e il seno
premergli sul petto.
Affondò il viso tra il suo collo e la sua spalla
inspirando forte quel profumo di shampoo di Hermione che gli inebriava le
narici.
‘ Harry sta bene. Probabilmente non si era concentrato abbastanza, e..’ provò Ron, ma fu interrotto
da Hermione ‘ Non era più un Dissenatore il suo Molliccio! Hai visto anche tu!
Era..era un campo di battaglia!’
‘E anche se fosse? Magari ha paura della guerra
contro Voldemort.’
La ragazza lo guardò, singhiozzando ‘ Non era un
persona qualunque quella che stavo accarezzando.’
Ron fece mente locale, poi ricordò.
‘ Ha paura della tua morte.’ Spiegò lei ‘ E anche
io ne ho paura!’ scoppiò poi a piangere e questa volta, ancora più forte.
Do you still remember,
how we used to be
Feeling together,
believe in whatever
My love has said to me
Both of us were dreamers
Young love in the sun
Felt like my saviour,
my spirit I gave ya
We'd only just begun
Ron la guardò sorpreso, poi le portò una ciocca di
capelli dietro l’orecchio e piano le carezzò la gota.
Tutti e due arrossirono. E né uno né l’altra si
ritirarono da quel contatto.
‘Poi magari mi dici se..se vuoi venire con me alla festa di
Halloween…’
^ ^
Ron era da circa mezzora davanti lo specchio, poggiava e
allontanava dal colletto della camicia bianca un papion nero.
Quando lo avvicinava arricciava il naso, quando lo
allontanava diceva che qualcosa non andava.
Aveva risparmiato i soldi per due anni per comprarsi un
vestito degno di questo nome. I pantaloni oramai gli andavano tutti troppo
corti, e a volte si vergognava anche a farsi vedere da Hermione con la toga
scolorita, oramai, dal tempo.
Ron era rimasto lo stesso, anche a distanza di anni. Non
gli piaceva il panino alla carne, adorava il gelato o la torta alla fragola,
non amava assolutamente leggere e malediceva ogni mattina
“Colui-che-ha-inventato-la-scuola”.
Era così, da sempre. E lo sarebbe sempre stato, anche da
grande. Sarebbe stato il bambinone di Hermione, il fratellone di Ginny e
l’amicone di Harry.
Era il più bel Weasley visto. Gli occhi celesti erano
vispi, schietti, belli. I capelli! Oh, quella era la sua parte forte. Li
adoravano tutte le ragazze e soprattutto Hermione che appena poteva, con una
scusa qualsiasi ( “Hai una foglia tra i capelli…”), li toccava. Erano morbidi,
liscissimi e di un intenso colore rosso. La pelle, così liscia e le mani così
forti indurite dal Quidditch…e quelle spalle, poi!
In quel momento, entrò Harry che si teneva la fronte con
una mano.
Ron si voltò ‘Harry…c-cosa hai? Ti fa male la cicatrice?’
Harry non rispose e si sedette sul letto tenendosi la
testa fra le mani.
‘Harry…’ si preoccupò il rosso, sedendogli accanto.
‘Non è stato mai così forte.’ Dichiarò il moro ‘Non mi ha
mai fatto così male.’
Il bambino - sopravvissuto si sentiva pulsare le tempie e un fastidioso senso di nausea si
stava facendo sentire sempre più insistente.
Era pallido e la cicatrice era di un intenso coore rosso.
Sembrava stesse per scoppiare.
‘Tu vai’ disse a Ron ‘Io rimango qui. Dillo tu a Ginny da
parte mia, per favore.’
Il Weasley lo guardò insistentemente, poi negò con la
testa ‘No, io rimango con te, così se ti senti peggio, ti porto da madama-‘
‘No.’ Lo zittì Harry, poi lo guardò ‘Hermione ti starà
aspettando. Non puoi deluderla!’
Ron arrossì furiosamente, annuendo ‘ Quando hai bisogno,
sai dove trovarmi.’
^ ^
Hermione era ancora in bagno, sotto la doccia.
Le goccioline d’acqua le carezzarono dolcemente il corpo.
Dal collo, al seno, alla pancia, fino al linguine, dove rabbrividiva.
Piegò la testa verso dietro immaginando quelle goccioline
come le mani di Ron, e le venne la pelle d’oca da quelle fantasie un po’
perverse.
Sorrise sentendosi una scema, e si passò una spugna
dietro al collo.
Come avrebbe fatto a vivere senza di lui?
Come?
Senza che quegli occhi le si posassero addosso, senza
quei suoi compiti da correggere sotto i suoi occhi, senza il suo sguardo, senza
la sua presenza.
Senza nessuno che le parlasse con una voce calda, alla
luce del fuoco del caminetto…. Sarebbe morta anche lei.
Viva forever, I'll be waiting
Everlasting, like the sun
Live forever, for the moment
Ever searching, for the one
‘Ron..’ sospirò, sciogliendosi la moltitudine di capelli
e facendoli ricadere sulle spalle ‘Accarezzami, dovunque vuoi…’
‘Herm?!’
Hermione sussultò facendosi cadere dalle mani lo shampoo
‘Ginny?! Cosa c’è?!’
‘ Stai ancora sotto la doccia?!’
‘ Ehm…sì..’
‘Sbrigati!’
La ragazza sbuffò, passandosi velocemente l’acqua sui
capelli con lo shampoo formando una morbida schiuma.
Dopo un po’ uscì dal bagno in accappatoio, e Ginny
sorrise ‘Facevi fantasie erotiche?’
‘C-cosa?’ si ritrovò ad arrossire Hermione, mentre
prendeva il vestito da sera.
‘Prima…ti ho sentito parlare…con mio fratello. Ma era
impossibile, e allora ho pensato che..’
‘Che dici…scarpe bianche o azzurre?’
‘Cambi discorso.’
‘Azzurre? Sì, anche io le avrei preferite così.’
‘Perché non ti va di parlare?’
‘Sai, vanno molto bene con lo scialle di velo blu.’
‘Hermione…’
‘ Rimettono in risalto ..uhm.. non so…ma qualche cosa
metteranno in risalto.’
‘ Hermione… non ti va di parlarne?’
‘ Mentre, dunque, per i capelli…’
‘ Herm?!’
‘ No, ora che ci penso, forse è meglio una spilla …’
‘ Ok, ne sei cotta.’
^ ^
Il nostro Re Weasley entrò in Sala Granger che, per
l’occasione, era stata abbellita a dovere.
Il nero e l’arancione erano i colori che prevalevano.
Ognuno era vestito elegantemente, mentre gli abiti delle ragazze strisciavano
spostando i mille coriandoli che si trovavano a terra.
Lunghe tavolate ricche di pietanze erano lungo il perimetro
della sala e le canzoni delle Spice Grils (^^” sempre meglio delle Sorelle
Stravagarie).
Sotto le note di Viva Forever, Ron passò in rassegna
tutti quei visi: Seamus stava con Calì e ora le stava mostrando come sapeva
trasfigurare, finalmente dopo quasi sette anni, dell’acqua in wisky.
Neville stava parlando con Luna di chissà quale stranezza
mondiale… insomma, tutti stavano facendo qualcosa, tranne lui che stava a
braccia penzoloni, quasi al centro della sala.
Viva forever, I'll be waiting
Everlasting, like the sun
Live forever, for the moment
Ever searching, for the one
Pensò immediatamente al fatto che l’amica si fosse
ritirata all’ultimo minuto o peggio, avesse scelto di andarci con un altro, non
informandolo.
Scoccò la lingua e si stava avviando verso la sala comune
così, almeno, avrebbe fatto compagnia ad Harry e non avrebbe pensato al fatto
che Hermione stesse ballando con un secondo Krum.
Mentre stava salendo le scale, sua sorella gli venne
incontro sorridente ‘Ron! Ehi, dove vai?’
Ron non la guardò ‘ Da Harry, se non ti dispiace.’ E in
quel momento si sentì montargli la rabbia.
Ginny aggrottò le sopracciglia ‘No…’
‘Sì.’
‘Ma .. Hermione? Che fai con lei?’
‘Oh, adesso se la starà passando con…’
Ma proprio in quel momento, fece capolino sulle scale
Hermione.
Non era la solita Hermione, però, quella che lui mandava
spesso a quel paese, no.
Era..strana…diversa.
Aveva un sorriso dolcissimo sulle labbra, mentre le mani
le aveva vicine sul grembo.
Il vestito che portava era blu, gonfio e di velluto.
Al polso un bracciale d’argento.
La sua pelle candida addolciva quella figura e i capelli
erano ricci ma perfetti e ricadevano morbidi sulle spalle.
Due brillanti splendevano agli orecchi e quel leggero
lucidalabbra le evidenziava quelle tanto agogniate labbra rosse.
Ron aveva la bocca leggermente schiusa e la gola si era
seccata.
Com’era bella…
Le porse la mano e lei scese, lentamente.
Entrarono senza parlare in Sala Comune e cominciarono a
ballare sotto le dolcissime note di Hallelujah di Rufus Weinwright.
I've heard there was a
secret chord
That David played, and it pleased the Lord
But you don't really care for music, do you?
It goes like this, the fourth, the fifth
The minor fall, the major lift
The baffled king composing Hallelujah
Lui le aveva
dolcemente cinto la vita, e lei teneva le sue braccia sulle spalle di lui che
l’accompagnava dolcemente in quella canzone così bella, come lei.
Si
guardarono a lungo negli occhi, e a Ron venne un tuffo al cuore vedendo che lei
sorrise dolcemente.
Diventò
rosso paonazzo e continuò a contemplarle gli occhi, poi le labbra.
Hermione si
strinse di più a lui, cercando più intimità.
E lui la tenne stretta a sé, non volendola lasciare più.
‘Vorrei che non finisse più.’
Hallelujah,
Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah
^ ^
Nel frattempo Harry stava premendo forte la testa contro
il cuscino. Quando allentò un po’ la presa si sentì invadere da una paura mai
provata.
Sul cuscino era rimasta l’impronta di sangue della
saetta.
Scese subito dal letto e si avvicinò allo specchio. Vide
che per la prima volta la cicatrice stava sanguinando, come se fosse stata
appena inflitta.
Cercò di sfiorarla ma subito allontanò la mano perché
qualcuno irruppe nella stanza.
‘Ron? Che ci fai qui? Herm ti ha dato buca?’
Non riconobbe più l’amico, il quale aveva un gran
sorrisone sulla faccia, manco se avesse vinto la Coppa Mondiale di Quidditch.
‘Altrochè! Ho detto a Hermione che sarei andato a
prendere dei drink, dovessi vedere com’è bella, Harry. È strabiliante! Siamo
stati fuori, sulla panchina, a guardare le stelle! Oh, Harry, sto impazzendo!!
È bellissima!…Harry? La cicatrice!!’
Harry entrò in bagno seguito dall’amico. Si sciacquò più
volte la ferita, ma l’acqua invece di alleviare il dolore, ne procurava
bruciore.
‘Maledetta cicatrice!’ imprecò il moro.
‘Andiamo a dirlo a Silente. Non è una cosa normale!’
disse di rimandò Ron.
Harry lo guardò ‘Che fai adesso, le veci di Hermione?’
‘N-no. Ti sto solo consigliando.’
‘Ascolta, Ron. Hermione mi ripete 1000 volte al giorno le
stesse cose. Non è che perché voi due state insieme, uno debba fare le veci
dell’altra.’
‘Io e Hermione non stiamo insieme!!’ esclamò Ron,
diventando rosso in zona orecchie.
La musica rimbombava fin sopra la Torre Nord, dove per
l’appunto, si trovavano, in quel momento, Harry e Ron.
‘E questo rumore non mi aiuta di certo!’ esclamò il moro,
quando, con gran meraviglia di tutti la canzone divenne silenzio facendo spazio
a urla atroci.
Harry si inginocchiò a terra urlando dal dolore della
cicatrice. Le luci di Hogwarts si spensero e una risata malefica rimbombò
atrocemente.
Il marchio nero galleggiava sopra Hogwarts.
Ron impallidì e prese Harry dalle spalle ‘Harry!!
Harry!!’
‘ Hermione! Vai da Hermione!!’ riuscì a urlare il moro.
Il rosso corse e scese a due a due le scale.
I corridoi erano spenti mentre urla di terrore
rimbombavano.
Spesso si andava a scontrare contro altre persone: Auror
o alunni che fossero, sperando fosse Hermione. Ma di lei, nessuna traccia.
Inciampava su corpi, e la Signora Grassa era fuggita.
Finalmente, a tentoni, riuscì ad arrivare in Sala Grande.
La porta di ingresso era andata distrutta, i vetri delle
finestre gotiche erano sparite e degli uomini incappucciati con il viso
nascosto da una maschera giallognola stavano avanzando. Urla di terrore e di
dolore.
Quei mostri lanciavano qua e là maledizioni Cruciatus e
spesso, degli Avada Kedavra.
Finalmente Ron scorse Hermione sotto un tavolo.
Corse verso di lei e fortunatamente riuscì a mettersi
anche lui sotto lo stesso tavolo.
L’amica tremava e l’abbracciò ‘Ron, che succede?’
Ron non rispose e
la strinse forte sentendo un fastidioso nodo alla gola.
‘Ho paura, Ron. Tienimi con te.’ Disse lei, stando tra le
braccia del ragazzo.
Lui le accarezzò la fronte, poi gliela baciò. Era sudata,
ma tremava anche.
Sentivano tante voci gridare ‘Avada Kedavra’ e molti
tonfi che segnalavano la caduta e la morte di molte persone.
Proprio vicino al tavolo si videro delle scarpe, lucide,
una voce atroce sussurrare l’anatema della morte e subito dopo quel corpo
giaceva a terra.
Il corpo lo riconobbero come quello di Seamus Finnigan.
Hemrione singhiozzò tremando e stringendosi di più a Ron
‘Ron, non mi lasciare.’
Ron la strinse di più ‘Te lo giuro. Vedrai, andrà tutto
bene. Harry arriverà con Silente e tutto…e tutto andrà benissimo.’
Si guardarono.
‘Ron…’ pianse Hermione, e il ragazzo le prese il viso tra
le mani ‘ Qualunque succeda, noi resteremo sempre assieme. Giuro’
Ma proprio mentre quel “GIURO” si estese nell’aria, il
tavolo che li proteggeva venne scaraventato di lato.
Hermione urlò quando le si presentò davanti un uomo alto,
pallidissimo, dal viso molto strano, il naso inesistente e i denti maceri.
Ron, di impulso, si mise tra Voldemort e Hermione
‘Vattene via, che vuoi, chi sei?’
‘Ron, Hermione spostatevi!!’ urlò Harry dall’altra parte
della stanza.
Il panorama era uno di quelli più atroci, mai visti.
Le tovaglie che ricoprivano i tavoli erano diventate
cenere. Il fuoco incombeva su Hogwarts.
Tanti cadaveri erano a terra e i loro fantasmi
risiedevano tutti in un’unica bacchetta: quella di Voldemort e dei suoi
seguaci.
Alcuni avevano gli ultimi spasmi del Cruciatus, altri
erano a terra, stesi immobili, con gli occhi vuoti, spalancati e una smorfia di
puro terrore sul viso ormai pallido, senz’anima.
C’erano le gemelle Patil che erano mortee ora si
trovavano una abbracciata all’altra. C’era Silente, steso sul tavolo dei
professori, Neville, Luna morta dopo una maledizione Imperio che l’aveva portata
a suicidarsi con un pezzo di cristallo…
Ron e Hermione erano stati bloccati da due tavoli che ora
premevano sui fianchi.
‘Bene Bene’ ghignò Voldemort, passando in rassegna i due
ragazzi ‘I famosi amichetti di Harry Potter.’ Poi si voltò verso Harry ‘Dimmi
Potter, che cosa mi faresti se ti uccidessi uno di loro due?’
Harry cominciò a dimenarsi come un matto dalle grinfie
dei tre Magiamorte urlando di lasciarli andare.
Ma subito esclamato un “Silenzio” la bocca di Harry si
apriva ma non usciva nessun rumore.
‘Mhm, niente? Bell’affetto che provi nei loro riguardi’
lo schernì Voldemort, che si rivolse ai due.
‘Prova a toccarla e ti farò a pezzi!’ disse Ron.
L’Uomo Oscuro scoppiò in una risata sadica, poi ‘Crucio!’
Ron si stese a terra urlando dal dolore mentre Hermione
si mise le mani sulla bocca ‘Rooon!!’
Si dimenava urlando, gli occhi stretti e le mani che
premevano la testa.
Quando finalmente il dolore sembrò scomparire, hermione
si piegò ‘Ron, Ron rispondi.’
Il ragazzo aprì lentamente le palpebre ‘Herm..’
‘Shh..’ disse Hermione, mettendogli delicatamente
l’indice sulle labbra, poi cominciò ad accarezzargli i capelli ‘ Ron,
resisti…Ron..’
‘ Facile vedere un Crucio fatto dai miei seguaci’ esordì
Voldemort ‘Soffri e basta. Ma il mio è più potente. Soffri così tanto che
vorresti morire. Ti inginocchierai a me pregandomi di morire!’
Hemrione non l’ascoltò. Era china su Ron e a Harry venne
un tuffo al cuore: quel sogno, quel maledettissimo sogno gli riapparve in mente
facendolo dimenare di più.
‘Ron, ascoltami.’ Sussurrò Hermione. Aveva la testa del
ragazzo sul grembo.
Ron respirava ma non apriva gli occhi.
Hermione lo scosse piano mentre le assaliva quel
presentimento ‘Ron, ti prego. Guardami!’
Ron si sforzò e aprì molto lentamente quegli occhi così belli,
così sinceri, eppure così sofferenti.
In quegli stessi occhi dove appena un giorno prima vedeva
l’allegria, il sue essere schietto..ora ci vedeva la morte assalirgli.
‘Ron, ricordi cosa mi hai promesso? Ron?!’ ora copiose
lacrime le rigavano il volto, scendendo sulla camicia del ragazzo.
Il rosso non rispose, il fiato divenne via via più lento
mentre le palpebre divennero via via più pesanti.
Harry non riusciva a fare più nulla. Piangeva anche lui
come un disperato, mentre Voldemort era rimasto ancora lì, impassibile.
Il bambino- sopravvissuto era libero e si avvicinò
lentamente ai due.
Si inginocchiò, debole, e Hermione lo guardò ‘Harry, che
succede?’
Harry voltò lo sguardo verso l’amico e sorrise triste,
mentre anche Ron aveva aperto per un po’ gli occhi ‘Ahi, campione Weasley.
Abbiamo bisogno di te per vincere la coppa.’
Eppure lui sapeva, Harry sapeva che non ci sarebbe stata
mai più una partita di Quidditch con lui. Non ci sarebbe mai più stata la banda
che urlava “Weasley è il nostro re”.
E ora, il grande Harry Potter, piangeva accanto all’amico
non sapendo che dire, mentre Hermione piangeva sommessa tenendo Ron come un
bambino, fra le sue braccia, con la testa poggiata al seno.
‘ Hermione’ sussurrò Ron, ingoiò il vuoto e rincominciò
‘Promettimi che quando ti innamorerai non sarà uno come Krum.’
Le labbra erano asciutte e violacee.
‘ Ron… io…’
‘ E promettimi che non mi dimenticherai.’
Ma non potè dire più niente. Non potè più dirgli che lei
amava lui, e che l’avrebbe sposato anche il giorno dopo.
Che avrebbe voluto passare tante notti con lui, in
qualsiasi modo, in qualsiasi posto, poiché Voldemort si avvicinò a Ron, mentre
Hermione veniva presa da alcuni Mangiamorte.
Gli puntava la bacchetta sul petto.
‘Un attimo.’ Sospirò Ron.
E il pensiero non andò alla sua famiglia, e a nessuna
forma vendicativa. Con l’ultima forza che aveva si voltò verso Hermione e
allungò debolmente il braccio.
Anche lei lo allungò dimenandosi per raggiungerlo.
Un semplice ‘Ti amo. Non mi dimenticare.’ Detto col
cuore, soffocato dal buio della morte che dava un’Avada Kedavra risuonò nella
stanza susseguito dall’urlo straziante di una ragazza desiderosa di quelle due
parole tanto agogniate…
The End
Spero
vi sia piaciuta.
È
stato un momento di tristezza a dettarmi questa lunga one-shot.
Vi
piace? Aspetto vostri commenti.
Baciotti,
vostra StefyGranger.