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Autore: FairyCleo    19/03/2011    4 recensioni
"Con una decisione che sembrava ormai non appartenergli più, aveva serrato le palpebre, cercando di concentrarsi il più possibile per recuperare le ultime energie angeliche rimastegli. Doveva provare a tornare indietro, doveva almeno provare a rimediare a quell’errore che lo avrebbe marchiato a vita.
Ed ecco che una flebile luce aveva improvvisamente invaso la stanza, una flebile luce fuoriuscita da quel corpo che probabilmente non avrebbe neppure dovuto produrla.
Stremato, e dopo aver preso un lunghissimo respiro, Castiel aveva aperto gli occhi.
Quello che aveva temuto, era apparso davanti ai suoi occhi chiaro come il sole.
Aveva nascosto nuovamente il viso tra le mani, stavolta per nascondere un pianto impossibile da controllare.
Le sue ali, le sue maestose e candide ali, le stesse che aveva mostrato a Dean il giorno in cui gli si era rivelato, erano diventate un ammasso informe di piume mutilate e grondanti sangue.
Ma la cosa peggiore non era stata l’aveva visto ciò. La cosa peggiore, era stata l’aver notato che le poche superstiti, quelle che partivano dalle sue scapole, stavano diventando nere come la pece".
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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Vampire
 
Era da poco scoccata la mezzanotte.
Le strade della città erano semideserte, popolate solo dai ragazzi e dalle ragazze della notte che facevano la spola tra un locale e l'altro.
Un nutrito gruppo di giovani decisamente ubriachi era appena uscito da un pub, cominciando sin da subito a fare baldoria danneggiando auto e cassonetti. E c'era da dire che quello era solo l'inizio!
 
"Ehi John! Guarda che paraurti ha questo gioiellino! Che ne dici di collaudarlo?" - e aveva iniziato a prenderlo a calci fino a farlo quasi accartocciare su se stesso.
"Oh! Guardate un po’! Forse non era stato poi un così grande acquisto!".
"Già!".
Stavano ridendo, evidentemente molto soddisfatti del loro operato.
Sarebbe stata una lunga notte quella a venire. Una notte che non avrebbero mai potuto dimenticare.
 
"Nessuno vi ha insegnato che non si rompono le cose altrui?".
Colti di sorpresa, i ragazzi avevano cominciato a guardarsi intorno, preoccupandosi che quella potesse essere la voce di uno sbirro. Peccato solo che fossero stati incapaci però di individuare da dove provenisse quella voce seria e stranamente sensuale.
"Ma che cazzo... chi c'è qui?".
"Che cosa vuoi?".
"Noto con piacere che lo scorrere dei minuti vi fa diventare sempre più gentili... Ho come l'impressione che una buona lezione di galateo non vi farà affatto male".
 
Senza alcun preavviso, uno di loro era stato scaraventato dall'altra parte della strada. Nessuno, però, era stato in grado di capire chi o cosa fosse stato a farlo.
 
"JOHN!!!".
 
L’intenzione di quei teppisti sarebbe stata quella di correre in soccorso del loro compare, ma nel vedere cosa lo aveva attaccato, l’intero gruppetto si era come pietrificato.
 
Quello che avevano davanti era un ragazzo, non c’erano dubbi. Era un ragazzo dai capelli neri, ma questo ragazzo si era avventato sulla gola del loro amico.
Quel ragazzo lo stava mordendo. Ma perché un ragazzo stava mordendo al collo il loro amico rimasto completamente immobile?
Era bastato osservare il suo viso per rendersi conto che no, quello non era un semplice ragazzo.
I suoi occhi erano a dir poco mostruosi. La pelle attorno ad essi era cosparsa di capillari cremisi, brillavano di una luce sinistra, una luce che li aveva pietrificati, e la sua bocca… La sua bocca sporca di sangue era munita di lunghi, lucenti canini grondanti liquido scarlatto.
 
"Cosa-cosa diavolo sei tu?" – aveva chiesto uno di loro, balbettando vistosamente.
 
"Cosa sono, dici?” – li aveva scherniti la creatura – “Oh, io sono quello che vi porterà sulla retta via".
Era bastata quella semplice frase a farli correre via tutti a gambe levate, sperando che la sbronza cancellasse dalla loro memoria quell’incontro indesiderato.
 
Dal canto suo, il ragazzo era scoppiato in una sonora risata, sfoderando un sorrisetto a dir poco perverso.
"Non c’è che dire, quella battuta fa sempre un certo effetto!".
Pensando ancora alle facce di quei poveri idioti, si era rimesso in piedi, scuotendo la polvere dell'asfalto dai suoi vestiti.
Il suo viso era tornato normale, rivelando i lineamenti invidiabili di un ragazzo dalla pelle diafana e dalla bocca carnosa, un ragazzo dagli occhi così chiari da sembrare simili al ghiaccio.
 
"Ed ora, mio caro, cerca un modo per toglierti dalla bocca quel sapore orribile" - aveva esclamato, incamminandosi poco dopo lungo la via come se non fosse accaduto assolutamente nulla.
 
Era veramente una bellissima notte. Peccato solo che non ci fosse la luna piena, o almeno, lo era per le tante coppiette sdolcinate che non avrebbero avuto modo di godere del suo chiarore per completare il loro quadretto romantico.
Al contrario, per lui era decisamente meglio così. Il buio era suo amico. Il suo unico amico. Avrebbe mai potuto lamentarsi del suo migliore amico?
 
Stava appunto ragionando sul dove fermarsi a bere tutto l’alcol che riusciva a reggere quando si era bloccato di colpo, colto da un improvviso, pungente odore di sangue fresco. Era un odore molto intenso, fin troppo intenso, anche per uno che aveva un olfatto fine come il suo. Se l’esperienza non lo stava traendo in inganno, era molto probabile che lì vicino fosse stato sgozzato o accoltellato qualcuno piuttosto di recente.
Era cosciente che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi, ma che poteva farci se puntualmente veniva messo KO dalla curiosità?
 
Seguendo la traccia di quell’odore così penetrante, era arrivato in un vicolo buio.
Ovviamente, non si era sbagliato.
Nonostante il buio pesto, la sua vista gli aveva permesso di riconoscere perfettamente il corpo di un uomo completamente coperto di sangue. Era riverso al suolo, seminudo, con solo i pantaloni addosso.
Sarebbe stato saggio andare via da lì immediatamente. Qualunque cosa fosse accaduto a quel povero diavolo, non erano affari suoi. Del resto, le persone morivano tutti i giorni, no?
 
Sarebbe andato via se alle sue orecchie non fosse giunto improvvisamente quello che aveva tutta l’aria di essere un rantolo.
Ma come poteva essere? Andiamo, quel tizio non poteva essere ancora vivo dopo aver perso tutto quel sangue!
 
Incerto sul da farsi, si era avvicinato al corpo, nonostante l'odore così penetrante del sangue avesse cominciato a dargli alla testa. Solo dopo essersi chinato su di esso si era reso conto di essersi sbagliato, che il ragazzo non fosse affatto morto.
Era debole, debolissimo, ma il battito c'era ancora.
Non era un eroe. Non era uno che si faceva coinvolgere. Un conto era mettere paura ad un branco di ubriachi idioti, ma presentarsi in ospedale con una vittima di aggressione tra le braccia era tutta un'altra storia.
Certo, aveva dalla sua parte una serie di trucchetti davvero spettacolari, ma se le cose fossero andate diversamente da come aveva previsto che avrebbe fatto?
Diamine, era in momenti come quello che si domandava perché continuasse a ficcare il naso in giro.
Nonostante stesse pensando di andare via e non fare un bel niente, si era tolto la giacca di dosso, posandola con attenzione su quel busto nudo e martoriato.
 
"Ehi… Riesci a sentirmi?” – aveva provato a chiedere in un sussurro.
Era da stupidi credere che una persona ridotta in quello stato avesse potuto davvero sentirlo, figurarsi rispondere ad una domanda.
Aveva sbuffato sonoramente, ormai già consono di quale fosse la decisione che aveva preso.
“Cerca di resistere… Capito?".
Delicatamente, anche se ancora un po’ incredulo, lo aveva sollevato, adagiandogli il capo nel proprio grembo.
Fino a poco prima, non aveva avuto occasione di osservare il suo viso.
Era pallido e sofferente, con i capelli umidi di sangue e sudore, eppure, c’era qualcosa di estremamente dignitoso in quei lineamenti, qualcosa che lo aveva fatto sussultare.
 
"Ma guarda un po’ che doveva capitarmi…” – si era detto, sorridendo appena – “Coraggio amico... Dopotutto, potrebbe ancora essere la tua serata fortunata".
 
Aveva preso un bel respiro, e senza perdere ulteriore tempo si era dato un morso al polso con tanta forza da sanguinare, posando subito dopo la ferita grondante sulle labbra pallide e ruvide dell'uomo.
 
"Andiamo… Devi berlo... Coraggio… Bevi...".
 
Gli c’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine aveva iniziato a bere qualche goccia del sangue che gli era stato così gentilmente offerto.
"Bravo... Bevi... Ti sentirai meglio… EHI!".
 
D’improvviso, l’uomo aveva afferrato con le poche forze ritrovate il braccio offertogli, cominciando a bere con avidità da quella ferita che sembrava essere diventata il calice della vita.
Il ragazzo gli stava sostenendo il capo, sorridendogli benevolo mentre con l'altra mano gli accarezzava distrattamente i capelli.
"Basta così, campione" – lo aveva schernito, sottraendo dalla sua presa quella fonte di nutrimento - "Ne avrai ancora più tardi, promesso".
L'aveva sollevato come se fosse stato una piuma, reggendolo fra le braccia come si fa con un bambino indifeso. Dal canto suo, il giovane ferito si era addormentato di colpo, forse svenuto di nuovo, abbandonando pesantemente il capo sul suo petto.
 
Si era incamminato a passo sicuro, per nulla preoccupato che potessero vederlo o schernirlo.
Di certo, c’era solo una cosa: era ben altra la preda che aveva avuto in mente di portare a casa con sé alla fine di quella serata.
 
Continua…
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Salve!
Chiedo venia, ma non mi sembrava che avesse molto senso fare capolino sin dal primo capitolo.
Per prima cosa, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito fino ad ora questo mio scritto. Sono veramente contenta di ciò.
Spero vivamente di avervi incuriositi e che continuerete a rimanere con me fino alla fine.
A questo punto, direi che tutti i personaggi della nostra storia sono stati introdotti. Tutti, o quasi.
Mi auguro che questo Crossover non sia troppo azzardato.
E mi auguro di poter aggiornare al più presto.
Dopotutto, abbiamo un angelo di cui occuparci!
Un bacione!
A presto!
Cleo


 
   
 
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