LAST BATTLE
Tante gocce di pioggia
cadono dal cielo, bagnano le strade buie di Parigi, ogni cosa,scivolano
lentamente sul mio viso proprio come le mie lacrime che non si riescono a
placare, proprio come il mio dolore. Il mio cuore sanguina, è una ferita
invisibile che mai più si rimarginerà, troppo profonda e
indelebile. Ora sono sola, davvero sola, senza avere
una spalla su cui piangere, una persona con cui condividere le gioie e le
sofferenze di questa vita, ora priva di significato e vuota senza te.
Perché te ne sei andato Andrè,
perché mi hai lasciato sola? Avremo potuto vivere momenti meravigliosi,
essere finalmente felici insieme non più solo
come amici, ma come due persone che si amano, in fondo sono pur sempre una
donna anche se per anni mi sono nascosta davanti a questa realtà.
Io ti amavo Andrè, ti amavo davvero con tutto il cuore, vorrei
che tu fossi qui con me adesso, sento di non farcela
più, non ho più la forza di andare avanti, che senso ha la luce
senza l’ombra, che senso ha Oscar senza Andrè?
Mi fa star male il fatto
di aver scoperto troppo tardi questo sentimento dentro di me, è un senso
di colpa che non si potrà mai cancellare e che mi porterò fino alla morte. Ho voglia di gridare, ma a cosa servirebbe?
Starei ancora più male. Anche piangere non serve, ormai non ho
più lacrime da versare, sono svuotata, senza un briciolo di energia, resto qui, sdraiata per terra su una strada
sporca e buia di Parigi mentre la pioggia continua a bagnare il mio corpo
gelido e immobile.
Non so quanto tempo sia passato, non mi importa più, so solo che la
pioggia ha cessato di cadere e il sole è sorto. Un raggio penetra dentro
al vicolo e illumina appena il mio volto pallido e
stanco, per tutta la notte non ho chiuso occhio e ora la mia testa sta
scoppiando. Mi sembra persino di sentire delle voci in lontananza che si
avvicinano sempre di più, forse sto già impazzendo!
“Alla Bastiglia! Alla Bastiglia!”
le sento chiaramente, eppure non sto impazzendo, non sono frutto della mia
immaginazione, sono reali.
Mi alzo in piedi a fatica,
oltre il vicolo vedo una gran folla tutti appartenenti
al popolo, armati e uniti che corrono in direzione della Bastiglia,
la roccaforte del governo dei Borboni.
Mi paralizzo all’istante quando davanti a me vedo avvicinarsi una figura che
mi sembra famigliare. Possibile che sia lui, il mio Andrè, la mia parte mancante, la mia guida, colui
che amai e che amerò per sempre a parlarmi in questo momento dicendomi
di andare alla Bastiglia e di guidare i miei soldati
della guardia? No, non è lui, ma Alain, di
nuovo quel senso di vuoto e di abbandono si fa strada
dentro di me.
“Così non
dovrei deludere i miei soldati della guardia vero?”
Ormai sapevo cosa dovevo
fare, la decisione era stata presa, avrei lottato per quello in cui credevo,
per la mia Francia e per il popolo francese, era l’ultima
cosa che mi rimaneva da fare, giusta e più nobile delle mie origini, la
mia ultima battaglia da vincere.