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Autore: Neko    20/03/2011    4 recensioni
Vidi una forte luce che sembrava chiamarmi. Feci qualche passo per oltrepassarla. Finalmente avrei visto i miei genitori e riabbracciato Ero-sennin, ma mi accorsi che qualcosa mi bloccava. I miei piedi non avevano più intenzione di muoversi e lentamente quella luce così accecante che mi riscaldava il cuore, si ridusse sempre di più fino a spegnersi completamente.Come la maggior parte delle persone, non sapevo cosa aspettarmi dopo la morte, ma avvertivo che c'era qualcosa che non andava. Mi sentivo in trappola, prigioniero, fuori posto, come se non dovessi trovarmi lì.
Genere: Generale, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Salve a tutti.

Lo so che dovrei terminare altre fanfic e dedicarmi al sequel di “Da allievo a maestro”, ma è da un po’ che mi ronza in testa questa fanfic e ho voluto provare a pubblicarla.

Sinceramente nonostante abbia scritto due, tre capitoli, mi rendo conto che mi viene un po’ difficile gestire questa storia, ma volevo mettermi alla prova e speravo che pubblicarla, mi aiutasse a spronarmi e a non cedere troppo in fretta e accantonare questa storia nel dimenticatoio, come altre storie che ho iniziato e che non hanno mai visto la fine. Ho una voglia incredibile di scriverla, ma nonostante questa, mi ritrovo per ore davanti alla pagina bianca di word, senza riuscire a buttare giù qualcosa di decente. Non so perché mi sia intestardita a scrivere questo racconto, ne da dove venga l’idea,ma volevo rendere anche voi partecipe di questa pazzia.

Magari speravo che con la vostre opinioni, chissà di riuscire a concluderla.

Per ora posso solo dare il via alla fanfic, sperando che l’ispirazione che mi ha colpito in questi giorni, non finisca subito.

Buona lettura e lasciatemi un commentino

Bye Neko =^_^=

 

GHOST

Capitolo 1: La fine e l’inizio di tutto

 

Pov. Naruto

Oramai da tempo Madara era il nemico comune delle cinque terre, ma solo una volta che la quarta guerra ninja scoppiò, che queste terre misero da parte i loro rancori per allearsi e avere maggiore possibilità di vittoria contro un essere che non sembrava avere punti deboli. Esso voleva dominare il mondo con il potere dei nove bijuu ed era ad un passo dal completamento del suo piano. Solo Kyuubi mancava alla sua collezione.

La battaglia finale contro quel mostro e il suo alleato Kabuto era stata tutto, tranne che facile. La serpe con i suoi corpi resuscitati, aveva aggiunto non pochi problemi ai vari ninja,  ma alla fine la sua pazzia di voler giocare con la vita degli altri, gli si è ritorta contro e venne eliminato dalle sue stesse armi.

Le vittime erano numerose e i feriti lo erano di più.

L’aria era impregnata dall’odore del sangue, che macchiava gran parte del terreno dove si era svolta la battaglia.

Perdite inutili a mio parere, per un desiderio che mai nessuno avrebbe potuto realizzare, perché la terra non poteva appartenere a nessuno.

Una tale presunzione viene sempre pagata e nella peggiore delle ipotesi, la punizione finale era la morte.

Il bene aveva trionfato ancora una volta, ma mi domandai quanto tempo ci avrebbe impiegato un nuovo nemico, probabilmente ancora più forte di Madara stesso, a comparire.

Tutti esultarono quando videro Madara a terra privo di vita. Tutti, ma non noi ninja della foglia.

Guardavamo davanti a noi con fare sospetto e ci preparammo a qualsiasi cosa sarebbe successo da quel momento in avanti. Il sottoscritto soprattutto.

Era vero, colui che aveva dato inizio alla quarta guerra ninja, era stato annientato e con lui tutti i suoi seguaci, ma non riuscivo a gioire pensando a chi lo aveva eliminato: Sasuke.

Esso non si era fatto vedere per tutta la durata della guerra. Non cercò nemmeno di catturarmi come gli era stato ordinato da Madara. Mi aveva insospettito questo suo nascondersi, dato che cercava da anni di vendicarsi di Konoha e la guerra era un buon  momento per portare a termine il suo obbiettivo.

Esso era comparso all’improvviso alle spalle di Madara, colpendolo nell’unico momento in cui aveva abbassato la guardia e il suo corpo era tangibile.

Incredibile pensare che un nemico tanto potente, potesse essere annientato da una semplice katana intrisa di chidori. Anche se riflettendoci su, non era la prima volta che un potente nemico, impossibile da battere apparentemente, veniva annientato da una semplice arma.

Perché per quanto una katana possa essere insidiosa, affascinante ed elegante, non è altro che una lama di metallo molto affilata, usata ormai da secoli e spesso sostituita con armi ritenute più efficaci e potenti, anche se nel mondo ninja, si è molto legati alle armi usate dai nostri predecessori.

 

Io e Sasuke rimanemmo a lungo a fissarci. Non mi aspettavo di trovarmelo davanti, non in quell’istante e mi sembrava assurdo che fosse stato lui a porre fine alla vita di Madara una volta per tutte. Ma come sospettavo, non lo aveva fatto per proteggere me e gli altri.

No, lui si era fatto vivo con l’unico scopo di battersi con me, per mettere fine una volta per tutte a quell’inseguimento durato troppo a lungo.

Voleva annientarmi e trafiggermi con la stessa spada con cui aveva trafitto Madara. Essa era ancora sporca del suo sangue e io ero lì, inizialmente incapace di ragionare a mente lucida, poi pronto ad accontentarlo e dargli battaglia.

L’ultima volta che ci incontrammo, capii una cosa e cioè che in una prossima battaglia entrambi saremo morti.

Ci fu uno scontro all’ultimo sangue ed entrambi cercavamo di schivare i colpi dell’altro. Non sempre riuscivamo nel nostro intento e le ferite, insieme alla stanchezza, cominciavano a pesare suo nostri corpi, fatti di carne semplice da tagliare. Nemmeno lo sharingan poteva aiutare Sasuke a non soccombere alla stanchezza.

Durante la battaglia continuavo a sussultare parole al mio compagno di squadra, parole che erano sempre state vane nel loro tentativo di redimerlo, ma quella volta mi resi conto dal suo comportamento, che il mio parlare non era inutile come sempre, ma qualcosa sembrata arrivare al suo cuore, facendo vacillare la sua volontà. Forse perché ormai non aveva più niente da perdere.

 

I nostri colpi migliori infine si scontrarono e una luce abbagliante invase l’intera zona, costringendo gli spettatori a coprirsi gli occhi. Successivamente ci fu una terribile esplosione, avvertita a chilometri di distanza.

Dove io e Sasuke ci trovavamo, si era creato un enorme cratere. Entrambi eravamo coperti di ferite e sanguinanti, ma solo io caddi a terra ormai privo di forze.

Nonostante avessi usato il rasengan, il mio colpo migliore, non ero riuscito a dargli la massima potenza. Per quanto avesse fatto soffrire me e Sakura, non riuscivo ad odiarlo e a fargli del male.

Ucciderlo non avrebbe condotto a niente, al contrario gli avrei solo negato la possibilità di cambiare vita.

Lo vidi avvicinarsi a me e guardarmi dall’alto verso il basso. Non riuscii a decifrare il suo volto e non capii se fosse soddisfatto di come erano andate le cose. Il mondo si era fatto sfocato e i rumori intorno a me erano ovattati. Sentivo delle fitte in tutto il corpo che mi stordivano e mi impedivano di muovermi, ma allo stesso tempo pensavo di dover sentire maggiore dolore, invece, più passava il tempo, più il dolore delle ferite mi sembrava scemare.

Sasuke cadde in ginocchio e lo sentii a malapena mormorare un mi dispiace.

Cercai di abbozzare un sorriso. Aveva avuto quello che voleva, era riuscito ad uccidermi, perché avevo capito che non sarei sopravvissuto, eppure mi chiedeva scusa.

L’ironia della vita.

Avrei voluto insultarlo, ma infondo le sue scuse mi sollevavano, voleva dire che un cambiamento in lui era avvenuto.

Era successo qualcosa durante l’esplosione, non ricordo con precisione, so solo che per la prima volta vidi Sasuke piangere. Fu allora che capii di essere riuscito nel mio intento di cambiare il mio compagno. Non so come, ma durante lo scontro il dono di Itachi si manifestò. Non era un arma pericolosa, come credevo dato le sue parole “Spero che non venga mai il momento in cui dovrai usarlo”. Il suo desiderio che non usassi quel potere era dovuto al fatto che per attivarlo entrambi saremmo dovuti essere a un passo dalla morte.

Io stavo morendo davvero, lui invece aveva creduto di morire e questo aveva dato il via al dono di Itachi, tecnica di cui non verrò mai a sapere in cosa consiste realmente, perché a differenza di Sasuke, io non mi ero accorto di niente, oltre alla perdita delle mie forze.

Improvvisamente intorno a me si fece buio. Non c’era quella luce che appare quando si muore di cui avevo spesso sentito parlare. Mi spaventai e mi accorsi di tremare e di sentire il mio corpo farsi sempre più freddo.

Quel buio mi faceva paura, poi capii. Non ero ancora morto.

Sentii il mio nome ripetersi più volte e con le ultime forze che mi rimanevano in corpo, aprii leggermente le palpebre, per vedere una massa di colore rosa e una grigia accanto.

Capii che si trattava di Sakura e Kakashi.

Cercai di sorridere, ma non so se il risultato fu un sorriso o una smorfia.

La mia compagna cercava di curarmi le ferite. Sentivo il suo chakra entrarmi in circolo, ma non avvertivo alcun beneficio dal trattamento. E Sakura se ne accorse perché continuava a ripetermi di non mollare.

Kakashi con la sua sola presenza mi diceva di non arrendermi, mentre teneva legato Sasuke, il quale ormai non opponeva più alcuna resistenza.

Sentii delle lacrime cadermi sul volto e a fatica alzai un braccio per pulire quelle gocce cristalline dagli occhi di Sakura.

La vidi sgranare gli occhi, quando poi provai ad allontanare le sue mani dalle mie ferite.

Sapevo che ormai aveva compreso che per me non c’era niente da fare e che da lì a poco avrei cessato di esistere, ma lei non voleva arrendersi.

Continuava a implorarmi di lottare, ma ero troppo stanco.

Mi insultò quando glielo riferii.

Baka, non devi morire. Non te lo permetterò! Non posso ritrovare un compagno per perderne un altro. Lotta Naruto, lotta come hai sempre fatto. Fallo per me!” mi disse disperatamente.

“è inutile. Non sento più il mio corpo!” le dissi lievemente e le chiesi anche di non piangere. Doveva essere felice, avevo mantenuto la promessa.

“Come posso essere felice. Ti avevo detto che non importava più. Non volevo che mantenessi quella stupida promessa!” mi disse piangendo ancora di più.

“Mentivi! Tu volevi che continuassi a provarci. Sono riuscito a mantenere la parola!”.

Sakura mi afferrò la mano e la strinse alla sua guancia calda, che confronto alla mia pelle, sembrava bruciare.

“Non è giusto! Disse tirando su col naso “Cosa ne sarà dei tuoi sogni? Devi diventare hokage, ricordi?” mi urlò.

“Va bene così! Diventare hokage non era poi così importante. Quello che desideravo maggiormente era sentirmi amato. Tu e tutti gli altri mi avete accettato e amato nonostante la mia condizione. Grazie!” tossì e un gusto ferroso mi si sparse per la bocca. “Ho un ultima richiesta da fare a Konoha!” dissi chiedendo che anche Kakashi sentisse quanto avessi da dire.

Riuscii a dire le mie ultime parole con estrema fatica e una volta terminato, le palpebre si serrarono lentamente e la mia mano cadde a peso morto a terra.

Vidi una forte luce che sembrava chiamarmi. Feci qualche passo per oltrepassarla. Finalmente avrei visto i miei genitori e riabbracciato Ero-sennin, ma mi accorsi che qualcosa mi bloccava. I miei piedi non avevano più intenzione di muoversi e lentamente quella luce così accecante che mi riscaldava il cuore, si ridusse sempre di più fino a spegnersi completamente.

Mi girai indietro confuso e come se mi trovassi al cinema, vidi cosa stava succedendo intorno a me. Mi sembrava fosse passato un attimo, eppure il mio corpo era già stato portato a Konoha e sepolto vicino a quello di Jiraya.

Vidi i miei amici davanti alla mia lapide porgermi dei fiori e piangere e mi sentii improvvisamente triste. Non volevo che fossero tristi per nessuna ragione al mondo, tanto meno per colpa mia.

Volevo dire loro che ero ancora lì, che ero accanto a loro, ma niente di quello che facevo e dicevo sembrava avere effetto su di loro.

 

  
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