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Autore: LaMicheCoria    20/03/2011    3 recensioni
-Ve~ zio Liguria!- pigola, scuotendo la testolina castana -Ti prego, suonami la canzone! Quella che sai tu!-
-Manco per sogno!- bercia il vecchio, battendo le dita nodose sul corpo della chitarra –Poi ti metti a cianze come un bambino!-
(...)-Signore!- esclamò il buio turbinoso.
-Il pozzo è profondo!- l’avvertì l’acqua gorgogliante.
-Mi basta- rispose la servetta con un singhiozzo -Mi basta che sia..più profondo di me- (...)La chitarra tace e Faber con lei.

5 Drabble. 500 Parole. Una chitarra. Un Impero Bambino. Una servetta. Un pozzo. Tanti, troppi ricordi.
[Personaggi: Feliciano Vargas/Nord Italia; Chibitalia, Sacro Romano Impero, OC!Faber Vargas/OC!Liguria, Roderich Eldestein/Austria, Elizabeta Hèdervàry/Ungheria] [Implied: ChibitaliaxSacro Romano Impero]
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Austria/Roderich Edelstein, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Drabble Hetaliane: 100 Parole valgono più di 101'
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Titolo: La Perla Più Scura
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Verde

Genere: Slice of Life, Drammatico, Malinconico
Avvertimenti: Drabble, Missing Moments, Shonen Ai
Personaggi: Feliciano Vargas/Nord Italia, Chibitalia, Sacro Romano Impero, OC!Faber Vargas/OC!Liguria, Roderich Eldestein/Austria, Elizabeta Hèdervàry

Pairing: Chibitalia/Sacro Romano Impero
Trama: -Ve~ zio Liguria!- pigola, scuotendo la testolina castana -Ti prego, suonami la canzone! Quella che sai tu!-
-Manco per sogno!- bercia il vecchio, battendo le dita nodose sul corpo della chitarra –Poi ti metti a cianze come un bambino!-
Dedica: a Silentsky
Note: A fine fiction.
Wordcounter: 500 parole (titolo, note finali e versi della canzone esclusi)

La Perla Più Scura


Andrea ha perso, ha perso l’amore
La perla più Rara
Andrea ha in bocca, ha in bocca un dolore
La perla più Scura
~ Andrea, Fabrizio de Andrè

 

 

-Allua?- Liguria alza lo sguardo su Feliciano.
Questi giunge le mani al viso con un sorriso implorante.
-Ve~ zio Liguria!- pigola, scuotendo la testolina castana -Ti prego, suonami la canzone! Quella che sai tu!-
-Manco per sogno!- bercia il vecchio, battendo le dita nodose sul corpo della chitarra –Poi ti metti a cianze come un bambino!-
Feliciano non la smette di piagnucolare, gattonando sullo scoglio per abbracciarlo; Faber si scosta con un moto di stizza, col rischio di far cadere il cappellaccio in acqua. Guarda di sbieco il “nipote”, sospira e pizzica le corde con le unghie gialle di nicotina.

 

Dov’era Sacro Romano Impero, con i suoi occhi spaesati e il visetto corrucciato? Se n’era andato da troppo tempo e ancora non era tornato. Era sparito lasciandogli il soffio di un bacio sulle labbra ed una promessa fra i fiori di campo. Quando finiva i suoi lavoretti, Italia si affacciava titubante alla Sala da Musica, ascoltava per un po’ Roderich mentre suonava il pianoforte e rimaneva in silenzio fino a quando lui non lo invitava ad entrare, domandandogli cosa lo turbasse. Italia chiedeva e Austria non rispondeva mai. Non rispose fino a quel maledetto giorno. Era il 6 Agosto 1806.

 

Dov’era Italia? Elizabeta se lo chiedeva ad ogni stanza vuota, ad ogni sbuffo di polvere che si alzava con un vorticante silenzio. La stava cercando da giorni ormai e anche Roderich, nonostante la freddezza e la calma che lo contraddistinguevano, stava cominciando a preoccuparsi. Non c’erano stati movimenti al confine, quindi la servetta doveva essere ancora in territorio austriaco. Allora perché non riuscivano a trovarla? Da quando era arrivata la notizia della morte di Sacro Romano Impero, Italia sembrava svanita nel nulla. Le corolle dei fiori raccoglievano le sue lacrime, il vento i suoi singhiozzi. Ma di lei nessuna traccia.

 

Il giorno splendeva in raggi bollenti, che toglievano il respiro e crepitavano di fiamme sulla fronte e negli occhi. La terra gemeva, arsa dalla febbre, ma quella figuretta vestita di bianco pareva non sentire alcunché: avanzava tra l’erba verde e oro, senza guardare dove stesse effettivamente andando. Alzò lo sguardo e corse verso il pozzo nero che si stagliava all’orizzonte. Vi si sporse, cominciando a sciogliere il nodo del fazzoletto sulla nuca.
-Signore!- esclamò il buio turbinoso.
-Il pozzo è profondo!- l’avvertì l’acqua gorgogliante.
-Mi basta- rispose la servetta con un singhiozzo -Mi basta che sia..più profondo di me-

 

Oh, ancora esiste quel pozzo. Immerso nel verde del giardino d’Austria, l’acqua gorgogliante e il nero turbinoso fra le pietre sgrossate. Nessuno rivide più la servetta dopo quel giorno: continuava a dormire senza età in quel quadro che Sacro Romano Impero aveva così gelosamente protetto dallo scherno dei soldati.
La servetta non c’era più, è vero, ma tutti si chiesero chi fosse quel giovane che d’un tratto era comparso in casa di Roderich e che stava ore a fissare la via su cui il piccolo Impero si era avviato anni prima.
La chitarra tace e Faber con lei. Feliciano piange.

 

 

 

~*~

 

 

Gwah. Non potevo non scrivere qualcosa su Chibitalia e Sacro Romano Impero,vi pare? No, dai, non voglio risposta XD
Allora. Le parole del pozzo e la risposta di Ita-chan sono versi ripresi dalla canzone “Andrea” di Fabrizio de Andrè; l’OC!Liguria..bhè, manco a dirlo, il nome, la chitarra e le dita incrostate dal giallo della nicotina sono ovvi riferimenti al cantautore cui la Liguria ha dato i natali. Poi, perché Feli lo chiama “zio” e non “cugino”? Boh. Cioè, so che in una precedente Fic l’avevo chiamato “Cugino Liguria”, ma se c’è una cosa di cui molti liguri si vantano (Molti, veh! Non tutti!) è di essere un popolo “autoctono”, cioè già presente sul territorio prima dell’espansione romana. Quindi me lo immagino, questo vecchietto con cappellaccio e chitarra, che invece di un cugino fa le parte di uno zio, burbero e bisbetico.
Poi. Il suicidio di Ita-chan è, ovviamente, figurato. E infatti il gesto che fa è quello di togliersi il fazzoletto, quasi a dire che, con la morte di Sacro Romano Impero, una parte della sua vita, quella legata al suo essere dolce et tenera servetta è ormai finito. Non so spiegarmi meglio (ma che diamine! Uffa!) ma spero che riusciate a comprendere comunque quello che voglio dire, sperando che vi traspaia più dalle parole della fan fic che da queste note. Oh..e non ho messo a caso i caratteri di inizio di ogni Drabble..
Ultimissima cosa, che più che una nota è una curiosità: la canzone “Andrea” parla di una relazione omosessuale, anche se Fabrizio de Andrè, con la sua delicatezza e poesia, gioca sull’ambivalenza del nome Andrea, che può essere sia maschile che femminile.
Bon!
Aurevoir! Valete!

   
 
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