CAPITOLO 25:salvami
Dici bene, questo non è il posto mio,
Non l'ho deciso io …
Quando questa strada ha scelto me,
Chissà dov'era Dio!
Quando sceglievo fra il bene e il male…
Quando il mondo è dovunque uguale…
Quando niente non bastava, mai!
Quando studiavo da ingegnere,
E non avevo un ponte da progettare…
E sul quel ponte, sopravvivo!
Se mi cerchi, sono sempre qua!
Puntuale sono qua…
E la morte io già so cos'è…
Viaggia insieme a me!
Quando offrirò il mio profilo migliore…
Quando ho imparato che bisogna salire…
E fare finta che amore, tu non sai cos'è!
E ogni volta dirò che è la prima volta…
Affidandomi al caso e alla mia incoscienza…
Lasciando sull'asfalto, un po’ di me!
Senza sapere mai…
Che cosa sei ? Perché lo sai… E per chi!
Niente è più importante …
Salvami,
Dalla strada che non sa…
Fra giorno e notte, quanti figli ha!
Fra questa gente in cerca d'allegria,
Che compra e vende, questa pelle mia!
Salvami … Oh, no!
Io non cerco nelle tasche tue, la verità…
Salvami…
Dalla notte che verrà…
Senza mai un nome, senza identità…
Questa strada non è la mia,
Voglio presto fuggire, via!
Salvami!
Ma la fortuna nasce insieme a te…
O senza te…
Ti manca sempre un'occasione in più,
Perché tu non sia tu…
E allora…
Salvami!
Dalla strada che non sa…
Fra giorno e notte, quanti figli ha!
Questa strada, non è la mia!
Voglio presto fuggire, via!
Salvami!
Oh, no!
Oh, salvami!
Renato Zero,Salvami
Erik si era allontanato per un po’ dalle due ragazze,lievemente a
disagio.
Non si era ancora del tutto abituato a gestire il suo rapporto con
Christine..pretendere che riuscisse serenamente anche a dividere le sue
attenzioni con altri,sarebbe stato decisamente eccessivo.
Era poi tornato nella stanza in cui avevano fatto distendere Meg,ed era rimasto
per un attimo a contemplare quel semplice quadro. Due ragazze innocenti, che
scherzavano e sorridevano confidandosi e parlando di amore e sogni…
sentì una stretta al cuore.
Christine aveva perduto l’affetto dei suoi genitori,ma non aveva mai
conosciuto la desolazione del vuoto nel cuore, che deriva dal non avere mai
avuto l’affetto sincero di nessuno..per fortuna quella pena le era stata
risparmiata.
Ed ora quel meraviglioso angelo si voltava a guardarlo,con il sorriso sulle
labbra e la felicità negli occhi e nel cuore… non riusciva ancora
a capacitarsene completamente.
Si avvicinò alle due ragazze, e notò con un certo ironico
compiacimento che Meg si ritraeva istintivamente davanti a lui. Certo,che
stupido che era stato…non si era rimesso la maschera!
L’orrore della sua deformità era completamente visibile..
A dire il vero,non era riuscito a trovarla,quel mattino…ma lì per
lì non ci aveva badato.
Era strano come se ne fosse completamente scordato.
Proprio lui,abituato a passare giorni interi,settimane,mesi forse a pensare e
ripensare al suo spaventoso aspetto.
Ma c’era una ragione,se non gli era più successo,nelle ultime ore.
Christine.
Christine.
Sempre lei. Una costante nella sua vita.
Christine lo guardava con gli occhi dell’amore,senza notare,forse senza
neppure davvero vedere lo strazio del suo viso. Lo guardava come avrebbe
guardato ogni altro essere umano in grado di rubarle anima e cuore.
Per la prima volta dal giorno della sua nascita,si era sentito normale.
La maggior parte degli esseri umani lotta una vita intera per conquistare un
posto di rilievo,nella società,per sviluppare talenti o
particolarità che li rendano diversi dagli altri loro simili.
Lui possedeva straordinarie doti,un talento musicale inspiegabile, doti
intellettive superiori all’uomo comune… eppure avrebbe dato tutto
il suo talento,ogni goccia del suo maledetto sangue, per essere solo un giorno,
un’ora, un minuto… normale.
Si chinò verso Meg. Di nuovo,la ragazza si ritrasse,evidentemente
spaventata.
Quel gesto lo spazientì.
Senza dire una parola, aprì il piccolo vasetto che teneva fra le mani e
lo porse a Christine.
“sarà meglio che lo faccia tu…la piccola Meg non ha ancora
superato la paura del Fantasma,a quanto pare.
Spalmale la caviglia,servirà ad addormentare per un po’ il
dolore… riuscirà a camminare più facilmente.”
Detto questo, si allontanò di nuovo.
Ma rimase dietro la porta,ad ascoltare.
Christine spalmò delicatamente il balsamo sulla caviglia slogata, senza
dire una parola, e con le sopracciglia leggermente aggrottate in un implicito
gesto di rimprovero.
Meg se ne accorse,e si sentì a disagio.
Ma l’amica continuava a tacere.
“Christine…che cosa pretendi da me? La prima volta che siamo scese
quaggiù per poco non siamo morte strangolate, torno quaggiù per
avvertirti di un pericolo e ci è mancato un soffio che mi rompessi
l’osso del collo… potrei forse non essere spaventata?” si
morse il labbro inferiore.
“Lo so che tu lo ami…ma rimane un uomo pericoloso. Questo non devi
dimenticarlo.”
Christine la guardò con serietà. “No Meg,non è un
uomo pericoloso. Lo è stato,e ha avuto anche un mare di ragioni per
diventarlo. Non nego che nel passato si sia macchiato di colpe anche indegne,ma
esiste la redenzione per chiunque a questo mondo. E quindi anche per lui. Ho
fiducia in lui.”
Meg, da un lato scettica come era sempre stata,era però affascinata
dalla fede incrollabile che Christine dimostrava nei confronti del suo antico
mentore e nuovo amore.
Nei mesi passati il Fantasma aveva imperversato nel teatro come un’ombra
maligna, distruggendo e uccidendo tutto ciò che si poneva fra lui e la
sua Christine.
Era giunto a rapirla in scena,pazzo di gelosia, e a ricattarla giocando con la
vita del Visconte de Chagny.. potevano pochi mesi di forzata solitudine avergli
fatto recuperare davvero il senno?
Sorrise a Christine,riconoscente. Il balsamo stava iniziando davvero a fare
effetto…dunque le voci che narravano di incredibili talenti dello Spettro
anche in campi come la scienza e la medicina non erano infondati…
Si alzò zoppicando,e provò incerta qualche passo. La giunzione le
doleva ancora,ma saltellando sull’altro piede e reggendosi a Christine
era senza dubbio in grado di ritornare ai piani superiori.
Si avvide che il Fantasma non se ne era andato.
Rimaneva in ombra, abbastanza lontano da loro da non disturbarle e abbastanza
vicino da poter controllare la sua Christine…. No,non controllare.
Contemplare.
I suoi occhi blu,ardenti e spalancati sotto la maschera,così
contrastanti con il suo cereo pallore, erano indubbiamente gli occhi di un
pazzo.
Ma non erano nient’altro che gli occhi di un uomo pazzo d’amore,non
di un efferato assassino.
In quel momento,la paura di Meg svanì. Un uomo in grado di amare con
tanta intensità doveva per forza celare nel profondo del suo animo delle
buone qualità.
Se Christine continuava a pensare a lui come ad un angelo… avrà
avuto i suoi buoni motivi,no?
Timidamente,si avvicinò all’uomo,che teneva gli occhi bassi in
terra,come perso nei suoi pensieri.
Gli mise una mano sul braccio,e lo sentì sussultare.
Cercando di dominare la sua emozione,gli disse soltanto: “Grazie.”
Erik ancora una volta si sentiva estraneo a quelle parole,a quel comportamento.
Non era la prima volta, nel corso tumultuoso della sua vita, che compiva un
atto di altruismo.
Aveva spesso messo a frutto, in varie situazioni,la sua conoscenza delle erbe
medicinali e della fisiologia, ma perfino quando questi suoi rimedi avevano
salvato delle vite, non aveva avuto in cambio che sguardi di odio, di timore,
di diffidenza.
Sempre e solo quello.
Christine studiava a debita distanza quella scena,con un sorriso divertito ad
incresparle le labbra.
Non aveva avuto bisogno di parlare a Meg, di rimproverarla.
Sapeva che il cuore della ragazza era generoso, e che la sua paura del Fantasma
era l’ovvio frutto di una mente abituata ad imbeversi dei maligni
pettegolezzi, e delle crudeli passate azioni, del famigerato Fantasma.
Era commovente vedere l’inadeguatezza di entrambi loro a quella
situazione, ed il modo circospetto con cui sembravano guardarsi, parlarsi.
D’ora in poi per Erik sarebbe stato tutto diverso: doveva imparare che
non tutti gli essere umani erano crudeli. Avrebbe dovuto affrontare per
l’ennesima volta il mondo, ma ogni volta che sarebbe caduto, che avrebbe
perso la speranza,lei sarebbe stata al suo fianco, ad aiutarlo e motivarlo. Ad
amarlo.
Un grido lacerante straziò l’aria e li riscosse da quel magico
momento.
Il sangue di Christine gelò nelle sue vene,e dovette appoggiarsi al muro
per non cadere.