Spazio autrice:

Dunque... Io dovrei essere a letto in questo momento e soprattutto dovrei aver già studiato storia dell'arte, ma... Mi giustificherò dicendo che oggi ho avuto un deficit dell'attenzione e incolpo la terribile afta che ho sulla punta della lingua e che mi sta facendo passare le pene dell'inferno! Non so bene cosa mi abbia ispirato, semplicemente ad un tratto mi sono ritrovata a scrivere su questa pagina di OpenOffice (Word non funzione -.-) senza quasi riuscire a seguire quello che digitavo!

Per qualche ragione mi sono ritrovata a pensare a cosa Sirius avrebbe potuto pensare di quei compagni di scuola che gli sbavavano dietro perché lo vedevano come una Star (che naturalmente io reputo sia in ogni caso ^^). Non è di certo perfetta, ma mi andava di pubblicarla.

Ditemi che ne pensate :)

Un bacio a quelli che dormono troppo poco, come me.

_isilein_

Nobody's Child

Mi ricordo che a scuola mi ammiravano tutti.

E non si limitavano a quello, no. Loro mi invidiavano.

Invidiavano tutto di me, dagli occhi all'altezza, dalla mia faccia tosta al mio coraggio.

Dal mio cognome al mio sangue.

Un Black. Uno col sangue blu. Un nobile.

Già, naturalmente, che onore...

Mi chiedo spesso se abbiano mai visto altro in me e mi rispondo che no, non avrebbero potuto.

Gente che ti saluta e crede di conoscerti, crede di sapere tutto di te. Pensano di poterti leggere il cuore come fosse un libro aperto, come se fosse un opuscolo informativo del cazzo.

No, scordatevelo. Io non sono quello che credete, né lo sarò mai.

Figo, vero? Scappare di casa, tradire il proprio sangue, essere odiato dalla propria famiglia.

Un figlio di nessuno, Sirius il ribelle.

Già, bello. Il meglio del meglio, certo. Come mi è potuto venire in mente di volere, anche solo per una volta, qualcuno che si preoccupasse se tornavo dopo le quattro di notte? Al posto di tutto questo sballo?! Devo essere ammattito!

Vi odio tutti, uno per uno. Stupidi ipocriti, schiavi dell'ombra degli altri e di un'immagine che non è la vostra, riflessa in uno specchio di bugie. Mi fate schifo. Parassiti.

Se c'è una cosa che ho imparato in quell'orribile prigione che i miei osavano chiamare casa, è che davvero c'è gente inferiore a me. E non mi serve scucirvi le vene e dare una sbirciata al colore di quello che c'è dentro per dirlo.

Mi basta guardarvi negli occhi.