Questa flashfic
si è classificata seconda al primo turno del “Torneo
Tremaghi”, contest a squadre indetto da Sephora20
su EFP Forum, gareggiando per la squadra di Hogwarts, insieme alle
storie di Lovechild e Taminia. Infondo alla pagina trovate il giudizio
di Sephora.
Nickname: jaybree88
Titolo storia: Avrei
dovuto fare una foto
Personaggi: Colin Canon
(Grifondoro)
Prompt: morte
Rating: verde
Genere: Commedia,
Introspettivo, Triste
Avvertimenti: //
Introduzione: Tragicommedia.
L’ho chiamata ‘esperimento’
perché non mi sono mai cimentata nel genere, ho cercato di
unificare i due canoni in maniera, spero, omogenea e naturale, un
po’ imitando i toni della quotidianità.
È divisa in due parti. Le prime sei righe fungono da
introduzione, la narrazione è esterna, io la definirei
‘spezzata’, la voce della
‘guerra’, ma non so se ha molto senso. La seconda
parte, che è il nucleo centrale della storia, è
un monologo, in prima persona, quindi. Colin Canon riversa le sue
riflessioni su un’ascoltatrice silenziosa. Una sua nuova
amica: la morte.
NdA: Mi sono presa la
libertà di inventarmi un Colin innamorato di Ginny, e una
nuova (antica) armatura tra le mura Hogwartiane – Sir Valens
di Canterbury. Anche l’assassino di Colin, Macnair,
è scelto a caso tra i Mangiamorte. Ho inserito anche un
riferimento alla tv, essendo Colin un Nato Babbano, immagino sia
normale per lui riferirsi con tranquillità alle
apparecchiature elettroniche e alla cultura di riferimento babbana.
Avrei dovuto
fare una foto
Piove.
Eco di scontri.
Che
rumore fa la pioggia quando cade? Sembrano tanti ticchettii di dita sul
legno liscio. Tanti battiti d’attesa inutile.
Lacrime.
E
poi tuona. Il tuono, rigoglioso fragore di divinità
arrabbiate?
Urla.
--
Lacrime
e urla. È la guerra. Tu le senti? Ma certo che le senti. Tu
senti tutto, non è così?
No.
Non guardarmi in quel modo. Perché perdi tempo qui con me?
C’è gran lavoro per te laggiù. Cadranno
in molti, no? Non sarò il primo, né
l’ultimo, eppure mi sembra di essere l’unico. Avrei
dovuto salutare Dennis …
Sai,
avrei preferito incontrarti un po’ più in
là, tra qualche anno magari, addormentato sopra un comodo
materasso di piume, con una ragazza dai capelli rosso fuoco che piange
e mi sorride da una parte, e dall’altra mia moglie, la mia
bellissima moglie, dopo un lungo e felice matrimonio e
un’onorata carriera alla Gazzetta del Profeta o al Cavillo.
Non mi sarebbe spiaciuto lavorare con Luna. No, per niente. Luna
è una forte.
Come
dici? Nessuna ragazza dai capelli rosso fuoco, nessuna bellissima
moglie nel mio ipotetico futuro? Neppure per ipotesi? Neppure per
assecondare lo sciocco sogno di un’anima in viaggio per
l’Altrove? No. Immagino di no. A troppi è stata
concessa una parte di quel cuore che desideravo così tanto.
Non c’è mai stato abbastanza spazio per il
piccolo, buffo Colin Canon, il matto che va in giro con la macchina
fotografica al collo per immortalare ogni momento.
Sai,
la sognavo spesso: il nostro piccolo cortile a Ottery St. Catchpole, i
nostri due bambini a caccia di gnomi in giardino, e lei, a dondolare
sull’altalena, sotto il sole, con gli occhi chiusi e il
sorriso beato.
Harry
le restituirà il sorriso.
Harry
restituirà il sorriso a tutti, non è
così? E’ sempre stato un po’ diverso da
tutti noi, Harry. Io l’ho sempre saputo che era speciale, un
vero eroe, uno da foto in copertina … Sai, avrei potuto
scattarla io la foto della vittoria.
Ma
deve andare in questo modo, no? Uno nasce, spera, sogna, si batte per
un futuro migliore, e poi puff, arrivi tu. Tu arrivi sempre. Ma sai? Va
bene così. Se proprio dovevo morire, meglio averlo fatto
difendendo il posto dove sono cresciuto. Morto per proteggere la
propria scuola, la propria casa. Sembra quasi uno spot, sai, di quelli
che passano in tv, quelli per cui mia madre ferma lo zapping,
perché dice ‘son tanto belli!’. Adesso,
ogni volta che il telecomando si fermerà su quel canale,
penserà a me, a quel suo figlio ‘morto in difesa
della libertà’.
Epitaffi.
Frasi fatte. Sono
solo parole. Posso
chiederti un favore? Non lasciare che la mia mamma pianga. Non
può piangere per delle stupide parole. Dennis
tornerà. È tutto ciò che conta.
E
quel tipo, quel Mcnair, non sporcarti troppo le mani con lui, ok? Tocca
anche a lui tra un po’, no? Sai, non m’importa che
muoia o che viva; non m’importa più.
Sarà questo sentirsi sempre più leggero, forse,
ma prima, prima m’importava, eccome. Volevo combattere,
così come ci aveva insegnato Harry durante le riunioni
dell’ES, volevo meritarmi quel galeone mutaforma, volevo
mostrargli di che pasta siam fatti noi Grifondoro, volevo non sentirmi
il piccolo, stupido Colin. Mi son saputo difendere, per un
po’, ma con quelli lì, uno Stupeficium non
basta. Ha sparato il suo lampo verde, e il mio corpo è
volato contro l’armatura di Sir Valens di Canterbury.
E
poi sei arrivata tu.
Sai,
avrei dovuto fare una foto.
SECONDA
CLASSIFICATA
Avrei
dovuto fare una foto –
jaybree88
Originalità:
4,50/5
Ho tolto
0,50 punti per il semplice fatto che ho già letto qualche
Fic riguardanti la morte di Colin, anche se nessuna era come la tua.
Grammatica:
5/5
Perfetta.
Nessun errore di battitura, la sintassi è impeccabile
così come la punteggiatura.
Stile e
lessico: 5/5
L'utilizzo
del presente e della seconda persona danno un'aria solenne e drammatica
alla Fic. Il lessico è vario ed appropriato. All'interno di
ogni frase le parole scelte sono perfette, indicano una sfumatura
precisa e, sopratutto, rispecchiano egregiamente il personaggio e la
trama della storia.
Caratterizzazione
personaggi: 5/5
E beh, il
punteggio pieno è praticamente d'obbligo. Ci hai propinato
tutte le sfaccettature di Colin: dal fratello, al figlio, al Grifondoro.
Scusami se non mi dilungo, però mi hai davvero zittita (E
non è cosa da tutti). Bravissima.
Uso del
prompt: 5/5
Hai
giocato con la morte, l'hai usata come tema centrale, è una
presenza che aleggia costantemente. È praticamente perfetto.
Gradimento
personale: 5/5
Parto col
dire che l'introduzione è un bijoux. Mi ha fatto venire la
pelle d'oca, diamine. Sembra quasi poesia, e non un'opera narrativa.
È
l'incarnazione di un'introspezione. I pensieri disordinati, che seguono
un filo logico estremamente sottile, perché comandati dalla
mente di qualcun altro, le speranze gelosamente custodite negli angola
più reconditi della sua anima, l'amarezza di non poter
vivere un futuro che gli è stato crudelmente sottratto, la
consapevolezza che ci sarà qualcun altro al suo posto.
“Ma sai? Va bene così”. In fondo, quando
si sta per morire, ti chiedi perché, e Colin è
orgoglioso del suo perché.
“Sai,
avrei dovuto fare una foto”.
Dopo
questa, hai decisamente annientato il lettore, già sull'orlo
di una crisi di pianto.
Sublime.
E dopo questo commento, mi ritirerò in un angolo a
singhiozzare in un modo tutt'altro che dignitoso.
29.5/30