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Autore: Flaesice    22/03/2011    6 recensioni
Isabella Swan, assistente e migliore amica dell'affermata stilista Alice Brandon, lavora per la Fashion&Luxury. Durante uno dei tanti giorni di lavoro incontrerà una persona che le sconvolgerà la vita facendole conoscere la passione, l'erotismo, l'amore, ma anche la sofferenza, la delusione.
Tratto dalla storia: Vorrei non pensare a lui in questo modo, vorrei non provare questo desiderio di averlo tutto per me, vorrei che non mi avesse mai scritto quel biglietto, che non ci fossimo mai scambiati quei baci. Vorrei, vorrei, vorrei. Vorrei riavvolgere il mio cuore e tornare all’attimo esatto in cui si è innamorato per evitare che accada, vorrei…ma non posso. Rewind the heart.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Reopen your heart.'
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Salve ragazze, ecco il secondo capitolo. Questa è la prima storia che scrivo e sono stata contentissima di vedere che alcuni di voi hanno apprezzato. Volevo ringraziare le 3 ragazze che hanno lasciato anche una recensione, sentire che qualcuno vede un qualcosa di buono nella tua storia ti da lo sprint per procedere. Beh non sò cos'altro dire, è ancora troppo presto per poter dire qualcosa, posso solo augurarvi una buona lettura. :)

Isabella Pov.

Il servizio fotografico va avanti da tre ore ormai, vedo Alice che sta appiccicata al fotografo e ad ogni scatto saltella, batte le mani e lancia gridolini di entusiasmo. Jasper, il fotografo, è un tipo molto professionale. E’ un ragazzo alto, con i capelli biondo cenere, snello e occhi chiari, e devo dire che riesce bene a tenere la situazione sotto controllo e a mettere a proprio agio i modelli.

Quando ci prendiamo una pausa  mi avvio all’ ascensore per scendere a prendere un caffè, premo il pulsante del piano terra e mentre le porte stanno per chiudersi vedo una persona correre ed entrare di corsa. E’ Edward Cullen, il modello dai capelli ramati. Mi guarda e ricambio con un sorriso timido, sento il suo sguardo fisso su di me e intorno a noi piomba un silenzio imbarazzante. Questi  15 piani mi sembrano non finire mai, mi sento come se stessi sulla cima di una montagna e non riuscissi a vedere la fine. Continuo a tenere lo sguardo basso, mi guardo intorno, ma quei due fari verdi non intendono distogliere lo sguardo dal mio corpo. L’imbarazzo che sto provando è palpabile e credo ci stia provando gusto perché quando per un secondo i miei occhi incontrano il suo viso posso giurare di vedere un sorriso sghembo dipinto su quel volto perfetto.

Finalmente arriviamo al piano terra ed io esco dall’ascensore tirando un sospiro di sollievo, sento la necessità di prendere una boccata d’aria. Esco fuori e mi avvio al bar che si trova proprio sotto gli uffici. Mi avvicino al banco e chiedo un caffè quando sento una voce provenire alle mie spalle.

-Ne faccia 2, grazie.-

Mi volto di scatto e vedo Edward che mi guarda sorridente, ma cosa cavolo avrà da sorridere, faccio ridere forse? Interrompo i miei pensieri quando mi rivolge la parola.

-Allora è molto che lavori nel campo della moda?- mi squadra dalla testa ai piedi.

-Un po’- decido di non portarla per le lunghe.

- E come mai hai deciso di cimentarti in questo campo?- continua a sorridere, un sorriso irritante.

-Beh primo perché la stilista è la mia migliore amica, e secondo io non mi occupo proprio di moda le mie mansioni come assistente di Alice riguardano ben altro.- concludo sperando che questo interrogatorio sia finito.

-Ah ecco perché.- si gira e inizia a bere il suo caffè.

Io resto con uno sguardo perplesso ripensando alle sue parole: “ah ecco perchè”. Allora è questo il motivo per cui in ascensore mi squadrava dalla testa ai piedi, avrà sicuramente pensato che io non c’entrassi niente in questo mondo fatto di abiti alla moda e lustrini di cui lui fa parte.

-Si vede che sei diversa.- esordisce ad un certo punto.

-Come scusa?- questo ragazzo mi confonde, cosa vuole da me. Come vorrei che qui con me ci fosse Alice, sicuramente mi tirerebbe fuori da questa situazione imbarazzante. Per questo adoro la mia amica io riesco a tranquillizzare lei sul lavoro e lei riesce a tranquillizzare me nella vita, un ottimo equilibrio direi.

-Dico che si vede che a te non interessa tutto questo- dice indicando se stesso e i suoi abiti- sei diversa da tutte le altre donne che incontro per lavoro.- quel sorrisetto non cessa, adesso ne ho la prova che mi sta prendendo in giro.

Mi limito ad annuire perché sono convinta che se aprissi bocca non ne uscirebbe nulla di buono, in questo momento il mio vocabolario è sintonizzato su “insulti mode on”, bevo l’ultimo sorso del mio caffè, poi guardo l’orologio e gli dico che la pausa è finita ed è ora di tornare, e magari è anche ora che la smetta di fare lo STRONZO, ma questo pensiero decido di tenerlo per me.

Un paio d’ore dopo finalmente è tutto finito e posso rientrare a casa. Decido di fare quattro passi a piedi e quando finalmente sono a casa e sto per mettere qualcosa sotto i denti sento bussare alla porta. E’ Alice, lo immaginavo , adesso sicuramente inizierà uno dei suoi discorsi a senso unico dove parla, parla, parla ed io mi limito a sorridere ed annuire, so che deve sfogare l’ansia che ha accumulato oggi. La faccio accomodare e preparo un piatto di spaghetti al sugo anche per lei, così iniziamo a mangiare mentre lei mi racconta che Jasper le ha mostrato i primi scatti, che lei definisce superbi, e posso giurare che quando ha pronunciato il suo nome le si è accesa una scintilla negli occhi.

-Dimmi un po’ Alice come mai quando parli di Jasper  ti brillano gli occhi?- indago come solo una migliore amica sa fare.

-Bella ma cosa dici, sono semplicemente euforica perché…perché  i miei abiti sono stati esaltati al massimo con quei modelli e con quelle fotografie e…e niente- dice tutto d’un fiato evitando di guardarmi negli occhi.

-Beh Alice lasciando da parte il fatto che ti conosco da circa 15 anni, diciamo che posso anche far finta di crederti.- le dico ridendo. Per tutta risposta mi becco una bella linguaccia.

Io e la mia amica dopo cena sistemiamo la cucina e poi andiamo a sederci sul divano mangiando una vaschetta di gelato al cioccolato e chiacchierando del più e del meno così come facevamo ai tempi del liceo. Ad una certa ora Alice decide di tornare a casa, così ci salutiamo, le do la buonanotte ricordandole che domani ci aspetta un’altra giornata impegnativa al lavoro.
 
"Sono in ufficio, ci sono tutti i miei colleghi di lavoro, c’è James che come al solito mi guarda con la sua aria sprezzante, c’e Victoria che ride, c’è Alice, c’è Tanya, ci sono Rosalie e Ryan e poi c’è Edward che mi indica e ride, con quel suo sorriso irritante, e con lui tutti gli altri iniziano a ridere di me."


Mi sveglio di soprassalto, sono sudata, mi siedo in mezzo al letto e mi passo una mano tra i capelli. Era soltanto un incubo, un incubo che non riesco a spiegarmi, del quale non capisco il senso. E’ incredibile come l’incontro di ieri con quell’Edward mi abbia destabilizzata a tal punto, non nascondo che in quei minuti mi sono sentita veramente a disagio, addirittura più di quando sono costretta a lavorare con James. Mi giro e guardo verso il comodino e la sveglia mi informa che sono le 6.30 quindi evitando di dare troppo peso al sogno, o incubo, che ho appena fatto, mi alzo e inizio a prepararmi per una nuova giornata di lavoro.

Quando sono finalmente pronta scendo in strada, dato che sono in anticipo per il risveglio inaspettato decido di non prendere il taxi, così faccio 4 passi e mi godo l’aria fresca di prima mattina. Arrivo in ufficio ma non c’è ancora nessuno, ne approfitto per riordinare un po’ la mia scrivania e vedere gli impegni che mi aspettano oggi. A quanto pare alcuni scatti sono già pronti quindi dovrò portarli a visionare al redattore che dovrà rivedere il contenuto e lo stile prima della pubblicazione. Non so chi sia il redattore perché è da circa 2 settimane che hanno assunto un tipo nuovo e non ho avuto ancora l’occasione di conoscerlo.

Verso le 8 e un quarto arriva Alice, saltellando e di buon umore come sempre, con il suo vestitino nero,  le  decolté nere lucide tacco 12, i capelli corti portati dietro da un cerchietto e con un trucco leggero. In poche parole bellissima come sempre.

-Hey Bella buongiorno.- mi da un bacio sulla guancia.

-Buongiorno Alice, tutto bene?- le sorrido

-Si si tutto bene, guarda cosa ti ho portato…- dice porgendomi le foto che dovrò portare al redattore.

Le prendo e inizio a guardarle, devo ammettere che sono proprio belle. Vedo Rosalie con i suoi capelli biondi cotonati e aggiustati in modo selvaggio, i vestitini disegnati da Alice che sono veramente particolari e quelle scarpe con tacchi vertiginosi. Poi mi soffermo sui due modelli: Edward e Ryan. Sono belli da togliere il fiato, guardo i pettorali ben scolpiti di entrambi visibili anche al di sotto dei vestiti, mi soffermo sugli occhi di Ryan che sono come un oceano in cui perdersi, e poi su quelli di Edward che mi provocano dei nodi allo stomaco (sarà per il sogno di questa notte). Alice che mi sventola le mani davanti agli occhi mi riporta alla realtà.

-Bella, Bella, ci sei?- continua a muovere le sue mani davanti ai miei occhi.

-Si Alice, stavo guardando le foto. Devo farti i complimenti questa nuova collezione è veramente fantastica.- cerco di distogliere l’attenzione dai miei pensieri.

-Oh grazie Bella, ma tu sei di parte. Non vedo l’ora che le foto vengano pubblicate e di sapere cosa ne pensa la critica.- mi guarda con aria ansiosa.

Prima che Alice possa sapere cosa ne pensa di lei la critica dovrà aspettare ancora un po’. Il servizio fotografico è iniziato solo ieri quindi ci sarà ancora molto da lavorare, oggi pomeriggio bisognerà fare altre foto con vestiti diversi, poi una volta fatte tutte le foto bisognerà ritoccarle e aspettare la loro pubblicazione, un lavoro lungo e impegnativo.

 Decido di cominciare il mio lavoro così prendo le foto e vado verso l’ascensore per salire al piano superiore dove si trova l’ufficio della redazione.  Una volta arrivata vengo fermata dalla segretaria.

-Scusi signorina lei chi è? Il redattore aveva un appuntamento con lei?- con aria saccente.

-Sono Isabella Swan, l’assistente di Alice Brandon, ho portato a visionare alcune delle foto scattate ieri.-

-Bene attenda un attimo- la vedo prendere il telefono- Signor Black c’e l’assistente della Signora Brandon, la faccio entrare? Mh mh, ok.- rivolge il suo sguardo verso di me.

-Prego Signora Swan, il redattore l’aspetta.-

Mi avvio verso l’ufficio e quando entro mi ritrovo davanti un bell’uomo alto, moro, con gli occhi color onice, e un sorriso bianco scintillante nel suo completo grigio, abbinato ad una candida camicia bianca che esalta ancor di più la sua carnagione, mi porge la mano.

-Piacere Signorina Swan, sono Jacob Black il nuovo redattore.- mi sorride ed io resto come imbambolata.

-Piacere…piacere mio Signor Black.- cerco di ritrovare un po’ di contegno per non fare del tutto la figura della stoccafissa.

-Può chiamarmi semplicemente Jacob- con aria amichevole.

-Bene, io sono Isabella, per gli amici Bella.- sorrido timidamente e ho come la sensazione che sarà molto piacevole lavorare con Jacob Black.
 

 

   
 
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