I contest finiranno per uccidermi, lo so. XD
In any case, la storia che state
per leggere ha partecipato al contest "Guida alla disinfestazione
domestica, capitolo 1", si è classificata quarta e ha vinto
il premio risata. <3 Non credo di dover dire altro, la
presentazione qui sotto dice tutto...
Ah, sì, ehm...il titolo è orrendo, ma giuro che
mi ci sono sfracellata la testa per un'ora e non ho trovato niente,
quindi ho scelto qualcosa a caso....
Nick autore: Lyra_weird (sul
forum); mrs snape (su EFP)
Genere:
Commedia, Comico
Rating:
Verde
Contesto:
Nuova Generazione
Avvertimenti: One-shot
Personaggi: Hugo Weasley,
James Sirius Potter, Rose Weasley
Nome
pacchetto: Cats aren’t man’s best friends.
Note
autore: non credo ci sia molto…posso dire questo: dopo avere
a lungo osservato,
ho capito che gli uomini non sanno usare la lavatrice. Puoi insegnare
loro a
fare il letto, a stendere la biancheria, a pulire il pavimento, a far
partire
la lavastoviglie, a cucinare, ma la lavatrice è un eterno
nemico. Ho sempre
detto a tutti i miei amici che se mettessi due di loro davanti a una
lavatrice,
vincerebbe sempre e comunque la lavatrice…Rose invece questo
non l’ha capito, e
ha obbligato i due ragazzi a lavare i vestiti di tutti…
James
e Hugo si guardarono, profondamente sconfortati. «Ripetimelo
ancora…perché
abbiamo deciso di andare in vacanza tutti insieme, senza
genitori?» chiese
James, depresso.
«Perché
pensavamo sarebbe stato divertente», lo
informò Hugo.
«E
perché non abbiamo pensato che siamo minorenni e
che niente genitori vuol dire anche niente magia?» chiese
nuovamente James.
«Perché
siamo adolescenti e facciamo le cose prima
di pensarle», rispose Hugo, sospirando.
James fece un sbuffo,
e osservò la lavatrice. «Non
ho la più remota idea di come si debba utilizzare questa
cosa», confessò.
«Nemmeno
io», rispose Hugo. «Però insomma, se da
un
mese le ragazze riescono a farla funzionare senza fare danni, non
potrà essere
così difficile, no?»
James
annuì, convinto. «Hai ragione!»
esclamò, un
po’ più sollevato. «Cosa mai ci
vorrà? Basta metterci dentro i vestiti sporchi
e schiacciare un bottone, ci riuscirebbe anche un idiota».
«Non capisco
perché Rose si lamentava tanto per il
fatto che lo facciamo sempre fare a lei e a Lily».
«Sono
ragazze, che vuoi farci», disse James, con
l’aria di chi la sa lunga. «Se non si lamentano non
sono contente. Comunque
cominciamo, no? Così finiamo subito e ce ne andremo al mare».
«Giusto!» convenne Hugo, e corse fuori dalla
cucina. Dopo circa trenta secondi rientrò. «Hai
idea di dove si trovino i
vestiti sporchi?» chiese, vagamente perplesso.
«Non so, io li lascio sempre sul pavimento
della mia stanza aspettando che Rose li raccolga…»
rispose James, pensieroso.
«Prova a chiedere ad Al».
Hugo lo guardò come se fosse matto. «Al
è
uscito un’ora fa!»
«Come sarebbe a dire, ‘è uscito
un’ora fa’?»
«Ha detto che secondo lui tirava aria di
tempesta ed era meglio defilarsi…»
«Tipico di Al. Scappa e lascia che urlino
sempre addosso a me. Anche a casa lo fa sempre».
«Comunque, parlar male di lui non ci aiuterà
affatto», disse Hugo, in tono definitivo. «Adesso
ci dividiamo e andiamo a
cercare questi maledetti vestiti. Capirai, questa casa ha solo quattro
stanze,
tanto lontani non potranno essere».
Dopo dieci minuti, risuonò l’urlo di James.
«Ehi, Hugo, credo di averli
trova…AAAAARGH!»
«Che diavolo succede?» strillò Hugo,
istericamente. «È entrato un ladro? Voldemort? Mia
madre?» si affacciò sulla
porta dello sgabuzzino, sul cui pavimento James era lungo disteso,
completamente coperto di vestiti.
«È…questo
stupido…gatto…» esalò.
«Avevo in
mano la cesta dei vestiti, perciò non vedevo dove andavo, e
lui mi si è messo
in mezzo ai piedi! L’ha fatto apposta!»
Hugo sospirò. «Sei paranoico riguardo a quel
gatto, James».
«Ma lui mi odia! Mi guarda sempre male!»
protestò
il cugino. «Vado a dormire e la mattina dopo mi risveglio
coperto di graffi!
Secondo te perché?»
«Ti è successo una volta ed era un taglietto
minuscolo», precisò Hugo. «E sicuramente
non era stato Grattastinchi».
«Non capisco perché Rose abbia voluto a tutti
i costi tenerlo con sé», brontolò
James. «Voglio dire, se trovi un gatto mentre
sei in vacanza, lo porti dal primo veterinario che incontri, mica te lo
tieni!
Rose non è normale! E poi Grattastinchi, che razza di nome
è?»
«Boh, l’ha suggerito mia madre», fece
Hugo,
facendo spallucce. «Non so da dove le sia venuto».
«Forse aveva sbattuto la testa»,
ipotizzò
James, «e anche Rose, visto che ha deciso che andava bene.
Grattastinchi…ma
dico io». Si rialzò e cominciò a
raccogliere i vestiti sparsi per il pavimento.
«È incredibile, quanta roba
c’è. Siamo al mare, siamo sempre in costume da
bagno, come diavolo facciamo a sporcare tutti questi vestiti?»
«Penso che la maggior parte siano delle
ragazze. Sai, sono fissate con questa cosa di avere tutti i vestiti
puliti e
robe del genere…» rispose Hugo.
«Cose da matti», ripeté James,
imbronciato.
«Va bene, io porto tutta questa roba, tu fammi strada e dimmi
se c’è il gatto
appostato da qualche parte!»
Hugo alzò gli occhi al cielo, ma non disse
niente e precedette il cugino in cucina. James posò la cesta
sul pavimento e si
inginocchiò. «Ok, allora, come si apre?»
«Boh, tira da qualche parte, le ragazze fanno
sempre così», rispose Hugo. James tirò
con tanto entusiasmo che finì lungo
disteso per terra, ma lo sportello della lavatrice non si mosse di un
millimetro. «Non mi sembra che funzioni»,
sentenziò poi, quando si fu ripreso
dalla sorpresa.
«Ma come diavolo fanno?» si chiese Hugo,
perplesso. Entrambi cominciarono a tirare lo sportello e a prendere a
calci
l’elettrodomestico, ma nessuno dei loro tentativi
funzionò. Dopo una decina di
minuti, si accasciarono a terra, ansimanti.
«Questo…maledetto…aggeggio…»
soffiò
Hugo, senza fiato.
«Credo di averlo sentito ridere»
borbottò
James. «Lo prendiamo a calci, e ride. Si sta
divertendo».
«Non dire idiozie, James, le lavatrici non
ridono».
«Questa lo fa».
«No che non lo fa».
«Invece lo fa».
«D’accordo, certo», si
rassegnò Hugo.
«Comunque non si spiega come mai le ragazze riescano ad
aprirlo subito, e noi
no».
«Forse sono più forti di quello che
pensiamo», rifletté James. «Non avrei
dovuto prendere tanto in giro Lily,
quando si è presentata alle selezioni per i
Battitori…»
«Come no. No,
senti,
dev’esserci un sistema. I Babbani non fanno mai le cose
complicate».
«Lo dici tu», borbottò James, ripensando
all’ultima volta che si era trovato in mano il telefonino di
Rose. «Quindi
secondo te dev’esserci qualcosa che fa aprire questo
maledetto sportello senza
fare fatica?»
«Per forza», rispose Hugo, avvicinandosi per
guardare la lavatrice da vicino. «Ma certo! Guarda qua!
C’è una leva!» tirò e
finalmente lo sportello si aprì. «Te
l’avevo detto che non poteva essere
complicato».
«D’accordo, avevi ragione tu. Ora facciamo
partire questa cosa», fece James, e cominciò a
prendere i vestiti a caso dalla
cesta e a infilarli in lavatrice.
«Non sono proprio sicuro che si faccia
così…»
fece Hugo, guardandolo titubante.
«E in che altro modo dovrei farlo, scusa?»
«Boh, Rose e Lily stanno sempre interi minuti
a dividere i vestiti in mucchi diversi…tipo, uno con solo
vestiti bianchi,
l’altro con solo vestiti rossi, l’altro con solo
vestiti neri… servirà a
qualcosa, no?»
«Ma va, è solo perché sono delle
perfettine
precisine», lo rassicurò James. «Alla
fine, cosa vuoi che cambi?»
«Ne sei sicuro?»
«Tua sorella divide le mutande nel cassetto per
colore».
«Hai ragione», concordò Hugo,
leggermente più
tranquillo. «Non dev’esserci tutta questa
differenza..le ragazze sono proprio
delle fissate».
Cominciarono quindi a prendere i vestiti a
gruppi di ventidue e a buttarli senza riguardo nel cestello della
lavatrice.
«Cos’era quel rumore?» chiese James
quando
ebbero finito, chiudendo lo sportello.
«Quale rumore?»
«Non lo so…mi è sembrato di sentire un
lamento…»
«Sarà stato il frusciare dei vestiti,
no?»
«Oppure la lavatrice che si lamentava perché
finalmente abbiamo capito come si usa!»
«Le lavatrici non si lamentano, James».
«Sì che si lamentano! E ridono anche!»
«D’accordo, è come dici tu»,
si rassegnò
Hugo, sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo. «ora cosa
facciamo?»
«Boh…Lily mette sempre una roba liquida qui
dentro…» borbottò James, aprendo il
cassettino per il detersivo.
«E sai dov’è, questo liquido?»
chiese Hugo,
guardandosi intorno.
«Penso che sia sotto il lavello, una volta ho
visto che lo prendeva da lì», rispose James,
aprendo l’antina. Per un momento
fissarono sbigottiti lo spettacolo che si parò loro davanti,
senza parole.
«Quale di queste sarebbe quella giusta?»
chiese Hugo dopo qualche secondo, guardando l’interminabile
quantità di bottiglie.
«Non lo so», rispose James, sentendosi
invadere dalla disperazione. «Mi ricordo solo che
è verde».
«Be, questo restringe il campo», disse Hugo,
leggermente più sollevato, afferrando due bottiglie.
«Ci sono solo queste».
«Sì, ma quale di queste? Su tutt’e due
c’è
scritto ‘Detersivo’!»
«Boh. Una vale l’altra!»
sentenziò Hugo.
«Sempre di sapone si tratta. Prendiamo questa,
c’è disegnato sopra un limone,
tanto schifo non potrà fare», continuò,
versando una generosa dose di detersivo
per piatti nel cassettino e richiudendolo. «E ora?»
«Rose ha detto che bisogna scegliere un
programma e farla partire», disse James, apparentemente
ignaro del significato
della frase che aveva appena pronunciato.
«Cioè?»
«Che ne so! Quelle parlano arabo!»
«Credo che dobbiamo far girare questa
manopola», rifletté Hugo, studiando la lavatrice
da vicino.
«Ma ci sono un sacco di scritte! Quale
scegliamo?» chiese James.
«Rose una volta ha detto a Lily di non lavare
mai i suoi vestiti a 90°», si sforzò di
ricordare Hugo.
«Perché?»
«Forse non vuole che soffrano il caldo! Sai
come sono le ragazze…»
«Va bene, allora non laviamoli a 90°, per
farle piacere», decise James, girando la manopola che
indicava 60°. «Questi
andranno bene, però», disse rivolto a Hugo, che
non poté fare a meno di annuire.
«E ora non dobbiamo far altro che aspettare che
finisca!» concluse James,
soddisfatto. «Siamo stati bravissimi!»
Un’ora dopo, i
ragazzi si diressero verso la
lavatrice, che sembrava aver finito.
«E ora?» chiese James.
«Dobbiamo portar fuori in giardino tutti i
vestiti e stenderli», rispose Hugo, sospirando. «Mi
sa che è una cosa lunga, ma
almeno dopo avremo finito!»
«D’accordo, facciamolo», disse James,
chinandosi per aprire lo sportello. «Tanto ormai il tempo
l’abbiamo perso, cosa
vuoi che...»
Fu interrotto da uno strillo disumano che
sembrò provenire da dentro la lavatrice. I due ragazzi si
ritrassero,
spaventati.
«Che cos’era quello?» chiese Hugo,
isterico.
«La lavatrice si è arrabbiata! Te
l’avevo
detto! Tu continuavi a ripetere che le lavatrici non provano
sentimenti…»
Osservarono terrorizzati la massa di vestiti
dentro il cestello che sembrò cominciare a muoversi.
«Pensi che ci manderà contro i vestiti per
strangolarci?» sussurrò James, ormai prossimo allo
svenimento.
In quel preciso momento, il mucchio di
vestiti si aprì e ne uscì Grattastinchi, col pelo
ritto e soffiando come un
disperato. Li guardò furibondo e corse fuori dalla stanza
come un razzo.
James si sentì morire. «Oh, mio Dio»,
esalò.
«Ecco cos’era quel lamento che avevo sentito
prima…»
«Abbiamo rinchiuso il gatto in lavatrice!
L’abbiamo lavato! E centrifugato!»
strillò Hugo, in preda ad una crisi
isterica. «Rose ci ucciderà! Ci
infilerà in lavatrice, ci laverà dalla testa ai
piedi, ci stenderà in giardino e poi ci ucciderà!
Cosa facciamo?»
«Ora stai calmo!» rispose James, alzando la
voce e prendendolo per le spalle. «Adesso noi prendiamo
questi vestiti e li
stendiamo, poi prendiamo quel maledetto gatto, lo asciughiamo col phon,
lo
pettiniamo e sarà come se nulla fosse successo,
ok?»
«D’accordo!» concordò Hugo.
Un’ora dopo, completamente sudati e ricoperti
di graffi, si abbandonarono sul divano.
«I gatti non sanno parlare, Rose non lo verrà
mai a sapere», disse James, rassicurato.
«Hai ragione», disse Hugo.
«Sarà
assolutamente fiera di noi…»
«James! Hugo! Cosa CAVOLO avete fatto al mio
maglione rosso?»
I due ragazzi si guardarono, sconfortati. «O
magari no», sospirò James.
grammatica: 9.2/10
lessico e stile: 9.9/10
originalità: 9/10
caratterizzazione personaggi: 10/10
attinenza al tema e sviluppo trama: 15/15
gradimento personale: 9/10
punti bonus pacchetto: 6/6
Totale: 68.1/71
Ed ecco qui la medaglia di legno! Come potrai notare qui il giro si stringe e le valutazioni sono molto vicine! La tua storia mi è piaciuta troppo! Oltre ad essere scritta con uno stile scorrevole e piacevole, mi ha stupito molto la caratterizzazione dei personaggi! Mi piacciono molto i tuoi James e Hugo! E ho gradito anche i rimandi alla generazione precedente! Per la grammatica ho tolto 0.8 per via di un “Bo”, ripetuto più volte, che correttamente in italiano dovrebbe essere “Boh” e per una virgolina zoppicante. Per il resto nulla da dirti, nonostante ci fossero molti dialoghi non hai mancato nemmeno un segno d'interpunzione! Tutti al posto giusto, brava! Per lo stile ho tolto 0.10 per un errore di battitura (stanza, anziché stanze), altrimenti, come ho già detto, avresti meritato un bel dieci. L'originalità, mi ripeto, ha perso solo perché parlando della Seconda Generazione è più facile inserire delle novità. A parte tutto ciò, complimenti, hai scritto una storia simpaticissima e nella quale ho potuto riscontrare diversi punti in comune con una mia esperienza!