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Autore: Katia R    24/03/2011    1 recensioni
DATA PUBBLICAZIONE: 23 dicembre 2008.
Ale, ti prego aspettami.
Appoggio la testa sul sedile, mentre guardo fuori dal finestrino.
Decolliamo e mi fermo a guardare Roma che si fa sempre più piccola, più lontana.
Sospiro.
Ho paura.
Sento una morsa che mi attanaglia lo stomaco.
Non capisco perché mi sento così.
Chiudo gli occhi e spero che il viaggio duri poco.
Non posso più aspettare.
Nove mesi sono abbastanza.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alele\My heart will go on

TITOLO: "My heart will go on".
AUTORE: 
Katia R.
DATA FINE:
23 dicembre 2008
PERSONAGGI:
  Alessandro\Elena
Premessa:
Questa coppia mi ispirava solo storie tristi che ci posso fare xD

My heart will go on
Morire lentamente…

È così strano. Rimani tutto quel tempo in silenzio, e quando sei pronta a dividere le distanze, lui è già troppo lontano. Irraggiungibile. Ti senti morire pian piano. Ti senti sprofondare sempre di più, lì dove l’acqua è gelida. Sai che lui non c’è più. E il tuo cuore se n’è andato insieme a lui. È buffo come la vita si prenda gioco di te.
Ho aspettato fino all’ultimo per dirgli quello che non gli avevo mai detto.
Ti amo.
E poi cosa è successo? Sono passati i giorni… ed era come morire lentamente. Io senza di lui non vivevo più.

-
Ci è appena arrivata una chiamata dall’America.
È stato un duro colpo quando ci è arrivata la notizia.
Alessandro ha avuto un incidente.
Sono qui, all’aeroporto a fare il check-in.
Non ci ho pensato due volte.
Il medico ci ha chiaramente detto che è grave, e non avrei mai potuto lasciarlo solo.
Lo amo troppo.
Mi imbarco e avanzo verso l’enorme aereo che mi porterà da lui.
Prendo posto. 9A.
A come Alessandro.
9 come i mesi che ci hanno diviso.
Ale, ti prego aspettami.
Appoggio la testa sul sedile, mentre guardo fuori dal finestrino.
Decolliamo e mi fermo a guardare Roma che si fa sempre più piccola, più lontana.
Sospiro.
Ho paura.
Sento una morsa che mi attanaglia lo stomaco.
Non capisco perché mi sento così.
Chiudo gli occhi e spero che il viaggio duri poco.
Non posso più aspettare.
Nove mesi sono abbastanza.
---
Molte ore dopo…

Riapro gli occhi. Siamo arrivati.
Scendo velocemente e raggiungo l’uscita.
Vedo un taxi e alzo il braccio chiamandolo.
Un uomo sulla sessantina mi guarda e mi chiede dove andare.
-Take me to General Hospital, please!- esclamo decisa notando che la mia pronuncia è ancora buona.
L’uomo mette in moto e mi lascio andare lungo il sedile. Sono troppo stanca.
Apro il cellulare e vedo delle chiamate perse.
Anna.
Luca.
Raffaele.
Il Decimo.
Che cosa vorranno?
L’uomo si ferma davanti ad un grattacielo enorme.
Scendo dall’auto e mi avvio verso l’entrata.
Mi avvicino alla donna dietro la scrivania.
-Hi! Excuse! I’m searching Mr. Berti!- dico decisa. La donna digita qualcosa sul computer, ma non fa in tempo a dirmi niente, perché un dottore si avvicina.
-Elena Argenti?- mi chiede.
Annuisco mentre la paura mi assale.
-Salve! Sono il dottore che si è occupato di Berti!- mi dice. Sono fortunata sul punto di vista che è italiano.
-Salve… Come sta?- chiedo senza aspettare oltre.
Lo vedo che abbassa lo sguardo e con voce bassa mi dice -Non l’hanno avvertita i suoi amici?-
Scuoto la testa e improvvisamente inizio a capire. Spalanco gli occhi e abbasso lo sguardo.
No. Non è possibile.
Non è vero.
Rialzo lo sguardo e cerco quello del dottore.
-Mi dispiace… Il signor Berti è morto un’ora fa…-
Ecco. Questo è il momento in cui mi sento morire davvero.
Il momento in cui le tue paure prendono vita.
Rimango immobile.
Impassibile.
Non sento più niente.
Il mio cuore si è fermato nello stesso momento.
Non può essere vero.
Tu non puoi morire.
Non puoi lasciarmi sola per l’ennesima volta.
E tutto intorno sento solo silenzio.
Silenzio.
Quello che ci ha tenuti lontani per così tanto tempo.
Il dottore mi scuote leggermente. Io lo guardo fisso negli occhi e solo allora mi accorgo che le lacrime continuano a scendere copiose dal mio viso.
-Posso vederlo?- chiedo con voce tremante. Con la paura e la voglia di raggiungerlo.
Il dottore mi scorta fino alla camera.
È ricoperto dal lenzuolo.
-Forse non è una buona idea…- non lo lascio finire. Alzo una mano -Lo voglio vedere… Posso stare da sola con lui?- chiedo con quel filo di voce che mi è rimasta. Il dottore mi guarda e abbassa lo sguardo annuendo silenziosamente.
Mi lascia entrare mentre lo vedo allontanarsi.
Mi avvicino piano al lettino.
Con una mano sfioro le lenzuola bianche.
Sto tremando.
Non ce la faccio.
Chiudo gli occhi e sospiro prima di spostare il lenzuolo dal suo viso.
Riapro lentamente gli occhi.
I singhiozzi dapprima silenziosi, diventano un pianto disperato.
Con una mano accarezzo Alessandro.
È freddo.
Mi avvicino di più a lui e guardo il suo viso, privo di vita.
Appoggio la testa sul suo petto e continuo a piangere.
Perché me l’hai portato via, Dio?
Gli do un bacio sul petto e un altro sulle labbra. E dopo tanto tempo riesco a dirgli cosa provo.
Ti amo, Ale.
Pronuncio quest’ultima frase ed esco dalla stanza.
Il dottore mi ferma e mi dà una busta.
-L’ha scritta poco prima di…- prendo la busta e prego che non pronunci più quella maledettissima parola.
-Ha detto di voler essere sepolto a Roma…- lo guardo e deglutisco -L’aereo partirà tra poche ore…- dice per ultima cosa per poi lasciarmi sola.
Guardo quella busta e la metto in tasca.
Non riesco a leggerla adesso.
Sono troppo esausta.
Giro la testa verso la stanza ed è in quel momento che vorrei morire.
Mi sento sola.
--
Poche ore dopo…
Salgo su questo aereo privato. La tua bara è dietro.
Mi sento strana.
Ti sto riportando a casa, ma non come avrei voluto.
Mi siedo e allaccio le cinture.
Prendo la lettera nel cappotto e me la porto vicino al viso.
Il tuo odore.
Deglutisco prima di aprire delicatamente la busta.
Apro il foglio piegato e inizio a leggere.

Ciao Ele…
Molto probabilmente quando leggerai questa lettera, io non ci sarò più.
Non avrei mai pensato di morire così giovane.
Anche se ero già morto nel preciso istante in cui è morta Irene.
Credevo di non potermi  più innamorare. Credevo sarei rimasto per sempre incatenato ad un amore ormai impossibile.
E invece ho avuto la forza di andare avanti, una forza che mi hai dato tu. Non te l’ho mai detto e ti chiedo scusa se lo sto facendo ora in quest’ultima lettera.
Credevo di essere felice di morire. Raggiungere Irene era uno dei miei sogni.
O almeno così credevo, prima che il mio cuore ricominciasse a battere per te. Ti ho desiderato con tutte le mie forze e nello stesso tempo ti respingevo. Non lo so neanch’io perché. Forse perché avevo paura di soffrire ancora. Di innamorarmi ancora.
Sono partito per cercare di dimenticarti. Di dimenticare tutto. Ma ogni sera eri in tutti i miei sogni.
Ho capito che dimenticarti è una cosa impossibile.
Me ne vado consapevole di lasciare la cosa più preziosa al mondo.
La persona più importante della mia vita.
Tu, Elena.
E anche se adesso raggiungerò Irene… ho capito che non riuscirei ad amarla come prima. Perché adesso nel mio cuore ci sei tu, e non riesco più a strapparti via.
Il mio cuore si fermerà, ma continuerà a battere con il tuo. Ogni tuo respiro sarà anche il mio. Ogni tuo sorriso mi riempirà di gioia. Ogni volta che avrai paura, ricordati che non sarai mai sola. Io ci sarò.
Grazie per tutto, Elena. E scusami ancora per non averti mai detto quelle due parole così importanti… ma sappi che le ho sempre tenute nel cuore, aspettando il momento giusto, che purtroppo non verrà mai.
Ti amo.
Ora e per sempre.

Tuo Alessandro.


Richiudo la lettera e cerco di frenare i singhiozzi, che continuano ad aumentare.
Non è giusto.
Perché proprio Alessandro?
Un’assistente di volo mi si avvicina chiedendomi se ho bisogno di qualcosa.
No. Ho solo bisogno di stare sola.
Non riesco più a vivere senza Alessandro.
Rivoglio lui.
Perché non posso raggiungerlo?
Ci hanno divisi per sempre.
E nello stesso momento ci hanno uniti per sempre.
Sempre.
Una parola che va oltre ogni cosa.
Il sempre non ha un momento preciso.
Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dall’aereo.
Sono stanca.
Non ho più la forza di vivere.
--
Molte ore dopo…
Siamo di nuovo a Roma. La nostra amata Roma.
Varco la porta dell’aereo e vedo tutti i nostri colleghi. Pronti a dargli un ultimo saluto.
Si girano verso di me. Vedo Anna avanzare e io continuare a camminare, senza neanche sapere cosa sto facendo esattamente.
Niente ha più senso.
Neanche vivere.
Anna mi abbraccia e io rimango immobile. Piange mentre io sono impassibile.
Non riesco più a piangere.
Quando muori lentamente non puoi piangere.
Ci avviciniamo agli altri. Tutti in silenzio. Mi guardano come se sono io quella morta.
E forse hanno ragione.
Io sono morta con Alessandro.
Alzo gli occhi e continuo a guardare la bara. La sfioro con le dita.
E poi mi portano via.
Seguiamo la macchina con sopra Alessandro e ci dirigiamo al cimitero.
Entriamo, sempre in rigoroso silenzio.
La terra inizia a coprire la bara. Io guardo la scena inespressiva.
Solo alla fine, dopo avergli lanciato una rosa rossa riesco a dire qualcosa.
Amore mio, non è un addio. Ti sentirò vicino ad ogni battito del cuore. Per sempre.
Anna mi stringe e mi scorta fuori.
Non voglio ricominciare.
Non riesco.
Alessandro era la mia vita.
E ora?
Ora non mi resta più niente.
--
Mi risveglio dopo non so quanto.
Apro il cellulare e vedo dieci chiamate perse. Anna.
Sarà sicuramente preoccupata per me.
La richiamo, cercando di sembrare la più normale possibile.
Dopo averla convinta di voler rimanere da sola, chiude la chiamata. Mi alzo priva di forze.
Un nuovo giorno senza Ale.
Giro la testa e mi soffermo sulla sua foto.
Traccio il contorno con un dito, e sospirò.

“My heart will go on” Celine Dion
http://www.youtube.com/watch?v=zmbw8OycJrE

Every night in my dreams
I see you. I feel you.
That is how I know you go on.
Far across the distance
And spaces between us
You have come to show you go on.

[Ogni notte nei miei sogni
Ti vedo, ti sento
È per questo che so che continui a vivere
Lontano, attraverso le distanze
E gli spazi tra noi
Sei venuto per mostrarmi che continui a vivere.]

Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on

[vicino, lontano, ovunque tu sia
Io credo che il cuore continuerà a battere
Ancora una volta apri la porta
E sei qui nel mio cuore
E il mio cuore continuerà a battere]

You're here, there's nothing I fear,
And I know that my heart will go on
We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on

[Sei qui, non c'è niente di cui io abbia paura
E so che il mio cuore continuerà a battere
Resteremo per sempre così
Sei al sicuro nel mio cuore
E il mio cuore continuerà a battere].

Ciao, Ale.
A presto, amore mio.


   
 
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