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Autore: Wren    24/01/2006    3 recensioni
Degli agenti MOOOLTO speciali si ritroveranno a lavorare (un po' forzatamente^^) insieme per risolvere un caso misterioso! (kaiXtakao , reiXmax)-conclusa-
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non ci sono parole , davvero

Non ci sono parole , davvero!

Gomen gomen! ^_______________^

Vi chiedo solo perdono per l’indicibile ritardo e vi chiedo clemenza dato che siamo finalmente giunti alla fine!

Tutto ciò che ho da offrirvi in mia discolpa è questo capitolo!

Buona lettura!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Oh… finalmente…- sentì una voce salutarlo al suo risveglio.

Chissà come aveva fatto a sentirla. Suonava così confusa , annebbiata e lontana che arrivò a domandarsi se non se la fosse solo immaginata.

Aprì gli occhi a fatica , sentiva le palpebre pesanti come macigni. La nebbia avvolgeva anche la sua vista e ci mise un po’ per focalizzare il legno rossastro del pavimento. Sembrò percepire solo in quel momento il freddo del suolo sul quale era accasciato che gli premeva sulla guancia e sullo stomaco. Al margine del suo campo visivo c’era la punta di un paio di scarpe nere.

A chi appartenevano…?

Cercò di alzare la testa , anche solo di spostarla un pochino , per poter vedere , ma era come se avesse dimenticato come muovere il proprio corpo , perché per quanto si sforzasse non gli riusciva di produrre alcun movimento.

-Non riesci a muoverti?- gli domandò la voce di prima. Ora sembrava più vicina. A chi apparteneva? Chi c’era lì con lui? Era certo di doverlo sapere , ma proprio non ricordava.

Cercò di rispondere , ma la sua bocca non si mosse e non gli uscì dalla gola nemmeno l’ombra di una voce.

-Poverino… bisognerà aiutarti…- la voce sembrava davvero preoccupata.

Sentì delle mani afferrarlo per le spalle e voltarlo supino con uno strattone.

Accovacciato accanto a lui , piegato in avanti per vederlo meglio , stava Yuya con un sorriso di divertimento folle stampato in volto.

Yuya? Cosa ci faceva lì? E cosa stava succedendo?

-Mi sembri confuso… forse ho esagerato, che ne dici? Ah già… non riesci a parlare!- Takao non ci trovava nulla da ridere , ma l’altro ragazzo evidentemente era del parere opposto.

Era stato lui a ridurlo così? Quel ragazzo mite e timido? Doveva esserci qualcosa che non andava , ma Takao non riusciva a trovare il bandolo della matassa.

-Non ci arrivi ancora vero? In effetti ci sono andato pesante con te, ma sai com’è: meglio non rischiare!- Yuya con quel suo modo di fare così strano cominciava a spaventarlo.

Non era arrivato a cosa?

-Eh no, sembra proprio che tu stia brancolando nel buio… Ma siamo proprio fortunati! Grazie ai tuoi abominevoli trucchetti posso renderti tutto molto più chiaro e semplice mostrandotelo invece di raccontartelo!-

Mostrargli cosa?

Yuya si curvò su di lui e gli premette una mano davanti agli occhi. Premeva così forte da fargli credere che volesse fargli schizzare via il cervello. Voleva gridargli di smetterla , ma ancora la voce gli mancò. Poi accadde una cosa strana. Non riusciva a controllare il proprio corpo , di questo ne era sicuro , ma il suo potere si risvegliò nella sua mente da solo , senza che l’avesse comandato lui. E da solo si indirizzò verso le immagini confuse che quella mano sul volto gli stava trasmettendo.

Un attimo prima erano solo forme di fumo indistinte , poi tutto d’un colpo si conficcarono nel suo cervello come lame roventi e Takao poté vedere.

Vide Yuya sorprendere Max nel suo appartamento.

Lo vide alzare una mano contro di lui tutto tranquillo , mentre l’agente era troppo stupito per reagire.

Vide Max , investito da un’onda d’urto invisibile , crollare a terra come una marionetta a cui sono stati recisi i fili.

Vide Yuya sussurrare qualcosa al ragazzo riverso al suolo. Max si alzava a risposta di quelle parole, gli occhi spenti e bagnati , e con movimenti meccanici creare una lama di sabbia e tagliarsi i polsi.

E Yuya rideva , mentre il sangue si allargava sul pavimento. Lo raccoglieva con la mano guantata e scriveva qualcosa sul muro.

Lo vide uscire , nascondersi nell’ombra del pianerottolo , mentre Rei gli passava accanto in tutta fretta senza curarsi di lui.

Le lame nella sua testa si staccarono di colpo , così come la mano , causandogli un dolore ancora più acuto di quando l’avevano infilzato.

Ora era sveglio e lucido.

E capiva perfettamente chi aveva davanti, chino su di lui , sorridente come il diavolo.

 

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-Sì! ...No no… Sì, esatto! …Sì, resto in attesa di notizie!-

Daitenji chiuse concitatamente la telefonata.

Sembrava che di Yuya se ne fossero perse le tracce. Non si avevano sue notizie in nessun file , come se non esistesse , e i loro contatti che ancora indagavano alla Borg Corporation dicevano che apparentemente sembrava scomparso fin da qualche giorno prima della retata, e con lui tutti i documenti che attestassero il suo passaggio. Neanche uno scontrino della mensa aziendale.

Nulla si sapeva di dove abitasse o avesse abitato prima. Praticamente , se si escludevano le testimonianze di chi l’aveva incontrato , era come se non fosse mai esistito e questo era il genere di particolarità che lo classificava come indiziato numero uno in quel preciso momento.

-Non ci credo!- Kai tirò un pugno contro il muro dell’ufficio.

Dopo la loro scoperta si erano precipitati in sede , assaltando letteralmente l’ufficio del presidente Daitenji che aveva il telefono occupato da venti minuti.

-Era davanti a noi! Ce l’avevamo a portata di mano! E siamo stati così cretini da farci fregare!- inveì l’agente.

-Non potevate saperlo… non dovete rimproverarvi nulla , erano mesi e mesi che faceva i suoi comodi sotto il nostro naso!- lo consolò pacatamente il presidente.

Kai non parve calmarsi , ma non disse più nulla. Rei , seppur frustrato ed arrabbiato quanto il collega , tratteneva ogni reazione.

Passarono alcuni minuti di silenzio , in cui nessuno osò dir qualcosa, e poi il telefono squillò di nuovo.

-Pronto? …Sì, sono io! …Vi ascolto!- rispose rapidamente Daitenji.

Mentre continuava ad ascoltare i monosillabi di assenso del presidente, domandandosi se davvero quello che gli veniva riferito avrebbe potuto aiutarli, un senso di ansia lo prese all’improvviso.

Era come se qualcosa lo preoccupasse, ma non riuscisse a focalizzare che cosa.

Takao

No, Takao stava bene , era al sicuro a casa sua e sapeva perfettamente come difendersi.

Eppure il pensiero di Takao cominciò a diventare tanto angosciante da soffocarlo.

Uscì dall’ufficio senza dire nulla e tirò fuori dalla tasca il telefono.

Chiamò a casa, lasciò che il telefono squillasse a lungo, ma nessuno rispondeva.

E’ sicuramente tornato a casa sua… non poteva certo restare a rigirarsi i pollici a letto…

Chiamò a casa di Takao , ma neppure lì rispose qualcuno.

Forse è uscito…

Chiamò il cellulare del ragazzo e questa volta sentì subito una risposta. Era la voce registrata dell’azienda telefonica che lo avvisava che il telefono di Takao poteva essere spento o non raggiungibile.

Non significava nulla…

Eppure il senso di inquietudine l’aveva praticamente sopraffatto. Non rientrò e non avvisò nessuno.

Afferrò al volo la giacca , estrasse le chiavi della macchina e schizzò via dall’ufficio.

 

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Takao , a occhi sgranati , fissava in volto il serial killer a cui aveva dato la caccia negli ultimi mesi. E non poteva far nulla.

-Sembra che tu abbia compreso… Bravo! Ci sono molte cose che devi sapere prima che ti uccida e non abbiamo molto tempo…- Yuya parlava affabilmente come se si trovasse a chiacchierare davanti ad una tazza di thé con un vecchio amico.

-Sai… non mi sono mai premurato di dire nulla a tutti gli altri , ma tu… oh tu DEVI sapere! Te lo meriti proprio…-

Takao continuava disperatamente a cercare di muoversi , sperava che per un istante, anche uno soltanto, tornasse a poter usare i proprio poteri. Gli sarebbe bastato un secondo per scaraventare contro la mente di Yuya una scarica psichica forte abbastanza da tramortirlo. E per quanto provasse non riusciva nemmeno a muovere un muscolo.

-Ora , caro il mio Takao , facciamo un bel gioco! Io attivo i tuoi poteri, tu guardi bene tutto quanto e poi muori , d’accordo?- gli propose giocoso Yuya.

Takao vide letteralmente uno scintillio di follia nell’espressione del ragazzo.

-Chi tace acconsente!- concluse lui e ancora una volta gli afferrò violentemente il viso , coprendogli gli occhi.

Il dolore che quel flusso di ricordi gli causò fu tale che riuscì a spalancare la bocca. Nessun urlò uscì però.

 

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Non aveva mai vissuto un ricordo così precisamente. Gli sembrava di essere un fantasma , invisibile ed incorporeo , che visitava il passato. Una scuola per la precisione…

“Sono nato e cresciuto nella periferia di Mosca… non posso certo lamentarmi , non ci sono stati traumi infantili né strani episodi nella mia infanzia. La mia era una vita normale… finchè non ho incontrato lui…” sentì la voce del suo aguzzino raccontare la propria storia. Era come se la voce fosse ovunque e in nessun luogo contemporaneamente.

Takao riconobbe un giovane Yuya in divisa scolastica che fissava adorante un ragazzo seduto svogliatamente pochi banchi più in là.

Takao avrebbe sicuramente fatto un salto dalla sorpresa se fosse stato nl suo corpo. Quel ragazzino era Kai. Un Kai adolescente , è ovvio , ma indubbiamente Kai.

“L’hai riconosciuto, vero? A quell’epoca lui era tutto il mio mondo…”

Una serie flash gli passarono davanti. Yuya che si avvicinava sognante a Kai , il quale a malapena lo degnava di uno sguardo.

“Lui era mio amico , sai? Lui era mio!”

Takao non capiva come potesse dire quelle cose , quando le immagini mostravano solo un ragazzino che agognava per una briciola di attenzione mentre l’altro a malapena si accorgeva della sua esistenza.

“Almeno finchè la gente come voi me l’ha portato via…”

Un uomo elegante era entrato nella classe , chiamando a quanto sembrava Kai. Yuya li seguiva di nascosto e origliava la conversazione.

Le parole russe suonavano per qualche motivo comprensibili a Takao , probabilmente perché nei propri ricordi Yuya le capiva. Sentì l’uomo presentarsi come agente di un forza speciale del KGB, che raccoglieva ragazzi dotati di poteri ESP per addestrarli. Proponeva a Kai di andare con lui.

“Io ero così certo che non sarebbe andato… non capivo cosa significasse tutto quello , ma sapevo che non sarebbe andato per restare con me…”

Kai ascoltava interessato le parole dell’uomo. Non lo lasciò nemmeno finire che già aveva accettato.

“Non l’ho più rivisto. Non è più venuto a scuola. Non si è più fatto vivo , anche se eravamo così legati… me l’avevano portato via i mostri come te!”

Come poteva farsi sentire se a malapena ti conosceva?

Takao voleva rispondergli , dirgli qualcosa , porre fine a quell’esperienza straniante , ma non poteva far nulla se non guardare.

“Avrei voluto dimostrargli che nessuno di quei mostri avrebbe saputo amarlo come lo amavo io! Non sarebbe mai stato felice in mezzo a loro! Cercai… cercai un modo…”

Yuya cresceva a vista d’occhio. Ora stava rinchiuso in uno scantinato , circondato da appunti scarabocchiati in fretta, computer , libri e apparecchi dall’aria inquietante.

“E alla fine ci riuscii… Non avrei potuto dimostrare nulla senza affrontare voi , bestie schifose! E come avrei fatto? Ecco come! Mi sottoposi ad una cura che mi permise di ottenere ciò che desideravo. Il potere di prendere il controllo di voi stupidi insetti anormali!”

Il trattamento a cui Yuya si sottoponeva in quello che sembravano anni e anni di esperimenti , assomigliava spaventosamente ad una continua e folle esposizione a scosse elettriche , radiazioni e chissà quali altre sostanze.

“Potevo farvi fare quello che mi pareva! Ora sapevo come affrontarvi per dimostrare a Kai che voi non sapete amare…”

Yuya assomigliava molto di più a quello presente , nelle immagini orribili in cui Takao lo osservava impotente mentre prendeva il controllo della mente di quelli che dovevano essere esper e li torturava.

Dolore.

Sofferenza.

Il flusso di quei ricordi così intensi già faceva male , ma ora ad esso si sommava quello delle vittime, che attraverso Yuya passava a Takao.

Avrebbe pianto. Avrebbe urlato. Ma non poteva , non glielo permetteva.

“Cercai Kai e scoprii che se ne era andato dalla Russia. Era andato in Giappone… Lo seguì fin laggiù ma non riuscii più a trovarlo. Allora pensai che se la mia dimostrazione d’amore per lui fosse stata abbastanza clamorosa , lui avrebbe saputo. Avrebbe capito. E sarebbe tornato da me…”

Eccole , le vittime… le riconosceva. Aveva studiato il caso per così tanto tempo. Le vide tutte.

Aggredite, torturate e uccise una dopo l’altra.

Ancora una volta il dolore si intensificò.

La sofferenza di essere uccisi dalla persona che si ama.

Di essere costretti a uccidere la persona che si ama

“Se fossero stati capaci di amare davvero , qualcosa sarebbe successo , non credi? E invece no! Quelle bestie morivano perché non sapevano amare!”

Morte.

Dolore.

Sofferenza.

Morte.

“Lavoravo con quegli idioti solo per comodità. Avevano un ricco file di nomi e indirizzi di tutti gli esper della città. Mi bastava aprire un momento il cassetto e segnarmi un appunto. Lavoravo lì praticamente per caso , e pensa un po’ cosa è successo! Kai è tornato da me! Ha capito ed è tornato da me!”

Vide Kai , il Kai di pochi mesi prima , entrare nell’imponente edificio della Borg Corporation. L’intero mondo sembrò scosso da un tremito di gioia. Il dolore che sentiva Takao si placò un poco.

“Ero così felice… lo ero tanto da non avere il coraggio di farmi vedere anche se lui era venuto fin lì per cercarmi…”

Yuya osservava di nascosto Kai in ogni momento della sua giornata lavorativa.

“Avevo deciso di tornare da lui alla fine! Avevo smesso di uccidere quei mostri e lui avrebbe anche potuto pensare che non l’amavo più! Gliel’avrei detto alla festa di Natale che l’amavo ancora… Ma poi ho scoperto una cosa orribile.”

Takao rivide dall’esterno la festa di quel Natale che sembrava ormai lontano secoli. Vide Kai e sé stesso entrare nella sala , rivide ogni singolo istante.

Vide Yuya scappare dalla sala in preda all’emozione. Lo vide vomitare in bagno. Vide sé stesso incontrare Yuya la prima volta.

 E poi il ballo , il bacio.

Il dolore tornò a scuoterlo.

MI FATE SCHIFO! VI UCCIDERO’! VI FARO’ SOFFRIRE E POI VI UCCIDERO’! VI ODIO! MI FATE SCHIFO! MORIRETE!

Erano stati i pensieri di Yuya?

“ME L’AVEVI PORTATO VIA! ERA MIO E TE L’ERI PORTATO VIA! TU MOSTRO AVEVI TRASFORMATO IN MOSTRO ANCHE LUI! DOVETE MORIRE TUTTI E DUE ADESSO!!!

Takao si sentì svenire dal dolore e quasi pregò di perdere davvero i sensi. Almeno sarebbe finita quella follia. La voce di Yuya ora rombava ovunque , fredda e crudele.

“Vi ho tenuti d’occhio… Ho scoperto chi eravate! Avete convinto Kai a darmi la caccia!!! Così vi ho teso un agguato… ho fatto in modo che abbassaste la guardia e ho colpito il tuo amichetto…”

Le immagini di Max in un lago di sangue gli tornarono davanti come uno schiaffo.

E ora tu… tu morirai!”

Odio.

Un odio profondo e viscerale.

L’odio più puro e malvagio che Takao avesse mai percepito.

Il dolore gli inflisse superò in intensità quello provato finora.

Credette che sarebbe morto per quel dolore.

E poi divenne tutto nero.

 

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Yuya stringeva con così tanta forza la faccia di Takao che in quei pochi istanti in cui gli aveva trasmesso i suoi ricordi aveva sollevato da terra la testa del ragazzo.

Lasciò la presa con rabbia e Takao sbatté contro il pavimento.

La sua mano era sporca di sangue.

Con sufficienza spostò lo sguardo sul viso di Takao. Lo sforzo doveva aver avuto delle ripercussioni di qualche tipo perché dagli occhi chiusi uscivano lacrime rosse.

Con un sorrisetto soddisfatto si sedette accanto alla sua vittima.

Ora non restava che aspettare l’ultimo attore sulla scena finale.

 

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Fu un miracolo se Kai non fece un incidente. Guidava come un indemoniato e prestava un’attenzione minima alla strada. Ma d’altra parte come dargli torto. Era mortalmente preoccupato per Takao e il pensiero che Yuya potesse avergli fatto qualcosa gli faceva mancare un battito al cuore.

E poi, proprio ora che ci pensava, questa storia di Yuya gli aveva acceso una sorta di campanella d’allarme nel cervello, come se ci fosse qualcosa che si dovesse ricordare.

Prima che questo qualcosa gli sovvenisse , e prima di averci pensato così tanto da tamponare una macchina , arrivò a casa.

Almeno da fuori sembrava tutto tranquillo. Questo lo rassicurò , anche se non poi troppo.

Scese dalla macchina e non si curò di attivare la chiusura automatizzata. Nemmeno si ricordava se aveva chiuso per bene la portiera.

Si avvicinò titubante alla maniglia.

La serratura scatto con un click e la porta si aprì.

Brutto segno. Ma Takao era distratto , poteva anche essersi dimenticato di chiudere.

Col cuore in gola attraversò l’ingresso con poche falcate per raggiungere il salotto.

-Takao? Sei in casa?- chiamò pregando per una risposta affermativa.

-Sì! E’ proprio qui!- gli rispose Yuya alle sue spalle.

Kai si voltò di scatto , pronto già ad attaccare. Yuya sorrideva osservando l’effetto del colpo che aveva appena scagliato contro il ragazzo. L’ondata invisibile investì Kai in pieno. Si ritrovò per terra, la schiena appoggiata contro il bordo del divano. Senza di esso si sarebbe accasciato completamente.

Yuya se ne stava seduto beatamente dal lato opposto della stanza e lo guardava divertito. Accanto a lui stava il corpo privo di conoscenza di Takao.

La rabbia montò nel petto di Kai e raggiunse la furia omicida quando vide del sangue sulla mano dell’assassino. Il suo corpo non rispondeva però.

-Bene! Ci siamo tutto ora! Svegliati tu! E’ ora di morire!- esclamò allegramente Yuya assestando a Takao una botta che fece imbestialire ancora di più Kai.

Takao aprì lentamente gli occhi sporchi di sangue e lacrime. Era l’espressione della sofferenza più profonda.

Kai avrebbe potuto uccidere Yuya con un solo sguardo per quello che gli aveva fatto.

-Splendido! Tutti ai propri posti! Ora , per cortesia, Kai, saresti cos’ gentile da usare i tuoi poteri contro  Takao?- ridacchiò il loro folle aguzzino.

Kai pensò che avesse completamente perso la testa e che sragionasse , ma ben presto si rese conto che i propri poteri erano stati risvegliati come se comandati da qualcun altro. Nel panico più totale sentì le ombre della stanza obbedire al richiamo e ribollire in frenesia. In un’esplosione oscura , il buio circondò loro tre aprendo la dimensione di tenebra che Kai usava per imprigionare i suoi nemici.

I nemici.

Non Takao.

Non avrebbe mai fatto del male a Takao.

Eppure i suoi poteri erano fuori dal suo controllo e stavano per rinchiudere anche la persona che amava in quel luogo di morte. Una dimensione staccata dalla realtà che era nata per annientare e distruggere.

Non voleva fare del male a Takao!

Yuya parve leggere la disperazione nei suoi occhi perché scoppiò in una risata.

-Fa male, vero? Ora capirai come mi sento io! Come mi hai fatto sentire tu!- gli gridò contro al colmo della soddisfazione , mentre le tenebre lo avviluppavano.

E’ completamente folle… di cosa parla?

Kai non capiva , non riusciva a pensare , vedeva solo le tenebre lambire Takao , strisciargli attorno.

E alla fine la dimensione si richiuse su di loro e anche Takao ne fu avvolto.

Avrebbe voluto gridare. Non sapeva cosa , ma voleva gridare.

Invece gridò qualcun altro.

Un grido selvaggio che assomigliava molto a quello di Takao si alzò dal buio , seguito da quello spaventato di Yuya.

Improvvisamente Kai scoprì di riuscire a muoversi , di poter controllare i propri poteri.

In un attimo reindirizzò la violenza dell’attacco d’ombra su Yuya e con un’esplosione scomparvero.

Erano di nuovo nel salotto. Lui era in piedi e così anche Takao. Si teneva con una mano la testa , mentre l’altra era ancora tesa in avanti , tremante. Si voltò scosso da tremiti in direzione di Kai e poi crollò. Gettandosi in avanti Kai afferrò il corpo esanime e con un sospiro di sollievo constatò che era solo svenuto.

-Perché…?-

Yuya era al suolo , un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e respirava a fatica.

-Perché non ha funzionato? Non lo so nemmeno io…- rispose con freddezza Kai.

-Io volevo solo dimostrare che gli esper non sono capaci di amare…- rantolò a fatica Yuya.

-Hai solo dimostrato che sei tu quello ch non è capace di comprendere l’amore…- replicò ancora Kai.

-… io ho fatto tutto questo per te!- Yuya tentò di sollevarsi ma le forze gli vennero meno.

-Ma se nemmeno ti conosco?- replicò stupito Kai.

Yuya spalancò gli occhi , vide tutto il suo mondo crollargli davanti agli occhi.

Uno spasmo gli mozzò il respiro e morì.

Kai lo osservò con freddo disprezzo.

Teneva Takao stretto tra le braccia , sollevato che fosse vivo e stesse bene.

Sentì delle sirene sempre più vicine e pensò che Rei doveva aver capito e aveva mandato rinforzi.

Era davvero finita stavolta.

 

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-Mi stai dicendo che si è tirato la zappa sui piedi da solo?- domandò incredulo Rei.

-Takao mi ha spiegato che quando siamo finiti nella dimensione d’ombra , una qualche interferenza ha disattivato il suo chip di restrizione del potere e lo shok ha interrotto il controllo di Yuya su di lui.- spiegò Kai per quella che aveva contato come la centesima volta.

Si trovavano all’ombra di un albero, seduti su una panchina di marmo. La giornata era tersa e il tempo era mite. Il caso era stato definitivamente chiuso da pochi giorni eppure se ne parlava ancora.

-E io che speravo in qualcosa di più romantico in stile , “l’Amore ci ha salvati!”…- commentò deluso Rei.

-Sì , e io sono la fata turchina!- replicò ironicamente Kai.

-Saresti una splendida fata turchina!- lo punzecchiò Rei.

-Tu brutto…!!!-

Kai fece per avventarsi su Rei , ma questo lo schivò all’ultimo istante.

-Vi lascio da soli per cinque minuti e vi mettete subito a far casino! Facciamo brutta figura con il mio amico che volevo presentarvi…- ridacchiò Takao arrivando in quel momento.

Spingeva una sedia a rotelle sulla quale se ne stava allegro e sorridente Max.

L’agente Mizuhara si era svegliato la sera stessa in cui il serial killer era morto, un vero miracolo insomma. Non si era ancora ristabilito completamente e nonostante avesse ottenuto il permesso di uscire nel parco dell’ospedale, il medico gli aveva imposto al sedia a rotelle per almeno un’altra settimana.

Rei si alzò ed andò di filato incontro ai due. Takao lasciò che fosse l’altro agente a prendere il controllo del mezzo. Sicuramente anche Max ne sarebbe stato più felice.

Passarono il pomeriggio a chiacchierare.

Di cosa fare nelle pause caffè , di che ristoranti provare nelle pause pranzo , di cosa organizzare per il week end , di donve prenotare per le prossime ferie.

-E vedi di rimetterti in fretta!- intimò Takao a Max , mentre lo riaccompagnava verso l’ospedale a fine giornata.

Kai e Rei dovevano avviarsi , avevano un’indagine in corso.

-..se non ti sbrighi potrei morire di noia! Senza collega non posso fare nessun lavoro divertente e mi hanno confinato in ufficio!- continuava a lamentarsi Takao mentre Max se la rideva.

-Spiegami ancora perché nonostante tutto faccio ancora coppia con te…- domandò Kai sbuffando mentre si dirigevano al parcheggio.

-Perché quando tu e Takao avete fatto coppia per prova non avete lavorato per niente e vi hanno sorpresi a pomiciare in archivio!- gli ricordò Rei.

-Ah già…- si rassegnò Kai.

Lanciò un’occhiata oltre la propria spalla verso Takao che ancora si vedeva appena sul selciato.

Pazienza, avrebbero recuperato il tempo perso a casa.

La loro NUOVA casa.

Quella in cui erano andati a vivere insieme.

 

 

 

THE END!!!

 

 

E qui siam giunti signori e signore! E’ finita! La mia prima opera lunga conclusa!

Grazie davvero , non avevo mai finito nulla di così lungo e complesso! Il mio pc è stracolmo di inizi mai finiti! Se ce l’ho fatta è merito vostro! Grazie!

Mi inchino in ringraziamento.

Spero vi sia piaciuta questa luuuuuunga storia e che vi abbia divertito ed emozionato!

Fatemi sapere che ne pensate per questa ultima volta!

Grazie ancora e arrivederci alla prossima fanfic!

  
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