Anime & Manga > Sugar Sugar
Segui la storia  |       
Autore: _morph_    29/03/2011    3 recensioni
sono passati cinque anni da quando Pierre e Chocola stanno insieme, ma qualcosa non va per il verso giusto. qualcosa si insinua nel loro rapporto, in particolar modo, nella vita di Chocola.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
un problema in meno

Era un meccanismo quello in cui mi trovavo. Un incrocio di fili spinati da cui non potevo sottrarmi o scappare. Respirai a fondo. Diverse realtà nella mia testa, si stavano, da giorni, scontrando, entrando in collisione, non lasciandomi scampo: l'amore che provavo per Pierre, che per quanto mi avesse fatta soffrire, per quanto non riuscissi a respirare la notte, ripensando a loro due, insieme nel suo letto, che mi escludevano completamente dalle loro teste. L'imminente incoronazione, che non avevo in alcun modo il coraggio e la tenacia di affrontare. E infine il perdono, che pulsava forte nel mio petto, che mi faceva esitare quando si avvicinava a me, quando semplicemente mi parlava, ma che veniva puntualmente taciuto dal mio immenso orgoglio e dalle numerose barriere che avevo instaurato contro di lui, in modo che non mi potesse più attaccare, in modo che non mi potesse più fare del male. Ero ancora nel mio letto, coinvolta da un immenso flusso di pensieri che mi facevano pulsare le tempie dal dolore, quando la porta della camera si aprì leggermente, senza fare troppo rumore. Vidi il passo leggero ed aggraziato di Vanilla entrare nella stanza, appoggiandosi delicatamente accanto a me. Mi scoprii completamente dalla difesa costruita con le coperte. Mi morsi il labbro, quando feci forza sulle braccia, per appoggiare la schiena sulla testiera

-è qui vero?- sussurrai piegando le gambe al petto

-lui e Houx stanno affrontando un'accesa discussione- odiavo che fosse lui a dovermi difendere, come se io non avessi abbastanza forza per resistere alle sue mediocri scuse nei miei confronti, ai suoi vani tentativi di farmi capire quanto mi amasse. Ma che fosse stata questa la verità? Non ero capace di resistere a lui, al mio primo e unico amore, colui che non avrei mai dimenticato, che avrebbe per sempre imprigionato la mia mente nella sua immagine perfetta?

-digli di venire qui- farfugliai, presa nuovamente dalla morsa della confusione che aleggiava nella mia testa, e che metteva a serio rischio la precaria calma che ero riuscita ad ottenere da quando ci eravamo lasciati

-sei sicura?- annuii lentamente, guardando la sua minuta figura scomparire nuovamente. Ancora poco e sarebbe venuto da me, non da Yurika, era per me che era venuto.

Lo vidi sulla soglia, sul suo sguardo era dipinto un velo si speranza. Entrò, chiudendosi la porta dietro di se. Si sedé accanto a me cercando di catturare il mio sguardo, che era fisso su un angolo della coperta

-sei venuto alla fine...- presi un lungo sospiro -tu non devi più venire qui... devi, devi smetterla- esordii farfugliando tristemente

-hai dormito questa notte?- serrai le labbra, consapevole di non potergli mentire. I miei occhi cerchiati di nero, erano un segno evidente della mia notte insonne

-non molto- mi limitai a rispondere

-che cos'è successo?- lo guardai stupita, non capii di cosa stesse parlando -è da quando abbiamo fatto l'amore la prima volta che tra di noi va tutto storto, non riesco a capire il perché- non aveva tutti i torti, è stato quel giorno che tutto è finito, che i litigi si sono fatti più aspri e con troppa frequenza e disordine

-non è stato quello, semplicemente io e te non andiamo più d'accordo- percepii l'ira nascere nel suo cuore, e ne fui maledettamente fiera. Perché era quello che volevo, la sua rabbia

-tu credi che basti questo a far rompere tutto, a farlo crollare?!- non risposi, certo che non lo pensavo. Ciò che avevo detto non aveva un senso concreto, solo con lui stavo bene, ma fargli provare il dolore che stavo provando io, in qualche modo, mi soddisfaceva, mi riscattava da tutta la sofferenza -sei impazzita forse?! Sono quei sogni vero?! Ti hanno cambiata- feci una smorfia irritata, mostrando il mio disappunto

-adesso ti importa?! Non quando eri a letto con un'altra?! Non quando io ero qui a chiedermi come mi sarei potuta far perdonare per il tuo compleanno, quando volevo partire con te, soli, in modo da recuperare in qualche modo il nostro rapporto?!- stavo di nuovo piangendo disperatamente

-quando due persone si amano, non c'è niente da recuperare-

-e allora perché litigavamo sempre?! perché non siamo stati capaci di stare insieme?-

-Chocola, ne siamo stati capaci per cinque anni- mi strinse a lui, e non mi opposi, mi aggrappai a quel corpo caldo, che mi smorzava il respiro, che mi tagliava, feriva. Sentii le sue labbra scendere dalle tempie fino alla mia guancia, sfiorando appena le mie gote bagnate dalle lacrime che scendevano copiose -io non ti lascerò- lo sentii premere il viso sui miei capelli -ti amo, sei l'unica persona per cui provo qualcosa, l'unica che non vorrei mai lasciare- premei il naso contro il suo collo, sentendone il profumo buono e seducente

-e allora perché sei stato con lei? non riesco a capire...- farfugliai cominciando nuovamente a versare lacrime. Sentendo le nostre vite nuovamente intrecciate, divenire nuovamente una, come doveva essere

-perché ho avuto paura... Credevo di perderti, credevo che il tuo modo di fare fosse solo un invito ad allontanarmi, ho cercato di rivivere le stesse forti sensazioni che mi fai provare tu, quando stiamo insieme- rimasi senza parole, sentendo che non mentiva, che la sua voce era limpida, sincera, priva di ogni menzogna. Davvero gli avevo fatto credere di volerlo fuori da me, dalla mia vita? Mi diede un bacio sulla fronte

-e se questa storia non finisse? Se continuassi ad avere questi incubi e quindi ad essere costantemente nervosa che faresti?- si avvicinò al mio viso. Con le labbra mi sfiorò appena il volto, prima di arrivare all'orecchio. Serrai la mascella, sentendolo così vicino

-vuol dire che la notte veglierò su di te, in modo che tu possa star bene, e il giorno, se saremo nervosi, tireremo i piatti- c'era una punta di ironia nella sua voce, e questo mi piacque terribilmente, più di quanto non dovesse. Sorrisi, e lo percepì, poiché si posizionò di nuovo di fronte a me, guardandomi negli occhi. Un brivido mi solcò la schiena. Ero stanca di quella situazione, richiedeva fin troppe energie. Non volevo più combattere contro me stessa, con le menzogne, lui mi amava, perché allora indugiare ancora? Non aveva senso. Mi avvicinai di più a lui, ero nervosa, era da molto che non avevamo nessun contatto. Con lentezza palesemente volontaria, gli intrecciai le braccia al collo, lui fece lo stesso sulla mia vita. Vedevo che mi bramava, bramava le mie labbra, bramava me. Mi diede un leggero bacio, delicato quanto bellissimo. Dopo un secondo tornammo a guardarci, sorridendo. A entrambi era mancato quel contatto. Lo ripresi a baciare con più foga e passione. Sentivo la sua lingua nella mia bocca, iniziare a cercarmi. Non c'era niente di sbagliato, eravamo noi, finalmente. Tutto il resto del mondo non c'era più. La porta della mia stanza si aprì indiscretamente. Non volevo distaccarmi, non mi interessava se qualcuno ci stesse guardando. Mi allontanò da se delicatamente. Mi morsi il labbro appoggiando nuovamente il viso sul suo petto, aderiva perfettamente. Notai Vanilla sulla soglia, mi sorrise dolcemente. La calma era finalmente tornata, aleggiava nell'aria, la potevamo percepire nei nostri polmoni

-avete fatto pace- affermò estasiata. Lei non aveva un ragazzo, non ne aveva mai avuto uno. Ed era felice per noi, per me e Pierre, me e il mio Principe, non aveva senso. Annuii ancora frastornata da ciò che era successo. Quando gli avevo chiesto ti farlo entrare, pensavo di cacciarlo, dolorosamente, fuori dalla mia vita. Uscì, pensando forse, con quanta indiscrezione era entrata. Tornai a guardarlo. Era sorridente, più rilassato

-quindi è di nuovo tutto a posto?- mi chiese con naturalezza. Forse sì, ma il fatto che mi aveva tradita, era solo una parte dei problemi presenti, a prescindere del nostro rapporto. Annuii, mi baciò ancora, ma finì presto, troppo presto

-i suoi baci erano come i miei?- tornai sui miei passi, chiedendogli con sguardo febbrile, riferendomi a Yurika

-non ci si avvicinano nemmeno- sorrisi mordendomi il labbro

-spero in modo positivo- mi fece sdraiare ancora

-dovresti dormire- sentenziò carezzandomi una guancia in un gesto ritmico e particolarmente dolce. La rabbia che ardeva in me, solo pochi giorni prima, era scomparsa. Forse quando sarei andata a casa sua e sarei entrata nella sua camera, mi sarei arrabbiata ancora, forse allora le nostre vite unite in un intreccio, si sarebbero sciolte nuovamente, e sarei di nuovo sprofondata, senza alcun rispetto, senza riuscire a tirarmi fuori dal baratro oscuro, che avrei costruito con le mie mani per isolarmi da tutto, proteggendomi dalla sofferenza, creandone altra. Mi cominciò a sfiorare il viso con piccoli baci, non voleva altro, solo condividere quel momento, e io non pretendevo nulla di più

-credevi di perdermi?- sussurrai presa da quelle attenzioni, che facevano sì che il mio cuore battesse all'unisolo con il suo, in un movimento forte e frenetico

-sì- rispose semplicemente senza distaccarsi da me -e tu non immagini ciò che si prova- incrociò i suoi occhi con i miei -e tu che hai provato quando hai visto Yurika davanti la porta?-

mi voleva mettere alla prova, era solo un tentativo per vedere a che punto sarei arrivata

-assolutamente niente­- sibilai continuando a fissarlo -solo dolore, non sentivo nulla, non riuscivo neanche ad odiarla, neanche ad odiare te... è stato strano, le lacrime scendevano e io non me ne rendevo conto. è arrivato tutto quanto dopo- aggrottò le sopracciglia, stupito nel sentirmi parlare così -forse sarebbe stato meglio se fossi arrivata una, due ore dopo. Almeno non avrei saputo niente e non avrei dovuto portarti rancore, arrivare a pensare di odiarti profondamente-

-sai che te l'avrei detto, non ti avrei mai tenuto nascosta una cosa del genere- gli passai una mano sulla pelle bianca e perfetta del volto. Amavo quei suoi capelli biondi, quelle ciglia lunghe, quelle labbra dannatamente perfette. Continuammo a guardarci, senza stancarci del reciproco aspetto. Fece scivolare la mano sotto la mia schiena, passandola gentilmente fino a raggiungere la mia nuca. Si avvicinò al mio orecchio -io non ti lascerò mai- mi feci trascinare da quell'avvolgente sensazione di trasporto. Una lacrima di pura felicità, mi solcò il viso. La asciugò con l'indice della mano destra, gli sorrisi felice -mi piace quando sei rilassata, sento che posso dirti qualsiasi cosa- perché queste cose non ce le eravamo mai dette, perché non ero riuscita a capire ciò che aveva provato? che fossi stata davvero così egoista?

-anche per me è così...- mi baciò ancora

-e allora dimmi che cos'hai? svelami che cosa ti fa tanto innervosire- mi abbracciò, stringendomi forte. Le lacrime mi bagnavano le guance

-io... non lo so- feci una pausa -insomma, tutto. Vorrei stare con te in ogni secondo della giornata, ma quando ti vedo con qualcun'altra, o quando mi parli di qualche altra ragazza, non lo so che mi prende, ma è come se tu non mi appartenessi più, mi si presenta davanti la realtà, cioè che tu potresti anche innamorarti di un'altra- mi faceva male il petto, di nuovo. Se ne accorse anche lui, per cui mi guardò apprensivo. Emisi un gemito soffocato, non ce la facevo ad andare avanti in quel modo

-io ho solo te in testa... Non riesco a pensare a nessun'altra- il suo costante bisogno di attenzioni, che siano pure da ragazze magari sconosciute, mi faceva preoccupare. Sapevo della profonda solitudine di cui aveva sofferto Pierre, non me lo faceva pesare, credeva non me ne accorgessi che tutti quei complimenti, quei gesti interessati, fossero solo un modo per scacciare l'amarezza che gli covava nel cuore, quel senso di incompletezza, quella consapevolezza che le uniche persone che lo avevano fatto sentire parte di qualcosa, che gli avevano dato una certa importanza, non erano più interessate a lui. Erano rinchiusi, accartocciati, nella loro parte di mondo, in quel lugubre e tetro impero delle tenebre: di certo i Malefici non sospettavano nemmeno di mancargli a tal punto. Lo baciai, ancora e ancora. C'ero io, non lo avrei mai escluso, non mi sarei mai rinchiusa in me stessa, abbandonandolo in un angolo del mio cuore, che avrei seppellito con l'affluenza, sempre più alta, degli incubi e il mio continuo stato d'animo. Non avrei permesso che accadesse

-mi sei mancato- gli sussurrai sinceramente. Lo amavo, non ce l'avrei fatta ancora senza di lui.

 

 

 

Commenti dell'autore:

non mi piace tanto come capitolo. Sono stata un po' tanto sdolcinata! Lo so, lo ammetto, ma spero vi sia piaciuto il modo in cui gli ho fatto fare pace. So che non è da me essere così smielosa... Però, boh, in qualche modo, la sera, a volte mi piace rileggerlo, mi addolcisce, mi da più zucchero. Però, vorrei far presente che, se voi, mie furbe lettrici, non mi date un parere sincero TUTTE, vi giuro che interrompo la storia! Uffi, voglio sapere che ne pensate di questo chapterrrr!! :) ci mettero qualche giorno in più ad aggiornare il prossimo capitolo poiché mi sto deidicando alla mia altra storia, ma non vi allrmate, non ci metto un mese, si parla al massimo di due settimane, niente di più! Volevo avvisarvi, scusate, ma con la new story mi voglio impegnare, mentre in questa ormai siamo agli sgoccioli, mancano pochi cappy alla fine.

Bacio Marmelade

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sugar Sugar / Vai alla pagina dell'autore: _morph_