Eccomi
di nuovo qui col nuovo capitolo.
Scusate
un mucchio per il ritardo, ma ho avuto dei problemi col PC, e riesco solo
adesso ad aggiornare le fic in sospeso, spero che
questo capitolo vi piaccia.
I DILEMMI DI SORA
Sora era nella sua stanza, la testa le
ronzava come se fosse piena di mosche, i capelli carmini erano arruffati, ed il
viso rosso, come se avesse pianto, ed, in effetti, era così.
Da quando aveva urlato il nome di Tai a Digiworld era insicura delle sue scelte, ora che lo
notava vedeva che il suo amico le rivolgeva a stento la parola, quasi come se
gli avesse fatto un torto, e ripensandoci la ragazza dovette ammettere che era
così.
Doveva dirglielo di persona che lei stava con Matt,
e non scrivere una stupida lettera che sicuramente lui non aveva neanche
aperto, perché, ripensandoci, lui già da prima non le rivolgeva la parola,
chissà perché.
Era come se il ragazzo fosse venuto a sapere il tutto da un’altra
fonte. Si, ma quale?
Lei ricordava appena che Matt le aveva
mandato un’e-mail, un’e-mail…
“Ma certo” si disse la ragazza battendosi una mano sul capo,
doveva essere così, chissà come Tai doveva aver letto quell’e-mail, forse Matt l’aveva inviata due volte, forse la prima aveva
sbagliato indirizzo.
La ragazza si abbandonò sul letto, una chiara lacrima le scese
lungo il volto, non capiva perché il ragazzo se l’era presa in quel modo,
avrebbe voluto essere arrabbiata, ma era triste come se in realtà una parte di
lei capisse il ragazzo, ma l’altra parte, quella razionale non lo credeva
possibile, lui non rendeva possibile.
Aveva riflettuto, quando Matt le aveva
chiesto di diventare la sua ragazza, eppure quella decisione l’era sembrata
“facile”, doveva però ammettere che il ragazzo l’avesse resa felice, ma non le
aveva saputo dare quella sicurezza che anche una semplice parola di Tai le
aveva sempre donato.
Sicurezza che ormai non aveva più, e che le mancava.
Una lacrima seguì la prima. Quelle riflessioni facevano male,
faceva male perché le sembrava d’essere una doppiogiochista, anche se in
realtà, e lei lo sapeva bene, non lo era.
Non capiva, però come la sua mente amasse una persona, mentre il
suo cuore ne desiderava un’altra.
Ed in più faceva male scoprire che tutte
le certezze su cui si erano basate le decisioni da quasi un anno, fossero state
minate sin dalle fondamenta.
Da un nome e da un comportamento che fino ad allora non aveva
neanche preso in considerazione, ma che ora occupava gran parte dei suoi
pensieri.
Doveva chiamare Matt e verificare se i
suoi sospetti fossero fondati, oppure semplici congetture, si asciugò le
lacrime e si avvicinò al telefono.
Tai era seduto sulla poltrona del salotto.
Un pezzo di carne sull’occhio destro nascondeva un bel livido,
provocato dalla lotta contro le due tirapiedi del loro nemico digitale.
Sentiva le grida eccitate di Kari, stava
parlando al telefono con la sua migliore amica, e il ragazzo credeva si stesse
parlando del Gran Ballo organizzato dalla scuola, a ragione.
Si alzò, credeva che i suoi problemi fossero un tantino più
importanti di cosa indossare al ballo, e da quello che aveva sentito era
proprio ciò che le ragazzine si stavano chiedendo da circa un’ora.
Il ragazzo sbuffò abbandonandosi sul letto, chiuse gli occhi e
delle immagini si mostrarono a lui, in breve le riconobbe come le immagini
della battaglia, le due digievoluzioni ed infine Sora che urlava il suo nome, e per la decima volta si
chiese se, se lo fosse immaginato, perché in fondo doveva essere così.
Distrattamente si passò la mano trai capelli, e vide il
braccialetto, era strano possederlo, in una situazione difficile lo aiutava ad
agire coraggiosamente, era come un aumento temporaneo del coraggio che era in
lui.
Fu destato dalla voce squillante della sorella che, con estrema
dolcezza, lo scosse, lui le sorrise, ma in cuor suo desiderò essere ancora
assorto nei suoi pensieri.
-Tai, c’è Catherine al telefono- disse
osservandolo, lui si alzò e prese il telefono.
La voce squillante e decisa gli riempì le orecchie, facendolo
sentire di nuovo felice.
-Ciao Tai, come va?- chiese allegramente.
-Bene, tu che fai?- rispose, si sedette
sulla sedia e si preparò ad una lunga conversazione
-Emh, vedi il ballo…… sono qui e mi chiedevo se tu, o se tu
venissi con me, mi piacerebbe, ma se hai qualcosa da fare…- mormorò, Tai la
sentì trattenere il fiato, e poi inspiegabilmente sorrise.
-Okay, per me va bene- disse –Ti passo a
prendere Venerdì prossimo alle sette, va bene?- chiese.
-Ottimo, si a domani comunque, ci vediamo
a scuola- e chiuse la conversazione.
Il ragazzo si abbandonò sul letto, chiedendosi se Catherine avesse una cotta per lui, e se in quel caso lui
l’avrebbe accettata e se poi si sarebbero messi assieme.
Sarebbe stato un modo per dimenticare Sora,
quantomeno.
Sora sorrise e riattaccò, era come aveva
immaginato, lui aveva ricevuto una delle sue e-mail, ne era
certa, ora ne doveva assolutamente avere una conferma.
Compose il suo numero, sentì la voce squillante di Kari, e sorrise quando lei gli confermò che il fratello era
in casa, sentì il telefono passare dalla mano della ragazza a quella dell’amico.
-Tai sei… sei tu?- chiese, incerta, un mugolio la avvertì che
stava parlando con lui.
-Tai smettila! Diamine credevo che fossi più maturo- disse,
cercando di trattenere la voce, tentativo che fallì miseramente.
-Ed io credevo che mi raccontassi tutto.
Ma certe cose non sono come si vorrebbe- rispose lui, spiazzandola, Sora inghiottì saliva, voleva chiarire tutto, voleva
raccontargli tutto, voleva che tutto tornasse indietro.
-Tai, io volevo dirtelo, volevo davvero, ma credevo che non te ne
sarebbe importato, credevo che per te io fossi un’amica, non credevo di
arrecarti dolore- disse, lo sentì tirare un pugno contro qualcosa che, dal
suono, le parve duro.
-Non credevi, ma l’hai fatto, senti sono contento che stai con Matt, ma dovevi dirmelo, so che sono un idiota, ma ti prego
tu… Sora senti, la nostra amicizia non può funzionare
così, dovrei scegliere, e non posso farlo, non capisci e lo so. Ma… ma, è tutto
difficile, sappi solo che io quel pomeriggio ero troppo immaturo, e so che vuoi
sentirtelo dire, ho rovinato tutto, ma credevo che mi dicessi se tu volevi
stare col mio migliore amico, perché mi ha ferito, e sebbene non ho alcun diritto di dirlo, perché è così, lo dico.
-Perché io Sora credevo di volerti solo
come amica, ma non ce la faccio, non ce la posso fare a vederti ogni giorno con
qualcuno che non sia io, con qualcuno che ti abbraccia. Mi spezza, allora è
meglio che non ti stia per nulla intorno, perché se no spaccherei la faccia a Matt, ed è per questo che sono un immaturo, perché ho avuto
la mia occasione e non lo non l’ho colta, ma ti ho anche ferita. Scusa ancora,
ma io credevo lo stesso che tra noi tutto andasse a posto, con o senza Matt, ma poi voi vi siete messi insieme e non mi avete
neanche calcolato, come se non esistessi, e questo mi ha fatto male, un male
incredibile. Mi hai deluso, come io delusi te, e non
credo che tra noi le cose tornino come prima- pronunciò quella frase con enorme
dolore nella voce, e Sora sentì le lacrime
raggiungere gli occhi e uscirle a fiotti, non aveva letto la lettera, prese il
suo cuore, ormai a pezzi, in mano.
-Tai non credevo, ma leggi la lettera, te la ricordi? Ti prego
leggila e poi, e poi dimmi se, se davvero credi che tra noi nulla sia più
possibile, perché- e un singhiozzò le affiorò sulle labbra –Tu mi manchi- e poi
chiuse la conversazione.
Tai appoggiò il telefono al suo posto e presa la lettera la aprì,
conteneva due fogli, pieni di lacrime e cancellature e Tai, sebbene non
l’avesse neanche letta, seppe all’istante che essa avrebbe cambiato qualcosa.
Qualcosa di grosso.
…Continua…
Finito, com’è?????????
Spero sia stato di vostro gradimento.
Ciao e al prossimo capitolo (che si spera arrivi presto)