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Autore: nick nibbio    02/04/2011    2 recensioni
Salve a tutti, chiunque siate: mi chiamo Sauron Folgore Sandtimes e mi chiamano il Lupo, ma chiamatemi semplicemente Sauron.
Questa è la storia di uno dei più importanti tra i Sun's Knights.
Un ragazzo con tanti segreti che cercherà di realizzare un sogno impossibile e porre fine alla maledizione che grava su entrambi clan dai quali discende.
Dal capitolo 8 in poi, la storia è inserta nel genere Crossover: visto che in essa si mescolano elementi di varie storie. Buona lettura a tutti voi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12. il potere della speranza

Ciao a tutti e ben ritrovati per il penultimo capitolo di questa storia. Scusate se ho tardato due settimane: l’ho riscritto ben tre volte, talmente ero insoddisfatto. Spero che questo vada bene.
Detto questo, sperando nei commenti per questo e il prossimo, vi auguro buona lettura.

 

 

 

 
Ricapitoliamo: ero andato a cercare Fenrir e l’avevo trovato, ma avevo perso il controllo e, quando ho pensato che fosse giunta la fine, la volpe si è liberata ed ha cominciato a combattere al mio posto. La cosa non basta: mi trovavo di fronte una strana figura che non avevo mai incontrato in un posto curioso.
Che cosa stava succedendo? Perché mi trovavo in quel posto? Queste erano le domande cui non riuscivo a dare risposta e, la testa, già piena di domande, mi stava per esplodere.

 

 

Mi chiedi chi sono, Sauron?” disse quel misterioso spirito “Eppure dovresti conoscermi meglio di chiunque altro. Sono la voce che ti ha sempre chiamato da quando sei nato: io sono *******”.
Rimasi sorpreso, non tanto per quello che avevo appena sentito, ma perché non riuscissi a capire il suo nome.
A quanto sembra non sono ancora riuscito a raggiungerti” disse lui.
“Che cosa vuoi dire?” feci senza capire “Si può sapere chi sei? Perché dici che ti conosco quando non ti ho mai incontrato in vita mia? Perché mi stai chiamando da quando ero piccolo? 
Non ci capisco più niente” e mi misi le mani in testa.
“Sauron, non lasciarti prendere dallo sconforto: non è da te” mi disse Incanto apparsomi alle spalle e inginocchiatosi vicino a me.
“Mi dispiace amico mio, ti ho deluso: pensavo di potercela fare e invece non riesco in niente” dissi sentendo come uno straccio.
“Non dire così!” mi riprese il mio spirito e mi mise una mano sulla spalla “Tutti hanno i loro limiti, ma essi sono fatti per essere superati”.
Il tuo spirito ha ragione Sauron” disse l’altro “I limiti sono fatti per essere infranti e la debolezza è il motivo per il quale si vuole diventare forti.
Ci sono ostacoli che sembrano così grandi e invalicabili, ma in realtà sono i più semplici da superare.
”.

 
Quelle parole sembravano semplici, ma in realtà nascondevano un significato più profondo che in quel momento non riuscivo a cogliere: il dubbio, la disperazione e la paura mi stavano attanagliando e non sapevo come scrollarmeli di dosso.
Adesso basta piangere” disse lo spirito avvicinandosi a me “Alzati e rispondi alla mia domanda e devi farlo, altrimenti la maledizione s’impossesserà completamente di te”.
“Maledizione!” dissi mentre cercavo di rimettermi in piedi “Intendi dire quella che era scritta all’ingresso della grotta’”.
“Proprio quella” rispose “Se ti stai chiedendo quale sia: è quella del licantropo”.
Spalancai gli occhi e mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Come avevo fatto a non capirlo prima? La scritta voleva dire diventare un licantropo. Ora si che ero davvero un mostro: io, che volevo diventare un eroe che affronta le creature delle tenebre, ero diventato io stesso una di esse. Se prima ero spaventato, adesso nei miei occhi si poteva leggere vero terrore per ciò che avrei fatto alle persone che mi erano vicine alle vite che avrei distrutto senza alcuna pietà. Tutto questo perché avevo seguito il mio istinto e la voce di quello spirito che mi aveva sempre chiamato.
Alzai lo sguardo e puntai con rabbia il dito su di lui: “Perché mi hai voluto fare questo? Già la mia vita è difficile: adesso è davvero una maledizione. Dovrei ucciderti, ma così diventerei davvero un mostro”.
Se vorrai uccidermi, fa pure, ma prima rispondi alla mia domanda poi agisci come credi” disse.
“Avanti parla” dissi mentre cercavo di trattenermi.
Che cosa cerchi in realtà? 

 

Quella domanda mi spiazzò e tutto ciò che avevo nella mia testa, sparì. La domanda non era qualcosa cui non sapevo dare una risposta.
Mi sedetti sull’erba e fissai il cielo di quello strano mondo e poi, come sono solito fare sempre, chiusi gli occhi.
Allora?” chiese lo spirito che mi si sedette accanto “Qual è la tua risposta?
Aprii gli occhi e li fissai nei suoi: “La tua è una domanda cui non so dare risposta”.
“Devi darne una Sauron: non puoi astenerti” disse Incanto “Esattamente come la notte di otto anni fa, adesso devi rispondere a te stesso che cosa vuoi davvero”.
“Che cosa cambierebbe? Ormai il mio destino è compiuto” dissi “Pensavo di avere già una terribile maledizione, invece scopro che ce n’è un’altra ancora peggiore e me la sono andata a cercare da solo. Ora sono un licantropo e sono condannato a uccidere tutti coloro che mi circondano: cosa può esserci di peggio?”
La maledizione è tale solo se non si ha la forza di abbatterla” disse lo spirito “Se, però, si ha una giusta motivazione e la forza di andare avanti essa sparirà e renderà possibile la scomparsa delle altre”.
Sentii quelle parole ma mi parvero vuote e senza senso e chiusi di nuovo gli occhi. 

 

Tu hai una grande eredità! Vai e non arrenderti mai”.
Aprii gli occhi e mi alzai in piedi: la voce del quarto Hokage aveva raggiunto le mie orecchie.
“Quarto Hokage” dissi con un filo di voce.
“E ricorda una cosa: quando tornerai, vieni a trovarmi, farò di te un maestro delle energie”.
Anche la voce del signor Gray risuonò nell’aria.
“Tu sei il mio piccolo tesoro. Qualunque cosa accadrà io ti sarò sempre vicino”.
Anche la voce della mamma risuonò nell’aria.

“Ah! Che credo complicato! Dovrai lavorare duramente per realizzarlo”.
Anche il nonno unì la sua voce alle altre.
“Promettimi questo: non disperarti mai e va avanti. Trova te stesso e anche la tua vera metà!”
Le lacrime scesero dal mio viso e non riuscii a fermarle: anche Selen era lì e mi stava incitando.
M’inginocchiai e piansi come mai avevo fatto.
Le hai sentite vero?” disse lo spirito “In questo solitario mondo interiore in cui risiedo, queste voci che rappresentano le tue speranze, risuonano ogni singolo giorno e continuano ad aumentare. Quello che sei diventato non ha cambiato niente: ora tutto è fermo e aspetta una tua risposta. Se sarà sbagliata, ti perderai per sempre, ma se la dirai col cuore e non avrai paura sarà la tua nuova forza. Avanti Sauron, che cosa mi rispondi?

Mi alzai e mi asciugai le lacrime, poi presi un gran respiro e lo dissi: “Ciò che cerco non si esaurisce con una sola risposta. Tuttavia c’è una parola che riassume il tutto: speranza. Io cerco la speranza per il futuro, mio e di tutti coloro che mi stanno intorno. Andrò avanti e non mi arrenderò perché un vero eroe, indipendentemente da quello che è, non lo fa mai”.
Questa è un ottima risposta” disse lo spirito accennando a un sorriso “Ora conosci la tua strada, percorrila fino in fondo. Le zanne che usciranno da questa grotta non saranno tinte di odio, ma di speranza” e sparì, lasciandomi solo con Incanto.
“Ottimo lavoro Sauron” disse Incanto.
“Grazie amico mio” dissi “Adesso torniamo in scena”.

 

 
Le due creature continuavano ad affrontarsi senza sosta, segnando inevitabilmente quel luogo.
NON MALE” ringhiò il lupo dopo essersi distanziato.
E NON HAI VISTO ANCORA NIENTE, STUPIDO LUPO” sogghignò la volpe e avanzò.
In quel momento attivai l’Eternal Sharingan e bloccai i movimenti del demone.
CHE COSA!” ruggì la volpe.
“Torna nella gabbia” dissi con forza “e non farti più vedere fino a quando non ti avrò chiamato io”.
PICCOLO MOCCIOSO! COME OSI DARMI ORDINI” ruggì di nuovo “NON PUOI FARE NIENTE SENZA DI’ ME”.
“Ti sbagli” risposi “Non c’è nulla che io non possa fare. E adesso SPARISCI!”.
Con un urlo disperato, il demone fu risucchiato dentro il mio corpo e risigillato e questa volta non sarebbe mai più uscito.

 

Rifeci la mia comparsa e, senza più dubbi, fissai Fenrir.
Bel numero di magia” disse il lupo, mentre assumeva forma umana “E adesso che cosa credi di fare?
“Non è ovvio” risposi mentre mi avvicinai alla spada del lupo, miracolosamente salvatasi “Voglio portarti con me”.
Portarmi con te?” fece Fenrir incredulo “Non montarti la testa moccioso: io non sono uno di quegli stupidi botoli che ti considerano loro amico. Io sono un lupo e seguo solo il mio istinto”.
“E che cosa ti dice il tuo istinto?” chiesi, mentre raccolsi la spada.
Distruggere tutto fino a quando l’ultima vita non si sarà spenta” rispose freddo.
 “E’ quello che vuoi veramente oppure è una semplice illusione?” chiesi senza perderlo di vista.
Vuoi farmi dubitare di me stesso moccioso?”.
 “Il mio nome è Sauron ricordatelo bene” dissi puntando la spada “perché, in futuro, diventerò un eroe, degno di camminare al fianco degli altri. E sai come lo diventerò: spezzando le maledizioni che affliggono tutti coloro che vivono nelle grandi dimensioni e non mi fermerò fino a quando non ci sarò riuscito”.
Bel proclama, ma ti sei dimenticato di me” disse il lupo. 
“Tu rientri tra coloro che voglio salvare” risposi e vidi il suo stupore “Entrambi abbiamo vissuto una vita difficile, lo so bene: tu dentro questa caverna, mentre io nel mondo esterno.
C’è solo una cosa che ci rende diversi: io non ho smesso di arrendermi e di sperare.
Sono qui per liberarti dall’odio che attanaglia il tuo cuore e darti ciò che non si può mai estinguere: la speranza. Che cosa mi rispondi?”
Per lunghi istanti Fenrir rimase immobile: i suoi occhi erano persi nel vuoto; i suoi muscoli erano tesi, ma non si mossero. Poi, dopo aver recuperato il sangue freddo mi fissò gelido: “
Dici di essere venuto qui a portarmi speranza? Vuoi liberarmi dall’odio che ho dentro e a portarmi fuori da qui?
Spiacente, ma ormai non ho più niente: sono solo un guscio vuoto in cui albergano le tenebre assolute. Io non ho più speranza
”.  
“Ti sbagli! La speranza non muore mai” dissi “Ti aiuterò a trovarla con l’unico modo che conosco: distruggendo il tuo odio”.
In pratica mi stai sfidando!” fece Fenrir “Se è lo scontro che vuoi, ti accontento subito” e si lanciò all’attacco, menando un potente fendente.
Alzai la spada e parai il colpo restando perfettamente dritto e mantenni gli occhi fermi su di lui.
Smettila di fissarmi” ruggì Fenrir e si allontanò.

 
“Sai mi ero sbagliato” dissi materializzando la mia armatura “Io non mi limito a creare la realtà. Ciò che posso fare veramente materializzare la mia essenza. I am the bone of my sword!”
Sta zitto!” ruggì Fenrir e lanciò un fendente devastante.
L’attacco andò a scontrarsi con lo scudo d’Incanto esteso più di cinque metri.
Che cosa?” fece il lupo stupito.
“Nella mia creazione albergano un numero infinito di armi. Infinite come l’universo stesso.
Questa dimensione si chiama” alzai la mano sinistra in avanti e chiusi gli occhi “Unlimited Blades Work!”
Il mio Reality Marble riapparve più grande di prima. Questa volta, però, avevo deciso di usarlo in modo completamente diverso: alzai la spada che avevo in mano e concentrai le mie nuove energie sull’intera creazione, ordinando a tutte le armi di riunirsi.
Ogni oggetto presente in quel luogo si alzò e mi avvolse in un’enorme spirale metallica, facendomi momentaneamente sparire.
Tutte le armi sparirono e si fusero all’interno della spada del lupo, dandole un nuovo incredibile potere, anche se esteriormente non cambiò; dopodiché il Reality Marble sparì.
Si può sapere che diavolo hai combinato?” chiese il lupo seccato.
“Ho ricreato questa spada, fondendola con tutte le armi contenute nella mia creazione” risposi “Quella che vedi adesso, non è più la spada che conoscevi: ora è diventata parte di me”.
Che sciocchezze!” ringhiò Fenrir “Hai rinunciato a quell’arsenale per una sola arma? Sei davvero un folle”.
“Non ho perso niente” risposi con un leggero sorriso “il mio Reality Marble si è già riempito di nuove armi e continuerà a farlo fino a quando avrò vita e considerando ciò che sono diventato, vivrò molto a lungo. Ciò che sono l’abbraccio: perché lo trasformerò in qualcosa di nuovo che mi permetterà di cambiare le cose.
Adesso basta parlare. Iniziamo Fenrir. Pensi di avere abbastanza forza per tenermi a bada” e mi lanciai all’attacco.
Non ti montare la testa moccioso” e si lanciò all’attacco.

 
Attaccai senza esitazioni, ruotando la lama con assoluta leggerezza e precisione.
Fenrir non riusciva a stare al passo e arretrò sempre di più fino a ritrovarsi con le spalle al muro. Alla fine, furioso, calò un potente fendente che mi costrinse a indietreggiare, ma mi ripresi e, continuai ad attaccare.
Non ci posso credere” disse mentre parava “Mi sto facendo battere” e mi spinse via con un calcio, ma atterrai bene “Da un misero MOCCIOSO” e con una ferocia inaudita si lanciò in avanti ripetendo la parola “Maledetto” ogni volta che calava la spada.
La spada di Fenrir brillò di una luce bianca e calò un fendente ghiacciato che m’investì in pieno, ma riuscii a difendermi con lo scudo di Incanto e a limitare i danni.
Muori maledetto moccioso”, ruggì Ferir portandosi alle mie spalle e calando la spada verso la mia schiena, ma usai le sabbie del Tempo e mi allontanai da lui.
Non mi sfuggirai” ruggì e cambiò forma in lupo umanoide.
“Vediamo se questo ti calma un po’” dissi abbassando la spada fino a toccare il pavimento “Attacco Aereo del Falco” e usai la tecnica di Shan Yu.
Il lupo fu colpito ma l’attacco lo ferì di striscio: i suoi riflessi l’avevano salvato.
Adesso tocca a me” ruggì Fenrir e, spalancate le fauci lanciò un soffio ghiacciato.
“Non ci casco una seconda volta” dissi e attivai Amaterasu per proteggermi dall’attacco.
Che quelle fiamme nere siano maledette” ringhiò il lupo.
“Quelle che vedi, sono le fiamme infernali da cui nulla si salva, nemmeno l’acqua le può spegnere” dissi annullando la tecnica e asciugandomi la lacrima di sangue “Il solo evocarle è una maledizione per l’utilizzatore: ne causa la cecità”.
La cecità?” fece Fenrir chiudendo un occhio “Vuoi dire che più lo usi, più la tua vista si abbassa?”
“In teoria dovrebbe essere così” confermai “Nel mio caso, però, non succede: ho raggiunto lo stadio finale della mia abilità innata e non subisco più gli effetti collaterali”.
Capisco!” fece il lupo “Tuttavia, vedo che il suo utilizzo ti stanca molto”.
“Così come l’hanno fatto tutte le altre mosse che ho usato” risposi “Comunque neanche tu sei messo bene, vero?”
Queste ferite non sono niente rispetto a quello che ho passato. Mi basterà mangiare qualcosa per riprendermi” disse mentre si leccava le labbra.
“Spiacente, ma non sono compreso nel menù!” dissi con un sorriso di sfida.
Aspetta ancora un po’ e poi ne riparliamo” ruggì e si lanciò all’attacco.
“Voglio proprio vedere” risposi mentre feci altrettanto.

 

Anche se cominciavo a sentire la stanchezza, continuai ad attaccare: non potevo fermarmi, non adesso che ero riuscito a trovare l’oggetto della mia ricerca.
Nella mia mente si disegnò l’immagine di un’arma alquanto curiosa: l’elsa era una pistola nera e la lama era bianca e lunga. Non riuscivo a spiegarmi da dove fosse uscita una cosa simile, ma decisi di materializzare quell’arma singolare e usai la spada del lupo come modello e la resi reale;  poi puntai la lama verso Fenrir e premetti il grilletto.
Dalla lama partì una palla di fuoco che si diresse verso il lupo che, vedendola, la schivò all’ultimo momento.
“Wow!” esclamai dopo averla osservata meglio “Certe volte mi stupisco di me stesso: senza nemmeno essermene accorto ho creato un Gunblade”.
Moccioso! Che diavolo hai fatto?” ringhiò Fenrir.
“Semplice: ho creato un Gunblade, la fusione tra una spada e una pistola.” Risposi “Ti piace?”
La trovo disgustosa” ringhiò.
“Davvero?” feci “Beh ognuno ha i suoi gusti” e puntai di nuovo verso Fenrir.

 

A quel punto la sfida entrò nel vivo: da una parte c’ero io che mi tenevo a distanza e sparavo sfere di energia, dall’altra il lupo dell’abisso che scansava e lanciava soffi di ghiaccio per colpirmi.
Anche se ero in vantaggio, non potevo ancora cantare vittoria: cominciavo a sentire la stanchezza e, se avessi continuato in quel modo, avrei perso.
A quel punto mi venne un’idea e materializzai la pistola d’Incanto nella mano sinistra e concentrai la mia energia dentro di essa, per renderla qualcosa di più forte.
Che cosa credi di fare” ringhiò Fenrir.
“Ora lo vedrai!” risposi.
Drizzai il braccio e aumentai la concentrazione, generando delle potenti scariche elettriche che lo invasero interamente. Alla fine la pistola mi ricoprì tutto il braccio, assumendo la forma di un enorme cannone blu notte che finiva con delle ali d’angelo all’altezza della spalla sinistra.
E quello che diavolo è?” fece il lupo stupefatto.
“Ti presento l’Angel Arm: l’evoluzione finale della mia anima. Considerati onorato: non ho mai provato ad usarla, ma cercherò di controllarne il potere distruttivo; non è mia intenzione farti del male”.
Hai ancora il coraggio di dire quest’assurdità” ruggì Fenrir “TI RIDUCO IN BRICIOLE  e assunse le sue reali dimensioni, dopodiché spalancò le fauci e caricò un’enorme sfera di energia bianca.
“VEDIAMO SE CI’ RIESCI” gridai “PRENDI QUESTO!” e lanciai il colpo e Fenrir fece lo stesso.

 

La caverna saltò in aria e il monte della bestia fu completamente raso al suolo dall’incredibile deflagrazione creata dallo scontro.
Ciò che rimasero in piedi fummo io e Fenrir entrambi ansimanti e poco propensi a cedere.
Mi complimento” fece il lupo “La tua forza di volontà è impressionante: non ti pieghi di fronte a niente eh?
“Vedo che l’hai capito” dissi “Non sono il tipo che si arrende e non lo farò mai: è questo il modo di agire di un eroe”.
Aspiri a diventare un eroe, nonostante la maledizione che ti sei andato a cercare con le tue stesse mani” fece il lupo divertito “Non esaudirai mai un sogno simile: ormai ti è impossibile da raggiungere”.
“Ti sbagli!” ribattei “Io diventerò un eroe e spezzerò la mia maledizione e quelle degli altri e farò lo stesso con la tua”.
Illuso!” ringhiò Fenrir assumendo forma umana “Una cosa come questa è impossibile”.
“La parola “impossibile” non esiste” ribattei con un sorriso “Solo i limitati la usano” alzai la spada, tornata alla sua vera forma e la puntai verso di lui “E adesso te lo dimostrerò”.
Mi hai seccato! Sparisci!” fece Fenrir e calò la spada travolgendomi in pieno.
“Sei tu che mi hai stancato” dissi e sparii in una miriade di corvi.
Cosa!” fece Fenrir.
“Io sono qui” gridai spuntando dal terreno e calai un potente fendente che colpì Fenrir in pieno petto. 
Fenrir cadde all’indietro e crollò a terra senza riuscire a muovere un muscolo.
“A quanto sembra ho vinto io” dissi avvicinandomi a lui.
Maledetto, come diavolo hai fatto?”..
“Semplice” dissi “Il mio attacco, in realtà era un bluff: il mio scopo era riuscire a farti fermare e a colpirti con un’illusione che ti facesse credere di avermi colpito. In realtà mi sono nascosto sotto le macerie e ho aspettato il momento giusto per colpirti. Adesso ti è chiara la situazione? 
Come vedi non mi sono arreso e ho continuato a lottare e, alla fine, ho vinto”.
Niente male” sorrise Fenrir “Il tuo piano ha funzionato e io ci sono cascato come uno stupido. MA LA PARTITA NON E’ ANCORA FINITA” e con uno sforzo inaudito si rialzò e, diventando lupo umanoide, si lanciò all’attacco e calò gli artigli colpendomi allo sterno e lanciandomi all’indietro.
Persi la presa sulla spada e crollai a terra senza riuscire ad attutire la caduta: le mie energie erano ormai agli sgoccioli.
Ansimante, Fenrir si avvicinò: nel suo sguardo si vedeva la sua fame di carne e di violenza.
Adesso vengo a mangiarti, piccolo moccioso” disse mentre avanzava lentamente.

 

 

Era la fine! Non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo e non avevo idee. Quel che era peggio: era che avevo liberato un essere terribile e desideroso di distruggere tutto.
Per colpa mia tutto sarebbe sparito e le persone a me care avrebbero fatto una fine orribile.
Alla fine svenni.

 
“Vuoi davvero arrenderti” disse una voce.
Aprii gli occhi e rimasi senza parole.
“Dove mi trovo?” pensai.
Il luogo in cui mi trovavo era immenso, non se ne vedeva la fine: illuminato da migliaia di stelle e da nuvole a forma di spirali dove ruotavano strane sfere colorate.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!” gridai spaventato “MA QUESTO E’ L’UNIVERSO!”
“Esatto!” disse di nuovo la voce.

 
Mi voltai di scatto e rimasi senza parole: davanti a me c’era un uomo mediamente alto, avvolto da una mantella nera con nuvole rosse, ciò che potevo vedere bene era il suo viso pallido come la luna, messo in maggiore evidenza dai capelli corvini legati a coda dietro la schiena; ciò che davvero m’ipnotizzò di lui erano i suoi occhi neri che mi osservavano penetranti.
Non avevo mai visto quell’uomo in vita mia, eppure qualcosa nel profondo mi diceva che lo conoscevo benissimo.
“Tu chi sei?” chiesi senza parole “Per caso sei lo spirito della spada che si è evoluto?”
La mia ipotesi era assurda, ma in quel momento non riuscivo a collegare la bocca col cervello.
Un sorriso si disegnò su quel bellissimo e ipnotico viso mentre si avvicinò a me: “No Sauron, io non sono lo spirito della spada che bloccava la bocca di Fenrir: lui ricomparirà in un futuro prossimo.
A dire la verità, questo non è il mio vero aspetto: l’ho assunto per poter parlare con te.
L’uomo che vedi è qualcuno che ha permesso la tua venuta in questo mondo”.
 “Allora chi sei?” chiesi col cuore che batteva a mille “E chi è questa persona di cui hai assunto le sembianze”.
“Lo vuoi davvero sapere?” mi disse con voce pacata.
“Sì!” risposi.
“Io sono l’Universo” nel sentirlo spalancai gli occhi, ma la vera sorpresa doveva ancora arrivare “E l’uomo di cui ho assunto le sembianze, è chi dovresti chiamare padre: Itachi Uchiha”.

 

Sentii un brivido scorrermi in tutto il corpo: non solo mi trovavo dinanzi all’universo, cioè la fonte dell’immenso potere di cui solo quattro persone ogni generazione possono disporre, ma finalmente potevo vedere il volto di mio padre.
Ciò che sentivo dentro è tuttora indescrivibile: il solo pensarlo mi fa scoppiare la testa.

 

“So cosa stai pensando ragazzo, ma …” s’interruppe.
Guidato dall’istinto, feci ciò che non avevo mai pensato di poter fare: corsi verso di lui e lo abbracciai cominciando a piangere senza vergogna.
“Finalmente so qual è il suo viso” e, anche se percepivo un’energia che superava l’umana concezione, strinsi più forte: quello fu uno dei momenti più belli della mia vita.
“Piccolo Sauron” disse l’Universo mettendomi una mano sulla testa “Comprendo pienamente i tuoi sentimenti e non vorrei rovinare il momento, ma devi lasciarmi o rischi di morire”.
“Si!” e, a malincuore, mi staccai e mi asciugai le lacrime “Perdonami”.
“Non ti preoccupare” mi disse con un dolce sorriso e mi chiesi se mio padre avesse mai sorriso in quel modo “Adesso siediti e ascoltami, non abbiamo molto tempo”.

 
Mi sedetti nel vuoto e ascoltai quello che mi doveva dire.
“Immagino che tu lo sappia già, ma lo dirò ugualmente, figliolo. Tra le infinità di esseri viventi che mi popolano, solo quattro persone hanno l’enorme onore di poter usare del mio potere e sono io a sceglierle.
Sauron tu hai tutti i requisiti per diventare un guerriero universale ed essere uno di quelli che, un giorno, distruggeranno il male puro”.
“Mi offri qualcosa che non credo di meritare” dissi abbassando gli occhi “Io sono stato maledetto e dubito che qualcuno mi accetterà adesso. Sono diventato un mostro per sempre condannato a fare del male ai miei compagni.
Non mi ritengo degno di un simile onore”.
“Non è vero ragazzo” ribatté l’universo “Tu, proprio come ha detto lo spirito, puoi piegare questa maledizione e renderla qualcosa di meglio. Non sei stato tu a dire che un vero eroe non si arrende di fronte a niente?”
“E’ vero, ma …” la mano dell’universo mi toccò la fronte e alzai lo sguardo.
“La tua paura è infondata: ti trasformerai solo quattro volte l’anno, quindi ogni tre mesi per un solo plenilunio; è questo che voleva dire l’iscrizione.
Inoltre le zanne d’odio, non sono le tue, ma quelle di Fenrir: è il lupo dell’abisso che soffre e che solo tu puoi placare quella sofferenza, perché l’hai vissuta sulla tua pelle.
Per finire, non sarai mai da solo: la tua famiglia sarà sempre con te e, presto farai la conoscenza di amici che non ti giudicheranno per ciò che nascondi dentro, ma per quello che sei veramente.
Non devi mai perdere la speranza, perché è quella la tua vera forza che ti rende capace di fare qualsiasi cosa”.
Per lunghi momenti, osservai quella figura senza dire una parola; alla fine, compreso che avevo ancora molte cose da fare e molte persone da incontrare, annuii.
“Sei pronto a non arrenderti mai?” mi chiese l’universo alzatosi in piedi.
“Certo che sono pronto” risposi facendo lo stesso “Non sono il tipo da arrendersi così. Continuerò ad andare avanti e a sperare nel futuro e cambierò i destini delle persone che incontrerò. Questa è una promessa”.
“Allora non ho più nulla da dirti” sorrise l’universo “Vai e non arrenderti mai: io sarò sempre con te” e sparì insieme alla visione.

 

 
Riaprii gli occhi e mi ritrovai alzato davanti a uno stupito Fenrir.
Piccolo moccioso, come fai a rimetterti in piedi?” ringhiò il lupo.     
“Perché ho molte cose da fare” risposi “E adesso spezzerò la catena d’odio che t’impedisce di vedere le cose come sono realmente”.
Ancora con queste sciocchezze!” fece Fenrir.
“Le consideri sciocchezze, perché credi che nessuno possa capirti” dissi “Ma io so cosa provi”.
“….” Il lupo rimase senza parole.
“Fin da bambino sono stato allontanato da tutti: ero considerato un mostro, perché figlio di assassino privo di ogni sentimento; inoltre nel mio corpo è stata sigillata la creatura contro cui hai combattuto poco prima. Per sei anni della mia vita sono stato visto con odio e sono sprofondato in un baratro. Solo la presenza di mia madre e di mio nonno mi hanno impedito d’impazzire.
Poi ho incontrato qualcuno come me, che soffriva come me ed è diventata la mia nuova forza, rendendomi quello che sono.
Adesso sono qui per realizzare una promessa che ho fatto a me stesso e a quella persona: sono venuto qua per darti speranza e portarti via da questo luogo di solitudine.
Vieni con me e butta tutto il resto alle spalle” e tesi la mano in avanti.

 

Il lupo dell’abisso mi osservò con senza fiato, poi esplose in un feroce ruggito: “IO NON VOGLIO LA TUA COMPASSIONE, TANTOMENO LA TUA AMICIZIA. TI FARO’ SPARIRE PER SEMPRE  e, ignorando il dolore, si lanciò contro di me.
“Allora non mi lasci altra scelta” dissi.
“Puoi contare sempre su di me” disse la voce dell’universo.
Annuii e guardai con risolutezza Fenrir che si stava avvicinando: “Adesso ti farò vedere il potere che può cambiare il destino. UNIVERSAL POWER”.
Il cielo si aprì e una colonna di luce gialla con tratti neri mi avvolse: sentii un’incredibile forza crescermi dentro ed era inarrestabile”.
COSA!” fece Fenrir “Impossibile!
“Se ci credi davvero, niente è impossibile” dissi e, con un passo rapido, arrivai davanti a lui e lo colpii allo stomaco con un pugno, fiondandolo verso le macerie.
Con uno sforzo inaudito, Fenrir si rialzò nuovamente e divenne gigantesco: “ADESSO TI AMMAZZO!” e calò la zampa verso di me, ma la bloccai con una mano e spinsi in avanti.
Il gigantesco lupo fu spinto all’indietro, ma riuscì a mantenersi in equilibrio e ad attaccare di nuovo, ma io fui più veloce e lo colpii alla mascella con un pugno volante facendolo finire con la testa tra le rocce.
Ancora più furioso, Fenrir si rialzò e spalancò le fauci verso di me.
“Finiamola qui” dissi e lanciai il mio ultimo attacco “TEMPESTA LUNARE” e lanciai una tempesta argentata di pugni che poi si riunirono in un solo colpo simile a un meteorite lunare.
Il colpo andò a segno e Fenrir fu sollevato da terra e volò in verticale per qualche centinaio di metri e poi precipitò verso una serie di spuntoni naturali, ma io non volevo ucciderlo e lo presi mettendolo delicatamente a terra.
Perché?” fece con un filo di voce “Perché mi hai salvato?
“Te l’ho detto, io non voglio ucciderti, ma liberarti dall’odio che attanaglia il tuo cuore” e, allungata la mano, accarezzai il suo morbido pelo.
“Che cosa credi di poter guadagnare?” chiese cambiando tono di voce.
Ritirai la colonna di luce e gli sorrisi gentilmente: “Niente e parte un nuovo amico” e continuai ad accarezzarlo.
 “Amico?” chiese.
“Certo!” risposi “E, se lo vorrai, una famiglia che ti darà calore e amore”.

 
Dai suoi occhi gialli scesero copiose delle grandi lacrime e sentii il suo enorme cuore battere leggero.
“Sei davvero un ragazzino strano, Sauron Folgore Sandtimes” disse Fenrir “Questa tua stranezza, però, è il tuo più grande pregio e virtù. Forse c’è qualcosa che questo stupido lupo divino può ancora fare per rendere la migliore la sua vita: d’ora in avanti ti sarò sempre vicino e proteggerò te e coloro che ami per sempre” e tirata fuori la lingua mi leccò la faccia e parte del corpo.
“Ah Ah!” risi “Allora ben venuto nella famiglia” e presi due pillole della vita che ci fecero tornare come nuovi.

 

Fenrir assunse le dimensioni di un lupo di circa due metri e m’invitò a salire sul suo dorso.
“Allora?” chiese “Dove andiamo, piccolo lupo”.
“A casa!” dissi “E, ti prego, chiamami Sauron”.
“Ti ci vuole un piccolo soprannome, ragazzo e credo che “il Lupo” ti calzi a pennello”, disse lui.
“Sauron il Lupo” dissi meditabondo “Mi piace!”
“Allora andiamo Sauron il Lupo, torniamo a casa” e si mise a correre verso sud.

 

Mentre sentivo il vento spettinarmi i capelli, osservai la spada del lupo che avevo raccolto: mi sentivo rinato a nuova vita.
Non importava ciò che ero diventato, ciò che ero e che tuttora sono, resterà il mio fardello e lo sopporterò continuando a sperare nel futuro: perché è questo che fa un eroe.  

 

 

 

Nel prossimo capitolo.
Tornato a casa, Sauron presenta Fenrir alla sua famiglia e spera di essere accettato dalla madre, che non tarderà a dargli una risposta positiva.
Per l’aspirante eroe la vita comincia a cambiare e, dopo due anni, giunge il momento di lasciare la terra in cui è nato e ricominciare tutto daccapo.
Questo e altro nel prossimo capitolo.

 

 

 

Angolo dell’autore: enciclopedia del Fantasy.

 

Anemone (inchino): “Questa è l’ultima puntata, quindi concludiamo alla grande, spiegando che cosa sia il potere universale.
Lo Universal Power è l’energia stessa dell’universo, che avvolge il corpo dell’eletto, donandogli un potere quasi divino, capace di dissipare la peggiore oscurità.
Ci sono però dei limiti al suo utilizzo: un corpo non abituato, rischia di collassare, inoltre può essere usato solo in momenti particolari indicati dall’istinto.
Non si sa per quanto tempo si possa utilizzare, ma è consigliato il minimo indispensabile per ragioni che saranno spiegate nei capitoli della storia principale, quindi pazientate e li saprete tutti.
Una cosa che bisogna tenere bene a mente è che non si nasce guerrieri universali: è l’universo stesso che sceglie il suo utilizzatore, apparendogli nei momenti di massima disperazione sotto forma di persone che hanno inciso su di loro.
I guerrieri universali che abbiamo incontrato finora sono:

1)    Nick Nibbio Blu;

2)    Naruto Uzumaki;

3)    Jaden Yuki;

4)    Sauron Folgore Sandtimes;

5)    Un altro guerriero che apparirà nel seguito.

L’autore manda a dire che ce ne saranno degli altri, provenienti da diverse dimensioni e generazioni, quindi ci troveremo pieni di tipi curiosi. Non vedo l’ora d’incontrarli.
Personalmente non saprei che altro dire, quindi direi che possiamo chiudere”.

Kaeleena (si fionda nello studio in lacrime): “Non è giusto. Il radar che Babbo Natale mi ha regalato si è rotto”.
Anemone (la guarda preoccupata): “Davvero? Fai vedere” dopo un po’ “La causa è stato un forte flusso di energia che ha danneggiato l’apparecchio”.
Kaeleena: “Come è possibile? Le istruzioni dicono che può sopportare un’energia paragonabile a dieci mila bombe atomiche. Che diavolo è successo!” e piange come una fontana.
Anemone: “Direi che c’è stato un flusso d’energia che superava quello prescritto”.
Kaeleena (a terra in lacrime): “Il mio piccolo Sauron! Dove sarà a quest’ora?”
Anemone: “Tranquilla, è un ragazzo in gamba, sono sicura che starà bene”.
Kaeleena è al massimo della disperazione e prende un pugnale affilato.
Anemone (spaventata): “FERMA! CHE VUOI FARE?”
Kaeleena: “Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa”.

 

Anemone (cerca di calmarla con un massaggio): “E cosa sarebbe?”
Kaeleena (appare un tendone ed entra): “Ovvio!” si sente uno strappo e poi quando esce, ho un grembiule da cuoco “Imparare a cucinare per il mio bambino”.
Anemone (°_°): “Che cosa c’entra?”
Kaeleena (in lacrime): “Tutto! Mi ha sempre detto che gli piacerebbe mangiare qualcosa preparato da me e non dalla servitù, ma io non so cucinare. Imparerò e lo farò tornare disperdendo nell’aria il profumo del suo cibo preferito: le alette di pollo” e corre via.

 

Anemone (°______°): “Nemmeno all’ultima puntata riesco a stare tranquilla. È proprio destino”.

 

 

 

Tranquilla Kaeleena, il tuo ragazzo sta tornando con un amico, ma l’idea d’imparare a cucinare non è poi così cattiva. In bocca al lupo (XD).
Alla prossima con l’ultimo capitolo.
 

 

L’Angel Arm è un omaggio all’arma speciale usata dal protagonista dell’anime Trigun.

 

Il Gunblade è un mio omaggio a Final Fantasy VIII, uno dei miei preferiti.

 

Lo spirito che è apparso a Sauron è la sua Zampakutò che si rivelerà nella seconda stagione della storia: Millennium Falcon La storia di Nick Nibbio Blu.
Sarà la terza Zampakutò ad apparire davanti al suo padrone.
L’ispirazione di quest’arma è l’anime di Bleach.

 

  

 

 

  
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