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Autore: Stella94    04/04/2011    6 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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decimo capitolo tvd                                                                                                                                                                                                                              
                                                       
                                                   Incubo
                                                        10

Non c'era una singola parte del corpo di Elena che non imprecava superba: scappa.
Sapeva che, con ogni probabilità, non sarebbe riuscita a sfuggire alla loro morsa letale, ma la sua caparbietà le imponeva almeno un misero tentativo.
Si ritrovò ad indietreggiare con gli occhi sbarrati, ancora attoniti per ciò che stavano ammirando. I fratelli Salvatore, coloro dei quali si era sempre fidata ciecamente e indirizzato i più inconfessabili sentimenti, si erano rivelati in...in...in... in che cosa?
Mostri? Bestie? Demoni? Elena si rese conto che più escogitava un nome giusto da attribuirgli più la situazione sembrava essere surreale. Fuggi Elena, fuggi, pensò. Non voleva sapere chi in realtà fossero. Tutta la sua smania di curiosità sembrava essere stata sopraffatta da un senso di terrore che stupidiva la sua razionalità.
Cosa doveva fare? Piangere? Ridere? Possedere coraggio? Non ci pensò più di tanto. Raccolse le sue poche forze per accelerare la sua camminata dannatamente lenta, e strinse i denti nel vano tentativo di rendere le sue gambe meno tremolanti e flaccide. Sembravano burro fuso.
<< Elena, aspetta! >> Riconobbe presto quella voce. Era Stefan o quello che ne era rimasto di lui. Era strano. Sembrava essere tornato quello di un tempo, quel ragazzo bello e taciturno che dal primo giorno di scuola l'aveva colpita.
Ma ciò a cui aveva appena assistito le fecero desiderare di non averlo mai incontrato. Ne lui ne Damon.
Ora tutto aveva una spiegazione. Caroline, la trasformazione di Stefan, la repentina guarigione di Damon, gli attacchi animali compiuti a Mystic Falls. Ma in che guaio si era cacciata? Anche William Friedkin sarebbe sbiancato davanti ad una realtà simile.
Elena desiderò che fosse un incubo, un brutto incubo e che al suo risveglio avrebbe ritrovato il suo diario nascosto sotto le coperte e quel profumo di caffè che le stuzzicava i sensi. Ma quando il più piccolo dei Salvatore le fu davanti in brevi millesimi di secondo, capì che tutto ciò non poteva essere frutto della sua fantasia: era la realtà, la pura, ignobile, orrenda realtà.
<< Lasci che ti spieghi Elena, non è come credi. >>
<< Ma cosa? Cosa devi spiegare Stefan? >> Elena non riuscì a trattenere quel pianto dispettoso che si dileguò in lunghe scie di lacrime salate che intaccarono funeste le sue guance delicate << Dio mio! Voi siete... siete... >>
<< Vampiri. >> Terminò Damon dietro alle sue spalle. Elena in uno scatto, che fece volteggiare i suoi lunghi capelli castani, gli fu di fronte e lesse nel suo sguardo temerario un senso di onnipotenza e soddisfazione che ora le parvero avere un senso del tutto diverso da un tempo. Quegli occhi azzurri che l'avevano conquistata non erano più gli stessi, quelle labbra non erano più dolci e quel viso non era più delicato. Tutto sembrava diverso, lui era diverso.
<< Che cosa? >> Non volle crederci ancora una volta, ma nel suo cuore sapeva che quella era la verità.
<< Non ti faremo del male, Elena. Ma lascia che ti spieghi ogni cosa. Hai bisogno di sapere la verità. >> Stefan per la prima volta si sentì agitato. Pareva aver perso la sua pacatezza e l'equilibrio che aveva conquistato. La sua voce tremava impercettibilmente e la sua concitazione non poté che aumentare quando incontrò gli occhi di suo fratello.
<< Si Stefan, dille ogni cosa. Dille di quando tu mi hai costretto a bere sangue umano, trasformandomi in un vampiro. Dille di quanto tu e Katherine scopavate a mia insaputa. E dille di quando per colpa tua l'abbiamo persa e noi siamo morti nel tentativo di salvarla. >>
Elena si piegò su se stessa e si inginocchiò. Era in un incubo, doveva essere un incubo. Non capiva, non c'era nulla di logico e razionale nelle parole appena pronunciate da Damon. Disperata e confusa, si portò le mani tra i capelli coprendosi le orecchie. Non voleva sentire, tutto ciò era assurdo, troppo assurdo.
<< Basta Damon! Così non fai altro che spaventarla! >> Stefan parlò in un tono autoritario e ammonitorio. Riprese Damon con una tale acredine che il fratello maggiore si zittì.
Non era per Stefan. Damon non aveva di certo paura di lui, ma sapeva che si nascondeva un briciolo di verità in quelle acide parole.
Elena gli premeva troppo per lasciarsela sfuggire. Ora come ora la esigeva più del sangue.
<< Non voglio più ascoltarvi. Siete dei mostri, degli assassini. Io mi sono fidata di voi, ma mi avete mentito, mi avete preso in giro per tutto il tempo ed io... ed io... >>
Elena era sull'orlo di un precipizio buio e profondo. La luce, li, non sarebbe mai penetrata. Aveva ragione la nonna: non ci si poteva fidare della gente di Mystic Falls. E la storia dei demoni delle notte? Chissà se anche quella era vera.
<< Elena >> La voce di Damon fu solo un sussurro, un flebile richiamo che si perse nel suo pianto liberatorio. Il vampiro si inginocchiò accanto a lei, scendendo simbolicamente dall'alto piedistallo degli dei, per giungere tra gli umani. Quelli che amano, soffrono, muoiono. Le mise una mano sulla spalla e una breve carezza le regalò attimi di protezione. Eppure era strano. Elena si trovava proprio nella tana del lupo, ma nel cuor suo sapeva che quel lupo non l'avrebbe mai sbramata.
<< Sia io che Stefan abbiamo fatto cose di cui non andiamo fieri. Sopratutto io. Ma siamo quel che siamo, e non possiamo scappare da ciò che la nostra natura ci impone. Ma di noi puoi fidarti, non ti faremo mai del male. Ora, però, hai bisogno di sapere la verità, altrimenti impazzirai nel cercarla... >>
Quante volte si era fidata di Damon? Poche, ma quando l'aveva fatto non si era mai pentita. Se c'era una cosa su cui poteva contare era la sua parola. In fondo era un uomo d'altri tempi, non avrebbe mai mancato ad una sua promessa.
Si tolse le mani dalla testa e, lacrimante, si ritrovò a pochi centimetri il viso del vampiro. Quegli occhi in fondo non erano poi tanto diversi. Blu, come il cielo in primavera e brillanti come due stelle.
<< Davvero posso fidarmi? >>
<< Certo che puoi! >> La rassicurò il vampiro << Sei l'unica che può dirlo. >>
Le prese la mano inducendola ad alzarsi. Con il viso arrossato e gli occhi lucidi, Elena si fece condurre verso il comodo divano in pelle, dove si sedette, riscoprendosi stanca e priva di forze. I due fratelli vampiri si stagliavano di fonte ai suoi occhi come una muraglia inespugnabile, sentendosi così in balia delle loro volontà. Respirò una, due, tre volte ed attese.
<< E' tempo che tu sappia tutto quello che c'è da sapere. Il peso della menzogna è troppo grande per me e io non riesco più a sopportarlo. Io ci tengo a te Elena ed è per questo che voglio dirti tutto quanto. Di me, di Damon, di Katherine e di quello che ci ha spinti a diventare ciò che siamo. >>
Le parole di Stefan le trapassarono nel corpo come una ventata di vento gelido. Ma non obbiettò. Rimase in silenzio, in attesa di chiarimenti che non tardarono ad arrivare nella maniera più chiara e pura possibile.
Stefan iniziò il racconto col descrivere la sua Mystic Falls, quella del 1864. Quando lui e Damon erano due fratelli tranquilli e spensierati, con il fardello dell'onore di una potente famiglia da mantenere. Le parlò poi dall'arrivo di Katherine e dell'amore che entrambi provavano nei suoi confronti. Le raccontò di quando quell'affetto fraterno si trasformò in odio, quando il peso di quel sentimento bruciava più del fuoco. E poi la sconcertate scoperta dei vampiri. La scoperta che la stessa Katherine era uno di loro e che rischiava di essere uccisa per mano del consiglio dei fondatori. L'errore di Stefan, il mancato salvataggio di Damon e poi la morte. O l'inizio di una nuova vita. Quella da vampiro. Quella di due fratelli vampiri. Non mancò poi di parlarle della verbena, dei loro speciali poteri e di smentirle alcune dicerie erronee  come quella sull'aglio e l'acqua santa.
Non c'era più niente che lei non sapesse. Tutto aveva un senso, almeno per Stefan e Damon.
Ma per Elena sembrava solo l'abbozzo di un'antica leggenda tramandata da generazioni in generazioni. Non poteva essere reale, perché la realtà è fatta di eventi scientificamente provabili e spiegabili. Ma le leggi della fisica parevano non aver effetto sull'eternità dei vampiri. Forse nelle leggende si nasconde un briciolo di verità. E dopo tutto ella stessa non poteva considerarsi una semplice adolescente.
<< Questo è tutto quello che...siamo, Elena. >> Stefan incrociò le mani al petto ed ispirò sonoramente. La tensione di Elena era tangibile, anche senza l'aiuto dei suoi speciali poteri. Comprensibile per chi non ha mai aperto i confini della propria mente a tali inspiegabili realtà. Si sarebbe abituata un giorno a tutto questo. Lo avrebbe capito e forse anche amato. Stefan lo sperava con tutto se stesso.
<< Voi... voi uccidete le persone per nutrirvi? >>
<< Certo che no Elena! >> Stefan sembrava come in allarme. Accese il suo sguardo e corresse la sua voce tremolante. << Io mi nutro si sangue animale, anche se mi rende più debole e limita i miei poteri. Ma Damon... >> Rivolse uno sguardo a suo fratello poco distante da lui, precisamente -come al solito- al carrello degli alcolici. Fino a quel momento non aveva obbiettato ne era subentrato nel discorso di suo fratello. Pareva sottostare a tutto ciò che Stefan dicesse, oppure, molto semplicemente, gli faceva solamente comodo non scendere in dettagli scomodi.
Si sentì presto messo in discussione e l'imputato di un processo del quale si sentiva pienamente innocente. Non era mai stato uno stinco di santo, ma davanti agli occhi di Elena non poteva passare come un assassino. Battè il suo bicchiere sul carrello e guadò fisso suo fratello, imprecando: << Sto rigando dritto, ok? Faccio qualche gioco di prestigio alla banca del sangue. So che è sbagliato ed illegale ma in qualche modo devo poter garantire la mia incolumità e quella delle persone che... mi stanno accanto. >> Fece una breve pausa, dopo essersi reso conto di aver osato troppo. Elena lo confondeva e lasciva uscire il lato più vulnerabile del suo essere. Distruggeva quella corazza dura che per anni aveva rafforzato e che adesso si stava disciogliendo come cera sotto il calore di una fiammella.
<< Questo mondo è pericoloso. E' pieno di vampiri ed altri esseri spietati che non aspettano altro che conficcarti un paletto di legno nel cuore. Devo contrastarli, è mio dovere farlo. Ora più che mai. >> Concluse nel guardare Elena.
Poi ci fu il silenzio. Elena respirò a fondo, ma i suoi pensieri erano confusi e sussurravano imprecazioni senza un briciolo di senso.
Doveva riflettere, contare e riflettere. Anche in quell'occasione. Analizzare i dati, deprivarli del loro contenuto ingannevole, per mettere in luce quello latente, quello importate.
<< Io...io ho bisogno di tempo. >> Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare. Poi raccolse la sua borsa e si avviò di corsa verso il portone. Quando respirò l'aria fresca del pomeriggio cominciò la sua analisi.
Mise a vaglio le informazioni. Era il tempo di una scelta.


Il Grill non era mai stato così silenzioso. La camomilla, ormai tiepida, non le regalava quel torpore che tanto agognava. Poi pensò: non l'aveva affatto consumata.
Elena continuava a rigirare il cucchiaino nella tazza di porcellana bianca e di tanto in tanto esalava un sospiro.
Cosa le stava capitando? Era reale? Si guardò intorno studiando ogni particolare di quel cupo locale, quasi come a voler appurare di non essere in un illusione. Di sapere con certezza dove fosse capitata.
Alice in Wonderland, pensò e sorrise. Solo che nel suo mondo non c'erano conigli bianchi e stregatti, ma vampiri, demoni e chissà quali altre creature. E lei? Cos'era lei? E se fosse stata malvagia? Se i suoi poteri fossero pericolosi?
Aumentò il suo turbamento quando il suo olfatto percepì un profumo fin troppo familiare. I suoi occhi castani le diedero la conferma, quando incrociarono lo sguardo di Damon Salvatore.
<< Mi hai mentito. >> Obbiettò senza dargli nemmeno il tempo di un'ordinazione.
<< Hai ragione. Avrei dovuto dirti prima chi ero e... >>
<< Non mi riferivo a quello. >> Elena lo fermò prima che lui potesse continuare. Sembrava un'altra persona. La sua voce non era più timida ed impaurita, ma autoritaria e schietta. Forse delusa e arrabbiata, ma al contempo certa delle sue parole.
<< Mi riferisco alla sera del ballo. Non era uno scherzo. Caroline ha tentato il suicidio davanti ai miei occhi e io l'ho curata e tu hai visto ogni cosa, non è vero? Perché mi hai mentito? >>
Già bella domanda. E adesso? Il centenario vampiro si era cacciato in un guaio forse troppo grande, al di sopra delle sue qualità. Ma d'altronde non c'era stato altro modo che gli permettesse di capire se era davvero lei ciò che cercava.
Elena era inconsapevole dei suoi poteri. Ragion per cui aveva dovuto scatenare un profondo stato emozionale, capace di portare a galla il suo potenziale nascosto. Poteva provare a fare il sentimentale, forse lei avrebbe capito.
<<  Eri così agitata e impaurita, non volevo che ti preoccupassi ancora di più. >>
Poco convincente, ma per ora doveva accontentarsi. Se voleva sapere di più sulla sua identità doveva mantenere a bada la sua lingua e la sua scetticità. Damon rappresentava un aiuto prezioso.
<< Sei stato tu ad ordinare a Caroline di suicidarsi? >>
<< Certo che no, Elena. Deve esserci in giro qualche altro vampiro che si diverte ad assogiocare le persone e forse... sta cercando te. >> Terminò la frase portandosi alla bocca il primo sorso di brandy.
<< Per quale motivo un vampiro dovrebbe dare la caccia ad un'adolescente come me? >>
<< Dovresti darti più credito Elena. Il tuo potere potrebbe far gola a molte persone. >>
Il suo potere. Ma che potere era?
<< Tu sai chi sono davvero? >>
Damon si rese conto che il bicchiere era già vuoto. Ne esigeva ancora, ma cospirava anche alla calma e alla fermezza interiore.
Mentire, e lasciare che colga la sua strada da sola, oppure dirle ogni cosa e perdere per sempre la sua amicizia?
Damon non ci pensò due volte sulla risposta giusta. Non voleva perderla. Era troppo importante, troppo preziosa. Unica, indispensabile, insostituibile.
<< Io no. >> Spuntò secco << Ma forse conosco una persona che può aiutarti. >>
L'espressione di Elena rilasciò un sorriso << Davvero? >>
<< Si, è una strega. Sono persone molto sentenziose e sagge, anche se odiano i vampiri. Ma hanno conoscenze davvero vaste del mondo della magia. Forse può dirti qualcosa in più riguardo al tuo potere. >>
Valeva la pena provare. Elena ormai era in un turbine senza uscita, doveva solo imparare a farsi largo nel suo vasto impero caotico.
Streghe, vampiri, ma quanti esseri bizzarri popolavano il mondo? Elena non ci fece caso, doveva imparare a conviverci.
<< Puoi portarmi da lei? >>
Era un rischio condurla da quella donna, ma ormai non aveva altra scelta. Elena aveva bisogno di sapere e lui esigeva un alibi di ferro. Più di Elena nessuno mai l'aveva conquistato. L'avrebbe condotta anche sulle cime del mondo se fosse stato necessario.
Pareva assurdo, ma Damon Salvatore si stava innamorando di Elena Gilbert. Che fosse una punizione?
<< Certo! Anche subito se vuoi. Non si trova molto lontano da Mystic Falls. Ci metteremo qualche oretta. >>
Elena ispirò << Perfetto! Allora andiamo. Però promettimi che andrai piano con la tua Ferrari. >>
<< Rispetterò tutti i limiti di velocità. Promesso. >>
Elena sorrise di rimando. Se fino ad allora stava vivendo un incubo, be', quella doveva essere senz'altro la fine. Si stava svegliando a poco a poco. Avvertiva i raggi tiepidi del sole riscaldarle le guance.

CONTINUA...


Rieccomi!! Questa volta sono puntuale, una settimana esatta. Bene con questo capitolo, come vi dissi in precedenza, si chiude la prima parte della storia. Ora il racconto sarà maggiormente incentrato sulla scoperta della vera identità di Elena e sul suo rapporto con Damon. Nel viaggio che stanno per intraprendere Elena scoprirà qualcosa in più su i suoi poteri mentre una nuova minaccia entrerà in scena e metterà a dura prova i sentimenti di Damon nei suoi confronti. Chi è? Be' per scoprirlo dovete aspettare al prossimo capitolo. Grazie a tutti voi che recensite, che seguite la mia storia , che la preferite a tante altre e che la ricordate. Allora che faccio ragazzi e ragazze del popolo di EFP, continuo? Fatemelo sapere con un piccolo commento. A presto baci baci da:
                                                                                                                                         
Stella94                   


   
 
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