Basata
sul disegno di Maria
e di proprietà di Pallavi
tradotto da Enercycla
Lei amava l’autunno. Le foglie sarebbero diventate
magnificamente rosse e oro e poi sarebbero cadute sul terreno, aggiungendo
colore e calore ai fiori appassiti e permettendo a Madre Natura di pronunciare
un ultimo strabiliante saluto. Lei ricordava quando aveva parlato della sua
stagione preferita molto tempo fa alla sua vecchia scuola. Tutti avevano detto
l’estate per il calore e le piscine e il gelato ma lei aveva timidamente
alzato la mano e “professato” il suo amore per l’autunno.
I bambini l’avevano guardata in modo strano, l’autunno significava
l’inizio della scuola. Ritornare alla loro noiosa routine di svegliarsi presto
e dire addio a quei pigri giorni e alle sere con il barbecue. Ma lei aveva
insistito riguardo al suo amore per l’autunno, lei amava il brivido che le
correva lungo la schiena quando il vento le sferzava i capelli e i cieli
scurirsi. Amava il modo in cui il mondo diventava caldo e indistinto…
Il suo amore per l’autunno non era cambiato, quando era cresciuta aveva visto
la bellezza nelle altre stagioni ma aveva riservato un posto speciale nel suo
cuore per l’autunno. Quando era cresciuta aveva scoperto che riservava
speciali posti nel suo cuore anche ad altre cose. Un posto per Harry, suo
fratello in ogni modo tranne che di sangue, un posto per Ginny, che era una
specie di migliore amica e sorella minore e poi un posto per Ron.
Ron aveva un posto tutto suo.
Era difficile spiegarlo, non lo amava più degli altri e certamente non lo
amava di meno ma il suo posto era speciale, la faceva “sciogliere” quando
lui la guardava per troppo tempo, la faceva sentire triste quando lui baciava
un’altra ragazza. Le faceva dimenticare di essere “il topo di biblioteca”.
Le faceva venire la voglia di essere una ragazza per una volta, la faceva
divertire e la rendeva triste.
Ma proprio
adesso lei non ci stava pensando, era
uscita dal castello per dimenticarlo.
Aveva deciso di fare una passeggiata per dimenticare molte cose, ma ora lui era
nella sua testa. Non aveva esattamente litigato, non avevano veramente parlato.
Ma all’improvviso lei non lo sopportava. Il fatto che lui le era così vicino,
che loro erano così vicini, ma che erano ancora a un milione di
anni-luce da quello che lei voleva che loro fossero.
Si era mossa
con dolcezza e aveva sorriso a un paio di foglie cadute dall’albero. Questo
era quello che lei amava, la tranquillità dell’autunno con un po’ di
attività. Un’ultima
corsa prima che il mondo si addormenti. Lei voleva dormire, svegliarsi quando il
mondo sarebbe tornato normale così non si sarebbe preoccupata per la morte dei
suoi migliori amici. Ma non poteva, poteva solo aiutare i suoi migliori amici e
nel mezzo della battaglia credere che esisteva un dio da qualche parte. Che
qualcuno stava osservando lei e chiunque altro perché lei non poteva.
Uno scoiattolo
si lanciò tra i rami e la fece risvegliare dai suoi pensieri. Non poteva di
nuovo pensare così, non le faceva bene. Era uscita dalla stanza mormorando cose
come che aveva voglia di fare una passeggiata e che aveva bisogno di un po’ di
aria fresca, aveva preso la sua borsa e la sua bacchetta così che sarebbe stata
salva. Non potresti essere più attento in questi giorni. Si era fatta strada
nel bosco, attenta a ogni segno che potesse essere seguita. Camminò fino a
quando i suoi piedi non le dolevano ma se avesse camminato più lontano avrebbe
trovato un posto dove avrebbe potuto estraniarsi dal mondo. Ma solo se fosse
andata più lontano.
Trovò un
albero e si accovacciò vicino, scavò nella sua borsa e passò un paio di
minuti a decidere quale libro leggere, anche se li aveva letti centinaia di
volte. Orgoglio e pregiudizio o Jane
Eyre, quando Ginny li aveva visti e sebbene lei non avesse detto niente le
sue sopracciglia erano salite. Non c’era un particolare motivo per cui avesse
scelto questi due, l’aveva solo… fatto.
Perché Ginny doveva analizzare le cose?
Sospirando ne
mise uno a posto e cominciò a leggere l’altro, la storia l’assorbì e lei
realizzò che aveva trovato un posto dove estraniarsi dal mondo. Era temporaneo
ma sarebbe andato bene. Lei non notò il sole abbassarsi e dei passi sulle
foglie. Sentì però il suo nome chiamato leggermente sebbene chi la chiamava lo
fece un paio di volte prima che lei potesse sentire. Guardando su vide Ron di
fronte a lei con uno strano sguardo, un misto di sollievo e qualcos’altro.
Qualcosa a cui non avrebbe dovuto pensare.
“Ciao”
voleva dire di più ma l’alta figura che spiccava su di lei la faceva
sentire nervosa e protetta.
“Ciao. Eri
via già da un po’, eravamo spaventati.” Si sedette accanto a lei ma non la
guardò molto.
“Hermione, non farlo mai più. Lo sai quanto è pericoloso qui fuori,
soprattutto con quei Mangiamorte in ogni angolo? Non avevi nessuna idea di
quanto fossi preoccupato? Dio se ti fosse successo qualcosa non so…”
Non arrossì ma lei notò che il retro del suo collo era un po’ rosso.
Poi con suo
orrore senti se stessa chiedere: “Sai cosa Ron?”
La sua voce era ferma e le dava un po’ di coraggio.
“Posso badare a me stessa, sai, non sono la damigella in pericolo che deve
aspettare il Principe Azzurro che la salvi dalla torre”. La sua faccia non
diventò furiosa come lei si sarebbe aspettata ma invece si fece un po’ triste
e lei voleva rimangiarsi tutto.
Lui rimase in
silenzio per un po’ e quando finalmente parlò lei era spaventata di quello
che avrebbe detto.
“Lo so Hermione. Lo so che non hai bisogno di qualcuno che si prenda cura di
te ma… ma mi sento meglio quando posso vederti. Dovunque mi giri
sento che qualcuno è stato ferito o… ucciso e non voglio mai, mai
sentire tu sia uno di quelli. Hermione, non ho molto nella mia vita. Tutto
quello che ho sono le persone, la mia famiglia, Harry… e tu. Se perdessi
qualcuno di loro cadrei a pezzi ma se perdessi te… Dio se perdessi te non
penso che sarei capace di rimettere quei pezzi insieme.”
Lui non ancora non la guardava, lei voleva però che lui lo facesse.
Voleva dirgli che si sentiva allo stesso modo, voleva dirgli tutto ma la sua
bocca non si mosse.
Però la sua
mano sì, si avvicinò lentamente verso la sua e la strinse.
Silenziosamente lo implorò di guardarla ma lui non lo fece.
“Ron…” questa volta la sua voce non era affatto ferma ma a lei non
importava.
“Ron, non voglio perderti neanche io. Ci sono così tante cose che potrebbero
succederci, così tante cose che possono succedere a chiunque e me ne preoccupo
costantemente, ma non mi preoccupo mai di perderti. Perché se lo facessi,
significherebbe pensare al fatto di perderti e non posso.”
Lui ancora non
la guardava e lei voleva urlare.
Avrebbe tirato indietro la sua mano se non fosse per il fatto che lui la
stringesse così forte.
Questo le diede la speranza che lui stesse ascoltando.
“Ron, parlami. Dì qualcosa, qualunque cose e per amor di Dio,
guardami!!” Sentiva scendergli delle lacrime ma le cacciò con la forza
indietro.
“Hermione…
non hai idea di quanto sono preoccupato di perderti. Preferire morire piuttosto
che vederti pensarci, non è egoista?”
“Si, lo è
ma va bene così perché io mi sento allo stesso modo”
“Davvero? Ti
senti così?
Su tutto?”
“Dipende…
se allo stesso modo significa che mi ami, allora si, allora mi sento anche io
così. Ho… Non sono davvero sicura. La mia vita si divide in tre categorie:
non conoscerti, conoscerti e amarti.”
Oh Dio l’aveva detto,
lei sperò che il suo palmo della mano non sudasse, lui le teneva ancora
la mano.
“E’ quello
che intendevo.” Non era solo la sua voce ad essere incerta.
“Non hai idea di quanto sia meraviglioso sentirtelo dire.”
Il suo cuore fece un paio di battiti mentre il suo stomaco si infiammava.
“So come ci si sente però”
Lui finalmente la guardò e lei rimase di fronte ai suoi occhi blu. Lui
aveva begli occhi ma non li aveva mai guardati bene, e ora poteva capire perché,
poteva facilmente perdersi dentro a questi occhi. Il mondo era improvvisamente
perfetto e le uniche cose presenti erano lui, lei e le foglie.
Si mosse più vicino a lui e lui fece lo stesso, la sua faccia ancora più
vicina prima che i suoi occhi si chiusero e sentì le sue labbra sulle sue, sentì
il crepuscolo autunnale e ...
aggiunse un altro motivo per cui quella era la sua stagione
preferita.
Fine