- Ora non la interromperò più, promesso- disse l’ avvocato rivolgendo alla giovane donna uno sguardo di incoraggiamento.
Questa sospirò e, dissotterrando dall’angolo più buio della sua mente quei terribili ricordi, iniziò a raccontare.
-
Dunque, perché lei capisca ogni
cosa credo di dover partire a raccontare tutto dal principio. Conobbi
mio
marito all’ età di ventisette
anni. Ero
distrutta in quel periodo: appena uscita da una relazione finita male
per via
della lontananza. Quando lo incontrai, ad una cena di lavoro con alcuni
nostri
colleghi, lo giudicai un uomo forte, di polso. Determinato, insomma. Ci
parlai
molto quella sera e restai affascinata dal suo modo di porsi agli
altri, di
pensare, di esporre le
proprie idee. Fu
così che mi chiese di incontrarci nuovamente, magari per una
colazione, ed io
accettai immediatamente. Nei tempi successivi continuammo a
frequentarci e,
pian piano, il nostro rapporto si approfondì. Ero
innamorata, credo. Lo
consideravo come il prototipo dell’ uomo perfetto: bello,
determinato, con una
notevole posizione sociale ed un lavoro alquanto redditizio.
È un ricco
impresario e il suo nome, ai tempi come oggi, è conosciuto e
rispettato.-
-Certo,
era più grande di me :
aveva circa una decina di anni in più. Ma la differenza non
era granché
sentita. Dopo due anni, che credevo essere stati i migliori della mia
esistenza,
mi chiese di sposarlo: mi
amava ed era
già in età avanzata, non voleva diventare
padre troppo tardi. Naturalmente accettai. Ero decisamente felice e non
volevo
badare alle voci che circolavano tra i suoi colleghi sul fatto che
fosse troppo
irascibile e che, delle volte, esagerava con l’alcol.
Credevo di essere l’ unica a
conoscerlo alla perfezione, che con me cambiasse atteggiamento e che
mai e poi
mai sarebbe stato in grado di farmi del male. Mi segue?-
- Alla perfezione..- mormorò il giovane avvocato intento a scarabocchiare alcuni appunti su blocchetto. – Prego, prosegua-
- Dicevo del matrimonio, giusto?- domandò insicura la donna e il suo interlocutore annuì concentrato.
- Bene. Ci sposammo e andammo a vivere in una meravigliosa villa . Mi sembrava…un sogno! Ecco, un sogno straordinario! Passò circa un anno durante il quale , mi duole dargliene atto, mi sentì completa. Estremamente felice. Ma poi arrivò un giorno in cui mi disse che avrebbe fatto tardi per via del lavoro. Non ci diedi molto peso, lì per lì, ma questo si ripeté nuovamente, sempre più spesso. Cercavo di parlargli, di domandargli spiegazioni ma quando tornava dalle sue “ cene di lavoro” era sempre ubriaco e quando, da sobrio, gli chiedevo cosa stesse succedendo tra noi sviava il discorso. Era orribile. Trovavo i colletti delle sue camicie macchiati di rossetto e la stoffa intrisa del profumo di un’ altra donna. Soffrivo immensamente. Avevo deciso di andarmene da lì, non potevo sopportare tutto quello che lui mi stava facendo patire. Ma lui mi pregò di non lasciarlo, disse che avrebbe messo fine alle sue scappatelle e io, da ingenua, gli credetti. Il nost- sospirò – il MIO bambino nacque per cercare di ricostruire il matrimonio. Fu un errore ma anche la cosa più bella che mi sia mai capitata- sorrise.
- Se la sente di continuare ?- domandò apprensivo il giovane e la donna annuì.
- Decisi di andare all’ ospedale e farmi visitare insieme a Chris. Notarono i lividi, come speravo, e così, sulla base di questa visita medica, la mia richiesta di aiuto fu accolta. Lo portai in tribunale e, per prima cosa, volli il divorzio. Successivamente, mostrando come prova la denuncia che avevo sporto contro di lui e le indagini che vi erano in atto, chiesi che il bambino venisse affidato alla mia tutela. La vittoria era praticamente tra le mie mani se non ché, per il gusto di provocare in me altro dolore e non perché gli sia caro, fece di tutto per avere la custodia di Christoper. Ottenne l’ affidamento poiché io, in quel momento, non avevo una casa. Rimasi sola. Volevo giustizia e chiesi di concedermi un ulteriore processo e poi un altro ancora e, per finire, ancora un ultimo ma ….niente.-
L’ avvocato sospirò- sarà un caso estremamente difficile.. non so se sarò in grado di..-
- Nessuno mi vuole aiutare- proseguì la donna con voce tremante dalla quale si poteva notare tutte la sua disperazione ma anche la determinazione con cui stava lottando per raggiungere i propri scopi - sono certa che dietro a tutto questo c’è la corruzione. Tutti gli avvocati che ho avuto fin ora mi hanno assistito per qualche tempo ma poi, spaventati dal fatto che l’ importanza di mio marito potesse influire sulla loro carriera, si sono ritirati. Rivoglio il mio bambino – una lacrima le rigò il viso- e non accetterò un no come risposta! Ora, sono riuscita ad ottenere un ultimo incontro in tribunale : la mia unica speranza. Io lotterò fino alla fine per vincere questa causa! E lei?!-
ANGOLO AUTRICE:
Ehi! Ecco il quarto capitolo ! =) spero tanto che lo leggerete e che mi lascerete una recensione per farmi sapere se devo migliorare in qualche modo o se vi piace ! =)
baci
marty <3