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Autore: Liberty89    04/04/2011    5 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Salve gente!!! Indovinate chi è tornato? xD Proprio io!!! xD Scusate se ci ho messo tutto questo tempo per finire un cavolo di mezzo capitolo, ma purtroppo mi sono successe troppe cose in questi ultimi mesi e qualcuno di voi lo sa. Probabilmente ci metterò sempre di più ad aggiornare perché l'università mi occupa praticamente tutta la giornata e alla sera la voglia di scrivere è decisamente poca ahimè. Ora però basta ciarlare inutilemente u.u Godetevi il capitolo! Buona lettura!!!


Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [seconda parte]


Si svegliò disturbata da una coppia di voci, provenienti dalla stanza accanto.
Curiosa per natura, la bambina scostò le coperte e si alzò, muovendosi piano nella camera che divideva con la sorellina. Si avvicinò alla porta socchiusa e sbirciò, notando così le ombre dei genitori che, capì, si trovavano nel salotto.
Suo padre parlava a voce alta e comprese che doveva essere adirato per un qualche motivo, ma la bambina non l'aveva mai sentito usare quel tono per parlare con sua madre. Non riuscì a cogliere i dettagli di quel diverbio, ma quando udì il proprio nome urlato in una frase, il suo cuore fece una capovolta improvvisa.
Sempre senza far rumore, tornò al suo letto e si rintanò sotto le coperte, piangendo in silenzio con un unico pensiero che vorticava nella sua mente di bambina.
-È colpa mia se litigano.-

Scattò a sedere, riprendendo fiato come se fosse appena riemersa da una lunga apnea, artigliando i braccioli del sedile. Avvertì una mano posarsi sulla sua spalla destra e si voltò, trovando un paio di iridi color acquamarina intrise di preoccupazione.
-Tutto bene?- le chiese, scrutandola in viso.
-Sì, stai tranquillo.- rispose Jessie con un sorriso tirato. -Ho solo bisogno di un po' d'acqua.- continuò, alzandosi per dirigersi alla cabina adibita a cucina.
Riku osservò i suoi movimenti senza proferire verbo, sospirando pesantemente quando la vide uscire dalla sala comandi e la porta si fu richiusa alle sue spalle.
-Perché non sei andato con lei? Si vede lontano un chilometro che volevi seguirla…- asserì Sora, seduto alla destra dell'amico.
-Perché ho capito che voleva stare sola…- ammise tristemente. -Quando avrà bisogno di me, lo capirò.-
Il bruno portò le mani dietro la nuca e sollevò lo sguardo al soffitto, perdendosi nei suoi pensieri. -Proprio come diceva Axel… comincia a chiudersi e ad allontanarsi da noi…-


***


Si appoggiò con la schiena alla parete ed emise un lungo sospiro, mentre portava la mano destra alla tempia nel vano tentativo di frenare l'avanzata di un fastidioso mal di testa. Chiuse gli occhi e cercò di scacciare dalla mente i frammenti del ricordo appena vissuto sotto forma di sogno.
-Non perdono tempo…- pensò sconsolata. -Ho appena lasciato il Castello e già riprendono a darmi il tormento… dannati ricordi.-
Sbuffò e si rimise in piedi per procurarsi il famoso sorso d’acqua per cui si era allontanata dalla sala comandi. Versato il liquido nel bicchiere, si avvicinò all'oblò e si mise ad osservare il nero dello spazio trapunto di stelle, senza guardarlo realmente. Nel frattempo, la sua mente saltava libera di pensiero in pensiero, passandoli uno dietro l'altro, evitando di fermarsi per più di un istante. Bevve l'acqua lentamente, mentre avvertiva una sensazione nuova e si passava la mano sinistra sul ventre, per stringere il fianco opposto. Vuotò il bicchiere e non si voltò quando udì dei passi dietro di sé.
Per qualche secondo, nulla si mosse e la custode del Tramonto non fu da meno, attendendo che il visitatore parlasse per primo.
-Jessie… devo parlarti…-
-Dimmi Kairi, ti ascolto.- rispose, voltandosi verso la principessa che la guardò a sua volta, dopo aver alzato gli occhi.
La rossa deglutì e studiò le mosse della compagna fino a fissare le sue iridi color nocciola, trovandovi una nota di curiosità immersa in uno spartito di tranquillità. Si fece avanti di un passo e prese un profondo respiro prima di parlare.
-Jessie… io voglio chiederti scusa.-
-Per cosa?-
-Dopo l'allenamento… ho iniziato… ad avere paura di te e del tuo potere e sono stata presa dai dubbi… se potevo ancora fidarmi di te, oppure no…- disse, mantenendo le iridi fisse in quelle dell'altra.
-E ora hai trovato una risposta ai tuoi dubbi?- chiese la castana senza mostrare alcuna inquietudine.
-Sì. Ho parlato con Andrea… e ho capito che la mia paura è inutile e immotivata… perciò, scusami Jessie.- affermò, chinando appena il capo.
La ragazza rimase in silenzio per qualche istante, dopodiché sorrise e appoggiò il bicchiere sul tavolo per poter mettere entrambe le mani sulle spalle della principessa, che rialzò il viso.
-Apprezzo le tue scuse Kairi, ma non sono necessarie.- replicò. -La tua reazione è stata più che naturale e mi dispiace averla causata. Non sono stata in grado di controllarmi fino in fondo e il buio che ho richiamato, ha finito con l'influenzarmi.-
-Ma non è stata colpa tua…-
-Una parte di colpa è sicuramente mia. Ancora una volta ho permesso al lato buio del mio cuore di prendere il sopravvento e ho rischiato di fare del male a te e agli altri…-
-Allora, quella nebbia…?- domandò stupita Kairi, trovando la conferma delle parole di Andrea sulla reale natura dell'incantesimo evocato dalla compagna.
-Già, quella nebbia creata dalla magia, era una specie di manifestazione del mio cuore… o meglio, di quella parte in cui albergano i miei ricordi più cupi…- chiarì, riportando le braccia lungo i fianchi. -Non so come sia successo, ma col tempo, quella magia si è modificata in questo modo e in quel buio fitto, i miei ricordi fluttuano come spettri pieni di rancore…- aggiunse, girandosi nuovamente verso l’oblò e posando lo sguardo sul profondo universo che li circondava.
Si strinse nelle braccia e cercò di allontanare l’ondata di sensazioni richiamata da quel discorso. Prese un profondo respiro e si voltò in direzione della compagna di viaggio, che la osservava con uno sguardo indecifrabile, poiché troppe erano le emozioni e i pensieri che vorticavano al loro interno.
-Kairi, ti faccio ancora tanta paura?- domandò, pensando che fosse quello il filo che si aggrovigliava nella mente della principessa. -Rispondi sinceramente.-
-Un po'…- ammise, dopo qualche istante. -…ma mi impegnerò per fare in modo che svanisca del tutto.- rispose con un sorriso. -Voglio essere tua amica e voglio mantenere la promessa che ho fatto ad Andrea.-
-Una promessa?- chiese Jessie curiosa.
La giovane annuì, portando le braccia in avanti per stringere le mani dell'altra fra le proprie. Ne avvertì il calore intenso ma piacevole e per un istante le osservò. Notò i segni lasciati dalla sua vita di keyblader, ma le trovò anche piccole e fragili come le sue. Era la prima volta che le vedeva così da vicino e si stupì un poco di vederle così diverse da come se le era immaginate.
-Le ho promesso che ti sarei stata vicina e che ti avrei aiutata, ma non lo faccio solo perché è stata lei a chiedermelo. Lo faccio anche perché voglio conoscerti meglio e non posso farlo se mi arrendo di fronte alle mie paure.- disse Kairi, rialzando le iridi sul volto dell'amica, leggendovi una sorpresa così grande da farla sorridere ancora di più. -Andrea mi ha raccontato qualche episodio della vostra amicizia, ti ha dipinta come una persona stupenda e voglio…- s'interruppe, scorgendo una punta di timore nello sguardo color nocciola della custode del Tramonto. -Tranquilla, non mi ha detto niente sui ricordi che ti fanno ancora soffrire. Se vorrai, sarai tu stessa a parlarne… e se non ci sarò io ad ascoltarti, ci sarà Riku, o Sora, o Axel… ok?-
Jessie annuì, stranita e leggermente confusa dalla piega presa da quel discorso. Non aveva mai voluto approfondire più di tanto il rapporto con i compagni di viaggio, dal momento che era abituata a starsene sulle sue, se non c'era Andrea nei paraggi, poiché era l'unica a conoscerla in ogni sua sfaccettatura.
-Mi permetti di essere tua amica?- le chiese ancora, aumentando la stretta sulle sue mani.
Rifletté bene sulla richiesta della ragazza e trovò ironico il fatto che fosse arrivata proprio in quel momento. Negli ultimi giorni si era allontanata ancora di più a causa delle sue paure e senza accorgersene aveva iniziato a chiudersi anche con Riku, nonostante quanto era avvenuto tra loro, e capì di aver commesso lo sbaglio più grande che potesse fare. Il suo compagno era sempre pronto a tendergli una mano per uscire dal profondo baratro in cui involontariamente si stava cacciando, e ora con delicata prepotenza, un altro braccio era comparso per sostenerla.
La castana sorrise commossa e pensò che forse non c'era nulla di male, nell'aprire il suo cuore a Kairi un po' alla volta, soprattutto perché anche la sua amica più cara vi aveva riposto fiducia e l'aveva mandata da lei per assicurarsi che non rimanesse sola.
Entrambe le custodi avevano paura di qualcosa, ma la rossa stava cercando di superare i suoi timori, dando prova della propria forza di volontà e del proprio coraggio. Non voleva deluderla, quindi, si disse che non sarebbe stata da meno.
-Sì, possiamo provarci…- rispose infine, stringendo a sua volta le dita intorno a quelle dell'altra.
Il viso di Kairi s'illuminò, dopodiché fece un paio di passi, trascinando gentilmente la compagna con sé. -Vieni, torniamo di là. Quando sono arrivata ho trovato Riku che faceva avanti e indietro in sala comandi con Sora che tentava di farlo sedere.- rise.
-Poveretto, non pensavo di essermi allontanata per così tanto.- rispose Jessie, facendosi scappare una risata.
-Come mai sei venuta qui? Non penso che quel bicchiere d'acqua fosse l'unico motivo… sempre se vuoi dirmelo, ovvio.- aggiunse la principessa, donando un sorriso d'incoraggiamento alla compagna.
-Bè ecco… Avevo bisogno di starmene un po' con i miei pensieri.- disse, abbassando lo sguardo.
-Brutti pensieri?-
-Non tutti… la maggior parte, ecco.-
-Allora lasciali perdere.- sentenziò la rossa, fermandosi nel corridoio. -Ignorali e concentrati su altro. È unitile che continui a tormentarti, perciò rivolgi la tua attenzione a qualcos'altro. Va bene?-
-Ci proverò.- consentì la castana, lasciando l'altra soddisfatta del risultato.
A quel punto ripresero a muoversi in direzione della sala comandi e man mano che si avvicinavano, alle loro orecchie giungeva sempre più chiaro il mormorio delle voci dei loro compagni, che si erano chiusi a cerchio accanto al sedile su cui prendeva posto il custode dell'Alba.
-Cos'avete da parlottare come vecchie signore all'ora del tè?- chiese la castana divertita, causando una risata nella compagna.
Tutti i presenti, eccetto il mago di corte che era impegnato a tenere sotto controllo la gummiship, si voltarono verso le ragazze.
-Allora?- aggiunse Kairi.
-Nulla di che!- esclamò Axel. -Ho chiesto com'erano andati gli allenamenti e ho raccontato a Sora e Riku del nostro monotono viaggio senza di voi.- spiegò poi, avvicinandosi alle due. -Andrea ti manda i suoi saluti e un pugno in testa, che evito di darti.- disse alla keyblader del Tramonto, che rise.
-Perché un pugno in testa?-
-Perché lei ha chiamato più volte sulla radio e ti cercava, ma tu non c'eri. Così quando ho portato lì Kairi, mi ha chiesto di riferirti che sei una testona e di non dirle di chiamare quando vuole se poi non ci sei sulla nave. Ah, e alla fine mi ha raccomandato il pugno.- concluse ridendo.
-Quella ragazza non cambierà mai.- aggiunse Jessie divertita. -Mi farò perdonare in qualche modo.-
-Jessie, vieni un attimo con me? Vorrei parlarti.- esordì l'argenteo, dopo che si fu alzato dal sedile.
La castana annuì e si avviò verso la sua cabina, congedandosi dai compagni con un lieve sorriso, con Riku al seguito. I membri del gruppetto li osservarono chiudersi nella stanza, dopodiché si guardarono l'un l'altro senza sapere cosa pensare.
-Kairi hai ottenuto qualcosa parlando con Jessie?- chiese il Ritornante dai capelli scarlatti.
La ragazza sorrise soddisfatta. -Abbiamo chiarito tante cose e forse sono riuscita a darle un po' di speranza… però Andrea aveva ragione…- sospirò, lasciando la frase in sospeso. -Spero solo di essere in grado di starle accanto e di aiutarla.-
-Sono sicuro che ci riuscirai.- affermò Axel con un sorriso. -E poi, non dimenticare che ci siamo anche noi.-
-Hai ragione.- ammise la principessa del cuore.
-Ora però tocca a Riku.- intervenne Sora, guardando la porta che li separava dai due compagni. -Lui è l'unico che può impedire a Jessie di isolarsi, senza imporre la sua presenza.-
Un silenzio unanime approvò le parole del castano, che emise un piccolo sospiro prima di imitare gli amici e tornare a sedersi in attesa della fine di quel tratto di viaggio.


***


Chiusa la porta alle sue spalle, il ragazzo alzò lo sguardo sulla compagna e la osservò muoversi lentamente nella cabina in direzione dell'oblò e rivolgere la propria attenzione al profondo oceano di stelle e vuoto che li avvolgeva come una coperta. Senza esitare, le si avvicinò e la abbracciò tirandosela contro il petto, poi posò il viso sulla sua spalla sinistra, baciandone la parte scoperta. Finalmente la sentì calda e sorrise d'istinto.
-Perché sorridi?- chiese la castana, avendo percepito il movimento delle labbra sulla pelle.
-Così.-
-E cosa volevi dirmi?-
-Volevo sapere se era sul serio tutto a posto… quando ti sei svegliata eri pallida e spaventata.- spiegò Riku, incrociando le braccia attorno al suo ventre. -Cos'hai sognato? Ti va di dirmelo?-
Jessie si irrigidì appena a quella richiesta e per un istante smise di respirare. Combattuta tra i suoi timori e la tentazione di parlarne con il proprio compagno, rimase in silenzio con gli occhi fissi sullo sfrecciante panorama sempre uguale e diverso al contempo. Le sembrò che il tempo rallentasse e che tutto ciò che le stava attorno si zittisse all'improvviso, mentre rifletteva su quale fosse la strada giusta da prendere. Avvertì le labbra dell'argenteo che le posavano un nuovo e leggero bacio sulla spalla e inconsciamente si rilassò, prendendo un profondo e lungo respiro.
-Calmati Jessie, non abbiamo fretta.- sussurrò il custode all'orecchio della castana, che udì appena quelle parole ma che, al contrario, sentì chiaramente il ritmo delle sue pulsazioni e cercò di seguirlo con le proprie.
Lo trovò perfetto e pian piano vi si adeguò con dei respiri profondi e quieti, simili a quelli tipici del sonno.
Socchiuse un momento gli occhi e si perse nel ricordo da cui era nato l'ultimo incubo che l'aveva tormentata con il suo dolore. -Non era uno dei peggiori…- cominciò prendendo fiato, come se stesse per tuffarsi da una rupe. -Ero piccola… forse avevo nove anni o meno…-
Riku non si mosse né parlò, si limitò ad ascoltare la sua compagna, che nel frattempo aveva abbassato il tono di voce, probabilmente senza volerlo. La sentì irrigidirsi e rabbrividire, per un solo istante.
-Era notte e stavo già dormendo da un pezzo, quando le voci dei miei genitori mi hanno svegliata… Non capivo cosa stessero dicendo… la mia maledetta curiosità mi ha fatta alzare dal letto… per andare ad aprire un po' la porta e… sbirciare nell'altra stanza.- si fermò un momento, cercando di impedire alla propria voce di tremare. -…mio padre era arrabbiato per qualcosa… non l'avevo mai sentito parlare in quel modo… e mi sono spaventata…- un nuovo e inatteso brivido la scosse, quando davanti alle sue iridi si ripresentò la scena vista in sogno e ancora una volta vide se stessa, accucciata dietro alla porta della stanza che divideva con la sorella, ad ascoltare il litigio dei genitori. -…non ho capito molto di quello che si sono detti… ma poi… poi ho capito che parlavano di me… e di quello che succedeva a scuola… era colpa mia… stavano litigando per colpa mia! Mia!- urlò.
La castana serrò gli occhi, che avevano già versato qualche lacrima, per impedirsi di vedere quei momenti. Tuttavia, fu inutile, poiché nella sua mente quel frammento di memoria lontano dieci anni, scorreva all'infinito come la pellicola di un film. Non si era nemmeno resa conto che l'argenteo l'aveva voltata e stretta tra le braccia per farle sentire la sua presenza ed evitare che si perdesse in se stessa.
-Calma, non piangere più.- le sussurrò all'orecchio. -E' passato Jessie, ricaccialo nel suo angolo, puoi farcela.-
La ragazza però, udì a malapena le parole del suo compagno, anche se sapeva che era accanto a lei e che la stava abbracciando, le sembrò lontano e irraggiungibile. Attorno a sé, vedeva solo il nero infinito della sua mente e davanti, una bambina, rannicchiata contro una porta inesistente che piangeva per una colpa che credeva sua.
-Riku…- chiamò in un soffio. -Riku aiutami…- disse, stringendo i pugni sul suo petto.
Senza fretta, il custode dell'Alba rispose a quella disperata richiesta di aiuto. Le prese il viso fra i palmi, avvertendo il calore delle gocce saline che ancora scendevano dai suoi occhi chiusi, e le posò un bacio leggero sulle labbra roventi senza pretendere nient'altro. Gli sembrò di stringere una lampada dai bordi di carta, poiché in quel momento, la sua compagna era fragile come un foglio di carta di riso ed era talmente sottile che poteva vedere chiaramente il fuoco che l'alimentava: una fiamma rossa e viva ma traballante perché scossa da una forza più grande.
Jessie, invece, fu attraversata dalla fresca sensazione portata improvvisamente dalle labbra del ragazzo, simile a quella donata dalla pioggia in un'afosa giornata estiva. Ne assaporò ogni frammento, lasciando che fluisse nel suo corpo e nella sua mente per spazzare via quel ricordo infelice e rispedirlo da dove era venuto. Lentamente, il suo corpo frenò i suoi tremiti, la presa ferrea delle sue dita sulla maglia del compagno si rilassò e il suo cuore, che aveva cominciato a battere ad un ritmo tale da farle sentire il rimbombo nelle orecchie, si placò, tornando a seguire la cadenza del battito che gli stava vicino.
Fu Riku a sciogliere il contatto e dopo aver creato una distanza sufficiente tra il suo viso e quello di Jessie, finalmente si specchiò nelle sue iridi color nocciola, circondate da un lieve rossore dovuto al pianto, e vi lesse parte dell'immensa confusione che la stava tormentando. Si fece scappare un sorriso amaro, dopodiché le asciugò le ultime lacrime e fece scendere le mani fino ai suoi fianchi.
-Come ti senti ora?-
-Meglio…- sospirò lei, appoggiando la testa alla sua spalla. -Grazie Riku.-
-Non devi ringraziarmi, io per te ci sarò sempre.-
-Appunto, grazie di esserci.-
L'argenteo sorrise senza replicare. -Vuoi stenderti un po'? Manca ancora più di un paio d'ore alla meta prevista, puoi approfittarne per riposare.- suggerì.
-Solo se rimani.-
-D'accordo.-

Un leggero ma secco bussare attirò la sua attenzione, facendogli sollevare il viso. -Avanti.-
Silenzioso e cauto, il Ritornante dalla chioma scarlatta si fece avanti con passi decisi e si avvicinò al letto, osservando la scena che gli si presentava davanti con la tenerezza dipinta in volto. Con i capelli sparsi sul cuscino, l'espressione distesa, il corpo appena rannicchiato e una mano stretta in quella del compagno, la custode del Tramonto dormiva un sonno placido dal respiro quieto. Gli parve assurdo che la guerriera prescelta dalle chiavi oscure, terribile in battaglia come il fuoco che controllava, e la ragazza tranquilla e indifesa che aveva davanti fossero la stessa persona. Il keyblader dai capelli argentei le sedeva accanto, con le gambe tese e la schiena appoggiata alla testata del letto.
-Che succede Axel?- domandò curioso. -Siamo arrivati?-
Il rosso annuì. -C'è un problema però. Pare che questo mondo sia circondato da una barriera un po' particolare e quindi ci sarà parecchio movimento durante il passaggio.-
-Ho capito.- rispose con un sospiro, mentre posava una mano sulla spalla della castana per scuoterla. -Jessie? Jessie svegliati.-
Cogliendo di sorpresa entrambi, la giovane aprì immediatamente gli occhi, dopodiché si mise a sedere con un piccolo sbadiglio.
-Dormito bene?- le chiese il Soffio di Fiamme Danzanti.
-Mi sono riposata.- disse, guardandosi attorno rapidamente. -E' successo qualcosa?-
-Dobbiamo andare a sederci in sala comandi, fra poco atterreremo.- spiegò Riku, mettendosi in piedi.
La castana lo imitò. -Ricevuto… vado a darmi una rinfrescata e vi raggiungo.- asserì, chiudendosi nel bagno della cabina.
Rimasti soli, i due ragazzi si scambiarono uno sguardo poco convinto, prima di uscire e allontanarsi dalle orecchie della ragazza.
-Ha riposato dice.- asserì Axel.
L'argenteo annuì. -L'aveva detto al castello di re Arold, che d'ora in avanti avrebbe fatto attenzione a non addormentarsi del tutto. Anche se sembrava un sonno profondo il suo, in realtà non lo era.-
-Hai ragione…- rispose il rosso con un sospiro, entrando per primo in sala comandi e attirando l'attenzione dei compagni di viaggio.
-Dunque?- domandò Riku, avvicinandosi alla postazione del pilota per osservare dal vetro dell'abitacolo, il mondo su cui sarebbero atterrati a breve.
Ai suoi occhi color acquamarina, si presentava un bel pianeta azzurro, coperto qui e là da grandi spazi di terra, tinteggiata di verde e marrone, dove non era nascosta dallo strato di nubi, che volteggiavano su di esso. Per metà inondato dalla luce della stella più vicina, al lato opposto mostrava un buio pesto che si affacciava su un altro corpo celeste poco distante, tinto di grigio.
-Dunque…- ripeté il mago di corte. -Dalle rilevazioni fatte finora è uscito che questo mondo deve essere pieno di conflitti in corso, perché pullula di oscurità in ogni angolo… però, sembra che i nostri nemici si siano stanziati in un luogo specifico. In più, c’è una strana barriera che lo circonda…- spiegò.
-Ma quella… è la Terra.-
Tutti i presenti si voltarono verso la custode del Tramonto, trovandola sbalordita da ciò che vedeva.
-Ne sei sicura?- chiese re Topolino.
-Dovrei vedere più da vicino la conformazione dei continenti, ma per ora ne sono certa al novanta per cento.-
-Può darsi che sia identico al tuo mondo sai?- intervenne Paperino. -Ti assicuro che le coordinate sono diverse e poi mi sarei accorto se fossimo tornati indietro.- spiegò.
-Paperino ha ragione.- aggiunse Sora. -L’universo è immenso, quindi può capitare di trovare due mondi simili o uguali.-
-E poi…- riprese il mago. -…il tuo mondo era circondato da satelliti di ogni tipo, mentre qui non se ne vede nemmeno l’ombra.-
-In effetti hai ragione…- rispose la ragazza, dopo aver osservato meglio la sfera immersa nel silenzioso oceano di stelle. -…però ho una strana sensazione…- sussurrò.
-Come?- chiese il castano.
-Niente, pensavo ad alta voce.-
-Bè, credo che restare qui a guardarlo non ci faccia attraversare la barriera.- disse Riku.
-Una barriera?- domandò Jessie.
-Esatto e da quel che vedo dagli ultimi dati, si direbbe che sia una barriera spazio-temporale.- fece il papero. -Sembra quasi un buco cosmico sotto forma di barriera… ben strano.- affermò, alzandosi il berretto per grattarsi il capo.
-Siamo in grado di passare?- chiese il custode della Catena Nobile.
-Penso di sì, dopotutto quando abbiamo viaggiato con Sora siamo stati in mondi con epoche diverse dalla nostra e siamo passati da un buco cosmico. Se questa barriera segue lo stesso principio, dovremmo riuscire a passare senza problemi.-
-Dovremmo?- deglutì Kairi. -E se non…-
-Non ci pensare, noi ci riusciremo!- intervenne Pippo, posando una mano sulla spalla della principessa.
-Pippo ha ragione!- esclamò Sora. -Ci fidiamo di Paperino e della gummiship!-
Il mago di corte ghignò. -Una fiducia ben riposta amico! Sedetevi e lasciate fare a me!-
Tutti annuirono, compresi i due Ritornanti che dopo aver salutato gli amici, assicurandoli che si sarebbero rivisti più tardi una volta atterrati e al sicuro, attraversarono un varco per tornare al Castello Disney. Ogni passeggero presente sulla nave rossa e gialla prese il suo posto, allacciandosi le cinture per puntare il proprio sguardo sul pilota, che stringeva la cloche tra gli arti piumati.
-Ok.- asserì il mago di corte, sistemandosi il berretto da marinaio. -Andiamo!- esclamò, spingendo la gummiship in avanti, direttamente contro la barriera del mondo che volevano raggiungere.
Come un corridore sulla linea di partenza, la nave partì di scatto a tutta velocità, con gli scudi alzati, pronta ad affrontare l'ostacolo invisibile agli occhi dei suoi passeggeri, ma non ai suoi. Infatti, sul radar tenuto d'occhio da Paperino, la sottile circonferenza, che attorniava quel punto vivo dell'universo, si faceva sempre più vicina.
-Tenetevi forte! Dieci secondi all'impatto!- avvertì, cominciando un sussurrato conto alla rovescia, imitato in silenzio dai suoi compagni.
-Nove…- pensò Jessie, stringendo la presa sul sedile senza distogliere l'attenzione dal vetro che le mostrava quel mondo identico al suo e che le donava una forte sensazione di nostalgia.
Riku gettò un'occhiata alla ragazza e sorrise d'istinto nel vederla decisa e battagliera, pronta ad affrontare tutto ciò che si sarebbe posto sul suo cammino da quel momento in avanti. Re Topolino, seduto alla sua destra, non spostò nemmeno per un istante lo sguardo dalla schiena del pilota, che più volte si era dimostrato un amico fedele e sempre presente al suo fianco, indipendentemente dalla situazione in cui poteva venirsi a trovare.
-Quattro.- soffiò Kairi, serrando gli occhi per riaprirli immediatamente e specchiarsi in quelli di Sora, quando avvertì la sua mano sulla propria e quando udì la sua voce pronunciare il numero seguente.
Il Maestro del keyblade donò un sorriso sicuro alla compagna, che ricambiò la stretta e allungò le labbra. Accanto a loro, Pippo osservava l'amico di una vita con uno sguardo tranquillo, di chi sa per certo che ogni cosa sarebbe andata per il meglio. -Uno.- mormorò con un sorriso.
L'impatto con la barriera fu violento e improvviso.
Tutti sbatterono contro lo schienale, lasciandosi sfuggire qualche gemito per via del colpo ricevuto e serrando le palpebre per un momento soltanto. Paperino fu l'unico ad impedirsi di battere ciglio davanti alla forza di quello schieramento privo di forma, poiché mai e poi mai avrebbe ceduto ad esso.
Ad un tratto, la gummiship iniziò a tremare. Dapprima con una leggera vibrazione, poi però con delle scosse simili a quelle provocate da un terremoto di basso grado. Una goccia di sudore freddo cadde dalla fronte del pilota, che era talmente concentrato, da non accorgersi del tremore che stava scuotendo la nave. L'attenzione dei suoi occhi, era tutta per ciò che stava accadendo fuori dalle pareti metalliche, poiché lentamente il muso avvolto nello scudo, stava scivolando attraverso la barriera, senza procurarle alcun danno, come un sasso che cade nell'acqua e ne viene inglobato. Non potevano permettersi di sconvolgere i mondi più di quanto stessero già facendo.
Deglutì e mentre la mano sinistra teneva la cloche puntata in avanti, la dritta scivolò su una leva accanto, per spingerla piano e attivare gradualmente i motori supplementari, che si trovavano sui fianchi della nave. Come se fosse stata spinta da una strana curiosità e dalla grinta del suo pilota, la gummiship si fece strada attraverso la barriera, centimetro dopo centimetro, sempre tremante come una foglia in balia di un temporale, che si ostina a restare attaccata al proprio ramo.
Il mago di corte ignorò gli scossoni e rimase con gli occhi fissi sul monitor che gli indicava la posizione della nave. Infatti, quando vide che metà della nave aveva ormai oltrepassato l'involucro invisibile ai suoi occhi, riportò entrambe le mani sulla cloche e si tenne pronto per il momento in cui, privo di forze a trattenerlo, il loro mezzo sarebbe schizzato in avanti. Paperino diede il via ad un nuovo conto alla rovescia, dopo aver stretto la propria cintura di sicurezza, invitando i compagni a fare lo stesso.
-Ci siamo!- urlò, nell'istante in cui la gummiship, finalmente libera da vincoli, fu sparata come un proiettile verso il mondo verde e azzurro che attendeva solo il loro atterraggio.
Con maestria ed esperienza, il pilota tirò la cloche, cercando di frenare l'avanzata della nave, e spostò la mano sulla leva dei motori ausiliari per spegnerli lentamente. Quando fu certo di aver abbassato totalmente la leva, il papero si dedicò ai motori principali per ridurre la velocità ed evitare che si gettassero a capofitto sull'atmosfera del mondo, finendo come un pezzo di carbone nelle fiamme di un camino. Compiuto anche quel passo, senza incappare in problemi di alcun genere, il mago di corte si preoccupò di trovare un punto d'atterraggio e optò per la zona in cui le strumentazioni avevano rilevato un'alta concentrazione di Oscurità, probabilmente dovuta ai loro nemici. Annuendo a se stesso, gettò la nave in una rapida giravolta e digitò le coordinate dell'area prescelta.
Tirando un sospiro di sollievo, i passeggeri allentarono la presa sui braccioli dei sedili e si rilassarono, godendosi l’atterraggio della gummiship, che fu tranquillo e privo di difficoltà. Superati gli strati più esterni dell’atmosfera, Paperino provvide ad avvolgere la nave con la sua consueta invisibilità per non destare l’attenzione degli abitanti del mondo.
Sorvolarono una vasta distesa pianeggiante, seguita poi da una foresta di alberi dal fitto e verdeggiante fogliame, in cui trovarono una radura abbastanza ampia e protetta da poter ospitare il loro mezzo di trasporto senza problemi. Posati finalmente i piedi a terra, i guerrieri della Luce si guardarono attorno curiosi e attenti, soprattutto la custode del Tramonto, in cerca di indizi che potessero dirle che quello era il suo mondo o una sua perfetta copia. Jessie osservò il cielo, che lentamente si schiariva e si tingeva di un limpido azzurro, e le fronde che circondavano lei e i suoi compagni, a tratti illuminate dai primi raggi solari.
-L'alba…- pensò Riku, voltandosi verso la compagna, che studiava i dintorni con meticolosità.
La vide alzarsi in volo, appena sopra i rami più alti per scoprire cosa si trovasse oltre l'esercito di piante. I suoi occhi color nocciola si spostarono in ogni direzione, incontrando un'ampia distesa di campi coltivati davanti a loro, a sud sorgeva un villaggio composto da piccole case spartane, mentre a nord la foresta si estendeva per altri incalcolabili chilometri e la sua fine sfuggiva al suo sguardo. Alle loro spalle, invece, da cui provenivano i primi raggi del sole nascente, vi erano altri campi coltivati e qualche abitazione. Tuttavia, fu tra l'est e il nord che la custode fermò il suo esame, dove prendeva posto un'imponente montagna avvolta da una fitta nebbia, che non le permetteva di distinguerne le forme precise, ma non sulla cima, che era ammantata da un leggero alone rosa, conferendole un aspetto tetro e solenne al contempo. Abbassando lo sguardo, Jessie notò un centro abitato poco più corposo rispetto ai precedenti, che si trovava esattamente a metà strada tra la foresta e l'inquietante e misteriosa altura.
La castana tornò a terra rapidamente, affiancando il mago di corte. -Paperino da che parte era concentrata l'Oscurità che hai rilevato prima?- domandò.
-Nord-est, perché?-
-In quella direzione ho visto una montagna poco rassicurante.-
-Bè, allora abbiamo trovato il nostro obiettivo no?- intervenne Sora con un sorriso, portandosi le mani dietro la testa.
-Pare di sì.- rispose Jessie.
-Allora forza!- esclamò Topolino. -Tutti in marcia in direzione nord-est!-


***


Il ragazzo si alzò in piedi, sistemandosi la fedele spada al fianco prima di rivolgere una rapida occhiata al sole che faceva capolino dall'orizzonte. Si domandò quanto ancora sarebbe durata quella battaglia, che occupava quasi ogni giorno della sua bizzarra e turbolenta esistenza. La sua e quella dei suoi compagni.
Si voltò a guardarli, e fu soddisfatto di trovarli in piedi e pronti per riprendere il viaggio.
-Possiamo andare?- chiese con una punta di impazienza.
-Certo Inuyasha, quando vuoi.- rispose la ragazza dai folti capelli neri.
-Benissimo. Andiamo, direzione toro-tigre!-









Finito! A me come sempre, non mi convince... almeno non nella sua integrità, di alcune parti posso sentirmi soddisfatta, ma con altre mi viene solo voglia di mangiarmi le mani <.< Spero che a voi piaccia e scusate se sono caduta un pò di tono, ma questo capitolo l'ho scritto a più riprese (troppe) e il risultato è quello che avete visto... Mi auguro di tornare presto con il seguito, dove finalmente ci butteremo a capofitto nel mondo di Inuyasha e compagni! A presto!!
See ya!



L'angolino dedicato a voi u.u

Ciccio85: Ragazzo mio, non esiste che io mi dimentichi dei lettori u.u Sono contenta che il chap ti sia piaciuto :3 Spero che questa seconda parte sia stata all'altezza della prima. A presto! Byeee!!!

lettore 01: Carissimo, spero di non averti fatto aspettare troppo xD però come vedi, io torno sempre u.u Mi auguro che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che soddisfi le tue aspettative ^^ Alla prossima!!! Saooo!!!

soral: Gemellina :3 Grazie del papiro a cui ho già risposto con un altro papiro xD Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo ok? :3 Ciau <3




Anche per oggi siamo giunti alla fine dell'aggiornamento... e come sempre passo a fare gli ultimi ringraziamenti u.u Dunque, credo che molti di quelli che mi seguono abbiano cambiato nick, ma penso di essere riuscita a riconoscervi comunque XD Di sicuro so che Cipotta91 e Franz3v sono nuovi tra coloro che hanno aggiunto la fic ai preferiti, quindi vi do un abbraccio mega gigante <3 Arigatou :3 Poi... visto che non sono sicura di avervi riconosciuti tutti tutti, vi lascio un ringraziamento generale: un grazie enorme a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite e/o le seguite... sono sempre commossa nel vedervi in così tanti ç___ç E poi ringrazio anche tutti voi che leggete soltanto! Lo sapete vero che vi adoVo? :3 Ovvio che lo sapete, sciocchina me che mi faccio certe domande ù.ù
Spero di tornare presto con il prossimo capitolo, ma non so quando riuscirò a mettermi al lavoro... Alla prossima!!!!
  
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