Femminismo & Misoginia
A mio cugino Lorenzo
I.
RavenTown era una piccola cittadina, se così può essere definita,
situata nelle vicinanze di Londra. Perché si chiamasse “città del corvo” era
ancora un mistero; probabilmente il nome
derivava dalla festa che vi si teneva ogni estate , e più precisamente nella
prima settimana di Luglio, in onore dell’animale, anche se non era chiaro
neppure il motivo della sacralità di quell’uccello. Diventava quindi quasi
impossibile stabilire se fosse il nome della cittadina a derivare dalla festa,
oppure se la festa fosse solo una giustificazione pagana per il nome della cittadina,
le cui origini erano avvolte in un mistero che sconfinava quasi nella leggenda.
Dotata di incantevoli paesaggi, ammirata per le sue immense
distese verdi, che sembrava spiegare perché si credeva fosse proprio quello il
colore della speranza, e per il suo cielo perennemente azzurro, talmente
azzurro da infondere immediatamente calma in chiunque si fermasse ad
osservarlo, RavenTown accoglieva in estate, proprio in occasione della festa,
un numero spropositato di visitatori, mentre d’inverno tornava a contare le
uniche decine di famiglie che vi stanziavano stabilmente.
Poiché la nostra storia si apre a giugno, è possibile
presentare una panoramica più dettagliata delle famiglie del luogo, senza
precluderci la vista del florido paesaggio e anticipando il fermento per
l’imminenza della tanto attesa festa.
Come già detto in precedenza, non erano molti i nuclei familiari di RavenTown, e per la
loro esiguità era impossibile che non si conoscessero tra loro. Le notizie
correvano più veloci a RavenTown, così come i pettegolezzi si diffondevano più
rapidamente e gli scandali acquisivano più risonanza. Naturalmente c’erano
delle signore in particolare che si dilettavano in questo mestiere: d’inverno
la noia le portava a non far altro che creare e confidare congetture sui più
minimi e insulsi avvenimenti, mentre d’estate, erano le notizie stesse che le
andavano a cercare, quasi chiedendo di essere raccontate. La famiglia Morgan, i
Jones, le figlie del Colonnello Carter, erano tutte prede ambite degli occhi
attenti della Signora Wright e delle sue amiche. Ma non è su queste famiglie
che voglio incentrarmi, ma su una in particolare: la famiglia Prince. Perché
parlare proprio di loro? Perché erano la famiglia più lussuosa, più ricca e più
elegante della cittadina.
I coniugi Prince si erano trasferiti a RavenTown, appena
divenuti tali ed avevano acquistato una deliziosa villa isolata a pochi passi
dalla dimora della famiglia Carter. John Prince era un uomo molto simpatico e
cordiale, ultimo erede maschio di una delle più importanti famiglie inglesi,
che per la sua ricca eredità, nonostante la misera dote della moglie, non aveva
avuto mai bisogno di lavorare, né aveva mai sentito necessità di accrescere
ulteriormente il suo patrimonio. Victoire Chevalier in Prince, era una donna molto intuitiva e
intelligente, molto più del marito, ma purtroppo al suo contrario proveniva da
una famiglia francese di ceto sociale abbastanza basso e non aveva avuto la
possibilità di integrare con la cultura e la conoscenza, l’innata predisposizione
all’apprendimento. Proprio per questo motivo aveva dato la massima priorità
all’istruzione delle sue due figlie femmine, educandole fin da piccole sulla
base di principi, che nascondevano tra le righe un certo femminismo.
L’influenza materna aveva quindi certo aiutato le doti innate delle due giovani
Prince: Charlotte a venticinque anni era una ragazza molto bella e dai modi
eleganti e graziosi. Aveva un’intelligenza molto sviluppata, purtroppo però non
sul lato emotivo. Difficilmente si lasciava andare alle sue emozioni ed era
difficile intuire dove finisse la riservatezza e iniziasse la freddezza. Aveva
ereditato del tutto lo spirito femminista che nella madre era rimasto solo
concettuale e professava di non volersi sposare mai. Rose invece, era una ragazza molto graziosa
per i suoi diciassette anni, più simpatica e meno distaccata della sorella, ma
non da lei, che seguiva sempre come un esempio e considerava il suo punto di
riferimento.
La famiglia Prince si trovava in questo momento in grande
fermento e non solo per la festa del corvo, ma anche per l’imminente ritorno
dalla guerra di una persona a loro tanto cara.
“E’ tornato Alexandre!”
Gridò Rose al colmo della felicità, scorgendo alla finestra due uomini a cavallo e riconoscendo tra i due la figura del suo cugino amato e tanto bastò per far riunire i quattro Prince in salotto per accogliere l’arrivato.
N.D.A.
Ho finalmente deciso di pubblicare il mio primo romanzo, il
cui stile fa un po’ eco alla mia tanto amata Austen.
E’ ambientato in Inghilterra in questa appunto immaginaria cittadina
“RavenTown”, nella prima metà dell’Ottocento. Il tema principale sarà appunto
lo spirito di indipendenza femminile, che caratterizza la protagonista e
appunto per antitesi una diffusa misoginia. Adorerei un vostro parere!!