Ehi :) Facciamo
un passo indietro e
andiamo a quando Ninfadora Tonks frequentava Hogwarts, prima di
conoscere Remus.
Cosa sarebbe potuto succedere?
Cappellino.
{I’m
delirious,
Are
you serious?
What
goes on in your head,
I’m
just curious.
‘Cos
I’m hanging here,
Got
me dangled here.
Think
your love,
oh your love has got off my head. }
[Love you
anyway by Boyzone]
L’aveva
visto passare per i corridoi del castello tante di quelle volte che
ormai ne
aveva perso il conto.
In nessuna di queste l’aveva, però, degnato di uno sguardo.
Quando qualcuno lo indicava, sussurrandone piano il soprannome -ancora
non
conosceva il suo nome- per non farsi sentire, non alzava mai la testa
per
volgerla nella direzione indicata. Mai. Non perché si credesse
superiore,
assolutamente no. Solo non le interessava.
Non spiccava certo per la
sua bellezza,
credeva. Non l’aveva neanche mai visto scherzare con qualcuno, se ci
pensava.
In realtà non sapeva alcunché di lui. Solo che frequentava la sua
stessa
scuola. Per quanto ne sapesse poteva anche provenire da Marte ed avere
genitori
alieni.
In effetti, non si era mai accorta di lui.
Mai, in sei anni.
Un giorno, però, qualcosa era cambiato.
Era solo successo che l’aveva guardato.
Non negli occhi.
Però, da lontano,
così, uno sguardo
glielo aveva dato.
Non successe niente. Non era un film babbano, quello. Nessuna
scintilla. Nessun
amore a prima vista tra due sconosciuti. Sarebbe stato anche noioso.
Così, quel giorno, l’aveva guardato. Non osservato.
Un’occhiata fugace e tutto lì.
Aveva un cappellino invernale ben calcato in testa –a giudicare da
quello
doveva avere origini babbane, o essere un babbanofilo, comunque-, gli
occhiali
–forse- una
maglietta colorata e un paio
di pantaloni scuri. Non indossava la veste.
Si era dovuta ricredere sul fatto che non fosse bello. In quel momento
le
sembrò carino. Nulla di più.
Il giorno dopo non lo vide.
Non le mancò. Del resto non sapeva
nemmeno chi fosse.
Ricominciò a vederlo quasi ogni giorno.
Notò che aveva cambiato il cappellino. Era diventato uno di quelli
estivi, uno
di quelli con la visiera larga per ripararsi dal sole, pieno di
disegni. Era
arrivata la primavera ad Hogwarts. Lo teneva al contrario. La visiera
era
dietro.
Non sapeva ancora chi fosse, in realtà, e diverse volte lo confondeva
con altre
persone.
Poi, un giorno, lo guardò un attimo in più, sempre da un punto
piuttosto
lontano.
Le sembrava più carino –solo un po’-...e poi... le ricordava qualcuno.
Quel giorno aveva
gli occhiali. Notò che
i capelli erano di un castano molto chiaro, la mascella squadrata.
Lo vide anche il giorno dopo, poi non più.
Questa volta le sembrò strano non vederlo in giro.
Qualche giorno più tardi, una settimana o giù di lì, lo incontrò ancora.
Questa volta da più vicino, ma ancora non lo guardò negli occhi.
Non ci riusciva, perché era cambiato qualcosa.
La sua presenza ogni giorno era diventata una costante.
E sembrava una cosa sciocca, perché anche lui non aveva idea di chi
fosse lei.
Però il vederlo tutti i giorni era diventato qualcosa di fisso.
E la calmava.
Poco tempo dopo, quando lo incrociò ancora, lo stava cercando.
Ogni volta che lo vedeva il suo cuore riprendeva a battere. Per davvero.
Le era sembrato morto per molto tempo, allora aveva
pensato di andare a cercarlo, quell’ossigeno
che lo faceva battere.
Anche se era sottoforma di ragazzo con cappellino.
Così, ogni giorno, andava in cerca di quel ragazzo.
Non era più alto di lei e rideva.
L’aveva finalmente visto ridere con qualcuno e aveva sorriso anche lei.
Si potrebbe dire che ne era diventata dipendente.
Strano, vero?
Oh, il suo nome l’aveva scoperto.
Ci era voluto un bel po’ di coraggio, ma l’aveva scoperto.
Si chiamava come quel ragazzo che le piaceva quando era più piccola.
Quel ragazzo le era piaciuto per più di otto anni. Senza scherzare.
Iniziò a pensare che quel nome la perseguitasse.
E un po’ le faceva male. Sovrapporre quella figura a quella dell’altro
ragazzo
non era facile.
Però ci avrebbe provato.
Finalmente arrivò il giorno in cui lo vide negli occhi.
Anche questo fu casuale.
Aveva sempre la speranza di incontrarlo, certo, ma non lo stava
cercando.
Non lo aveva mai seguito, in effetti.
Comunque, quel giorno stava camminando in una direzione con una sua
amica,
quando questa cambiò improvvisamente strada.
Si voltò completamente, camminando nel senso opposto.
Ecco.
Fu in quel momento.
Quando anche lei si voltò per seguirla, lo vide camminare nella
direzione
opposta alla sua.
Quella che stava percorrendo prima.
Fu un’occhiata veloce, ma lo guardò negli occhi.
Erano belli, aveva pensato.
Forse aveva anche sorriso, non riesce a ricordarselo.
L’unica cosa che sa è che il suo cuore perse parecchi battiti in quel
momento.
Ne fu felice lo stesso.
Si sentì viva in quel momento. E
mentalmente lo ringraziò per quello.
Lo stesso giorno, più tardi, alla fine delle lezioni, si girò, per caso
e lo
rivide.
Sorrise, senza farsi vedere dalla persona con cui stava parlando.
Non lo confondeva più con nessuno.
Lo avrebbe riconosciuto sempre, da quel giorno in poi.
Forse un giorno
avrebbe trovato il coraggio di parlargli.
Grazie per essere arrivati fin qui :)