Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Neko    08/04/2011    3 recensioni
Vidi una forte luce che sembrava chiamarmi. Feci qualche passo per oltrepassarla. Finalmente avrei visto i miei genitori e riabbracciato Ero-sennin, ma mi accorsi che qualcosa mi bloccava. I miei piedi non avevano più intenzione di muoversi e lentamente quella luce così accecante che mi riscaldava il cuore, si ridusse sempre di più fino a spegnersi completamente.Come la maggior parte delle persone, non sapevo cosa aspettarmi dopo la morte, ma avvertivo che c'era qualcosa che non andava. Mi sentivo in trappola, prigioniero, fuori posto, come se non dovessi trovarmi lì.
Genere: Generale, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6: Perdonare

 

Pov Naruto

 

Ancora una volta avevo sentito uscire quelle parole dalla bocca di Sakura. Desiderava la morte di Sasuke con tutto il suo cuore e come se non bastasse quel dobe era della sua stessa idea.

La mia morte alla fine cominciava a mostrarsi davvero inutile, se il mio sacrificio non aveva portato a niente di positivo.

Non tolleravo più quella situazione e non avevo la minima idea di come risolverla.

Potevo perseguitarli, far avvertire loro la mia presenza e trasmettere i miei sentimenti, ma qualunque cosa potessi fare, non avrei mai avuto il potere di cambiare ciò che provavano nel cuore. Potevo solo cercare di far comprendere loro il motivo del mio gesto.

Da quanto vedevo Sakura non avrebbe mai accettato la mia morte, non per Sasuke,  e mi ritrovai a desiderare che l’amore che la mia compagna aveva sempre provato in quegli anni verso il mio rivale, non fosse svanito del tutto.

Era una pugnalata per me doverlo pensare, ma se quella fiamma ardeva ancora, forse avrebbe potuto tornarmi utile.

Comunque stavano le cose, la mia impresa di ritrovare la luce, non si sarebbe dimostrata per niente una cosa facile e ogni minuto vedevo la mia speranza di passare oltre affievolirsi sempre più.

Come se non bastasse cambiavo umore in continuazione, come una donna incinta. Un attimo prima mi ritrovo disperato, poi calmo, rassegnato e infine arrabbiato. Era questo ultimo stato che mi preoccupava maggiormente dato che potevo compiere cose che non mi immaginavo neanche.

Anche da fantasma ero imprevedibile, proprio come quando ero un ninja.

Mi ero di nuovo calmato e cercai di riflettere sulla mia condizione o almeno di trovare qualche cosa di positivo nell’essere fantasma, che potesse aiutarmi a farmi restare lucido nei momenti peggiori.

Non mi venne in mente poi molto. Se al mio posto ci fosse stato Ero-sennin avrebbe approfittato della sua invisibilità per spiare le donne alle terme.

Sinceramente un pensierino lo feci, ma tornai presto in me.

Sempre seduto sulla tomba davanti alla mia, guardai il sole e dalla sua posizione potei dedurre che fosse ora di pranzo. A quell’ora probabilmente mi sarei recato dall’ichiraku ramen.

Mi faceva uno strano effetto pensare che non avrei mai più potuto assaggiare quella pietanza.

Erano cose insignificanti, rispetto al casino in cui mi trovavo, ma quelle piccole cose mi facevano sentire nostalgia della vita.

Sospirai per l’ennesima volta in quel giorno per la situazione, ma non potei rattristarmi a lungo perché un’orribile sensazione si impossessò del sottoscritto.

Ebbi paura per la prima volta dopo la mia morte, una paura che non avevo mai provato nemmeno da vivo. Mi sentivo osservato da qualcosa di non rassicurante, ma intorno a me non vedevo nessuno, nemmeno gli altri fantasmi presenti al cimitero e questo mi accapponò maggiormente la pelle. Se nessuno era in circolazione, significava che qualcosa non andava.

Mi girai e rigirai più volte, ma quella sensazione continuò a seguirmi anche cambiando luogo e per tutta la giornata.

Cominciando a pensare si trattasse di una semplice sensazione, la ignorai e andai a cercare Sasuke.

Era nuovamente rinchiuso in casa e non potei fare a meno di alzare gli occhi al cielo.

Lo chiamai e richiamai più volte, mi sedetti anche vicino a lui, ma non disse niente. Gli scossi una mano davanti agli occhi, ma non fece una piega.

Non aveva lo sharingan attivato e quindi non era in grado di vedermi.

Mi appoggiai al muro esattamente come lui e sospirai nuovamente.

Vidi Sasuke sussultare e attivare lo sharingan.

Si girò verso di me e dallo spavento di ritrovarmi improvvisamente vicino a lui, urlò e si buttò dall’altra parte della stanza e io con lui, non aspettandomi quella reazione.

Cercando di far rallentare i battiti del suo cuore disse “Certo che il tuo lavoro da fantasma lo sai fare bene, dobe! La prossima volta testa quadra, vedi di annunciarti prima di comparirmi così all’improvviso e soprattutto stai almeno un metro lontano da me!” mi ordinò.

“Ti ho chiamato teme, ma non mi sentivi e a quanto pare non mi vedevi! Senza lo sharingan sei cieco proprio come tutti gli altri!”

“Non si spiega però come io passa vederti e Kakashi no!” disse.

Lo guardai incuriosito chiedendomi se quello che avevo davanti era davvero Sasuke.
“Oh tu ti sei rimbecillito o tutti mi sottovalutate quando mi chiamate testa quadra. Davvero non hai capito il motivo perché solo tu riesci a vedermi?”

lo vidi scuotere la testa.

“Ci stavamo per uccidere a vicenda e a mio parere questa cosa ha creato un legame speciale tra di noi”

“Tu non hai provato ad uccidermi!” cercò di farmi presente.

“Per una frazione di secondo ho pensato di farlo, lasciando da parte la ragione e facendo uscire fuori il mio istinto di sopravvivenza! Se poi l’ho messo a tacere facendomi uccidere, ha poca importanza. Il pensiero è quello che conta e questa cosa in qualche modo ci ha uniti, indipendentemente se siamo vivi o morti!” dissi abbassando la testa. Mi vergognavo di aver pensato di uccidere, anche se solo per poco, colui che consideravo mio fratello.

Sasuke mi guardò come se mi volesse porgere una domanda.

“Cosa c’è?” gli chiesi incoraggiandolo.

“Possibile che tu non mi odi per averti ucciso? Come fai a stare qui bello tranquillo come se fossimo vecchi amici?” mi chiese stringendo i pugni.

Alzai le spalle “Come ti ha ripetuto cento volte Kakashi, sono stato io a scegliere il mio destino e non me ne pento. Lo rifarei se potessi tornare indietro. E poi noi siamo amici!” dissi sorridendo.

Lo vidi sgranare gli occhi “Allora perché sei qui, insomma non dovresti andare nell’aldilà?”

Sospirai “La cosa è un po’ più complessa. Ho un conto in sospeso a quanto pare!”

Feci una pausa. Non sapevo se dirglielo o meno, infondo la colpa era in parte sua, ma non volevo accusare né lui né Sakura della mia prigionia.

I suoi occhi però mi fecero capire che non si sarebbe accontentato di un silenzio.

“Il mio ultimo desiderio non è stato esaudito da tutti. Ecco perché sono ancora qui!”

Sasuke mi guardò stranito.

“Cosa stai dicendo? Non sono stato punito, i nostri compagni di accademia mi rivolgono la parola come se niente fosse accaduto in questi anni e la gente del villaggio, si comporta normalmente…o almeno ci prova con pessimi risultati” disse poco interessato all’opinione degli altri.

Lo guardai con aria triste e gli dissi “è vero, ma una persona non ha accettato il mio volere. Pensaci, chi non ti vuole perdonare?”

 

Pov Sasuke

 

Capii immediatamente a chi si riferisse Naruto, ma il fatto e che non potevo farci niente e a quanto pare nemmeno lui.

Lo guardai una frazione di secondo, per poi dirigermi in cucina per prendermi una lattina di birra.

Con calma la aprii e ne bevvi un sorso lungo. Volevo rimandare il più a lungo possibile la domanda che stavo per porgli, avevo paura della sua risposta.

“Io non ho il potere di cambiare quello che Sakura prova per me. Penso che tu lo sappia, quindi cosa vuoi che faccia? Chiederle scusa pubblicamente davanti a tutto il villaggio?”

Vidi Naruto sorridere “Uhm potrei anche chiedertelo, sarebbe divertente vederti fare un qualcosa che non faresti nemmeno se fossi invisibile come me. Scherzi a parte dubito, che Sakura si beva le tue scuse!”

Lo fulminai “Pendi che non mi dispiaccia per averti ucciso?”

Esso sorrise di nuovo con scherno.

“Con tutte le volte che sei venuto alla mia tomba a implorare perdono, direi di si!”

Sentii un improvviso imbarazzo. Non avevo mai pensato al fatto che lui potesse vedermi.

“Prova semplicemente a entrare a piccoli passi, nuovamente nella sua vita!”

“Perché dovrei farlo? il mio pensiero verso di lei non è cambiato, la trovo insopportabile!” gli disse sbuffando.

“Perché dici? Mi devi la vita ecco perché!” mi disse serio.

“Io non ti ho chiesto niente. Hai fatto tutto tu! Per quel che mi importa di questo stupido mondo, potevi benissimo uccidermi!”

Ero convinto che si sarebbe arrabbiato, ma non fu così.

Mi sorpresi, soprattutto quando lo vidi bloccare una sua lacrima.

“Non capisci proprio perché l’ho fatto vero?” disse prima di scomparire.

La sua reazione mi aveva lasciato sbigottito e per un po’ rimasi a guardare fisso il punto in cui prima compariva il mio compagno.

La sua ultima frase continuava a rimbombarmi nella mente, senza però trovare risposta.

Capii improvvisamente di  non conoscere Naruto come credevo. Pensavo che, nonostante gli anni passati separatamente, esso fosse un libro aperto e invece non si era dimostrato così.

 

Uscii di casa e sapevo esattamente dove trovare la risposta che cercavo.

Mi diressi verso l’ospedale di Konoha e chiesi di Sakura Haruno.

Stava visitando un paziente, ma in quell’istante non mi importava molto.

Mi feci dare il  numero della stanza del paziente e vedendola armeggiare con i suoi strumenti medici, l’afferrai per un braccio portandola fuori dal corridoio.

Mi urlò di lasciarla andare. Non le diedi retta proprio come le occhiate che mi lanciavano tutte le persone presenti in quel luogo.

La feci sedere su una sedia non facendola scappare via.

“Che diavolo ti prende? Sei forse impazzito? Sto lavorando, come ti permetti di venire qui e…

Non la feci continuare e le posi la mia domanda “Perché Naruto si è fatto uccidere?”

“Perché è stupido!” mi disse guardandomi storto e cercando di alzarsi.

La spinsi e la feci nuovamente sedere.

“Ho capito che mi disprezzi e che preferiresti aver sepolto il mio corpo, ma voglio anche una risposta. Perché Naruto avrebbe sacrificato se stesso per salvare me?”

Girò la testa senza rispondermi.

Cercai di controllare la mia impazienza. “Io non conosco Naruto quanto lo conosci tu. In questi anni e cambiato e non riesco a capire il perché abbia voluto compiere un simile gesto. Non credo che lo abbia fatto per mantenere la promesse che ti ha fatto di riportarmi a casa!”

Sakura si alzò e mi guardò “Io lo avevo sollevato da quella promessa, proprio per evitare che facesse la fine che ha fatto, ma lui ha voluto continuare a inseguirti!”

La vidi stringere i pugni.

“è questo che non capisco. Perché? Io lo fatto soffrire in questi anni, lo volevo morto e volevo distruggere Konoha. Quindi perché salvare uno come me?” le chiesi in un sussurrò.

“Sei uno stupido! Davvero non capisci che voleva salvarti?” mi disse.

“Da che cosa? Io non sentivo il bisogno di essere salvato!”

“Ha voluto salvarti da te stesso e dai cattivi sentimenti che ti hanno condotto su una cattiva strada. Naruto ti voleva bene e non è stato solo il tuo abbandono a farlo soffrire. Lui soffriva vedendoti sprofondare sempre di più nelle tenebre e vedendoti farti del male da solo! Ragiona, cosa hai ottenuto con il tuo comportamento. Hai avuto la tua vendetta contro Itachi, hai ucciso Naruto come volevi e ora? Cosa hai ottenuto? Ti senti soddisfatto? Sei finalmente felice? Hai ritrovato quella pace che cercavi?” mi disse sempre di più arrabbiata.

Abbassai la testa e sussurrai “No!”

“Ed è quello che meriti nonostante Naruto abbia  appunto voluto risparmiare la tua vita per cancellare i tuoi reati. Ti ha voluto salvare perché ti ha perdonato di tutto il male che gli hai fatto! Cosa che io non avrei mai fatto!”

La ringraziai per avermi illuminato. Finalmente avevo capito e mi sentii improvvisamente strano. Perdono. Non avevo mai pensato a questa parola, né a cosa significava. Per me era sempre esistita solo la vendetta. Non avevo mai concesso il perdono a nessuno e il fatto che qualcuno lo aveva concesso a me, mi aveva scaldato il cuore.

 

Andai al cimitero e cercai Naruto. lo chiamai, ma comparve solo dopo il terzo richiamo, piuttosto nervoso.

“Cosa ci fai qui?” mi disse con aria preoccupata.

“Ho capito quello che cercavi di dirmi!”

Lo vidi girarsi intorno con fare agitato.

“Ebbene?” mi chiese sbrigativo.

“Mi hai salvato per darmi quella seconda possibilità di cui tutti mi parlano, per permettermi di redimermi e…

“Questo mi pare che lo sapessi già!” continuava a guardarsi intorno.

“Ma soprattutto perché mi hai sempre perdonato tutto!” dissi infine.

Si fermò  a guardarmi e mi sorrise “I miei complimenti. Ora prova a fare il passo successivo. Devi perdonare te stesso per far si che anche gli altri possano essere in grado di perdonarti. Non è una cosa semplice da fare e non tutti sono disposti a farlo, per questo tu devi essere il primo a farlo!” mi disse, riferendosi anche a Sakura, in modo affrettato e sempre con fare agitato.

Lo guardai confuso, sia per quello che mi aveva detto, sia perché non capivo cosa gli stesse succedendo.

Si fermò nuovamente a guardarmi serio. Il suo sguardo spaventato mi inquietava.

“Vattene via da qui!”

“Cosa?” gli chiesi.

“Non so spiegarti, ma c’è qualcosa di pericoloso in questo posto.  Vattente! Ora!” mi disse prima di sparire e lasciarmi solo in quel luogo lugubre.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Neko