Wake you up
Wake
you up
In the middle of the night to say
I will never walk away again
I’m never gonna leave this bed
Eppure lo sapevi, Ron.
Nel momento stesso in cui è successo, lo sapevi. E lo si sarebbe
potuto osservare nei tuoi occhi che già li imploravano di perdonarti, lo si
sarebbe potuto capire dalle tue mani strette a pugno, dalle tue braccia
abbandonate impotenti abbandonate lungo i fianchi.
Sapevi già che te ne saresti pentito.
E l’hai fatto comunque.
Per questo adesso sei qui, nel tuo letto, al sicuro e non
riesci a dormire. È passato parecchio tempo, ma certe cose lasciano il segno a
lungo. Non che non te lo aspettassi.
Steso rigidamente sul materasso con le lenzuola aggrovigliate
di fianco digrigni i denti, come fai involontariamente quando sei agitato. Un
lieve rumore come di sassi che si sbriciolano ti arriva subito alle orecchie,
innervosendoti ancora di più.
È da allora che non dormi più bene. Da quella sera.
Probabilmente perché pensi di non meritarti niente di tutto quello che ti è
successo dopo e più di tutto senti di non meritare lei, che adesso
respira tranquilla di fianco a te, come se niente fosse. Lei non può percepire
le urla silenziose che ti esplodono nel petto mentre affondi la faccia nel
cuscino.
La notte è sempre il momento peggiore. Di giorno lei ti
parla, la senti ridere, la vedi sorridere e poi riprenderti divertita quando
fai qualcosa di sbagliato e anche se quasi non ci credi, lei è lì, quasi tutto
il tempo, a confermarti che non è uno scherzo: lei adesso sta con te.
Finalmente, vorresti dire. Ma hai paura di farlo ad alta voce
perché senti di non meritare nemmeno di pronunciare quella semplice parola: se
fosse stato per te, che sei così sentimentalmente inetto, forse non sarebbe mai
successo: non vi sareste mai messi insieme. Forse, se fosse stato per te,
sareste ancora due amici che litigano un po’ troppo spesso e che sono
stranamente gelosi l’uno dell’altra. Forse, non sareste più nemmeno questo.
Tu l’hai lasciata.
Ed è questo che non riesci a perdonarti, nonostante lei
l’abbia fatto o almeno dica di averlo fatto.
L’hai lasciata da sola ad inseguire il vento in quello
stupido bosco, davanti a quella stupida tenda, in quello stupido momento in cui
hai stupidamente pensato che lei non tenesse a te. Sei scappato, pensando che
non ci fosse più posto per te al fianco dei tuoi due migliori amici, sentendoti
inutile e impotente, incapace e preso in giro. Sei fuggito, pensando che Hermione provasse qualcosa per Harry, ma soprattutto che
lei ti ritenesse uno stupido ragazzino che sa solo abbuffarsi e lamentarsi. Lei
ancora oggi crede che la causa di quello che hai fatto fosse la gelosia, la
stanchezza, oppure l’influenza del medaglione. In fondo, però, la sola vera
ragione per cui te ne sei andato è che avevi iniziato a credere che lei non
avrebbe mai potuto amarti.
E ora, ora che lei ti ama, daresti tutto pur di tornare
indietro1. Pur di tornare a quel momento e riviverlo,
cambiarlo2, fare tutte le scelte giuste invece di tutte quelle
sbagliate. Rimediare.
Ti fermeresti, dopo essere uscito di corsa dalla tenda. Ti
gireresti lentamente e la guarderesti uscire dietro di te per inseguirti. La
vedresti fermarsi di botto sulla soglia. Osserveresti la sua espressione
cambiare, diventare sempre meno angosciata e sempre più interrogativa. E poi
sorrideresti, faresti un passo verso di lei, avvicinandoti quanto basta per
prenderle la mano con delicatezza e le diresti:
“Non vado da nessuna parte”.
Poi le sfioreresti una guancia, forse, per rassicurarla e
anche per sentire di nuovo il calore della sua pelle sotto le dita e lei
capirebbe tutto e senza dire una parola sorriderebbe. E poi, forse, ti
abbraccerebbe e in silenzio ti riporterebbe dentro la tenda con sé.
Sogni spesso quel momento: nel sogno, però, te ne vai ogni
volta. Proprio come è successo nella realtà.
Nei tuoi sogni non ti volti, non sorridi, non la tocchi.
Quasi come per prenderti una rivincita, o forse per
convincerti di quale sia la realtà (ti sembra così confusa, alle volte,
specialmente quando scende il buio), decidi di farlo adesso.
Lentamente, senza fare rumore, ti sposti nel letto per
avvicinarti a lei. Non c’è bisogno che tu ti sforzi di sorridere, perché non
appena percepisci il profumo del suo bagnoschiuma le tue labbra si incurvano
automaticamente. Sfiori il suo cuscino con le dita, passi con la mano qualche
centimetro sopra ai suoi capelli e arrivi finalmente a toccarle una guancia,
leggero. Il suo viso è così perfetto3 che ti manca quasi il
respiro e ti trovi a chiederti come tu abbia fatto a non accorgertene prima.
Comunque, sai che non ti abituerai mai a toccarla. Anche adesso che puoi farlo
ogni volta che vuoi, ti sembra sempre un miracolo. Le mani ti tremano.
La tua carezza lenta e leggera si ferma all’improvviso quando
lei si muove e poi emette un gemito basso. La guardi attentamente restando
immobile per assicurarti di non averla svegliata. Lei rimane ferma e per un
attimo sembra che abbia ripreso a dormire tranquillamente. Poi, però, apre
piano un occhio e poi anche l’altro e ti guarda mentre tu in fretta cerchi di
ritirare la mano senza che se ne accorga.
“Ciao” dice con la voce ancora impastata di sonno.
“Ciao. Non riuscivo a dormire” aggiungi in fretta, quasi per
giustificarti.
E poi “Scusami se ti ho svegliata”.
La verità è che non volevi svegliarla, ma forse un po’ l’hai
fatto apposta.
Forse, volevi vedere i suoi occhi brillare quando ti guarda,
per convincerti ancora un po’.
Di notte è più difficile del solito credere che sia tua e
questa notte in particolare, dopo che tutti i ricordi sono ritornati a
galla, lo è ancora di più. Non è che se ne vadano mai via: in realtà quella tua
decisione ti tormenta giorno e notte, ogni giorno. A volte è il suo più piccolo
movimento, una smorfia o un lampo di luce strano nei suoi occhi che ti
ferisce4 senza motivo apparente. Improvvisamente ti ritrovi a
pensare, a ricordare e a credere di non essere abbastanza.
Questo pensiero fisso ti rende nervoso4,
certo, ma non è la cosa peggiore.
C’è anche la paura che lei abbia perdonato, ma non
dimenticato5. Che nel sonno lei possa rivivere quei momenti e
soffrire ancora come ha sofferto quella volta, a causa tua. E dubitare di te,
del fatto che tu ora voglia davvero stare con lei.
E poi c’è la paura che un giorno lei scopra in realtà di non
amarti così tanto e che sia proprio lei a dirti di andartene6,
ad allontanarti da lei, proprio come tu hai fatto quel giorno di tua volontà.
“Non fa niente” risponde lei conciliante e ti prende una mano
con dolcezza, chiudendo gli occhi. La sua mano sopra la tua è calda e morbida e
quel minimo contatto ti calma all’istante4. Non
completamente, però.
“Non me ne andrò più”.
Le parole escono dalla tua bocca quasi senza che tu te ne
accorga e inaspettatamente senti gli occhi pungere e inumidirsi. Certe frasi
che provocano un dolore sordo quando le teniamo nascoste in silenzio da qualche
parte nel petto, diventano taglienti quando poi escono dalle labbra. Non te
l’aspettavi che facesse così male sentirlo dire dalla tua stessa voce.
Lei spalanca gli occhi e ti guarda come se ti vedesse per la
prima volta. Rimane in silenzio e dopo qualche secondo ti accorgi che avete
entrambi smesso di respirare.
“Lo so, Ron” sussurra Hermione, quasi come per riprendere fiato “Lo so”.
E non è qualcosa che dice per convincerti, o per
rassicurarti. Lo sa bene che dirlo in quel modo, con quella leggerezza, sarebbe
addirittura peggio di dirti che non le importerebbe se te ne andassi. È sincera
e pronuncia quella frase con un tono serio e delicato che, unito a quel suo
sguardo limpido che ti sta rivolgendo, ti fa aggrovigliare lo stomaco.
“No, no” dici deciso, quasi ansioso di farle capire “Non hai
capito… Io… Io…”
Balbetti e intanto gesticoli e vaghi con la mente alla
ricerca di qualcosa che possa esprimere quello che hai dentro, quello che stai
provando in quel momento.
“Io… non me ne andrò più da questo letto.” dici alla
fine con decisione, gli occhi spalancati, ansimando un po’. Devi sembrarle
ridicolo, sia perché hai il tono di un bambino sovraeccitato e in overdose da
zuccheri, sia perché quello che hai detto apparentemente non ha senso.
Eppure, nella tua testa, ne ha. Ed è proprio quello che
volevi dire. Rende bene la dimensione della tua angoscia e la tua volontà di
rimediare. E non è uno scherzo, un gesto iperbolicamente romantico. Sei serio,
dannatamente serio.
Hermione, da parte sua, sta cercando di
contenere un sorriso divertito senza troppo successo. E riesce ad essere ancora
più bella del solito. Tu invece ti aspetti che da un momento all’altro se ne
esca con un’esclamazione del tipo “Ma cosa dici?!?” oppure “Sei pazzo!” e che
ti scoppi a ridere in faccia. Ti prepari quindi ad essere mortificato.
Invece, il suo sorriso si addolcisce ed è come se tutto il
resto del viso, occhi compresi, si tranquillizzassero.
“Ok” dice semplicemente. Ed è la risposta più giusta, l’unica
che ti saresti voluto sentir dire, l’unica che ti possa far felice. Si avvicina
a te e si sistema comoda tra le tue braccia, inondandoti del suo calore e del
suo profumo.
E solo ora ti accorgi che per quanto tu possa ancora dubitare
di te stesso, in fondo, non hai mai dubitato di lei.
NOTE (MUSICALI):
1 Take it, take it all
Take all that I have
I’d give it all away
just to get you back
2 And fake it, fake it
all
Take what I can get
3 So come here
And never leave this place
Perfection of your face
Slows me down, slows me down
4 You hurt me
But do I deserve this?
You make me so nervous
Calm me down, calm me down
5 Try to stay awake
but you can’t forget
6 You say “Go, it
isn’t working”
And I say “No, it isn’t worth it”
So I stay instead
I’m never gonna leave this bed
N.D.Summer
Avete sentito la canzone? (se no, ECCOLA) Be’, è stato praticamente quel verso (Wake you up In the middle of the night to say I will never walk away again) ad ispirare tutta questa fanfic. Spero solo di aver trasmesso tutta la… non so, passione? Angoscia? Potenza? Insomma, di aver reso bene quello che a me trasmette quella canzone e nello specifico proprio quella frase…
Lui (sì, Ron in questo caso) la sveglia (Hermione) perché ha un bisogno impellente di dirle che non la lascerà mai più… L’ha fatto già una volta ed evidentemente (e giustamente) la cosa è stata fonte di problemi tra i due. Nella canzone, l’ho trovata una cosa romanticissima e al tempo stesso travolgente e travagliata proprio come piace a me. Spero che sia piaciuta anche a voi.
Ron qui è un po’ cresciuto, un po’ più maturo: è passato qualche tempo dalla battaglia finale di Hogwarts e lui ha dovuto sopportare parecchio, come d’altronde tutti loro… e questo deve averlo decisamente cambiato un po’. In fondo, però, rimane sempre il solito pasticcione insicuro. ;)