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Autore: Mina10    10/04/2011    2 recensioni
"...cosa ci faccio qui? Be'...sai, ad un po' di persone lassù non piace come ti stai comportando" iniziò indicando il soffitto con una mano "Ma come...Monkey D. Rufy, il famoso Cappello di Paglia, il pirata più sicuro del mondo, che si lascia andare in questa maniera? Cosa ti prende? Perché hai smesso di combattere per il tuo sogno?" concluse con lo sguardo rattristato.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I
Rufy si rigirò su se stesso facendo cigolare la vecchia e logora branda su cui era steso. Volse lo sguardo verso quella finestrella, in alto. Quella finestrella, così preziosa per non impazzire, per poter ancora credere che lui non fosse morto, che era ancora possibile essere felice, quando era circondato da persone che lo amavano, quando era  ancora a casa. Quella finestrella, così cara ma anche così crudele, che lo faceva soffrire.
Fuori nevicava, candidi fiocchi si scioglievano al solo contatto con il legno. La Luna era uno spicchio nel cielo di velluto blu, luminosa ed eterea, amica di tante notti di navigazione, quando era tutto più semplice,quando era ancora felice.
Rufy sospirò, ma non una lacrima uscì dai suoi occhi , il tempo delle lacrime era finito, il tempo della disperazione, delle grida...tutte cose che ora non facevano più parte di lui, non ne aveva più la forza. Era passato solo un mese , ma il dolore non lo aveva lasciato un attimo, la disperazione era diventata la sua più intima amica e l' immagine di quel giorno si era ripetuta nella sua testa all'infinito. Aveva imparato che non serviva più a nulla combattere, non serviva più a nulla gridare, ora c'era solo rassegnazione nei suoi occhi, rimpianto per tante cose non dette, odio per chi era stato l'artefice della sua tragedia.
"Ehi Cappello di paglia, stai dormendo?" chiese timidamente una roca voce, distogliendo Rufy dai suoi pensieri.
il ragazzo  non rispose, quasi non si mosse.
"Dai vieni a mangiare, non puoi lasciarti morire!" disse il marinaio che era sceso a chiamarlo.
Rufy finalmente si girò, e davanti a se vide chi lo infastidiva, piccolo, tarchiato e deforme, con gli occhi titubanti
"Cosa vuoi?" chiese mestamente, guardando l'uomo con disprezzo.
"Sono venuto a dirti che è pronto da mangiare e che è ora che tu ti alzi da quel letto" rispose con voce risoluta il marinaio.
Rufy guardò di nuovo l'uomo, poi si rigirò dall'altra parte, senza più dire una parola.
"OH! fai come vuoi! però oggi è Natale e potresti venire a festeggiare con noi!" disse il marinaio, allontanandosi dalla porta e risalendo le scale.
Natale, era la vigilia di Natale. Non se ne era neanche accorto, a dire il vero non gli importava. Eppure ora che il marinaio lo aveva menzionato, Rufy non poté fare a meno di pensarci...era la vigilia di Natale, il suo primo Natale senza suo fratello, quello che probabilmente sarebbe stato il peggior Natale della sua vita.  L'anno precedente era tutto più...vero, più reale, meno offuscato.
Eppure, eppure...eppure lui ricordava ancora perfettamente tanti particolari del suo passato. Ricordava nitidamente del suo ultimo Natale con i suoi amici, ricordava l'ultimo Natale a casa prima della partenza di Ace, ricordava il primo Natale come capitano...gli pareva ancora di sentire le risate di Nami,Usop, Franky e Zoro, la voce calda e familiare di Robin,le note allegre di Brook, la dolcezza di chopper sorridente all'ombra del grande albero decorato, sentiva il profumo dei biscotti di Sanji, e le parole paterne di Garp, le risate  con Ace e Dadan...ma cosa stava facendo? Cosa gli diceva la testa? Doveva essere realista, non poteva perdersi nei ricordi...non voleva...perché faceva troppo male. Tutte quelle persone ora erano lontane o magari non c' erano più, e lui non avrebbe mai avuto l'occasione di tornare con loro, di tornare ad essere felice con loro. Ormai tutto era perduto, a cosa serviva pensare ancora a quei momenti? A cosa serviva lottare? A cosa serviva disperarsi?
Chiuse gli occhi lentamente, liberandosi la testa da quelle che ormai riteneva sciocchezze, si addormentò, il sonno sconvolto da mille incubi, da mille voci.
Era ancora tra il sonno e la veglia, quando gli parve di sentire qualcosa. No, non veniva dall'esterno, qualcosa...o qualcuno...si stava muovendo dentro la stanza. Aprì definitivamente gli occhi, si girò lentamente, un po' spaventato, agitato, curioso...
Ebbe un sussulto, il cuore gli arrivò in gola, non si mosse, confuso, colpito da ciò che lo stava fissando. Un ombra trasparente era seduta davanti a lui, ai piedi del suo letto. Colorito azzurrino, capelli scuri scompigliati sulla nuca, la figura fissava Rubber con i suoi occhi trasparenti...
"Ace..." Rufy avrebbe voluto gridare, ma lo stupore gli permise solo un sussurro. "Ace..." ripeté, alzandosi dal letto ed avvicinandosi alla presenza.
"Ciao Fratellino" rispose Pugno di fuoco sorridendo alla faccia basita del fratello. Anch'egli si alzò, ed era ora faccia a faccia con Rufy, i cui occhi erano velati dal pianto.
"Ace..."  ripeté ancora una volta
"Lo so come mi chiamo, Rufy. Stupito di vedermi qui?" rispose Ace ancora sorridendo sarcastico.
Rufy si lanciò a braccia aperte verso il fratello, tentò di abbracciarlo forte, ma tutto ciò che poté sentire fu un freddo raggelante, attraversando da parte a parte la figura del ragazzo. Ace volse lo sguardo verso il fratello e lo guardò con dolcezza.
"No Rufy, mi spiace...questo non ci é concesso" disse, guardando l'espressione sul volto del ragazzo.
"Sei un...un...fantasma..." costató Rufy tornando a sedersi.
"Certo, cosa volevi che fossi!" rispose Ace, come se quella fosse stata la situazione più logica del mondo.
Non poteva crederci, eppure suo fratello era lì davanti a lui. Era passato un mese da quando  era stato a Marineford, per liberarlo e invece lo aveva visto morire per salvarlo, e mai  avrebbe immaginato di poter un giorno rivedere il suo fratello. Era una cosa bellissima, una sensazione strana, avvolgente, terrificante.
"Oh mio Dio Ace...come...oh Dio, io ho tante cose da dirti, tante cose da chiederti, mi manchi tanto Fratellone, non puoi immaginare neanche quanto...." disse Rufy tutto d'un fiato, pieno di emozione.
"Non ora Rufy...non ho tempo..." rispose calmo Ace.
"Cosa..." cominciò cappello di paglia allibito.
Ace prevení la domanda ovvia  e prese parola "...cosa ci faccio qui? Be'...sai, ad un po' di persone lassù non piace come ti stai comportando" iniziò indicando il soffitto con una mano "Ma come...Monkey D. Rufy, il famoso Cappello di Paglia, il pirata più sicuro del mondo, che si lascia andare in questa maniera? Cosa ti prende? Perché hai smesso di combattere per il tuo sogno?" concluse con lo sguardo rattristato.
"Ma a cosa serve Ace, a cosa serve...nulla, non posso fare nulla, ormai sono inutile, non ho saputo proteggere i miei compagni, ho lasciato che tante persone si sacrificassero per me, non ho saputo essere un buon capitano e non ho saputo proteggere il mio fratellone" disse Rufy abbassando lo sguardo.
"Sciocchezze"
"Sciocchezze? Ace ormai non riuscirò a liberarmi dal senso di colpa per aver fallito su tutti i fronti" rispose Rufy con rabbia.
"Oh, cambierai idea...se dentro di te c'é ancora anche una briciola del mio fratellino che conoscevo, tempo domani mattina ed avrai cambiato idea..." sentenziò Ace sorridendo.
"Domani mattina?" chiese il ragazzo con aria inquisitoria.
"Rufy" iniziò Ace con tono solenne "Tu non puoi...non puoi abbandonarti qui, non puoi perdere la speranza, non puoi chiudere gli occhi davanti al futuro"
"Ma quale futuro?" chiese il giovane sarcastico guardando il fantasma negli occhi.
"Rufy...non puoi capire...non puoi capire quante persone stanno soffrendo per te, quante persone soffriranno...Questo vuole essere un avvertimento, un dono, chiamalo come vuoi, per farti capire...accettalo, saprai apprezzarne il valore, non a tutti é concesso...Questa notte...allo scoccare della mezza notte, riceverai la visita di tre spiriti..."
"Tre spiriti?" chiese Rufy con un sorriso.
"Fammi finire. Si, dicevo...tre spiriti...il primo dei tre, il più saggio, ti condurrà nel tuo passato, ti fará rivivere momenti dei tuoi Natali passati...ricorda Rufy, i ricordi non sono mai veritieri, non del tutto almeno. Lo Spirito dei Natali Passati portá farti vedere solo ciò che tu vuoi davvero vedere, solo ciò che tu vuoi davvero ricordare. É nel tuo inconscio che Egli abita...lì andrà a cercare, lì troverà quello che tu hai deciso di mantenere vivo nella tua mente, per non dimenticare..."
"Molto interessante...Ace...perché..."
Pugno di fuoco non fece neanche caso alle parole del fratello "...il secondo Spirito sarà l'unico a saperti dire la verità, l'unico che portá mostrarti le cose come stanno, perché non si può cambiare il presente, ed é proprio nel cuore di Natali Presenti che Egli ti condurrà...fai attenzione , cogli ogni aspetto di ciò che vedrai con il secondo Spirito, perché il presente é fuggevole, basta un attimo, un solo rintocco di orologio e, senza avvertimenti, é già diventato passato...il terzo Spirito ti porterà nei..."
"Natali Futuri?" chiese Rufy ironico.
"Si, esattamente...ora, ricorda bene che il futuro non é ancora stato scritto, tutto ciò che vedrai dipende solo da te, il futuro é solo un'ombra che incombe su di noi, ma siamo noi stessi, con le nostre azioni, con le nostre decisioni, a dargli forma. Non farti fuorviare da ciò che lo Spirito ti mostrerà anche se Egli fará sembrare tutto reale, tutto terribilmente minaccioso...nulla é ancora deciso, siamo noi stessi il nostro futuro...vedrai Rufy, con il loro aiuto imparerai che il mondo ha ancora bisogno di Monkey D. Rufy, il futuro re dei pirati..."
"No Ace...a niente, non serve a niente..." sussurrò scotendo la testa.
"Vedrai Rufy, vedrai...ora devo andare però prima..." disse Ace guardando fuori della finestra e poi si avvicinò al fratello e lo abbracciò "Fratellino mi dispiace di non aver mantenuto la mia promessa. Ma anche se fisicamente non ti sono accanto sappi che il mio spirito non ti abbandonerà mai e che io sono orgoglioso di averti come fratello minore" la voce di Ace pian piano si faceva sempre più scossa e le lacrime rigavano silenziosamente il suo volto.
"no, dispiace a me di non essere riuscito a salvarti " mormorò Rufy con le lacrime che scendevano anche dal suo viso.
"Addio  Fratellino, ricordati che ti voglio bene" rispose Ace guardandolo , un sorriso amaro sulle labbra, una lacrima a rigargli la guancia.
" Addio fratellone, e anche io ti voglio bene" rispose Rufy con gli occhi pieni di lacrime.
Poi Ace sparì e la stanza tornò vuota e silenziosa.
Ma cosa voleva dire  suo fratello? Come avrebbe potuto tornare a sperare?. Ormai lui non era più nessuno, era solo un fallito, destinato a qualcosa di ben peggiore della morte stessa, e nessuno, nessuno se ne sarebbe preoccupato. Spiriti o no, Rufy sapeva benissimo che ormai il suo futuro non esisteva più.
Si stese nuovamente sulla branda cigolante, si mise a fissare il soffitto, la testa ancora avvolta nelle immagini di pochi istanti prima, ancora persa nelle inutili parole di Ace.
Chiuse gli occhi, riprese lentamente a dormire, scordandosi dei tre spiriti, di Ace, dei suoi avvertimenti, credendo...volendo credere di essersi sognato tutto. 

   ANGOLO DELL' AUTRICE:

Salve a tutti! Volevo solo ringraziarvi per aver letto il primo capitolo e spero che vi sia piaciuta! Ho usato questa storia per altri manga, come naruto o per il telefilm Merlin, ma trovo che One piece sia la più indicata! ci vediamo al prossimo capitolo!
  
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