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Autore: SPWinchester    11/04/2011    7 recensioni
Certe volte scopri di avere tutto, qualunque cosa si possa volere, tranne ciò che si desidera veramente ed allora si è disposti a tutto, soprattutto per la persona che si ama!
Misha rimase incantato a guardare quell'uomo che era poco più alto di lui, leggermente muscoloso, con corti capelli ed occhi verdi che luccicavano alla luce del sole.
Non poteva certo essere il mingherlino... -Jensen?-
Lui lo guardò confuso e si grattò la testa con la mano destra -E chi altri dovrei essere scusa?-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jensen Ackles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Other Universes'
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“Non lo ricordavo così” pensò Misha guardando l’uomo che aveva di fronte.
Lo ricordava completamente diverso : un ragazzo mingherlino e pallido che era terrorizzato da tutto quello che lo circondava.
Ma rivederlo, dopo così tanti anni, l’aveva sconvolto.
Lo studiò attentamente, notando che era diventato leggermente più alto di lui.
I suoi occhi si soffermarono sul corpo atletico e i lineamenti perfetti, che s’intravedevano dal tessuto chiaro della camicia.
La sua attenta analisi si fermò quando l’attenzione fu catturata da uno strano rumore alle sue spalle. Quando si voltò, vide Kira che stava grattando la porta nel tentativo, inutile, di entrare.
-Kira! Smettila!- urlò Misha colpendo la mano sulla gamba per richiamarla; la gatta lo guardò inclinando il capo, gli diede le spalle e riprese a grattare.
Jensen non poté evitare di sorridere a quella scenetta -Sai davvero farci con gli animali- disse con tono ironico.
Misha lo guardò impertinente dimostrandosi offeso da quel commento, ma tra di loro era normale quel comportamento.
Fin da piccoli, subito dopo i convenevoli, si era istaurato uno spirito antagonistico, e ora Misha doveva ammettere che gli piaceva molto com’era stata impostata quella vecchia amicizia.
Le gare, gli scherzi e le discussioni erano all’ordine del giorno, ma ora poteva affermare che tutto quello rendeva le sue vacanze estive, in quella casa sul lago, davvero divertenti e animate.
-Non dubitare, mi so far rispettare quando voglio-
Jensen rivolse prima lo sguardo alla gatta che si era sdraiata e che con la sua zampina continuava imperterrita a graffiare la porta di legno massiccio, e poi tornò su quegli occhi del color del cielo in primavera.
-In che modo?- chiese Jensen, alzando il sopracciglio e trattenendo una risata.
Kira non sembrava proprio il tipico animale domestico che si facesse comandare e Misha non era noto per la sua capacità di farsi valere.
-Mettendo il broncio e facendogli venire l’emicrania?- continuò.
Gli occhi blu si socchiusero –Vuoi che te lo dimostri?-
Jensen sapeva che sarebbe stato capace di qualsiasi cosa per dimostrargli che aveva ragione, senza alcuna esitazione.
-No. Per questa volta lascio stare, grazie- replicò ridendo.
-La tua prima mossa intelligente Ackles!- commentò Misha con aria soddisfatta.
“Non cambierà mai” –Visto che ti ho invitato io qui per rivedere questo posto credo che tenterò di darti ragione…almeno per quello che riguarda oggi-
Lui aprì la bocca per rispondergli a tono ma, invece di replicare con una battuta sarcastica, scoppiò a ridere.
Misha notò qualcosa che lo confuse ulteriormente, non credeva possibile che gli fossero davvero mancati tanto quei battibecchi e quei suoi occhi verdi che sembrava lo studiassero continuamente.
Jensen sorrise a quel dolce suono, aveva sempre occupato un posto speciale nel suo cuore, ma si sarebbe mangiato la lingua pur di non ammetterlo a se stesso e soprattutto a lui.
-Neanche tu sei cambiato- disse Misha “Almeno nel carattere”
Jensen poggiò la legna a terra e abbassò lo sguardo su di sé.
Sapeva di essere cambiato molto ed era sicuro che anche lui se ne fosse accorto. Faceva tutti i giorni esercizi nella palestra che aveva allestito nel suo garage.
-Ero molto più mingherlino l’ultima volta che ci siamo visti. Ho messo su qualche chiletto- disse con soddisfazione.
-L’ho notato- “E proprio nei punti giusti” spalancò gli occhi, si girò di scatto e mormorò un veloce –Su entriamo-
Ma non si era accorto che Kira si era spostata vicino alla sua gamba e, colto di sorpresa, sussultò fermando il piede a mezz’aria cercando di non colpirla.
Barcollò e perse del tutto il precario equilibrio di quella posizione cadendo all’indietro, Jensen fece un passo veloce in avanti, cercando di afferrarlo.
Quel peso inaspettato però, lo fece sbilanciare ed entrambi si ritrovarono per terra.
La fitta di dolore che provò Jensen alla schiena fu temporaneamente lenita quando, alzando lo sguardo, vide il suo viso così vicino, e passò del tutto grazie al fatto di averlo su di sé.
I loro corpi erano combaciati come due tessere di un puzzle.
Misha non poté ignorare la strana ondata di calore che lo invase a contatto di quel corpo, una sensazione così nuova e improvvisa che gli tolse il respiro.
Oh santa paletta mi sto eccitando?!”
Vide un sorriso sornione sulla faccia di Jensen e sentì un nodo alla gola che non gli piacque per niente.
Impossibile…” cercò di imporre al suo cuore di fermare quella cavalcata sfrenata e ai suoi muscoli di muoversi.
Perché quel nodo non era lì quando avevo Victoria tra le mie braccia?”
Jensen si concentrò su quel sensuale calore che stava oltrepassando i loro vestiti e avvertì uno strano movimento tra i suoi pantaloni.
Sgranò gli occhi “Ma che cazzo vado a pensare?” si passò una mano tra i capelli e cercò di ironizzare –Davvero molto simpatica la tua gattina!-
Misha poggiò una mano sul suo torace e si rialzò.
Cercò di ricomporsi e di non dare assolutamente peso all’improvvisa attrazioneche aveva provato.
Jensen era un amico e il suo compagno di mille avventure.
-Sei stato tu a venirmi incontro- lo accusò aggrappandosi alla prima scusa che gli venne in mente –E’ sempre colpa tua! E’ vero certe cose non cambieranno mai!-
Jensen si rialzò e si tolse la polvere da dosso, prese la legna che aveva poggiato per terra e lo superò sbuffando.
-Ti sei fatto male?- gli chiese arrestandolo Misha.
-No- rispose veloce, riprendendo a camminare.
-Peccato- scosse la testa Misha.
Lui si voltò e inarcò il sopracciglio –Allora vuoi vedere la casa si o no?- chiese, cercando di ignorare l’eccessivo interesse con cui lo stava guardando da quando era arrivato.
-Sono qui solo per questo-
Quell’atmosfera elettrica che si era creata non gli piaceva per nulla.
Ma Misha giustificò quella situazione incolpando il tanto tempo passato a non rivedersi e allo strano rapporto che avevano sempre avuto.
Jensen ispirò profondamente l’aria intorno a lui nel tentativo di identificare quell’odore che l’aveva investito da quando gli era caduta addosso. –Sin?-
-Come dici?- gli chiese lui senza capire.
-Peccato- ripeté lui, e solo dopo si rese conto che lui avrebbe potuto dare un significato sbagliato.
-Non era una proposta…- “Anche se…” –il tuo dopobarba si chiama Sin?-
Misha sentì le guance colorarsi di rosso per un motivo a lui ignoto –Oh si! Peccato-
Lo vide poggiare la legna in cima a un’alta pila posta di lato alla porta d’ingresso e continuò -Sei per caso diventato un cane? L’odore è quasi impercettibile-
Jensen diede dei colpetti sul petto con entrambe le mani per ripulirsi –No, quel profumo piaceva tantissimo a Danneel, me lo comprava sempre- borbottò alzando il viso.
-Danneel?- ripeté Misha aggrottando le sopracciglia –C’è una Danneel?-
-C’era-
Era un ricordo del passato, grazie al cielo. Un deprecabile errore di valutazione.
Misha tacque quando avvertì la sua nota di tristezza e forse anche di qualcosa di più.
Per un momento si sentì dispiaciuto “Danneel…Danneel…” poi ricordò e il dispiacere scomparve.
-Ma non era quella che viveva attaccata al tuo braccio e sorrideva come un’oca giuliva?-

Danneel Harris.
L’aveva odiata dal primo minuto che l’aveva vista.
Jensen l’aveva portata con lui in quell’ultima estate che avevano trascorso insieme.
In quei tempi non riusciva a spiegarsi i motivi di tanto astio e risentimento ora, ragionando freddamente, poté trovare un'unica giustificazione.
Quello era il suo mondo, il loro mondo, e quella ragazza era solo un’intrusa.
Nel castello non c’era posto per lei!

-Danneel non sorrideva come…- Jensen rifletté un attimo su quello che stava per dire e trattenne una risata, non potendo negare la realtà.
-Beh, forse hai ragione-
Forse?” –Certo che ho ragione…ne avevi dubbi?- Misha sospirò e scosse la testa –Non posso ancora crederci che le permettessi di chiamarti Jensino-
Lui scrollò le spalle –Ero giovane e lei era davvero uno schianto-
Non lo credevo così superficiale” –La verità è che eri un idiota e lei innamorata del tuo denaro, no del tuo faccino- disse incrociando le braccia al petto.
Jensen chinò il capo pensando a come Danneel l’avesse lasciato senza nemmeno pensarci un secondo.

In quel periodo la famiglia Ackles non se la passava bene ed ebbe gravi problemi economici.
Un momento difficile della sua vita e, la donna che amava, gli aveva voltato le spalle senza battere ciglio.
Fortunatamente si era rialzato da quella delusione, terminato l’università di giurisprudenza e aperto un ufficio tutto suo.
Lo studio era all’apice del successo e gli assicurava denaro e soddisfazione.
Intanto la bella Danneel aveva sostituito il suo Jensino per qualcuno notevolmente più ricco e senza pensieri “Senza cervello…”

-Hai ragione. Danneel era legata solo al mio denaro- rialzò la testa e incrociò il suo sguardo –Come avevi fatto a capirlo?-
Misha lo guardò a bocca aperta, incredulo –Ma…era evidente anche ai funghi!-
Jensen gli diede le spalle e aprì la porta –Non credo di farci una bella figura vero?-
-No- avrebbe sempre voluto approfondire quel discorso con l’amico.

Fin dall’inizio aveva cercato di dirgli ciò che pensava ma lui, accecato da suoi sentimenti, non aveva voluto ascoltare e aveva continuato a rivolgere le sue attenzioni a quella piccola strega smorfiosa, mandandolo su tutte le furie.

Ma per come era finita, lo fece dispiacere, così assunse un tono meno severo nell’aggiungere –Immagino che potesse succedere a tutti!-
-Suppongo che tanta gentilezza sia un requisito essenziale per uno scrittore di successo come te- disse con tono ironico.
-Mi hai invitato per litigare?- disse sprezzante.
Jensen lo guardò sorpreso –No. Ti ho invitato per dare un’ultima occhiata a questo posto- gli porse la mano –Tregua?- gli chiese.
Misha rimase a osservargliela per qualche attimo –Tregua- rispose stringendogliela.
Finalmente Jensen aprì la porta ed entrò seguito da lui.
-Entra anche quella palla di pelo?- domandò indicando Kira.
-Mi sembra logico…e poi potrebbe piovere e non vorrei che si bagnasse-
-Hai paura che si restringa?- commentò divertito.
- Da quando hai acquistato senso dell’umorismo?- gli chiese lui con tono sarcastico.
-L’ho sempre avuto, altrimenti non sarei sopravvissuto alle nostre estati insieme-
-Quanto sei gentile- concluse guardandosi intorno.

Il grande atrio era polveroso e in evidente stato d’abbandono e il vecchio televisore era ancora lì nel salotto.
Non aveva mai funzionato bene e le loro madri avevano consigliato di usare l’immaginazione per passare i loro pomeriggi.
Era davvero triste vederla in quelle condizioni la casa, soprattutto ripensando alle lunghe estati passate lì in allegria.
L’odore di umidità e muffa entrò prepotente nelle sue narici senza però dargli fastidio.
Aveva dimenticato l’importanza che aveva avuto quel luogo.

Jensen rimase fermo in silenzio a guardarlo ammaliato, lui, essendo arrivato prima, aveva già affrontato quelle sensazioni.
-Non è cambiato molto- commentò alla fine Misha.
-Non quaggiù- concordò Jensen -Le camere sono state rimodernate e la soffitta è molto più piena-
Misha lo guardò un po’ deluso –La mia stanza è stata trasformata?-
Il lato possessivo del suo carattere non era scomparso con il passare degli anni.
-Tecnicamente non era la tua camera- ci tenne a rilevare Jensen.
Lui sbuffò –Certo che era la MIA camera. In estate era mia. Non m’importa sapere cosa fosse e di chi fosse nei restanti mesi dell’anno. Posso vederla?-
Lui rise e gli mostrò le scale che salivano al piano di sopra –Da questa parte- disse accendendo la luce che aveva riattivato e superandolo.
Misha si voltò verso Kira che si era raggomitolata sul tappeto davanti al camino spento poi, con uno scatto, gli passò davanti –Sei lentissimo-
-No. Sono cortese, la conosci la differenza?-
Le scale erano ripide e strette creando difficoltà al passaggio di due persone.
Jensen lo raggiunse e superò, arrivando per primo in cima.
A quella vicinanza, Misha avvertì di nuovo uno strano formicolio che gli percosse la schiena e scese verso il basso ventre; si sforzò d’ignorarlo –Con te non c’è bisogno di usarla!- disse incrociando i suoi occhi.
Si meravigliò di quanto fossero verdi. “Erano sempre stati di un così intenso verde?”
-Ti diverte litigare vero?- disse Jensen risvegliandolo dai suoi pensieri.
-Non immagini quanto-
-E come hai fatto a diventare il primo del tuo corso?- domandò curioso.
Sorpreso, si girò a guardarlo –Come fai a saperlo?-
-Mia madre- rispose Jensen omettendo che molto spesso era lui a chiedere informazioni, per semplice curiosità, come ripeteva tutte le volte a se stesso.
-Le madri! Parlano più di un gazzettino-
-Già- annuì lui giungendo alla camera in questione –Parlando di madri…La tua non si è ancora offesa?-
-Di cosa?- domandò Misha confuso e sorpreso dalla domanda.
-Del modo in cui la descrivi nella tua storia-
-Quella non è mia madre. E’ un personaggio inventato- sperò con tutto se stesse che lui ci credesse.
Non era difficile mentire agli altri, ma lui la conosceva troppo bene perché non notasse la notevole somiglianza.
-Capito- si girò sorridendogli sornione –E’ questo che gli dici?-
Misha non riuscì a trattenersi dal ridere –Si-
-E ci crede?-
-Più o meno…ci tengo a dire che è tutta fantasia, i tratti sono esagerati-
Jensen incrociò le braccia al petto e si poggiò al muro studiandolo. Sapeva sempre capire quando lui mentisse –Sono più che sicuro che la tua storia prende tantissima ispirazione dalla tua vita-
-I grandi scrittori prendono sempre spunto dalla loro vita- spiegò evasivo.
Jensen, grazie a quella storia, era uno spettatore silenzioso della sua divertente ed avventurosa vita ma, ora, qualcosa era cambiato e si era arrivati a una svolta importante.
E questa volta non si sentiva pronto ad accettare.
-Congratulazioni Mish!- disse improvvisamente.
-Per cosa?-
-Mi riferisco al tuo fidanzamento con quella dottoressa-
-Cardiochirurga prego…e comunque non siamo ancora fidanzanti- lo corresse.
-Oh pensavo gli avessi già dato l’anello- continuò Jensen.
Misha si chiese se l’avesse dedotto dalla storia o se fosse stata la madre a dirglielo.
-Non ancora-
“Interessante…davvero molto interessante!”-Capisco-
-Ne dubito- concluse sprezzante voltandogli le spalle e aprendo finalmente la porta della piccola stanza.












~~~~~~ • L'angolo di ShiroHime • ~~~~~~
Salve a tutti ^^
ecco il secondo capitolo che spero vi piaccia *w*
Credo di dovermi scusare per aver reso un pò OOC Misha, me ne sono resa conto quando ho riletto il capitolo ma mi piaceva vederlo in una veste un pò più...come dire...combattiva XD
Avete notato quanto mi piaccia far cadere Misha tra le braccia di Jensen?? *__*
La trovo una cosa troppo carina, perchè Misha è più piccolo e decisamente meno muscoloso di Jensen e, quest'ultimo, è perfetto nel ruolo del principe che salva la donzella (scusa Misha se ti sto dando della donzella XD)
Due precisazioni per questo capitolino :
1) PorcaPaletta è una mia solita espressione quando mi succedono le cose XD Perdono!!! n___n
2) Jensen chiama Misha : Mish perchè nella convention a Roma, proprio di quest'anno, la gente ha sentito che così lo chiama lui
XD (carinooooo) [fonte Twitter ^^]
Allora ringrazio tutti coloro che mi hanno recensito *__* GRAZIEEE
Ma un ringraziamento va anche a coloro che non l'hanno fatto ed hanno, però, inserito tra le preferite e le seguite *w* GRAZIE!!
Aspetto altri commentini U__U
Tanti Bacini!!
:3


 

   
 
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