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Autore: elyxyz    31/01/2006    3 recensioni
La vita, si sa, scorre su un binario lineare. Si nasce. Si muore. Ma se certi eventi fossero destinati a ripetersi –per sadico scherzo del destino- in un circolo eterno? Tra passato e presente.. siamo DAVVERO padroni del nostro futuro?
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Eternal circle

La vita, si sa, scorre su un binario lineare. Si nasce. Si muore.

Ma se certi eventi fossero destinati a ripetersi –per sadico scherzo del destino- in un circolo eterno?

Tra passato e presente.. siamo davvero padroni del nostro futuro?

 

 

 

Eternal circle 1

By elyxyz

 

 

New life: the Selection.

 

I ragazzi del primo anno aspettavano, ansiosi e in fermento, che il grande momento giungesse.

Fuori dall’imperioso portone della Grande Sala, attendevano.

Che il rituale si compisse.

Come i loro padri, e i padri dei loro padri, prima di loro.

 

Qualcuno piagnucolava sommessamente, a causa della tensione nervosa portata all’estremo, in questa snervante, asfissiante attesa.

Qualcun altro si guardava intorno, la curiosità più forte persino del reverenziale timore dovuto al luogo e all’evento, negl’occhi ancora lo stupore per la visione del Castello dalle barchette e l’attraversata del lago scuro, con quell’omone arruffato a tracciare la via.

E altri ancora chiacchieravano concitatamente tra loro, vecchie conoscenze e volti nuovi.

 

Il brusio si dissolse nel nulla, nell’esatto istante in cui la professoressa Sprite fece la sua comparsa.

 

“Esigo il silenzio! In fila per due, e cercate di non perdervi..” li ammonì, spiccia.

 

Il gruppetto si riordinò in fretta, come bravi soldatini, e la seguì nell’attraversare il pesante portale.

 

Nessuno poté sopprimere il moto d’estatica ammirazione che li colse, nel varcare l’entrata.

Un piccolo coro di: “Ooohhhh!!!” annunciò il loro arrivo.

La loro guida represse un sorriso, -il soffitto stellato faceva ancora il suo bell’effetto-.

 

La Sala Grande era riccamente addobbata per l’evento: le quattro tavolate, dove li attendevano gli allievi più grandi; i quattro stendardi erano stati ravvivati magicamente a nuovo, e le candele volteggiavano sopra le loro teste, ad illuminare caldamente il tutto.

 

La professoressa Sprite s’arrestò, poco prima del palco dove risiedevano gli insegnanti della scuola, in attesa che tutti la raggiungessero, per proseguire col rituale.

 

“La vostra Casa sarà la vostra famiglia, fintanto che soggiornerete qui. E’ vostro compito renderle onore, affinché essa possa vincere la Coppa delle Case; tuttavia, per ogni vostro comportamento scorretto sarete puniti, e punti vi saranno sottratti. Confido nel vostro buonsenso!”

 

Il Cappello Parlante fece il suo ingresso in Sala, appoggiato su uno scalcagnato sgabello a 4 piedi, intonando il suo canto di presentazione:

 

Checché di me voi ne pensiate,

Senza ad alcuno fare torto,

Inutile che vi crucciate..

Io alla Casa vi porto!

 

Venite dunque fiduciosi,

Arcana è la mia magia..

Avanti, coraggiosi!

Affinché così sia.

 

Se Grifondoro sarà la vostra dimora,

Ai Cuor di leone si promette fin da ora!

 

Tassorosso vi renderà lavoratori e pazienti,

Se saprete sfruttare i vostri talenti..

 

Oppure Corvonero, che aguzza l’ingegno..

Saggezza e intelletto, con instancabile impegno.

 

Se invece a Serpeverde la fama cercate,

astuzia e potenza saranno assicurate!

 

Or dunque, tentate la Sorte!

Interrogate il futuro..

Vi apriremo le nostre porte,

E troverete un posto sicuro..

 

Io sono il Cappello Parlante,

non indugiate nello spavento..

di profezie ne ho fatte tante,

ed è giunto infine il momento!

 

Minerva McGranitt, dal podio su cui sedeva, fece vagare lo sguardo  insondabile sulle nuove matricole, soffermandosi brevemente su ciascuno di loro, finché non trovò ciò che da tempo stava aspettando.

Due occhi verdi incontrarono i suoi, per un istante eterno.

E poi il tempo riprese a scorrere, e con cipiglio severo proseguì la sua ispezione. Nessuno s’accorse del lieve tremolio all’angolo della sua bocca.

Troppo breve, forse, per avere la forma di un sorriso.

 

La Professoressa Sprite srotolò con un gesto ampio la pergamena che teneva tra le mani, e quella scivolò giù verso il marmo, con un leggero “Flufff.”

Si sistemò meglio gli occhiali sul naso paffuto e, lanciando severi sguardi ammonitori agli incauti che ancora chiacchieravano sottovoce, iniziò a chiamare i nuovi arrivati:

“Abbott!” e una ragazzina dai capelli biondi si fece avanti, tremando appena d’agitazione e paura.

 

Il Cappello Parlante borbottò qualcosa sottovoce, e solo lei poté sentirlo; poi, d’un tratto, esclamò perentorio: “Tassorosso!!” e la più vicina delle quattro tavolate esplose in un boato di gioia e battimani.

 

La ragazza sorrise, scendendo dallo sgabello, e si avviò alla sua nuova Casa.

 

“Alfraganus Algreen!” riprese l’insegnante, e un ragazzino dai tratti mediorientali arrivò senza indugio.

 

“Corvonero!” fu l’immediata sentenza. E la tavolata centrale esultò.

 

“Brent!” -chiamò la Sprite, cercando con lo sguardo il terzo alunno, ma nulla si mosse nel piccolo gruppo- “Michael Brent!” ripeté, con una nota esacerbata nella voce.

 

Dall’ultima fila, ci fu un movimento sconclusionato ed un alzar di mano. L’insegnante represse un moto di stizza, mentre il giovane Brent fendeva la folla davanti a sé.

Quando giunse a lei, respirava a fatica, come se avesse corso a lungo.

 

“Michael Brent?” richiese, ostentando una certa scettica incredulità, al bambino che aveva di fronte.

Non poteva avere più di nove anni, nove anni e mezzo, al massimo.

 

Il piccolo Micky annuì piano, incerto se sollevare o meno lo sguardo su chi lo stava interrogando.

“Sì, signora.” Confermò, pigolando.

 

“Sì, signora Professoressa.” Lo corresse lei.

 

Il moretto spalancò gli occhi, ancor più intimidito da quel rimprovero.

 

“Forza, Brent!! Siediti su quel seggiolino, che le torte di zucca si stanno raffreddando…” ci scherzò su, mossa a pietà, e gli diede una leggera spinta d’incoraggiamento.

 

Il vecchio cappello malandato parve pensare a lungo, prima di decretare:

“Tassorosso!”

 

E il piccolo Brent corse svelto verso la salvezza e Pomona Sprite sorrise, dietro a quell’aria burbera.

 

“Steeval!” chiamò, e un ragazzetto magro e dinoccolato si sedette senza fare complimenti, il copricapo quasi non lo toccò, quando già gridava: “CORVONERO!!”

Ennesimo battimani per il nuovo acquisto.

 

Dalle retrovie, un sottile fermento ribolliva incontenibile. Ma nelle tavolate non si era da meno.

Baston, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, si rivolse sottovoce ad uno dei gemelli Weasley, suo vicino di posto: “Credi che prima della fine.. qualcuno arriverà anche da noi?”

 

“Io spero che lui arrivi da noi.” -Replicò l’altro, fissando intensamente un’arruffata testa castana.- “E poi il piccolo Ron deve essere dei nostri, o sarà cacciato dalla Tana!!”

 

Baston sorrise, rasserenato, riprendendo a seguire lo smistamento.

 

“Alexander Gauss!”

 

“SERPEVERDE!”

 

“Marcy Claire Colben!” dalla folla si staccò una rossa che si diresse di filato ad ottenere la sentenza.

 

“Grifondoro!!” deliberò il cappello.

 

Un boato di gioia esplose, nell’estrema sinistra della Sala.

 

“Weasley!” chiamò la Sprite.

 

“Vai, Ron!!” si udì dal tavolo dei Leoni.

 

Una palla da basket non avrebbe reso giustizia al colorito aragosta di cui era preda il ragazzino: viso e capelli erano un tutt’uno indistinguibile. E le lentiggini abbondate sulle gote sembravano splendere ancor di più, per l’imbarazzo e l’agitazione.

Nessuno si stupì, quando la sua destinazione fu “Grifondoro!”, com’era giusto che fosse, com’era stato per tutta la sua famiglia.

 

E Parkinson finì a Serpeverde, così pure Martha McBride, Tiger e Goyle.

 

“Jonathan Wessex!”

 

“Tassorosso!!”

 

“Malfoy!”

E un ragazzino biondo fece il suo pomposo ingresso, naso all’aria, come gli era stato insegnato fin da piccolo.

Non ci fu molto da pensare: “SERPEVERDE!”

E dall’estrema destra della Sala Grande giunse l’approvazione.

Anche dalla postazione degli insegnati qualcuno annuì, con soddisfazione.

 

“William Dover!”

 

“Grifondoro!” fu la destinazione.

 

“Dranger!” scandì, tonante, miss Pomona.

 

Dopo qualche attimo d’esitazione, dal gruppo di staccò una moretta con tanti castani ricci ribelli. Avvicinatasi all’insegnante, la comitiva dei restanti da selezionare la sentì parlare di un errore di trascrizione del nominativo, e sillabare –forse con un tono un tantino saccente- il proprio cognome in modo corretto.

Madama Sprite strizzò gli occhietti severi sul foglio incantato e, prendendo mentalmente appunti, la pregò di accomodarsi sullo sgabello.

La giovane non attendeva altro: in men che non si dica, Gryffindor fu la sua assegnazione.

 

“O’Neill!”

 

“TASSOROSSO!”

 

Francis Grey, Devenport e Diego Delacruz portarono a compimento Corvonero.

I gemelli Emily e Sidney Spencer furono dirottati a Grifondoro, per la gioia del cugino Dover.

 

“Danielle Dupont!”

 

“Serpeverde!”

 

“Jordan Fox!” scandì madama Sprite, e la folla s’attese l’arrivo d’un bel maschietto.

Giunse tuttavia una signorina dall’aria impettita, a dissipare il malinteso. E Grifondoro la sua destinazione.

 

“Adrian Macwall!”

 

“Grifondoro!” ripeté, nuovamente.

 

“Shaanxi Meng!” proferì l’insegnante, arrivando verso la fine della lunga pergamena.

La bambina dai tratti orientali sorrise felice, quando venne scelta per Tassorosso.

 

“Potter!”

 

La Sala Grande si zittì di botto. Come sotto un incantesimo pietrificante.

Quando il ragazzetto uscì dal gruppo, si udirono diversi sospiri giungere dalle fanciulle presenti, ma lui non ci fece caso: troppo concentrato a superare la prova che aveva di fronte.

 

“Oh, giovane Potter!” –iniziò il Cappello Parlante- “Da tempo ti si attende.. Grandi cose ci si aspettano da te, mio piccolo eroe… Vediamo dove potresti andare…”

 

“Non a Tassorosso, ti prego!” sussurrò il ragazzino, col volto seminascosto dal grande copricapo.

 

“E perché, di grazia?” s’interessò l’oggetto magico.

 

“Ci vanno solo i tonti, lì!”

 

Una bassa risata fuoriuscì da uno dei molteplici strappi, ma la folla udì solo uno sbuffo polveroso.

 

“E a Corvonero? La tua intelligenza è ben riposta!”

 

“No, ti supplico, no!” gemette l’altro, iniziando a sudare.

 

“E Serpeverde, con la sua astuzia? Non di alletta?”

 

“Voglio andare a Grifondoro, come mamma e papà!” confessò infine il ragazzo, giocandosi il tutto per tutto.

 

“Oh, lo sapevo.. lo sapevo.. ma solo gli onesti entrano nella bocca dei leoni!”

 

Il moretto deglutì a fatica, racimolando il poco coraggio rimastogli.

 

“..e sia: GRIFONDORO!!”

 

La platea esplose nel più fragoroso applauso, con grida di festa e di gioia. Persino tra gli insegnanti, si sentì un discreto battimani. Ma non di tutti.

Sfilandosi il cappello, percepì indistintamente due occhi grigi, severi, che lo fissavano con aria malevola.

Nonostante questo, ripose con cura il saggio copricapo, la cicatrice s’intravide appena, nascosta dalla massa ribelle dei capelli spettinati, e si sedette di fianco a Ron, che gli aveva tenuto il posto, cercando di calmare la corsa impazzita del suo cuore, mentre affettuose pacche dei vicini sulle spalle gli facevano capire la loro contentezza per il suo arrivo.

Sorridendo ebete, s’impose di ascoltare la fine del rito:

 

“Douglas Steel-Brown!”

 

“Corvonero!”

 

“Elise Mary Hamilton!” chiamò la Sprite, e giunse di corsa una moretta che portava un paio d’occhiali dorati, montati su un simpatico nasino all’insù.

 

“GRIFONDORO!!”

 

“Ed infine: Zabini!”

E il giovane fu smistato a Serpeverde.

 

Il rotolo fu riavvolto, e prese fuoco per magia, consumandosi all’istante.

 

La professoressa Sprite si accomodò sul palco, affianco ai propri colleghi, quando la McGranitt prese parola: “Siamo orgogliosi di avervi con noi, ed ora buon appetito!”

Le sue mani schioccarono, e sul legno levigato di ogni tavolata comparve ogni ben di dio.

E gli allievi non si fecero pregare.

 

Prima ancora di addentare la prima forchettata, il bambino sopravvissuto conobbe –volente o nolente, fame permettendo- i vicini più prossimi, e i posti limitrofi.

 

“Ehi, Potter!!” –Ron gli diede una gomitata- “Hai notato che Malfoy non ti stacca gli occhi di dosso?”

 

“Eh?! Cosa??” replicò l’altro, sputacchiando qua e là il pasticcio di carne.

 

Il compagno annuì con gesti esagerati, come a chiedere se fosse cieco o cosa..

E così curvò la testa verso la tavolata delle serpi, cercando il biondino che era stato smistato prima di lui.

 

“Ma dove guardi?!” lo rimproverò il rosso, agguantando l’ennesima coscia di pollo con fare esasperato.

 

Il giovane Potter represse un moto di stizza e, controllando la voce, replicò: “Mi hai detto sì o no che Malfoy mi sta fissando??”

 

“Sì, ma non lì!” –spiegò, come se fosse un’ovvietà- “A ore 11, cosa vedi?”

 

“Un idiota?!” la provocazione.

 

Il piccolo Weasley arrossì, regalandogli un calcio sullo stinco da sotto il tavolo.

 

“Avanti… ti seguo..” concesse il bambino sopravvissuto, con generosità.

 

“La vedi la pedana con i professori?”

 

“Sì..”

 

“Scorri a destra.. dopo madama Sprite, dopo Rüf, dopo.. non so come si chiama.. ecco! …ecco, quello vestito tutto di nero, con quella faccia da funerale…”

 

“Sì?” l’incalzò l’altro.

 

“Ecco: quel pipistrello è l’insegnante di pozioni.. Draco Malfoy, e.. E CI STA FISSANDO!!” s’accorsero, e l’imbarazzo per essere stati scoperti li fece diventare piccoli piccoli..

 

“Byron Weasley! E’ l’ultima volta che ti do retta!!” minacciò il moretto, intingendo cucchiaio e naso nel piatto, con la più calda speranza di svanire quanto prima.

 

“Scusa, A.J., non volevo…” piagnucolò il più basso dei due, davvero contrito.

 

“Lascia stare, va’!” concluse l’altro, ingurgitando con eccessivo slancio la sua gelatina di zucca.

 

Sollevando gli occhi dal piatto, si sentì chiamare: “Albus James Potter!!.. Sono onorato di fare la vostra conoscenza! Sir Nicolas de Mimsy Porpington, per servirvi!” uno dei fantasmi del castello fece un inchino pomposo, mezzo metro sopra il suo bicchiere.

 

“Pia-piacere mio..” balbettò in risposta, ponderando se fosse meglio spostare il calice, o se risultasse maleducato farlo.

 

Nick-Quasi-Senza-Testa!!” lo riconobbe uno degli allievi più grandi, qualche metro più in là.

E lo spettro volò altrove, mortalmente offeso per tale ingiurioso soprannome.

 

Il Capitano Baston giunse di persona, a stringergli la mano: “Sarai nella rosa dei sette, vero?” propose, speranzoso.

 

“Oh, beh..” tentennò l’altro, impacciato, infornando l’ennesimo boccone.

 

“Tu, il Quidditch ce l’hai stampato nei geni, caro mio!!

Ho lucidato personalmente la coppa del 1970 di tuo nonno, nella Sala dei Trofei.. e tuo padre.. tuo padre, per esempio, è stato il più giovane Cercatore da…”

 

“135 anni o giù di lì..” concluse, con un’alzata di spalle.

 

“Ecco!! Appunto!! Giusto!! E con te in squadra, il Grifondoro King si qualificherà per la Finale per il 12° anno consecutivo!!” e si allontanò, continuando il suo sproloquio sulla vittoria imminente, per rendere gloria alla memoria di suo padre.

 

Alby e Ron si scambiarono un’occhiata perplessa; ma, accantonando il problema, si riaddentrarono fra le torte di mele..

“Nonna Molly non regge il confronto, eh?”

 

“Mmhhmm, non sciò.. miha mahe… fa assasciare la hua?”

 

 

…continua.

 

 

Note dell’autrice:

- Per prima cosa, né la storia né i personaggi di Harry Potter sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
E Alfraganus è un astronomo arabo, realmente esistito.

- Nello scrivere questa fic, sto cercando di rimanere il più fedele possibile alle indicazioni date dalla Rowling, (chi mi conosce sa quanto io sia pignola ^^’’) senza tuttavia riscrivere altri 7 libri… basta lei a fare questo!
Mi sembrava doveroso dirlo, per chiarire che non è mancanza d’inventiva, la mia, quando alcuni eventi futuri ricalcheranno fatti già vissuti.. è un circolo eterno, no? ^_____^

- Si ringrazia:
La Hennè Production per le correzioni e la pazienza.
Silene & Moko, per i consigli, le risate, pasticcini e cioccolate calde. (e la cassiera di tale pasticceria, che si è involontariamente sciroppata l’intera trama della mia fic.. e i nostri deliri mentali.. ^^’’)

- Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche. Chiunque desideri, può contattarmi al solito divano blue navy: elyxyz@libero.it  o lasciare un post nell’apposito spazio.

Grazie (_ _)

elyxyz

 

 

 

 

 

 

   
 
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