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Autore: Claudia    16/04/2011    6 recensioni
Bloccata ad un bivio, Ginny cercava la via per la felicità.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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At a crossroads, the two of us

 

"Impegnarsi vuol dire soprattutto rischiare. Non solo la vita, ma la propria serenità."

(Roberto Saviano)

 

Nessuno era a conoscienza del segreto che si celava dietro agli occhi di Ginny Weasley. Un segreto proibito, dal sapore peccaminoso, acido e ferroso come il sangue. Custodiva quel segreto da alcuni anni, ormai, rintanandolo in un angolo sconosciuto del cuore, in cui spesso e volentieri lei stessa non voleva avere accesso. Quando aveva sposato Harry Potter la vita le era sembrata improvvisamente perfetta, un cubo di Rubik finalmente completo. Harry era quanto di più avesse desiderato, per tutta l'adolescenza aveva rincorso il sogno di trascorrere una vita con il Bambino Sopravvissuto ed il fatto che quel sogno si fosse realmente realizzato la riempiva di una gioia incontenibile. Quel giorno sarebbe stato speciale, dieci anni di matrimonio a completare delle fondamenta che divenivano ogni giorno più stabili e sicure. Nessuna ombra aveva macchiato i primi anni di quell'unione, fino al giorno in cui, esattamente due anni prima, aveva fatto l'incontro che le avrebbe turbato anima ed il cuore.

"Lily, hai preso tutto?" Ginny guardò la figlia, mentre quest'ultima si rassettava la gonna della divisa.

"Sì, mamma." Rispose, guardandosi attorno nel trambusto di persone che affollava il binario per Hogwarts.

"Tuo padre ha avuto un impegno," Disse Ginny, cogliendo al volo la domanda che la figlia sembrò volerle porre. "Ha detto che è tremendamente dispiaciuto e che non farà più una cosa simile!"

Lilly aggrottò le ciglia ed infine gonfiò le guance. "Non è giusto, non è mai mancato per James!"

La signora Potter le rivolse un sorriso mortificato, accarezzandole una ciocca di capelli vermigli che ricaddero composti sulle spalle. "Saprà farsi perdonare."

Benché l'espressione della ragazza non parve del tutto convinta, Lily asserì, ponendo fine al diverbio. Si chinò per afferrare la gabbia di Gwenda, il suo gufo, e trascinò i propri bagagli in prossimità di un vagone dove, poco prima, un'amica l'aveva richiamata.

"Chissà dov'è finito Al." Bofonchiò la giovane Potter. "Non c'è mai quando una donna necessita di una mano."

"Quale donna?" Sbottò all'improvviso Albus Severus Potter, spuntando da dietro le spalle della ragazza. Ginny rise, mentre il volto di Lily apparve furente. Era evidente che non tollerava simili attenzioni.

"Papà se l'è data a gambe proprio per non dover sopportare il peso del tuo stupido baule!" La canzonò Albus, guadagnandosi lo sguardo truce della madre.

"Vorrà dire che appena saremmo ad Hogwarts ti schianterò." Rispose acida Lily.

Ginny sollevò gli occhi al cielo, lasciandosi andare ad un sospiro. Quando tornò a vagare con lo sguardo, il suo corpo si irrigidì all'improvviso. A pochi metri di distanza, di fronte al vagone adiacente al loro, la figura tetra e longinea di Draco Malfoy stava dando le ultime raccomandazioni al figlio Scorpius. "Ecco, il damerino." Rise Albus, osservando da lontano l'amico.

Ginny spostò l'attenzione sul figlio, in parte confusa, in parte agitata da quell'incontro che anno dopo anno sembrava doversi ripetere.

"Se ti stai domandando come Al e Malfoy possano essere amici, mamma," Prese a dire Lily, scrollando le spalle. "Beh, la risposta è che sono idioti tutti e due."

Albus fece il gesto di sfoderare la bacchetta. "Come osi?" Tuonò, falsamente adirato.

"Non oso pensare a quello che direbbe vostro padre a tal proposito." Ginny sospirò, raggiungendosi una tempia con una mano.

"Ovviamente neanche il padre di Scorpius lo sa," Osservò tranquillo il secondogenito. "Neanche fossimo una coppia clandestina."

"E' come se lo foste, piccioncini." Lo canzonò Lily. Quando Albus fu sul punto di ribattere, il fischio dell'Espresso per Hogwarts emise un sibilo acuto. L'attenzione di tutti si rivolse al treno e gli ultimi passeggeri finirono di caricare i bagagli, salendo e prendendo posto. Lily ed Albus si sporsero dal finestrino per salutare la madre.

Quando il treno partì, abbandonando la stazione di King's Cross, il binario andò lentamente svuotandosi. Ginny si voltò in fretta, ma una figura dal cappotto nero sembrò rimanere immobile laddove era sempre stata. Senza farsi notare, Ginny si fermò, voltandosi lentamente. Ciò che aveva temuto, tornò a ripetersi. Il suo sguardo agganciò quello di Draco Malfoy. Colta di sorpresa, la donna fece un leggero segno di saluto, mentre uno strano sfarfallio andò mescolandosi con la stretta allo stomaco, poco più in basso. Non avevano mai avuto l'occasione di parlarsi, i loro sguardi si erano sempre e solo incrociati, nel più assoluto riserbo. Ma quel giorno, quel giorno tutto sembrò diverso.

Quel giorno, Ginny arrivò a comprendere molto più di quanto desiderasse realmente ammettere.

Vederlo lì, in piedi di fronte a lei, con pochi metri in grado di separarli, l'aveva inondata di una miriade di pensieri. I suoi figli, Harry. Tutto sembrò scorrerle di fronte agli occhi della mente, ma nessun pensiero fu tale da poter essere realmente carpito. Per un attimo, per un istante assai breve, desiderò rischiare ogni cosa. Su quella piattaforma, con quell'uomo. Lo desiderò così tanto, che sentì il proprio volto avvampare. Avrebbero potuto accettare il rischio, avrebbero potuto impegnarsi in una relazione lontano dagli sguardi indiscreti delle altre persone. Sarebbe bastato portare un piede in avanti, andare verso di lui. Ma rischiare, avrebbe incrinato la serenità di entrambi. Di tutti.

Ginny si bloccò, tornando finalmente a vedere la figura di Malfoy, immobile, che la osservava. Un solo gesto, una sola ed un'unica azione, li avrebbe portati ad intraprendere un percorso, ad andare oltre il bivio che per due anni abbandonanti era stata la loro casa, il loro rifugio segreto.

Draco Malfoy attendeva solo una decisione e tale decisione doveva essere lei, a prenderla.

Per alcuni secondi che le parvero interminabili, Ginny rimase immobile.

**

"Erano molto arrabbiati?" Lo sguardo di Harry sembrò chiederle conforto, mentre con un gesto dettato dall'abitudine posò la bacchetta sul canterale enorme della loro stanza da letto. Ginny sorrise, scuotendo leggermente il capo in segno di diniego.

"Ho detto loro che troverai il modo per sdebitarti."

Harry sbuffò, abbandonando gli occhiali sul comodino ed attirando Ginny nel letto con sé.

"E te?" Sussurrò, scostandole una ciocca di capelli dal viso. "Hai fatto incontri interessanti?"

Ginny si bloccò, gettando il proprio sguardo contro il soffitto della stanza.

Il suo silenzio sembrò attirare l'attenzione di Harry. "Ginny?"

"No, nessuno." Si voltò su un lato, lasciando che le braccia di Harry le scivolassero sui fianchi. Fece un respiro profondo, aderendo con il volto al pigiama del marito, lasciandosi accarezzare, fino a quando il sonno non ebbe la meglio.

**

Note a fondo pagina: storia scritta per il challenge THE COW-T: The Clash of the Writing Titans @ Maridichallenge per il prompt-citazione "Impegnarsi vuol dire soprattutto rischiare. Non solo la vita, ma la propria serenità." (di Roberto Saviano) (Missione 3).

 

  
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