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Autore: LaMicheCoria    16/04/2011    4 recensioni
-Ma quegli occhi, quegli occhi, non posso sostenerne la vista! Quegli occhi che decretarono la mia caduta!- si accasciò contro il petto di Gupta, che rimase allibito, incapace di stringere a sé l’antico Regno.
-Occhi, fratello? Di che occhi parli?-
-Occhi potenti, uno sguardo di sventura! Occhi di cui divenni schiavo, credendo di esserne padrone!- (…)
-Chi ti ha fatto questo?- esalò Egitto.
Un sorriso rassegnato sollevò le labbra di Ammone
-Il giogo di Roma-

(...)
-Miseri, miseri noi- gemette la donna –Misero chi condivide il nostro destino. Noi cui è negata l’immortalità, ma non è concesso essere umani. Per noi, figlio mio, non esiste l’amore. Non esiste neppure l’odio. Esistono solo la pace ed il fuggevole momento vissuto fra i veli d’un talamo, e la guerra, dove la furia acceca anche chi, solo il giorno prima, si era professato amante e amato. La vittoria ci porta ad aggiogare i nemici, la sconfitta ad essere aggiogati. Dove prima c’erano carezze e sussurri, non restano che lame di pugnali e ordini di battaglia-
Feliciano Vargas viene spesso a trovare Gupta e ogni volta lo Spirito di Ammone Tolomeo si chiude nel silenzio delle dune. Egitto non riesce a capire il comportamente del fratello maggiore e lo insegue nel deserto, per chiedergli spiegazioni..
Gli ultimi anni del Regno Ellenistico d'Egitto. Dall'arrivo di Pompeo (48 a.C.) fino alla Battaglia di Azio (31 a.C.). Fino a quando dell'Antico Egitto e del Regno dei Tolomei non resterà solo che un ricordo schiacciato dal giogo di Roma.
[Personaggi: Impero Romano, Mamma Egitto, OC!Regno Ellenistico d'Egitto, Gupta Muhammad Hassan/Egitto] [RP: Cleopatra VII, Caio Giulio Cesare, Marco Antonio] [Pairing: Impero Romano x Mamma Egitto] [Regno Ellenistico x Impero Romano]
Genere: Drammatico, Slice of life, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Antica Roma, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Memoriae Romae'
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Titolo: Pacem Appellant
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Arancione

Genere: Drammatico, Storico, Slice of Life, Angst
Avvertimenti: Shonen-Ai, Missing Moments, Slash, Het
Personaggi: Gupta Muhammad Hassan/Egitto, Romanus; Romulus Lucius Octavianus/ Impero Romano, Mamma Egitto, OC!Ammone Tolomeo/OC!Regno Ellenistico d’Egitto

Pairing: RomanusxMamma Egitto, Ammone TolomeoxRomanus
Trama: Ma quegli occhi, quegli occhi, non posso sostenerne la vista! Quegli occhi che decretarono la mia caduta!- si accasciò contro il petto di Gupta, che rimase allibito, incapace di stringere a sé l’antico Regno.
-Occhi, fratello? Di che occhi parli?- -Occhi potenti, uno sguardo di sventura. Occhi di cui divenni schiavo, credendo di esserne padrone- (…)-Chi ti ha fatto questo?- esalò Egitto.
Un sorriso rassegnato sollevò le labbra di Ammone

-Il giogo di Roma-

Dedica: a Silentsky, che ci porti fortuna per la Simulazione di Terza Prova di Lunedì!
Note: Eccomi qua, tornata con un’altra Long Fiction dedicata ad Impero Romano. E visto che io sono una pazza sclerata, ecco che al suo fianco appare un altro OC! (Senza contare i personaggi realmente esistiti, tra i quali spiccheranno Giulio Cesare, Cleopatra e Marco Antonio), ovvero, Ladies and Gentlemen, fate tutti un applauso ad Ammone Tolomeo, Regno Ellenistico d’Egitto!
Ma bando alle cianciate e diciamo qualcosa di più serio: detto papale papale, in poche, pochissime parole, questa Long Fiction tratterà degli ultimi anni del Regno Ellenistico d’Egitto, ovvero dall’arrivo di Pompeo nel 48 a.C., fino alla caduta d’Egitto nel 31 a.C., con la Battaglia di Azio.
In verità tutto questo doveva essere parte di una Long Fiction più lunga riguardante tutti i Regni Ellenistici e la loro progressiva caduta nelle mani di Roma, ma mi sono resa conto di non essere in grado di scriverla. Quindi mi sono limitata ad una piccola porzione, ad un lato di storia che mi è più “congeniale”. Ciò non toglie che il prologo dell’altra fic verrà comunque pubblicata come One Shot a sé stante. No, nemmeno Alessandro Magno e l’Impero Macedone possono sottrarsi alla mia follia.
Vi invito comunque ad andare a guardare le note storiche a fondo pagina ^V^ (sono tutte riguardanti l’Ellenismo, la morte di Alessandro Magno e la nascita dei Regni Ellenistici, le ho messe giusto per farvi capire meglio l’ambientazione)
Il titolo è preso da una sententia contenuta nel discorso di Calgaco (Agricola, 30.  Opera di Tacito): Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant ([I Romani] dove fanno il deserto lo chiamano pace)
Per ora il Rating è arancione, potrebbe sfociare nel Rosso [Non tanto per scene esplicite di sesso, nonostante l’avviso Slash, quanto per quello che succederà negli ultimi capitoli. No, non sarà piacevole. Né per Ammone, né per Mamma Egitto, né per Romanus]
Bon, vi lascio al prologo (piuttosto corto, ma serve giusto a presentare un poco la situazione e il nuovo personaggio)
Buona Lettura!

Wordcounter: 736 (esclusi titolo e note)

 

~Musica: Hope’s Theme – Final Fantasy XIII

 

 

~ { Pacem Appellant } ~

 

~***~

{ Prologo

 

Capitava spesso che Feliciano Vargas venisse a trovare Gupta.
Egitto apprezzava le visite dell’Italiano, molto meno le mani sudaticce dei turisti cicaleggianti che toccavano senza ritegno i geroglifici di sua Madre. Gupta aveva tentato di spiegare alla Nazione Italica che i geroglifici erano sacri, che non dovevano essere toccati per nessuna ragione, ma invano. Uomini, donne, bambini, tutti toccavano tutto, e sotto le loro dita si liberavano le catene che tenevano imprigionato un leone ruggente o facevano volare via un’anatra, la preda che da millenni il cacciatore dalle pelle arsa dal sole cercava di fare sua1.
Capitava spesso che Feliciano Vargas venisse a trovare Gupta.
Ogni volta che accadeva, lo spirito di Ammone Tolomeo2 ritornava tra le sabbie del deserto, rifiutandosi di parlare al fratello minore fino a quando l’Italiano non fosse ritornato in patria.
Ammone Tolomeo,  lo scomparso Regno Ellenistico d’Egitto, era uno spirito che solo Gupta era in grado di  vedere: era suo fratello maggiore, l’unico che potesse descrivergli lo splendore della loro defunta Madre, anche se spesso e volentieri si perdeva a narrare di Callimaco e della Regina Berenice3, e di Teocrito e delle feste in onore di Adone e di come il poeta Siracusano ne fosse stato talmente affascinato da scrivere un mimo a riguardo4.
Gupta non lo interrompeva mai, perché in qualche modo lo spirito di Madre Egitto aleggiava sempre in quei racconti, e poi nemmeno gli dispiaceva ascoltare storie che tanto ricordavano quelle di Heracles.
Ma tutti i racconti di Ammone avevano un limite: non andavano mai oltre la guerra nata tra Cleopatra VII e suo fratello, Tolomeo XIII.
Quando era più piccolo, Gupta lo aveva implorato tante volte di andare avanti, artigliando i lembi della sua veste candida, ma l’altro non aveva mai ceduto, anzi, mentre lo rimetteva in piedi –Ammone Tolomeo era uno spirito fatto di sabbia che danzava silente sulle dune d’Egitto, e il bambino non poteva afferrarlo. Le manine stringevano solo il vuoto, un vuoto terribile, che gli ricordava ogni volta quanto fosse solo- il suo volto, solitamente bello e giovale, con gli occhi d’un colore diverso l’uno dall’altro, si adombrava e la rabbia e la vergogna storcevano le sue labbra.
Gupta aveva imparato a non chiedere più.
Ascoltava Ammone, si addormentava davanti ad un focherello acceso tra le dune, con Inep5 accoccolato al fianco, una coperta sulle spalle e la voce del fratello che lo cullava, lo abbracciava in spire di sabbia dorata e lo riportava agli antichi fasti d’Egitto. E lui allora riabbracciava sua Madre, che sapeva d’incenso e tintinnava di sistri, sua Madre dai piedi nudi ed il collare d’oro, coi capelli d’ebano e le caviglie adorne di gioielli scintillanti.
Accadde, però, che un giorno Gupta non riuscisse più a sopportare il silenzio del fratello; salutò Feliciano Vargas con tutta la cortesia e l’accortezza possibili, poi corse nel deserto, affondando i piedi nella sabbia e cadendo e rialzandosi più volte.  Inep gli trotterellava accanto ed un falco dalle ampie ali fischiava sopra la sua testa.
Trovò Ammone inginocchiato a terra: la sabbia si alzava attorno a lui, si attorcigliava, gemeva, esplodeva con uno schiocco,  lacrime dorate gli scendevano dal viso, si insinuavano fra le dita evanescenti, picchiettavano a terra, e le spalle, le belle spalle, coperte dell’abito candido, tremavano, chicchi giallastri cadevano da esse, rimbalzando sulle dune.
Gupta gli si avvicinò, facendo attenzione a non venir colpito dai refoli sabbiosi.
-Fratello..- mormorò, inginocchiandosi –Fratello, perché piangi?-
Ammone alzò il viso d’oro e di lacrime, mordendosi le labbra e stringendo forte le spalle del minore
-Adelphòs, adelphòs6!- gridò, l’ampia fronte aggottata e i capelli scarmigliati –Troppi ricordi, adelphòs! Non è colpa tua e neppure del giovane cui t’accompagni spesso! Ma quegli occhi, quegli occhi, non posso sostenerne la vista! Quegli occhi che decretarono la mia caduta!- si accasciò contro il petto di Gupta, che rimase allibito, incapace di stringere a sé l’antico Regno.
-Occhi, fratello? Di che occhi parli?-
-Occhi potenti, uno sguardo di sventura! Occhi di cui divenni schiavo, credendo di esserne padrone!- Ammone si scostò dal minore e lasciò cadere le braccia. Rimase in silenzio per alcuni istanti, poi prese un profondo respiro e piegò il collo.
Gupta dovette trattenersi dal lanciare un grido: sulla pelle dorata dell’altro, lì, poco sopra la clavicola, due segni, forse di mani, forse di corda,  spiccavano lividi, bluastri.
-Chi ti ha fatto questo?- esalò Egitto.
Un sorriso rassegnato sollevò le labbra di Ammone
-Il giogo di Roma-

 

 

 

 

{~***~}

 

 

 

 
1Tale era, secondo gli Antichi Egizi, il potere dei geroglifici. Toccarli significava disperdere la magia contenuta nei segni. Per questo i geroglifici dovevano essere perfetti al millimetro: sbagliare anche solo un tratto avrebbe significato liberare una belva feroce o far fuggire qualche preda o, peggio, far sbagliare all’anima del defunto le formule per accedere all’Amenti.
2Amon=Ammone, il Dio che identificò Alessandro Magno come Divinità. Tolomeo = Capostipite della dinastia (quella Tolomea, appunto) regnante in Egitto dopo la morte di Alessandro.
3 (IV secolo a.C.) Poeta e filologo greco Che a me non piace nulla. Berenice, terza moglie del Faraone Tolomeo III l’Evergete
4 “Le Siracusane / Le donne alla festa di Adone” (Idillio XV) di Teocrito di Siracusa (ca. 300 a.C.).
5 Nome egizio di “Anubi”. Non ho la minima idea se il cane di Gupta abbia un nome preciso.
6 “Fratello” in greco antico.

 

 

Note Storiche

 

  •          A Proposito dell’Ellenismo

Col termine Ellenismo Gustave Droysen, nella sua opera “Storia dell’Ellenismo”, designa il periodo che va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla Battaglia di Azio (31 a.C.)
Il periodo è caratterizzato dalla diffusione della cultura greca nei territori locali, da un progressivo accentramento del potere nelle mani di un unico sovrano (si dice che il cittadino passi dalla condizione di Polites a Idiòtes, che non si interessa, cioè, della sfera pubblica). Nasce il fenomeno dell’evergetismo (mecenatismo), la cultura si fa sempre più elitaria, vi è la diffusione della koinè diàlektos (la lingua comune), un forte progresso scientifico, matematico, astronomico e medico. L’età ellenistica è detta anche “civiltà del libro”: il rotolo di papiro diviene il massimo veicolo di diffusione culturale e si arriva definitivamente ad un sistema di composizione e trasmissione scritta dell’opera letteraria e scientifica. Nascono le biblioteche (le più importanti sono quelle di Alessandria d’Egitto e di Pergamo) e discipline specialistiche come la filologia. [si ringrazia quella magnifica donna che è la mia prof di latino e greco per gli appunti e le spiegazioni]

 

  •          A Proposito di Alessandro Magno

Non credo che ci sia molto da dilungarsi si questa figura: bene o male, le sue grandi gesta le conosciamo tutti (o la maggior parte). Nato a Pella nel 356 a.C., figlio di Filippo II di Macedonia, gli succede al trono nel 336 a.C., quando il padre viene assassinato a Ege. In 12 anni conquista l’Impero Persiano, l’Asia Minore, l’Egitto, gli attuali Pakistan, Afghanistan e India, ma muore nel 323 a.C., forse avvelenato, forse per una cirrosi epatica dovuta al troppo vino, lasciando un figlio ancora in fasce e un fratellastro insano di mente. Il Grande Regno di Alessandro cadde così nel caos delle lotte intestine tra i suoi comandanti.

  •       A Proposito dei Diadochi

I Diadochi furono i generali di Alessandro che, dopo la sua morte, si contesero con aspre battaglie (le sei guerre dei Diadochi) i resti del suo enorme Impero.
Perdicca, cui Alessandro, in punto di morte, affidò il sigillo reale dicendo di darlo (secondo la tradizione) “Al migliore”, decise di attendere la nascita del figlio di Rossane e Alessandro. Il bimbo nacque, gli venne dato il nome di Alessandro IV e Perdicca governò in sua vece, dividendo il regno in satrapie, per tenere lontani da Babilonia i generali:

 

  • -Antipatro divenne stratega d’Europa (Macedonia e Grecia)
  • -Tolomeo ebbe l’Egitto
  • -Lisimaco la Tracia
  • -Eumene di Cardia la Cappadocia e la Licia
  • -Antigono Monoftalmo Panfilia e Pisidia
  • -Cratero si preoccupò delle finanze della parte Macedone, mentre Perdicca della parte militare
  • -Seleuco divenne il comandante degli Eteri (cavalleria delle regioni montuose del Regno di Macedonia)

 

Ma questa spartizione del potere portò presto al malcontento di chi voleva vedere i propri confini espandersi e raggiungere le vette del vecchio Impero di Alessandro. Varie e terribili furono le lotte intestine (nel 321 a.C. Perdicca venne assassinato e al suo posto venne messo Antipatro che ucciso Rossane, i due figli di Alessandro, sua madre Olimpia, la sorella Cleopatra, la sorellastra Euridice e il fratellastro Filippo).
Quando le guerre tra i Diadochi cessarono, i Regni stabili furono i seguenti:

  •          Regno d’Egitto, guidato dai Tolomei
  •          Regno di Macedonia, guidato dagli Antigonidi
  •          Regno di Siria, guidato dai Seleucidi
  •          Regno di Pergamo, guidato dagli Attalidi

Il primo a cadere sotto il dominio romano fu il regno di Siria, nel 189 a.C. con la battaglia di Magnesia; l’ultimo fu l’Egitto, con la battaglia di Azio.

   
 
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