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Autore: Iyah May    18/04/2011    4 recensioni
ATTENZIONE: Questa storia è collegata a 'LULLABIES'. Non sono una il sequel dell'altra ma sono la stessa storia raccontata dal punto di vista di due diversi personaggi. 'Remembering Sunday' è raccontata da Iyah, sorella di Jack degli All Time Low.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FAMILY [Chapter 25]
 
Rimasi sorpresa della facilità con cui la mia penna scorreva su quel foglio. Era la prima volta che scrivevo – almeno in parte – una canzone. Solo in quel momento capii come si sentiva Alex: aveva ragione, scrivere in musica i propri pensieri aiutava tantissimo. Mi sentivo più sollevata, più rilassata. Senza rendermene conto mi ero immedesimata in quelle parole, il che aveva reso più semplice il fatto di scrivere l’ultimo pezzo della canzone. Provai a suonarla ancora una volta, per vedere se tutto filava liscio. Mi piaceva.
 
***
 
La mattina dopo, prima di andare a scuola, diedi il foglio a Jack e lo pregai di non dire ad Alex che l’avevo finita io – forse perché mi vergognavo della mia incapacità di fronte alla sua bravura, forse perché non volevo intuisse troppo di me da quelle parole. Alex suonò il clacson del suo/nostro furgoncino per avvisarci che era arrivato a prenderci. Appena saliti, Jack passò il foglio al suo amico.
«Ehi Alex, ho finito la canzone come mi avevi chiesto»
Alex sbarrò gli occhi e strappò quel pezzo di carta dalle mani di mio fratello, prima di bisbigliargli qualcosa che non capii. Jack però si mise a ridere, accennando uno ‘Scusa’ e guardandomi con la coda dell’occhio. Ormai conoscevo mio fratello. Quello sguardo mi preoccupava. Probabilmente c’era qualcosa sotto.
Arrivati a scuola trovammo Hachi, Rian e Zack ad aspettarci davanti all’ingresso.
«Ehi, amico. Cosa c’è di tanto urgente? Qual è la novità di cui ci volevi parlare?» chiese Rian ad Alex che, a quanto pare, aveva mandato un messaggio a tutti – ma perché a me no? – dicendo che aveva delle novità.
«Ragazzi, tenetevi forti… Avete presente il concerto che abbiamo domenica?»
«E come facciamo a non averne presente? Suoniamo nel locale più importante della città!» fece notare Zack, impaziente di sapere qual’era la vera notizia.
«Rian, rullo di tamburi, prego…» Rian si scollò dalla mia amica e cominciò a battere le mani sulle proprie cosce. Alex continuò: «Ci saranno dei Talent Scout che verranno qui dalla California solo per sentire noi!»
Alex era esaltato, rideva, urlava e saltava. Gli altri tre ragazzi, io e Hachi eravamo immobili.
«Stai scherzando» disse Jack.
«Si, Alex. Non è divertente» dissero in coro il bassista e il batterista. Io e Hachi ci guardavamo senza capire.
«Cazzo, ragazzi! Non è uno scherzo! Quando mai scherzo su queste cose?»
Solo a quel punto realizzammo la cosa.
«Oh mio Dio! Oh mio Dio!» cominciò ad urlare la mia migliore amica, saltando in braccio a Rian e baciandolo con forza.
«E’ tutto vero, finalmente è tutto vero!» disse mio fratello, quasi piangendo e abbracciandomi forte, come la sera in cui ero tornata da New York.
«Oh, ti amo Zachary»
«Anche io ti amo, Alexander»
Alex e Zack si abbracciarono e presi dall’euforia di scambiarono un meraviglioso bacio a stampo sulle labbra. Ci mettemmo tutti a ridere. Eravamo troppo felici. Il gruppo poteva avere un futuro. La mia FAMIGLIA poteva avere un futuro. L’unica cosa che mi importava era che andasse tutto alla grande.
Ci abbracciammo tutti insieme, formando un cerchio, e saltando abbiamo cominciato ad urlare tre parole, le uniche che contavano qualcosa in quel momento: ‘All Time Low’.
 
***

 
Il resto della giornata a scuola era stata perfetta. Quel giorno non avevo lezione con Davis, non avevo pensieri per la testa, Alex sembrava avesse ricominciato a parlarmi, mi sorrideva e mi salutava per i corridoi. E soprattutto la scuola stava per finire.
Avrei avuto un sacco di esami di fine anno ma poi avrei potuto passare un’estate in tranquillità con i miei amici. L’unica cosa che mi lasciava un po’ delusa era l’imminente ballo scolastico.
Mancava circa una settimana e mezza e tutte le ragazze sembravano completamente impazzite per questo – Hachi compresa. Quel pomeriggio avrei dovuto accompagnarla a cercare il vestito perfetto. Io non ci sarei andata al ballo, invece. L’idea iniziale era di andarci con Tom ma visti gli ultimi avvenimenti, direi che non era possibile. Altri ragazzi non ne conoscevo al di fuori della mia piccola, grande famiglia. A scuola non avevo nessun tipo di rapporto con i ragazzi, mi credevano tutti troppo strana, a quanto si diceva in giro – probabilmente erano state Lisa Ruocco e le sue amiche Cheerleader a spargere strane voci, magari dopo il fatto che ero sparita dalla città senza lasciare traccia. Alex invece non mi andava di invitarlo. Erano i ragazzi a dover fare la prima mossa, no? E poi avrà avuto centinaia di ragazze che aspiravano a lui, Lisa per prima. Anche Zack aveva conosciuto una ragazza. Nessuno di noi l’aveva mai conosciuta, lui l’aveva incontrata ad una festa a New York qualche tempo prima e sembrava gli piacesse davvero. Eravamo tutti curiosi di vedere Merrick all’opera con una bella ragazza, visto che con le donne era sempre stato molto timido. Jack invece non mi aveva mai detto se aveva trovato una ragazza o no. Probabilmente avrebbe attuato la solita mossa degli altri anni: andarci da solo e ballare con tutte le belle ragazze che, per qualche strano motivo, non avevano l’accompagnatore o che erano state lasciate vicino al tavolo delle bevande mentre il fidanzato era in bagno. Inevitabile dire che qualche pugno se l’era preso. Ma sembrava non gli importasse e che, anzi, si divertisse.
In ogni caso ero quasi certa che non sarei andata e non riuscivo a capire come mi sentivo al riguardo. Non mi andava di stare da sola come l’unica single idiota mentre tutti si divertivano ma allo stesso tempo volevo approfittare della serata per stare un po’ con Alex, ora che le cose andavano meglio.
Pensai a questo tutto il pomeriggio – mentre Hachi si provava decine e decine di vestiti meravigliosi - analizzando i pro e i contro del fatto di andare o non andare.
La decisione finale?
Ancora non lo sapevo ma propendevo verso il fatto di andare e aspettare, vicino il tavolo delle bevande, che arrivasse il prossimo ‘Jack Barakat’ di turno.
   
 
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