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Autore: Lushia    20/04/2011    1 recensioni
==Riscritta e migliorata==
Tre ragazze, tre creature diverse, con passati differenti, amici differenti e caratteri differenti.
Sceglieranno la loro strada, affronteranno la loro vita alla ricerca di un luogo dove potranno essere tranquille e dove potranno vivere senza preoccupazioni.
Ma saranno davvero loro a poter decidere il loro destino?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ascolta la Opening (Happiness Carnival, by Stardust Reverie)
Ascolta la Ending (Diamond Whispers, by Black Dia)

Stage 3 - Vampiri

 

Restò immobile a fissare la vampira, tremando. Era incredibilmente spaventata e aveva una tremenda paura di quelle creature, per cui aveva sperato vivamente di non incontrarle mai, eppure Marisa era riuscita a trascinarla nella dimora di una tra le più pericolose.
Remilia Scarlet fissò sconcertata l'albina, chiedendosi cosa ci facesse un'estranea nella sua sontuosa villa. La sua espressione era perplessa ma non aggressiva, si limitò a squadrare la ragazza con fare altezzoso e a rivolgersi a qualcuno dietro di lei.
-Sakuya, chi è questa cosa?- chiese, porgendo la domanda ad una cameriera dai capelli color argento che la ragazza non aveva proprio notato. Le bastò un'occhiata per ricordare chi fosse: si trattava di Sakuya Izayoi, la capo cameriera della dimora Scarlet. La prima volta che l'aveva incontrata fu al tempio Hakurei, la seconda volta che l'apprendista ci si era diretta per cercare nuovamente l'aiuto degli dèi e a distanza di due giorni dalla prima fuga. Quella volta, quando arrivò al tempio, notò la cameriera mentre era presa da una vivace discussione con la sacerdotessa Reimu. Non ricordava, però, di cosa stessero parlando.
-Si tratta di quella umana... mi pare si chiami Mitsuki. Non ricordate? C'era un articolo su di lei nel BunBunmaru di qualche mese fa.- rispose la cameriera con educazione, osservando la sua padrona.
-oh... pensavo che quel giornale raccontasse solo stupidaggini.- si voltò verso Mitsuki, squadrandola -quindi questa mocciosa è l'allieva di quella stregaccia?-
-Certo, ojou-sama.- rispose. Mitsuki non apprezzò l'essere chiamata "mocciosa".
-beh... si lo sono. Mi chiamo Shiroyume Mitsuki.- disse, con più educazione possibile e accennando un inchino. Di sicuro non voleva far infuriare la padrona di casa e i suoi denti sembravano abbastanza affilati da spaventare di più la ragazzina.
-...se si trova qui significa che quella strega è di nuovo andata a far visita a Patche!- affermò la vampira, adirata.
-probabilmente- rispose Sakuya, sospirando.
-Si, la mia maestra è--
-Beh, non me ne frega minimamente e a te chi ti ha detto che potevi parlare?- intervenne la vampira, seccata -Sparisci, è anche già l'ora del té.- aggiunse, voltandosi.
-...i vampiri bevono té?- chiese confusa l'albina, mentre il suo sguardo si spostava dalla cameriera alla vampira. Quest'ultima si voltò e incrociò lo sguardo della ragazzina.
-Beh... forse preferisci che beva te?- disse, guardandola con fare malizioso ma anche abbastanza inquietante. Il sapore di una giovane ragazzina era prelibatezza per un vampiro, chissà come sarebbe stato squisito il suo sangue.
Ma Mitsuki non voleva di certo diventare la bevanda della vampira e non le era nemmeno piaciuto il gioco di parole, per cui indietreggiò in silenzio, sperando che la padrona di casa passasse oltre.
-Che fai? Prima mi provochi e poi indietreggi?- chiese Remilia, con una smorfia -Sai che mi sembri quasi un microbo?-.
L'albina si aspettava di tutto tranne che l'essere offesa. Il suo sguardo impaurito divenne perplesso e i suoi timori parvero affievolirsi... o, semplicemente, era troppo presa dal difendersi dall'offesa più che da ciò che ne sarebbe derivato. La gente l'avrebbe indicata come "persona stupida con un una buona dose di ingenuità".
-Senti chi parla!- le disse, indicandola. Remilia arrossì.
-Come sarebbe a dire?-
-Sono più alta di te, fino a prova contraria!-
-Ma come ti permetti, io sono il Diavolo Scarlatto e tu sei un microbo inutile ed inferiore!-
La situazione sarebbe degenerata ma nessuna delle due sembrava demordere. Assomigliavano a due bambine che litigavano su chi fosse la migliore ed entrambe volevano aver ragione.
Sakuya le fissò perplessa, non sapendo come intervenire. Di sicuro Mitsuki era alquanto stupida a sfidare apertamente una vampira senza avere i poteri per fronteggiarla, per questo cercò di calmarle ma ottenne solo di gettare benzina sul fuoco.
-Finiscila, non puoi fare l'arrogante e pretendere che la genta ti segua anche, ci vuole una buona dose di diplomazia per coinvolgere le persone!- spiegò l'albina, senza essere sicura del come fossero arrivate a parlare di potere. Dal suo canto, la vampira parve alquanto seccata. Sospirò e tornò a rivolgersi alla cameriera.
-Sakuya, lo sapevi che i microbi parlano, adesso?- le disse, scoppiando a ridere.
-Cos'è, non hai più argomenti e torni ad offendere?- rispose, ma la vampira si era stancata e se ne stava andando senza destarle ulteriore interesse, continuando a blaterare sciocchezze su microbi e persone impertinenti in casa sua.
Va bene avere paura dei vampiri ma questo era troppo.
-Ehi, ma dico io! Ma che educazione! Chi è il microbo? Ma come ti permetti che manco mi conosci? Ma che diavolo vuoi?- sbottò l'albina. La vampira si girò fulminandola con lo sguardo e Mitsuki capì che aveva fatto una cazzata. Una grande cazzata.
-Tu, maledetta! Mi hai davvero stancato, non puoi rivolgerti così a me!- disse, ormai davvero infuriata. Si era presentata un'estranea in casa sua e le stava anche facendo la ramanzina. Come si permetteva, un microbo come lei, di sgridarla in quel modo?
Gli occhi scarlatti sembravano reclamare il suo sangue e l'apprendista maga iniziò a tremare dalla paura. Non aveva spellcard, poteva solo difendersi, per quanto fosse riuscita a farlo, dai danmaku. Non poteva nemmeno volare, avendo rotto la scopa proprio quella mattina.
Remilia lanciò dei danmaku a sfera in direzioni irregolari, che scendevano in obliquo verso l'obiettivo. La ragazzina si limitò a saltellare a destra e a sinistra per evitarli, preoccupata per la sua sopravvivenza e per il dolore delle ferite che tornava a pulsare.
Ma la vampira doveva essere davvero furiosa perchè stava per dichiarare la sua spellcard quando venne bloccata da Sakuya. Il suo sguardo si posò furioso sulla fedele cameriera, non capendo probabilmente il perchè l'avesse fermata.
Sakuya, con un'espressione mortificata, ritrasse le mani liberando la padrona.
-Perdoni l'intromissione, ojou-sama, ma questa ragazza non ha alcun potere e non sa nemmeno volare. Se provate a colpirla sicuramente la ucciderete e la sacerdotessa Hakurei potrebbe infuriarsi.-
Remilia si bloccò, rimuginando. Se Reimu si fosse arrabbiata sarebbe stato un bel problema, inoltre non c'era gusto in un combattimento a senso unico. Placò la sua ira e lasciò svanire i suoi danmaku per poi voltarsi ed allontarsi sbadigliando. Sakuya lanciò un'occhiata severa all'albina, prima di seguire la sua padrona. Era ovvio che le stava intimando di andarsene prima che potesse succederle qualcosa. Giurò a sé stessa di non far più arrabbiare nessuno e decise di essere in grande debito con la cameriera.
Sospirò, accorgendosi di essere caduta in ginocchio. Alcune ferite si erano nuovamente aperte e le facevano male. Si stampò in mente quel dolore in modo che potesse esserle da esempio per la sua immensa stupidità.
-...Mitsuki.- la chiamò una voce alle sue spalle: era Marisa, la quale la stava fissando con sguardo severo. Era raro vederla arrabbiata, almeno nei suoi riguardi.
Mitsuki si issò e si voltò verso di lei.
-si, sensei?- rispose, con voce flebile.
-Prima di far arrabbiare qualcuno, la prossima volta, bada bene di saper affrontare una danmaku battle zé.- le disse, osservandola con sguardo serio. Sapeva che sarebbe potuta morire senza che se ne fosse resa conto.
-Mi perdoni- rispose Mitsuki, dispiaciuta. Probabilmente Marisa aveva assistito alla vergognosa scena ed era giusto che la stesse rimproverando per aver sbagliato.
-va beh, torniamo a casa!- esclamò, tornata nuovamente vivace e pimpante. Mitsuki sorrise e la seguì, ripercorrendo il percorso fatto in precedenza ma stavolta sotto una splendida luna calante. Quando rientrarono, Marisa avvisò l'albina che la mattina sarebbe uscita presto. Dopo un timido gesto del capo, l'apprendista si gettò sul divano all'ingresso e si addormentò profondamente senza nemmeno essersi cambiata e aver raggiunto il suo letto.
Un improvviso tonfo proveniente dal piano superiore la svegliò di colpo. Il forte rumore la spaventò, facendola alzare di botto, così bruscamente che scivolò dal divano e cascò a terra. Si rialzò dolorante e si guardò intorno, assicurandosi che l’ingresso fosse chiuso e che l’aria non fosse pesante ed impregnata di energia magica o comunque malvagia. La prima cosa che notò fu la luce accecante del sole mattutino e l'orologio che segnava le undici.
Salì i gradini della scalinata che portava al piano superiore, lentamente e silenziosamente, tenendo le orecchie ben aperte e aggiustandosi i capelli spettinati dopo la notte passata sul divano.
L’unica cosa che sentiva distintamente era una lamentosa voce femminile proveniente dalla sua camera da letto.
-Ma dove diavolo sono finita?!- si domandava, un po’ rabbiosa.
Mitsuki si affacciò lentamente dalla porta di camera sua, restando ben nascosta e pronta a scattare se ci fosse stato bisogno di fuggire da un grande pericolo. Sbadigliò, aveva ancora molto sonno e si chiese perchè stavano succedendo tutte quelle cose una dopo l'altra quando solo tre mesi prima viveva una vita tranquilla come cameriera nel ristorante di famiglia al villaggio umano. Anche se definirla "tranquilla" era un modo di dire, poteva solo affermare che si trattava di una vita normale in confronto a quella che stava vivendo come apprendista maga.
-Ho sbagliato ancora? Maledizione.- urlò la ragazza, facendo risvegliare Mitsuki dai suoi pensieri.
Ora l’albina poteva vederla chiaramente. Era una bella ragazza alta, snella, con lunghi capelli rosei e alcune ciocche tinte di azzurro, aveva inoltre gli occhi color porpora.
-Se lo viene a sapere Yukari-sama mi ammazzerà! E quella maledetta gattaccia si prenderà gioco di me…- affermò, con sguardo depresso.
La ragazza dai capelli rosa aveva due ali. Sembravano le ali di un angelo, piene di piume bianche e strani cristalli. Inoltre, indossava quella che sembrava una divisa di quelle che mettevano le ragazze per andare a scuola nel Mondo Esterno: aveva una minigonna blu e una camicetta bianca con un fiocco rosso.
Chi mai poteva essere e che ci faceva una tipa così a casa di Marisa-sensei? La cosa migliore era farsi un po' di coraggio e parlarle direttamente, per cui, quatta, quatta, sgattaiolò dentro e le si avvicinò alle spalle.
-Chi diavolo sei tu?- le urlò, facendola sobbalzare. La bella creatura alata si voltò di scatto e osservò l’albina con curiosità.
-Chi diavolo sei tu, magari.- la corresse, sgarbatamente.
-Ehi, sei tu a casa mia, quindi sei tu che ti devi presentare per prima!- spiegò, offesa. La ragazza dai rosei capelli si guardò attorno, notando solo in quell’istante la cameretta disordinata e piena di libri.
-…è casa tua?- chiese, curiosa.
-è la casa di Marisa-sensei.- rispose Mitsuki, specificando.
-Marisa-san?!- ripeté, come se la conoscesse.
Si portò un dito sotto il mento, come se avesse capito qualcosa. Mitsuki la squadrò ancora per qualche istante, finchè non si fece ulteriore coraggio e parlò.
-Sei una youkai, no? Sei qui per aggredire la sensei, vero?- le chiese, con sguardo minaccioso. Di tutta risposta, la youkai fece una smorfia e la fissò sconcertata.
-ma che dici? Ti sei bevuta sangue avariato?- chiese, con ironia. Mitsuki non colse la battuta se non dopo il resto – Io sono solo una youkai mezza-vampira, assistente di Yakumo Yukari-sama.-
Il fatto che l’albina non fosse morta d’infarto in quell’istante era solo stato grazie alla suprema bontà degli dèi.
-.vampira?- chiese, con sguardo dapprima interrogativo, poi preoccupato.
-…vampira.- rispose la ragazza, confermando.
-…vampira…?- chiese nuovamente, con aria agitata.
-vampira…- rispose lei, che non capiva se l’albina fosse sorda o semplicemente stupida.
-…VAMPIRA?- le urlò in faccia, davvero preoccupata.
-.VAMPIRA- urlò la ragazza, che si era quasi sfondata un timpano quando Mitsuki le aveva gridato nell'orecchio.
- IO ODIO I VAMPIRI! -
Ci fu una pausa di almeno due minuti. Mitsuki doveva riprendere fiato e la ragazza dai capelli rosei doveva capire cosa stava succedendo, oltre che riacquistare l’udito.
Dopo il silenzio tombale, la ragazza invitò Mitsuki a calmarsi e a regolare il volume della sua voce. L’albina capì che aveva esagerato e si sedette sul letto, invitando lei a fare altrettanto, così da poter chiacchierare tranquillamente per capirsi.
-dunque… perché odi i vampiri?- chiese all'improvviso.
-… una mi ha quasi disintegrata con una spellcard.- le rispose, secca, ricordando cosa era successo la notte prima.
-oh, capisco. E’ forse la vampira che abita al Koumakan? Remilia Scarlet?- chiese, curiosa.
-oh si, proprio quella maledettisima pu... pulzella.- disse, correggendosi per non sembrare volgare. In effetti, da quando viveva con Marisa si stava abituando troppo a sentire –e a dire- volgarità e parlare in modo molto rozzo e maleducato. Di tutta risposta, la ragazza dai capelli rosei rise.
-Comunque, io sono Akatsuki Shizuka.- si presentò, educatamente.
-Il mio nome è Shiroyume Mitsuki, piacere di conoscerti!- rispose l’albina. –ma Akatsuki…è un bel cognome, complimenti! E’ scritto come Luna e Rosso, vero? Mentre Shizuka?-
-è scritto come “Silenzio”.- rispose la mezza vampira.
-Oh, quindi Luna, Rosso e Silenzio…qualcosa come… Luna Rossa del Silenzio?- stava praticamente parlando solo lei, tuttavia Shizuka la ascoltava, felice che le piacesse il suo nome. –Sai che mi ricorda Remilia? Dopotutto Scarlet è inglese e significa Scarlatto, quindi rosso. Poi la sensei mi ha raccontato che la luna rossa è una specie di simbolo o qualcosa così…-
-Invece tu….Shiro da Shiroi, bianco, esatto? Yume è sogno, Mitsuki è luna piena. Beh, anche tu hai un nome significativo…Bianco Sogno di Luna Piena-
- Beh il mio deriva dal nome del ristorante di famiglia, il White-Dream Restaurant - spiegò l'apprendista. Shizuka la fissò sconcertata.
- ...Deriva dal vostro ristorante?- chiese, incredula. L'albina si accorse subito della gaffe che aveva appena fatto.
-Ah, no, scusa! E' il nome del ristorante che deriva dal mio!- spiegò, ridacchiando. La mezza vampira comprese che quella ragazzina era abbastanza stupida ma la sua simpatia la coinvolse. -Comunque in entrambi i nostri nomi c’è una luna!- aggiunse ridacchiando e anche Shizuka fece lo stesso. Nonostante fosse un tipo caratterialmente abbastanza complesso, sembrava andare d’accordo con Mitsuki e tutta la mattinata passò all'insegna di chiacchiere e risate. Sembravano aver fatto amicizia, eppure poco prima non si conoscevano nemmeno. Era incredibile come un’umana e una youkai potessero andare d’accordo.
-ma Yukari-sama…può teletrasportarsi?- chiese curiosa l’albina, che aveva solo sentito parlare di questa potente e millenaria youkai. Ciò che sapeva di lei era che adorava creare casini e dormiva praticamente sempre. Inoltre aveva due shikigami… anzi, una shikigami sola, ma lei a sua volta aveva il suo shikigami personale.
-no, non può teletrasportarsi, lei apre dei passaggi. Li può aprire ovunque, dovunque sia. Ci può trovare di tutto, ci può entrare uscendo dall’altra parte del mondo o ci può infilare la mano per prendere qualcosa dall’altra parte del mondo. Si tratta del potere di manipolare le barriere, ma non solo nel senso materiale ma anche per quanto riguarda vita e morte, presente e passato e cose così. Io sono solo in grado di creare passaggi, non sono brava quanto lei ma è un potere innato che sto cercando di sviluppare. -
-Non sapevo che Yukari-sama avesse una allieva…-
-Ah ma non sono un’allieva, solo un’assistente e... accipicchia, è tardi!- esclamò Shizuka, osservando l’orologio.
-OPPORCAMISERIACCIA- urlò Mitsuki, notando che era davvero troppo tardi. –Marisa-sensei sarà qui a momenti e non ho nemmeno cucinat…-
-Ohi, Mitsuki? Dov’è che sei da zé?-
La voce mascolina proveniva dal pian terreno. Che fosse Marisa lo si poteva capire sia dallo stampo di voce leggermente maschile sia dal suo "da zé"che inseriva casualmente alla fine delle sue frasi.
-Marisa-sensei!- disse, agitata. Osservò la soglia della sua stanza, come se si aspettasse che apparisse sull’uscio da un momento all’altro. Shizuka rise, sapeva che era il momento di togliere il disturbo.
-oh beh, io scappo Mitsu~, bye bye!- Così dicendo, la vampira si volatilizzò in un battibaleno.
-…Mitsuki!- Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Chiaramente era Marisa, appena entrata nella stanza.
L’abina si voltò ridacchiando. Per fortuna, la sensei non aveva visto Shizuka sparire.
-…dov’è il mio pranzo?- chiese, con uno sguardo serio, come se stesse chiedendo “hai perso tutta la mattina a non far nulla e non mi hai nemmeno preparato da mangiare?”.
La risposta di Mitsuki fu un’altra risatina, stavolta molto preoccupata e nervosa, conscia dell’incombente punizione.

   
 
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