Titolo:
Sweet
Surrender
Autore:
Syriael
Sommario:
Un
Draco che scoprirà e
proverà a tenere a freno i suoi sentimenti verso la persona
più improbabile,
per non ferire la propria migliore amica.
Un
Harry che invece dovrà fare i conti con la
consapevolezza di non essere quello che aveva sempre pensato, provando
stupidamente a resistere alla propria vera natura, ma che alla fine
scoprirà
che non può fare altro se non arrendersi
dolcemente.
Questi
gli elementi principali della mia primissima
storia, ambientata in un ipotetico settimo anno. Voldemort ci fa
ciao-ciao con
la manina dall’oltretomba dove fa comunella con Ade (il suo
gemello, quello di
Hercules, per intenderci).
Ho
messo AU perché Silente, Sirius e compagnia
cantante sono vivi (perché, parliamoci chiaro, non ho mai
digerito il
contrario.)
Pairing:
Harry/Draco
Rating:
Arancione,
per ora. Se sarà il caso, alzerò a Rosso.
Disclaimer:
Quando un
giorno i diritti della nostra adorata Rowling saranno miei
(perché lo saranno
*risata malefica*) farò tutto quello che voglio con loro,
come per esempio
fargli fare i coniglietti in ogni impensabile luogo di Hogwarts e non.
Fino ad
allora non li posseggo, e purtrop mi limito ad
utilizzarli per le mie
miserabili storie.
NdA:
Arrivederci
alla fine del
capitolo se ci arrivat :]
Capitolo
1
Due
luoghi
diversi.
«Io
e
Pansy stiamo insieme.»
Due
frasi quasi uguali.
«Io
e Harry stiamo insieme.»
Due
reazioni
uguali.
SBAM!
Due
solchi
nel pavimento. Di forma umana.
***
«No!
Noooo! Voglio rimanere qui! Qui!»
«Eddai
Ron! Smettila di fare il bambino! Harry, aiutami!»
Una
folta
matassa rossa spuntava da una coperta che si dimenava sul pavimento
della Sala
Comune. A nulla valevano i tentativi di Hermione di tirarla via per
scoprire
uno dei suoi due migliori amici, mentre l’Eroe del Mondo
Magico, dopo aver
sparato la bomba, se ne stava semplicemente appollaiato sul divano
davanti al
camino, cercando inutilmente di nascondere le risate che
prepotentemente
volevano uscire fuori.
«Lasciatemi
morire su questo freddo
pavimento!»
Continuava a singhiozzare
melodrammaticamente il suddetto migliore amico, intervallando sporadici
«Al
tradimento! Al tradimento!».
«Oh,
andiamo Ronald!» Uh-oh. Il nome intero non era mai un buon
segno. «E tu, Harry
James Potter, fai qualcosa per la copert--ugh, per Ron, o ti pietrifico
seduta
stante!» Il cognome era catastrofe. Harry ebbe
così il buon senso di decidersi
ad alzarsi e dare una mano alla sua amica.
«Ron,
parliamone, ti prego.» disse dopo essere finalmente riuscito
a separarlo da
quella che ormai stava per diventare una seconda pelle.
Un
Ron impassibile si andò a sedere dove pochi minuti prima si
trovava il suo
migliore (ancora per poco, aveva ragione di credere) amico, con uno
sguardo
fisso sul camino spento, come se cercasse di farlo accendere solo con
lo
sguardo, tanto lo fissava intensamente.
«Non
puoi farci niente, Ron.»
«Ma
Harry! Harry!
È… Lei è…»
«È
la
Parkinson. So bene chi è: è la mia
ragazza.»
«
Ugh!»
«Harry,
uhm—Potresti evitare “Parkinson” e
“ragazza” nella stessa frase, solo mentre
non lo metabolizza?» Pratica come sempre, Hermione venne in
aiuto al rosso, con
uno sguardo si scuse misto a rimprovero tutto per Harry. Merlino solo
sapeva
come faceva a lanciare quelle occhiate. Prettamente Hermionesche.
Harry
sospirò lentamente. Non sarebbe stato per niente facile. Lo
sapeva, e per
quanto non aveva sicuramente bisogno dell’approvazione di
nessuno per stare con
chi amava, sperava che almeno i suoi migliori amici lo avrebbero capito
e
appoggiato. Ok, forse appoggiato
era
un po’ troppo, bastava guardare il colorito verdastro di Ron.
«E
va
bene! Ragazzi, sapete che non ho bisogno della vostra
approvazione.» Disse
dando voce ai pensieri di poco prima.
«Lo
sappiamo, Harry. È solo che è tutto
così improvviso.» Per tutta risposta,
Hermione ebbe un sorriso che sapeva tanto di scuse.
«Mi
dispiace, è successo così in fretta anche a
noi.»
«Ma
Harry» ci riprovò Ron «è una Serpeverde!»
lo aveva sputato come se avesse appena parlato del suo amichetto Aragog
«E non
una semplice, no! Lei è la Regina delle Serpi!» Il
sopracciglio destro di Harry
era svettato pericolosamente verso l’alto
«È una Serpegina!»
Nella sua mente, probabilmente era molto fiero del
risultato a cui era arrivato.
Dopo
un attimo di smarrimento, in cui sia Hermione che Harry lo avevano
fissato
sbattendo ripetutamente le palpebre, la benedetta ragazza decise di
porre fine
alla situazione, prima che Harry si rendesse davvero conto di tutto.
Per
Grimilde, poteva anche essere l’Eroe del Mondo Magico
eccetera eccetera, ma
delle volte era davvero, davvero tardo.
«Adesso
basta, Ron. È la sua scelta, e noi non possiamo dirgli chi
deve o non deve
vedere. Solo,» disse rivolta versò Harry
«dacci un po’ di tempo, va bene?»
E
lui
non potè fare altro che annuire. Se non altro Ron non aveva
minacciato di non parlargli
più fin quando non avessero scoperto quale tipo di mortale
conseguenza lo
scontro con Voldemort aveva portato al suo pluri-provato cervello.
«Tss!
Tempo! Il tempo mi serve solo a
scoprire che mortale ferita ha riportato!»
Per
l’appunto.
***
«Esattamente, per tempo cosa
intendeva?!» sibilò Ron stizzito e
ancor più rosso del normale ad una Hermione imbarazzata.
Sembrava si fossero
dimenticati di fare i conti con l’indole del loro eroico
amico.
L’incriminato,
infatti, quella mattina si era defilato affermando di avere qualcosa di
importante da fare prima di scendere a colazione. Avrebbero dovuto
immaginarlo.
Questa “cosa da fare”
adesso era
allegramente aggrappata al suo braccio sinistro, mentre i due facevano
il loro
ingresso trionfale in Sala Grande. Non ci sarebbe stato un silenzio
tale
neanche se qualcuno fosse entrato urlando che Voldemort era ri-risorto
e stesse
ballando in tutù nell’atrio.
Dopo
essersi separati, ogni dirigendosi verso i proprio compagni, Pansy fu
nuovamente investita da una cascata di domande. O meglio, di
farneticazioni, da
parte del suo moro amico.
«Ti
rendi conto! Vi rendete conto!» era dalla sera prima che
Blaise andava avanti
così, alternando la seconda persona singolare alla seconda
plurale, inveendo
contro chissà cosa. Beh, contro chi,
lo sapevano bene.
«Blaise.»
Il suo tono strascicato ed annoiato, invece, non lo tradiva mai.
Infatti Draco,
contrariamente a quanto la Serperverde aveva immaginato,
l’aveva presa
piuttosto bene. Beh, bene. Non esageriamo, adesso. Diciamo che non
aveva
trovato molto da ridire o da protestare. Si era limitato ad
un’alzata di
spalle, che equivaleva a dire che per lui poteva fare quello che voleva.
«Ma
ti rendi conto!» Uh. L’aggiunta del ma
era sicuramente un grande passo avanti.
«È
libera di stare con chi vuole.» Talmente annoiato che
sembrava fare le
previsioni del tempo.
«Ma…
Ma…»
Così
Pansy, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, decise che era
il
momento di finirla una volta per tutte. «Si, Blaise. E poi te
l’ho dett—»
«Si!
Si! VA BENE! Ma, ti prego… Zitta!»
La
mora ghignò. Ooohssì; le parole della sera prima
sarebbero state molto, molto
difficili da dimenticare. Con tutto quello che poi era scaturito dal
povero
cervellino già martoriato di Zabini.
***
«Beh,
tanto male non è andata… No?»
Lui
le rispose con una piccola risata. «Diciamo di si.»
«Sono
contenta, Potter. Sapevo che era molto importante per te dirlo ai tuoi
amici,
primo di renderlo pubblico.»
Harry
aveva arricciato le sopracciglia quando lei aveva pronunciato il suo
cognome,
decidendo poi che non gli dispiaceva quando qualche ancora lo chiamava
così. «Hai
ragione, Parkinson. »
fece bene
attenzione a calcare l’ultima parola, mentre la mora ghignava
in risposta «Ma è
anche vero che neanche loro avrebbero potuto tenermi lontano da
te.»
Il
loro era sicuramente un rapporto complicato e, quasi sicuramente
dall’esterno,
neanche troppo credibile. Ma mentre lui la baciava, circondandola con
le sue
braccia forti che tanto le piacevano, Pansy pensò che poteva
anche iniziare a
fregarsene di quello che pensava la gente.
Specialmente
dopo tutto quello che Harry aveva fatto per lei.
Salazar,
avrebbe Avadakedravizzato chiunque le avesse parlato di una situazione
del
genere appena un anno prima!
***
«Ma
lui è il nemico!»
«Oh,
Zabini, per favore, non fare il melodrammatico!»
«Ma
perché non io, o Theo, o Drac— No, no ok, Draco
no.»
«Per
ovvi motivi.»
«Ma…
Ma…»
«Salazar,
e quanto sei monotono! È successo. Punto e basta.»
«…»
«E
poi, sai com’è, scopa davvero come Grimilde
comanda.»
Syria’s
Minutes
Aaaaaallora!
Che mi dite? :D Siete arrivate fin qui?
Per
quei pochi di voi che avranno avuto il coraggio (vi ammiro,
immensamente **)
prima di tutto, mi prostro u.u
Secondo:
me lo lasciate un commentino? Anche solo per farmi sapere che ci siete
arrivati, alla fine!
Visto
che è la mia prima fan fiction, siate crudeli.
Ditemi
tutto quello che vi passa per la testa; ogni critica, ogni
suggerimento, ogni
consiglio. Dalle cose più piccole alle più grandi.
Sarei
una stupida ad offendermi se qualcuno mi dicesse cosa sbaglio o che
devo
migliorare (che, tra l’altro, è una cosa che so
benissimo anche io.)
Non
posso che sperare che vi sia piaciuto, anche se sono ben consapevole
che è
solamente una sorta di prologo. Credo che aggiornerò una
volta a settimana,
visto che tra università, conservatorio e coro non mi
è permesso altro :)
Un
bacio, e alla prossima!
Syria