4.
Per noia consultò il sistema di comunicazione dopo aver mangiato un boccone e fu molto sorpresa di trovare un
messaggio privato. Non era Spyro.
Un certo Eric Zama era in cerca di lavoro e veniva a chiederlo a lei. Da come era scritto il messaggio, era chiaro
che era stato indirizzato a molti destinatari diversi, ovviamente non visibili. Illuso. Era un tecnico generico:
avrebbe potuto farle comodo, se avesse avuto un contratto con uno dei cantieri di Prometeo, per esempio. Caschi male,
si disse chiudendo il messaggio disinteressata. Ma esitò a cancellarlo. Ci stava ripensando. Lo riaprì e contattò
Zama, fissandogli un appuntamento e mettendo subito in chiaro di non farsi troppe illusioni: non aveva contratti al
momento. Zama non si scompose: la sua voce era un po' troppo nasale e gracchiante per essere piacevole, ma per tutta
la durata della comunicazione le sembrò una persona pacata e tranquilla. Dopo meno di un'ora era davanti al portello
della sua camera di equilibrio e lei lo stava facendo entrare.
- Chiedo il permesso di salire a bordo.
- Concesso – era piccolo di statura e piuttosto magro. Sulla quarantina, vestiva in modo dimesso, con abiti un po'
logori e fuori moda da così tanto tempo che presto sarebbero tornati in voga. Aveva il viso stretto e gli zigomi
sporgenti, un naso largo e schiacciato, le labbra carnose e sporgenti. Sembrava intimidito: si rese conto che lo
stava squadrando severamente da capo a piedi, le braccia conserte e la schiena rigida.
- Posso? - chiese quello inarcando le sopracciglia, non osando mettere piede oltre la soglia. Evidentemente
l'atteggiamento di Miki non lo rassicurava.
- Avanti, avanti – sciolse le braccia e gli indicò la porta della sala comune, aperta come sempre. Quello entrò
portandosi dietro una banale sacca da viaggio, un po' sporca e consumata. Ebbe la sensazione che Zama non se la
passasse tanto bene. Si diede della sciocca: avrebbe dovuto capirlo. Per contattare direttamente i comandanti delle
navi ormeggiate e chiedere lavoro, doveva essere conciato male quanto lei, se non peggio. Per cercare di rimediare
alla sua freddezza iniziale lo fece accomodare e gli offrì un'ampolla carica d'acqua.
- Sono senza un contratto, te l'ho detto – niente preamboli, si disse. D'un tratto sentì la necessità di congedare
quell'uomo, pentita di avergli dato un appuntamento.
- Accetto di stare senza paga, se vuole. Almeno ho un posto dove andare, se mi concede vitto e alloggio.
- In cambio di cosa? - vitto e alloggio gratis? Aveva forse scambiato la sua nave per la sede di una fondazione
caritatevole?
- Sono un tecnico generico... magari ha bisogno di qualcuno che fa manutenzione qua e là. Di solito c'è sempre qualcosa
da fare su una nave. Anche se questa è molto piccola e davvero ben tenuta, complimenti. È pulitissimo, qui.
Meno male che qualcuno se ne accorge, pensò Miki soddisfatta. Sentiva ancora un po' di dolore ai muscoli della
schiena per la fatica fatta con la rotospazzola.
- Ho sempre provveduto io alla piccola manutenzione ordinaria, e anche a quella straordinaria.
Lo vide incupirsi e abbassare lo sguardo, avvilito. Capì che non era quello che sperava di sentirsi dire.
- Posso eseguire lo stivaggio, se occorre.
Miki pensò che normalmente allo stivaggio ci avrebbero pensato gli operai del molo merci, ma non volle infierire.
- Il mio problema – giunse le mani sul tavolo e cercò di tenere sotto controllo il tono di voce per non sembrare
scortese – è che per cercare un contratto devo ingaggiarti. L'ingaggio prevede, ovviamente, che io ti paghi. Se
ti ingaggio e non trovo un contratto, anche se minima tu diventi una perdita secca. E non posso pagarti meno di
dieci giorni, per legge. Non ho denaro da buttare via, mi capisci?
- Mi ingaggi pure... e se non trova un contratto, fra dieci giorni le restituirò i soldi. Io sarò stato regolarmente
pagato e non le sarò costato altro che i contributi di legge. Se vuole posso cercare di restituirle anche quelli, ma
non ho denaro al momento.
Questo l'avevo intuito, pensò Miki soppesando la proposta. Era illegale e la poneva in una condizione pericolosa. Zama
avrebbe potuto non restituirle la paga e mantenere dalla sua la legge e la ragione, ovviamente. Se lei avesse avuto
indietro i soldi della paga, sarebbe passata dalla parte del torto, e Zama avrebbe potuto anche denunciarla, certo
che qualunque giudice gli avrebbe dato ragione. O estorcerle del denaro minacciando di farlo. Non poteva
permetterselo.
- Non credo sia fattibile – disse secca, appoggiandosi allo schienale.
- La capisco... - cupo in viso, giocherellò con l'ampolla piena. Non aveva bevuto nulla.
- Devo muovere questa nave. Devo farlo con profitto, non posso permettermi troppe perdite – ribadì lei.
- Certo. Immagino che per lei sia difficile credermi. Anche io ho bisogno di denaro. Però potrei davvero sistemare la
nave... ci sarà pur qualcosa che posso fare per guadagnarmi la paga minima...
Miki si sentì in colpa, ma le passò in fretta. Sembrare cani bastonati per per farla sentire male era una specialità
degli uomini che incontrava, pensò. Tranne Morgan, forse.
- Devo salpare, non fare le pulizie a bordo. Quelle le ho appena finite.
- Scommetto che trovo almeno un condotto NS-EF che ha bisogno di un intervento.
Miki ci pensò. Non avrebbe scommesso su tutti i locali tecnici del Coyote. A volte la manutenzione che lei
faceva da sé non rientrava esattamente entro gli standard.
- Prometto di usare pochissime parti di ricambio – le sorrise, mostrandole una fila di denti piccoli e ingialliti,
ma regolari.
Voleva andarsene, salpare, lavorare. Essere autonoma, indipendente. Lo voleva fortemente. Quel tipo, Zama, non la
convinceva appieno: forse non era un balordo, forse era solo un disperato come lei. Forse ancora di più, dato che
almeno lei aveva il Coyote.
- Venga in plancia, la registro. Così mi iscrivo subito in graduatoria e cerco un contratto.
Nonostante il colore scuro della pelle lo vide illuminarsi. La seguì e seguì per filo e per segno le sue
indicazioni. Risultando ora in regola, aveva accesso alla graduatoria e a tutti quei contratti cui poteva
aspirare con una corvetta con due membri di equipaggio. Non appena registrato nel sistema informatico della nave,
Zama si mise al lavoro, col permesso di Miki ovviamente. Sparì davvero alla ricerca dei condotti di manutenzione
NS-EF.