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Autore: kannuki    22/04/2011    2 recensioni
Sapeva di non potergli sfuggire per il resto dell'eternità, ma non si era mai posta il problema di quanto tempo sarebbe durata, la sua fuga.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon, Salvatore, Elena, Gilbert, Jenna, Sommers, Katherine, Pierce, Stefan, Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ragazze, sono proprio contenta che la storia vi piaccia. Si tratta di pochi capitoli, cinque al massimo, che tratteranno soprattutto Katherine come attrice principale.
Buona lettura e fatemi sapere le vostre impressioni.


Stupido branco di ragazzini.

Ehi!”

Che fine avevano fatto i precettori di...

Rick!”

Klaus si voltò – o meglio, il corpo di Alaric si voltò – al richiamo concitato di una donna dall'aspetto gradevole. Occhi scuri e dolci, capelli biondo miele, fisico snello e atletico. Dimostrava all'incirca trenta anni. La confezione non era niente male. Sollevò le sopracciglia e la squadrò da capo a piedi, indeciso se ucciderla all'istante o giocarci un po', prima di farlo. Il corpo che possedeva stava subendo una drammatica reazione alla presenza della donna. Klaus non aveva accesso ai ricordi e alla conoscenza di Alaric, ma sapeva riconoscere il desiderio quando gli gonfiava i pantaloni. “Jenna?” domandò con uno strano sorriso che fermò la ragazza dal compire un altro passo.

Jenna si arrestò di colpo, lo fissò negli occhi, li abbassò sui vestiti e tornò al viso. “ Perché non mi hai detto che Isobel era viva?”

La voce si era abbassata in un mormorio ferito. Klaus notò una certa scintilla di dispiacere e dolore in fondo agli occhi della ragazza. Era lucenti e grandi. E pieni di lacrime sebbene non ne spillasse neppure una goccia, in quel momento.

Non volevo ferirti” mormorò avvicinandosi.

Jenna lo fissò di nuovo da capo a piedi. Si muoveva e la guardava in modo diverso. Era più... crudele, pensò passeggiando lentamente all'indietro.

Jenna era stata ferita più volte nella sua vita, ma nessuno l'aveva mai guardata con tutto quel disprezzo. Inspirò e buttò giù un groppo di paura. “E' tornata per restare?”

I suoi capelli avevano il colore dell'ambra scura.

Klaus si avvicinò e li sfiorò con la mano, infilando le dita all'interno. La due gocce che caddero sulle guance gli fecero quasi alzare gli occhi al cielo. Sarebbe bastata una piccola torsione del polso per romperle il collo. Ma Jenna non era sulla lista finché non intralciava i suoi piani. Gli sarebbe stata di grande utilità, nella caccia alla bella Elena. Ora che lei sapeva da chi stare alla larga, avrebbe dovuto cambiare il programma.

Non lo so e non me ne importa” dichiarò osservando la sua reazione. Jenna inghiottì ma gli prese il polso e lo staccò da se. Era sollievo quello che scorgeva fra le palpebre contratte che cercano di impedire alle lacrime di venir fuori? “Io ti amo.”

Jenna abbassò le spalle e lo guardò un po' esterrefatta “è la prima volta che lo dici...”

Forse dovevo dirlo prima.”

Cliché. La vita era così piena di cliché che Klaus ne era divertito. Gli umani si comportavano tutti allo stesso modo. Generazioni di stupidi bambocci che giustificavano quasi azione nefanda con la parola 'amore'

Tranne Katherine.

Lei aveva nerbo e non si lasciava sottomettere.

Katherine così bella e sprezzante. L'avrebbe tenuta con se per il resto dell'eternità, torturandola, portandola al punto di rottura. L'avrebbe spezzata per il puro piacere di farlo. Non sarebbero state torture fisiche, sebbene ogni tanto gli avrebbe fatto piacere vedere il sangue gocciolare dalle vene delicate.

Katherine non sopportava l'immobilità. L'aveva relegata in una stanza di due metri per due, le aveva impedito di muoversi e di parlare. Presto sarebbe impazzita. Avrebbe rispettato il cliché che amava più di tutti: Katerina avrebbe accolto la morte come una liberazione.

La donna lo stava fissando. Non credeva alle sue parole o stava cercando un modo per avvicinarsi? Klaus si scoprì infastidito, sebbene il suo corpo la pensasse diversamente. Poichè manifestava sempre gratitudine a chi lo serviva adeguatamente, Klaus l'afferrò e la tirò a se, cogliendola di soprpresa. Non doveva essere un gesto che compiva spesso. Il gemito stupito ed eccitato della ragazza dai capelli del miele fuso, gli trasmise una certa frenesia. Le sue labbra erano calde e morbide e l'interno della bocca sapeva di zucchero filato. Il desiderio lo trafisse lungo la spina dorsale fino ai lombi.

Jenna si piegò come l'erba del prato quando soffia il vento, aprì le labbra lasciandolo entrare e gli strinse le braccia al collo, schiacciandogli il seno contro. Le dita contratte lungo la schiena le facevano male. Scavavano la pelle sopra la chiusura del reggiseno. Le radici dei capelli che aveva avvolto fra le dita, tiravano dolorosamente.“Rick, basta.. mi fai male, smettila” singhiozzò girando la testa di qualche centimetro.

Sta zitta” mormorò allargando le pupille. Jenna si immobilizzò e tacque, soggiogata. “Conducimi nella tua dimora.” La donna gli aveva dato una buona idea. Elena sapeva che avrebbe dovuto evitato il suo insegnante di storia, posseduto dallo spirito di un vampiro Antico. Forse in questo momento era barricata in casa Salvatore, circondata da quei due ragazzini che giocavano ancora a 'Ghouls 'n Ghosts' nel XI secolo.

Jenna camminò lentamente verso la macchina, si mise al posto di guida e partì mentre Klaus estraeva il cellulare dalla tasca. Proprio una buona idea, pensò picchiettando dolcemente la mano sulla coscia destra della donna.

***

Vuoi farlo di nuovo?”

Klaus annuì e i capelli biondi di Alaric sfiorarono la fronte di Jenna. Era chino su di lui, seduta al centro del salotto, immobile e inespressiva. “Reggerà?”

Sei sicuro che sia la mossa giusta? La minore forza fisica...”

Tu fallo” mormorò scrutando i lineamenti dolci della donna. “La piccola Elena non si aspetta che la sua dolce zietta le pianti un coltello fra le scapole.”

Se muore durate il transfert, anche la tua coscienza sarà perduta.”

Sarei comunque in grado di ucciderti per averlo permesso.” Klaus sorrise raddrizzando la schiena. “Non sono mai stato in un corpo di donna, prima d'ora” sospirò sedendosi di fronte a lei. “Non in questo modo.”

***

Erano lenti a contatto, quel fastidio cocente negli occhi?

Come ti senti?”

Klaus si alzò. Il mondo era qualche centimetro più alto di lei. Ghignò smodatamente e stirò le braccia compiendo un gesto talmente ridicolo che lo fece ridere di se stesso e del brandello di umanità che non credeva di possedere: portò le mani all'altezza del seno e lo tastò. Riprese a ridere, mentre si guardava allo specchio. Rise così tanto che gli occhi si inumidirono e il fastidio delle lenti a contatto passò. “Sbarazzati di lui” singhiozzò osservando il capo chino di Alaric. “Ma non ucciderlo. Devono sapere che sono ancora in circolazione.”

Maddox annuì e lo osservò di sottecchi mentre si pavoneggiava di fronte allo specchio. “Non possiamo farlo un'altra volta” lo avvertì smorzando il sorriso del vampiro. “Non nelle prossime ore” si affrettò a balbettare per paura della sua reazione.

"Se tutto andrà come credo, non ci sarà bisogno di un'ulteriore trasferimento" lo rassicurò guardandolo dallo specchio "in caso contrario, lo farai senza tante storie."

"Sì, mio signo... mia signora."

"Bravo.” Klaus sorrise con le labbra di Jenna. I suoi occhi non erano più grandi e dolci. Facevano paura.

***

Il riso partì dalla gola e si propagò in bocca e nelle narici, rallegrando la mente. Katherine rise quando lo vide apparire nelle sue nuove vesti. Rise così tanto che non credette possibile che Klaus la lasciasse vivere, dopo quella manifestazione di ilarità a suo danno. Invece, il vampiro si tolse il trench che indossava e voltò su se stesso, pettinando i lunghi capelli d'ambra con dita femminili.

Vuoi arrivare ad Elena in questo modo? I fratelli Salvatore non si lasceranno fregare due volte dallo stesso trucco.”

Katherine, sempre così perspicace. Klaus sorrise e anche sotto quella maschera piacevole, la donna rivide il suo nemico di sempre.

Lo vedremo. Basta poltrire a letto, alzati.”

Katherine obbedì con un certo sollievo.

Vestiti. Dove sei alloggiata?”

In un bed&breakfast poco fuori città” rispose vestendosi meccanicamente. “Alaric è morto?”

Ti interessa, Katerina?”

La vampira lo fissò scuotendo la testa. Se fosse morto, non avrebbe avuto alcun bisogno di spostarla da quella sede. Stava eliminando le tracce del suo passaggio. Se uscivano dalla città, Damon non avrebbe più potuto aiutarla. Katherine inghiottì e si fermò con le mani sulla cintura. Continua a pensare a lui come il suo 'eroe'. Non si era mai posta il problema che Damon fosse stufo marcio di lei e che l'avrebbe lasciata soccombere senza muovere un dito. Katherine ficcò le dita nella tasca aggrovigliata dei jeans e ne trasse fuori la fattura dell'alberghetto. In un attimo, il quadratino di carta finì a terra. Ci posò sopra il piede e sperò che quello stupido non fosse così abbagliato dalla cotta per la sua brutta copia da ignorare un indizio del genere.

Andiamo.”

Katherine sorpassò la donna senza guardarsi indietro. Quando chiuse la porta, alle sue spalle, sentì un enorme peso incollarsi alle spalle e trascinarla a fondo.

  
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