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Autore: Ofelia20    24/04/2011    4 recensioni
STORIA RISCRITTA CAMBIANDO ANCHE UN Pò LA TRAMA.
Clelia Landini è una giovane criminal profiler italiana. convocata in America per indagare su un caso anologo. Duarante il suo soggiorno negli U.S.A. farà esperienze che le cambieranno la vita.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Se un giorno mai...'
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La porta in cima alle scale si apre di nuovo. Passi pesanti scendono le scale, L’Artista è tornato. Non guarda i suoi ostaggi, posa sul tavolo d’acciaio la pistola presa a Reid, una corda e un bisturi, con estrema lentezza, allineando perfettamente gli oggetti.

“Ehi bastardo, ce ne hai messo di tempo!” gli urla Clelia, nascondendo la preoccupazione che ha nel cuore e gli occhi lucidi, con un sorriso spavaldo.

“Clelia dovresti moderare il linguaggio sai. Ma comunque adesso non ha importanza visto che stai per morire” si gira di scatto con la pistola in mano, il dito sul grilletto, ma invece di puntarla verso la ragazza, contro ogni loro aspettativa la punta su Spencer. Il cuore della ragazza comincia ad accelerare.

“Mi dispiace, ma devo farlo. Spero che Dio mi perdoni per aver sottratto al mondo un uomo come te!”si rivolge Gabella al ragazzo sinceramente rammaricato.

“Ehi aspetta! Vuoi davvero farlo fuori? Ha un Q.I. di 187, è un genio! Non puoi ucciderlo!” Clelia segue il suo piano; è convinta che L’Artista non farà alcun male al suo collega per le sue capacità.

“Sta zitta!” la guarda di sfuggita, mentre Reid fissa ad occhi spalancati la pistola che ha davanti alla testa.

“Non puoi ucciderlo, lui serve al mondo. Io invece, uccidi me. Io sono una donna, un assassina,ho passato la mia vita a vivere in uno squallido appartamento in un quartiere popolare, sono povera, non ho una grande cultura. Io sono una nullità! E merito di morire, non è vero?” la voce le trema un po’, ma sente di aver la situazione sotto controllo. Sta mettendo in crisi la psicosi del assassino e sa bene che cederà.

“Sta zitta!” urla di nuovo alla ragazza,

“Si, lei è feccia! Devi ucciderla. Persone come te e me non dovrebbero neanche parlare con lei” Spencer recita bene la sua parte, rivolgere la parola a quel uomo e dire quelle cose di Clelia gli provocano un forte senso di nausea, ma deve farlo, deve riuscire a salvarla, e solo così potrà riuscirci. Il viso di Gabella si contrae per gli spasmi dovuti alla sua psicosi.

 “Devi risparmiarlo!”continua a torchiarlo la rossa.

“Sta zitta!” urla a squarcia gola l’S.I., spostando la mano armata verso la ragazza.

 Lo sparo di una pistola. Il rumore del proiettile che cade a terra e ancora l’eco di quel rombo.

 

“OH mio Dio Hotch! Li ha presi lui! L’Artista ha rapito sicuramente Reid e Clelia.” Garcia è in preda al panico, dentro di lei sente che qualcosa è andato storto, e un forte senso di colpa le attanaglia lo stomaco. Avrebbe dovuto dirlo prima a Hotch, ora si colpevolizza per aver girato la testa dall’altra parte mentre quei due andavano praticamente verso il suicidio.

“Calma. Non è detto che l’abbia presi, lo staranno ancora interrogando” cerca di calmare l’informatica e se stesso Hotch. È arrabbiato con i due colleghi che lo hanno tenuto all’oscuro di tutto, ma si sente anche colpevole, per non aver dato ascolto alla ragazza che evidentemente aveva ragione.

“Ho un brutto presentimento!” dice con un filo di voce la donna

“Si anche io!” sussurra prima di riattaccare e rivolgere uno sguardo grave ed eloquente a Rossi.

 

Il rumore dello sparo gli riecheggia ancora nelle orecchie. Un bruciore lancinante al braccio, l’odore di carne bruciata si fa spazio tra le sue narici, un rivolo di sangue traccia una linea sottile lungo il suo braccio marmoreo.  Clelia è stata colpita. La pallottola le ha,fortunatamente, solo sfiorato il braccio.

“Questa volta non ho voluto ucciderti schifosa!” L’Artista si volta verso il tavolo in cerca di qualcosa che non trova, poi fruga nelle tasche. Nel frattempo Reid guarda Clelia spaventato e gli sussurra: “Stai bene?”

“Certo che sto bene. Tu pensa a concentrarti sul caso,”risponde col suo solito tono freddo,sentendosi arrossire però, quando vede gli occhi color nocciola di Reid guardarla pieni di dolore, rammarico e angoscia. L’uomo su gira di scatto, l’oggetto che ha nelle mani produce un tintinnio metallico. Si piega su Spencer, poi il suono delle manette aperte. Reid è libero. Dentro la ragazza esplode un tripudio di emozioni, è felice, non le importa se lei morirà, è felice che il suo collega sia salvo e che molto probabilmente verrà risparmiato. Per una volta dopo tempo, non pensa solo a se stessa, con il suo solito egoismo e indifferenza, adesso la vita del SUO collega importata più di qualsiasi cosa.

“Mi dispiace ammetterlo ma ha ragione. Non potrei mai perdonarmi se ti uccidessi. Tu sei di vitale importanza per la società, non come lei, che ruba solo spazio a persone migliori come te.” Gli dice tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. Recitando ancora la sua parte il ragazzo accetta con un sorriso l’aiuto del mostro. Quanto gli costa quel gesto. Lui è libero, ma la SUA collega è lì ,a terra, con il sangue che scende copioso dall’abrasione sul braccio destro che le ha provocato il proiettile, e i sente così impotente di fronte a quel uomo. Ha paura di non riuscire a salvarla, di vederla morire senza poter aiutarla.

“Mi dispiace per quello! Ma era necessario, sai io non sapevo che tu fossi…. Tieni pulisciti” lo ridesta dai suoi pensieri Alessandro porgendogli un fazzoletto di seta bianco indicando la ferita che gli aveva provocato in testa. Il ragazza accetta, e si asciuga il sangue misto al sudore che gli colava dalla fronte.

 

“Rossi, Garcia mi ha detto che Reid e Landini sono andati a far visita a Gabella questa mattina.” Si rivolge al suo collega Hotch

“Gabella, ma come hanno fatto a scoprire dov’è?” esclama l’anziano sinceramente sorpreso.

“Ne parleremo dopo. Resta comunque che l’italiana aveva ragione. È Gabella l’Artista, ed io non ho voluto crederle.” Si nasconde il viso tra le mani e scuote la testa, come a volerla svuotare dei brutti pensieri che stanno affiorando.

“Non è colpa tua. Ti sei solo attenuto alle regole” gli poggia una mano sulla spalla Rossi.

“Mancano da quasi tre ore, è troppo per una semplice chiacchierata. Dobbiamo andare lì, Garcia ci sta mandando l’indirizzo” ammette Hotch, prendendo dalla tasca il telefono leggendo l’indirizzo.

“Chiamo Morgan e Prentiss, loro sono già sulla strada” dice Rossi estraendo il cellulare.

 

“Dimmi Rossi! Si è fatto vivo il magnifico duo?” risponde Morgan al cellulare messo in vivavoce nel auto, augurandosi di ricevere buone notizie.

“Morgan, Prentiss vi stiamo mandando un indirizzo. Dove andarci subito, noi vi seguiamo!” la sua voce lascia intendere che non c’è tempo da perdere.

“Rossi è successo qualcosa?” l’uomo di colore comincia a preoccuparsi.

“Reid e Landini hanno indagato con Garcia sul Gabella, il sospettato italiano. Hanno scoperto che è lui l’S.I.  e questa mattina si sono recati a casa sua. Se quel uomo è pericoloso quanto crediamo i nostri colleghi potrebbero essere nei guai”

“Oh mio Dio siamo subito lì!”,  Morgan chiude il telefono rabbiosamente e accende la sirena del auto e sfrecciando tra il traffico americano.

“Credi che lui li abbia presi?” gli domanda Emily tenendosi stretta alla maniglia della portiera.

“Ne sono certo! Dovevamo pensarci subito! Doveva essere lui per forza, rientrava perfettamente nel profilo, dovevamo darle ragione fin dall’inizio…” dice battendo il pungo sul volante della macchina.

“Tranquillo. Sono certa che stanno bene!” cerca di tranquillizzarlo la mora, cercando di sembrare convincente, ma nemmeno lei credeva a quello che stava dicendo.

“Prentiss ma hai letto il fascicolo di Clelia? È una ragazza semplice, ha vissuto in un quartiere popolare, è la vittima perfetta per l’artista. Per Reid non mi preoccupo, sono certo che non lo ucciderà ma per Clelia potrebbe già essere troppo tardi.”

“Lo so…” emette un sospiro la mora.

 

 

“Spencer, amico mio! Adesso togliamoci dai piedi questa immondizia!” dice dando delle pacche sulla schiena al ragazzo, che continua a guardare la ragazza a terra. sarebbe pronto a dare la sua vita per lei, non capisce bene il motivo, ma darebbe la sua anima per trovarsi al posto suo.

Clelia è a terra, il bruciore al braccio si sta attenuando, comincia ad assuefarsi al dolore. Ha la certezza che da lì a pochi minuti sarebbe morta, ma sarebbe stata solo lei a morire, lo avrebbe salvato. Anche se questo significava prendersi una pallottola in un braccio, essere brutalmente uccisa, le interessa soltanto vedere brillare gli occhi grandi del suo collega di nuovo al sole.

“Allora ragazzo, so perfettamente che in vita tua, con questo mestiere ne avrai viste tante, ma ti consiglio di allontanarti e di non guardare, di solito gridano parecchio queste schifose!” il ragazzo si allontana ingoiando rumorosamente, deve trovare un modo per uccidere Gabella, per fermarlo. Non farà del male a Clelia neanche se dovesse dare la vita per lei.

“Allora, Clelia sei pronta per morire?” si dice mentre con la chiave apre anche le sue manette, ma subito le sostituisce con della corda. Lega stretti i polsi della ragazza l’uno contro l’altro e prendendola per i capelli la costringe ad alzarsi. La ragazza resta impassibile davanti a tanta crudeltà, rimane ferma a fissarlo. A guardare quegli occhi così azzurri e spaventosi, rabbrividisce al pensiero che per dodici ragazze quegli occhi sono stati l’ultima cosa che hanno visto e che presto lo saranno anche per lei. Con una forte spinta la spinge contro il muro facendole battere rumorosamente la testa, la ragazza si sente frastornata ma non ha intenzione di darlo a vedere, infondo lei sa bene come nascondere i propri sentimenti. Gabella afferra di nuovo la ragazza per la camicia e la sbatte per terra spingendola lontano da lui,la ragazza cade ai piedi del suo collega che la fissa rammaricato, mentre cerca di aiutarla la ragazza gli mima prontamente con le labbra:” Non ci provare!” e per gli rivolge un sorriso, di quelli veri, di quelli caldi, di quelli che facilmente si scordano.

 

I SUV neri sfrecciano lungo le strade della Virginia a velocità assurde con le sirene che urlano nel traffico. Gli auricolari nelle orecchie i giubbini antiproiettile pronti, le pistole cariche, i volti seri, stanno andando a salvare i loro compagni.

I primi a arrivare a casa dell’assassino sono Morgan e Prentiss, parcheggiato di fronte al enorme cancello c’è il Suv che ha in dotazione Reid, i due colleghi, con le pistole sguainate, si guardano negli occhi. Ora sono sicuri i loro colleghi sono là dentro, e devono salvarli. Il cancello è ancora aperto, si dirigono correndo verso la porta d’ingresso, mentre sentono in lontananza la sirena del auto di Hotch e Rossi che si avvicina, seguita dagli altri veicoli della polizia.

 

Clelia è a terra. L’Artista le si avventa contro. Le sferra un potente pugno in pieno viso, facendole uscire dal naso il sangue copioso. Il dolore non le permette di rialzarsi, l’uomo continua a infliggerle potenti pugni per poi passare a calci. La colpisce in faccia, nello stomaco, continua a tirarle i capelli. Clelia non ha più voglia di combattere, cerca di muoversi per incrociare il suo sguardo con quello del suo collega per un ultima volta. Ma non ci riesce. Respira a fatica, il suo corpo è percosso dal dolore, la testa diventa pesante, le palpebre si abbassano contro la sua volontà. Tutto sta diventando buio. Avverte un certo torpore alle gambe, si sta abbandonando al sua destino. Per lei è quasi la fine.

Hotch e Rossi scendono al volo dall’auto, fiondandosi verso la porta dove sono appena arrivati gli altri due colleghi. Senza indugiare un solo secondo Morgan con un calcio butta giù la porta,ed entra in casa, seguito dai suoi colleghi. La casa è apparentemente vuota, girano per le stanze, cercando di trovare qualcosa ma poi dei rumori provenienti dal piano di sotto portano la loro attenzione verso la piccola porta di legno che conduce verso la cantina. La squadra vi si fionda la apre.

Un rumore. La porta che cade a terra dopo essere stata buttata giù da Morgan. L’Artista distoglie l’attenzione da Clelia, che è riversa a terra priva di sensi, e si dirige verso il tavolo cercando la pistola. Spencer ha capito, i suoi colleghi stanno arrivando. Gabella carica la pistola e si prepara a sparare a chiunque apra la porta. Il ragazza in un attimo gli è addosso, anche sapendo di essere fortemente in svantaggio con Gabella. Partono alcuni colpi, poi finalmente riesce a disarmare l’assassino buttando lontano la pistola. La porta sopra le scale si spalanca, il primo ad entrare e Morgan,”Alessandro Gabella, fermo o sparo”

L’uomo non ha intenzione di arrendersi, con uno scatto di reni è sul ragazzo, lo colpisce fortemente in faccia. Con uno scatto fulmineo si alza e corre,afferrando la pistola, anche sapendo di essere sotto tiro. L’intera squadra è arrivata, tutti con le calibro 38 puntate contro di lui, “Sparategli!” urla il ragazzo a terra con la bocca piena di sangue. L’Artista afferra la pistola. Uno sparo. Il tonfo di un corpo morto che cade a terra.

 

 

Salve!! Buona Pasqua a tutti!!!!! Che ne pensate di questo capitolo? C’è abbastanza azione e suspense? Finalmente questo S.I. ha avuto quello che si merita. Nel prossimo capitolo si capirà qualcosa in più sulla storia di Clelia! Ringrazio tutti quelli che commentano come sempre.Vi aspetto al prossimo!

Mi permetto di fare un po’ di pubblicità ad una storia che ha scritto una mia amica, GiuniaPalma, la storia si chiama Aria, io non l’ho ancora letta ma sono sicura che sarà fantastica.

Baci a tuttii!|!!!!

 

   
 
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