Titolo:
Let this go
Fandom:
RPF/The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Elena Gilbert/Nina
Dobrev/Katherine Pierce; hints Ian Somerhalder/Nina Dobrev
Genere:
Introspettivo, Surreale, Malinconico
Rating:
verde
Avvertimenti:
crossover, evidente schizofrenia dell'autrice, future!fic, cose
altamente surreali, vago self-cest?, #PROBLEMIQUANTI #TANTISSIMI
Note
iniziali:
“doskoro” in bulgaro significa
“addio/arrivederci”.
Niente, mi andava di scriverla e l'ho scritta, ok? Potete infamarmi e
chiamare la neuro, dopo. Non mi offenderò.
Disclaimer:
non
possiedo i personaggi di TVD e nemmeno Nina Dobrev. Se così
fosse
state certi che non sarei qui. Non voglio offendere nessuno, non mi
pagano e blabla.
Challenge/Prompt:
scritta
per il TVG!Fest
@vampiregeometry,
prompt Elena/Katherine/Nina
Dobrev – let this go
Sapeva
che quel momento sarebbe arrivato - era inevitabile, come lo
è la
fine di ogni cosa.
Eppure, inconsciamente, fino all'ultimo ha
sperato che non accadesse mai.
Dopotutto, gli addii l'hanno sempre
spaventata a morte.
È qualcosa di infantile, apparentemente
irrazionale - un segreto che vuole tenere per sé, ma non
perché
propriamente se ne vergogni.
È solo che sarebbe complicato da
spiegare, e, d'altra parte, solo in pochi potrebbero capire veramente
cosa significhi.
Il fruscio degli abiti di scena che cadono è
come un altro respiro, nella stanza vuota, e i suoni, le risate, i
festeggiamenti – fuori – sono solo un mero
sottofondo, estraneo,
ignaro, quasi irritante.
Ma non appena Nina si guarda allo
specchio, tutto questo si spegne.
Il cuore comincia a batterle
più veloce contro il petto, e ogni fibra di sé
è tesa verso il
proprio riflesso.
Loro sono lì, per lei e in
lei, in
attesa di salutarla un'ultima volta.
Identiche e differenti,
trasformate eppure sempre le stesse.
Le hanno raccontato la loro
storia, passo per passo, esprimendosi tramite il suo corpo e la sua
voce, mentre lei si donava loro, accogliendole e portandole alla luce
– anche se poi, erano vive già da prima.
Nina muove un
passo incerto, ripentendosi ancora che no, non dovrebbe fare
così
male. E forse, davvero, dovrebbe smetterla di avvicinarsi, di pensare
cose così folli.
Ma non può impedirselo.
Ci sono stati
momenti in cui ha creduto seriamente che fossero loro, quelle reali,
perché portarle ogni giorno nel cuore era fin troppo
intenso,
devastante e vero.
Entrambe le crescevano dentro,
avvolgendole i pensieri, nutrendosi di essi, rafforzandosi a vicenda,
confondendola – come quando Nina pensava di non essere
davvero
innamorata di Ian, ma solo influenzata dalla parte - che sciocca.
Ma
ha imparato a conviverci, e ha ottenuto così tanto.
Fantasia
dentro la realtà e realtà dentro la fantasia,
è stato come avere
due migliori amiche, in qualche modo.
Per questo, dopo anni
interi, dopo tutto quello che hanno passato insieme, la prospettiva
di dover lasciarle andare le sembra impensabile, terribile.
La
prima a farsi avanti è Elena, il capo chino e le braccia
strette al
petto come a proteggersi da una minaccia invisibile – e non
lo è
forse anche quella? L'ultima e la più dolce.
Si sistema i capelli
dietro le orecchie, deglutisce a fatica e ha gli occhi lucidi quando
infine li solleva su Nina.
Sembra ieri quando era solo una
diciassettenne come tante, innocente, umana e determinata a non farsi
sopraffare dal mondo sovrannaturale che la circondava.
Una
ragazzina diventata donna a costo di sacrifici immani, innamorata,
generosa, dannatamente testarda, non meno complessa della sua
doppelganger.
La piccola Elena ha fatto tanta strada.
È
cresciuta assieme a Nina, che, d'altra parte, s'è sempre
rivista
tantissimo in lei, e ora, stupidamente, si sente fiera come una
madre.
“Grazie” sussurra il riflesso al riflesso, lo
sguardo
che brilla di riconoscenza e affetto.
La voglia di piangere sale
spasmodica all'improvviso, si accumula in una morsa dolorosa
all'altezza del cuore, di secondo in secondo, ma nessuna delle due
cede - non ancora.
E allora arriva il turno di Katherine.
Sicura
di sé, elegante e altezzosa – sorride arrogante e
beffarda, come
solo lei sa fare.
Con la punta delle dita sfiora la superficie
dello specchio - accarezzandolo in quel modo tutto suo di muoversi,
toccare e sedurre – quasi volesse passarci attraverso e
raggiungere
Nina, dall'altra parte.
Lei che non era prevista, ma ha preteso i
suoi spazi e la sua storia con la sfacciataggine che la
contraddistingue. Lei, dai mille volti, oscuri, morbosi, affascinanti
e macchiati di sangue come il suo passato, perché
è nata Katerina,
e niente potrà mai cancellare quel dettaglio.
La sfida più
grande della carriera di Nina, forse, è stata quella di
accompagnare
quello spirito ribelle, portare il peso di qualcuno così
profondamente diverso da ciò che lei è,
è stata e ha
vissuto.
Ancora una volta, l'orgoglio le riempie il petto,
assieme alla divertita, malinconica certezza che da lei non
arriverà
nessun ringraziamento.
Non è nel suo stile.
Katherine però
fa qualcosa di imprevisto: tende la mano ad Elena, intreccia le dita
alle sue con naturalezza, quasi non avesse mai fatto altro in vita
propria.
Insieme, si rivolgono di nuovo a Nina, che questa volta
sente le lacrime scendere calde e irrefrenabili, silenziose e pesanti
sulle guance.
Non vuole lasciarle andare.
Non così.
Non
adesso.
Mai.
Vorrebbe dire loro miliardi di cose: quanto
siano state importanti, quanto lo saranno sempre, quanto l'abbiano
aiutata - non semplicemente a realizzare il suo sogno di diventare
una brava attrice, ma nell'essergli state vicine.
Vorrebbe
frantumare lo specchio a rischio di farsi sanguinare solo per poterle
accoglierle nel suo mondo e permettere a quel sogno di non finire
mai, perché loro sono vive.
E, più di tutto, vorrebbe
abbracciarle.
Toccarle.
Perché non lo può fare?
È così
ingiusto.
Il suo respiro irregolare si infrange contro la
barriera che la divide da Elena e Katherine, fino a quando le labbra
non annullano la distanza.
Gli occhi si chiudono, mentre da quel
bacio impossibile nasce un sussurro.
“Doskoro”
e
nessuna delle tre saprebbe dire chi lo abbia detto per prima, se a
voce alta oppure no.
Ma non importa.
Per un attimo
infinitamente lungo è stato come raggiungersi, toccarsi,
amarsi -
insieme, unite in una cosa sola.
Ed è tutto ciò che conta per
dimenticare il dolore dell'addio.
Note
finali:
Due spiegazioni veloci. Tutta questa follia m'è stata
ispirata da
interviste varie a Miss Dobrev (Nina: Forse
sto diventando completamente pazza, ma quando inizi a recitare due
personaggi così ogni giorno, la cosa ti prende decisamente”)
, l'ultima è questa
(“Non
so più chi sia Nina. Sono solo un contenitore per queste
persone
diverse che devo interpretare”) nonché
da tweet tipo questo.
Quando
Nina dice che Katherine non era 'prevista', mi riferisco a una
dichiarazione fatta da uno dei produttori, Kevin Williamson:
Katherine doveva essere solo un'apparizione di poche puntate, mentre
poi è diventata un personaggio ricorrente e a Nina
è stato dato un
doppio ruolo.
Niente,
mi son fatta l'idea che lei debba essere molto legata a questi due
personaggi.
Mi
dispiace se ho sconvolto qualcuno. Non era mia intenzione.
Bye!