Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: robsten23    26/04/2011    11 recensioni
Elena è finalmente salva e insieme a lei tutti i suoi amici e la sua città. Klaus è stato sconfitto e adesso tutti possono godersi momenti di serenità e tranquillità, ma siamo sicuri che la pace sia tornata davvero e che Elena non corra più nessun pericolo? E poi ci sono altri problemi da affrontare per lei, problemi di cuore.
Tratto dal prologo:
“Quando hai il cuore diviso tra due persone non sai nemmeno tu chi ami davvero e ti ritrovi ad un bivio.
Acqua o fuoco, terra o cielo, razionalità o irrazionalità, destra o sinistra, finito o infinito?
Stefan o Damon?
Il buono e onesto o il cattivo e ribelle?
Per chi batte davvero il cuore di Elena Gilbert?”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA RAGIONE DEL CUORE

 

Capitolo Diciotto

u

 

 

 

Pov Elena

 

Il suono incessante della sveglia mi rubò dalle braccia di Morfeo riportandomi alla realtà.

Mi rigirai nel letto e allungai la mano verso la sveglia che segnava le sette e la spensi, poi mi voltai verso Damon, ma al posto del mio fidanzato non trovai nessuno.

Mi alzai mettendomi a sedere sul letto e mi guardai attorno alla ricerca di qualcosa che mi potesse fare capire che fine avesse fatto. Non trovai nulla.

Quando stavo per alzarmi tastai sotto le mani un bigliettino con una grafia che conoscevo molto bene, la sua. Lo presi in mano e potei sentire che c’era ancora il suo profumo addosso.

A quel punto lo aprii e curiosa ne lessi il contenuto:

Sono uscito presto e non volevo svegliarti. Sei bellissima quando dormi. Forse abbiamo trovato una soluzione al problema, poi ti spiego. Vai a scuola con Caroline, ti vengo a prendere io all’uscita. Ti amo........D.

Sorrisi pensando a quanto potesse essere dolce quando voleva. Possibile che fosse cambiato così

tanto?

Beh a quanto pareva sembrava di si.

Mi guardai attorno e mi resi conto che sul comodino del suo lato spiccava un grosso libro. Lo presi incuriosita e mi resi conto che era molto vecchio e che era tutto in latino e io purtroppo non ci capivo nulla.

Forse era da quello che aveva trovato quest’ipotetica soluzione.

Lo riposai e poi mi alzai dal letto andando a buttarmi sotto il getto d’acqua della doccia.

L’acqua calda sembrò l’ideale per i miei muscoli e mi fece rilassare del tutto.

Da quando gli altri avevano liberato Damon dalla cripta era passata quasi una settimana, giorno più giorno meno.

Katherine era rinchiusa nel seminterrato ed era in pessime condizioni. Era più di due settimane che non beveva sangue e si stava spegnendo ogni giorno di più, ma il suo sguardo maligno non cessava a scomparire.

In compenso io e Damon ci eravamo goduti questi momenti tutti per noi, mentre Bonnie non aveva più messo bocca su niente. A dire la verità era da quel giorno che non veniva qui se non perché Stefan o Caroline la chiamavano in merito a Katherine. Era una settimana che non parlavamo e nonostante mi mancasse un casino non avevo fatto nulla per avvicinarla. In fondo credevo di essere nel giusto.

Quando terminai di lavarmi uscii e mi vestii, poi mi asciugai i capelli e mi diedi una leggera truccata. Non appena fui pronta, presi la borsa e uscii dalla camera.

“Finalmente, credevo che non ti saresti più data una mossa” mi rimproverò Caroline quando la raggiunsi in salotto.

“Come sapevi che dovevi aspettarmi?” le domandai.

“La tua dolce metà mi ha svegliato nel cuore della notte per avvisarmi” mi disse sarcastica.

“Dove è andato?”

“Dove sono andati vorrai dire”.

“C’è anche Stefan con lui?” chiesi.

A quel punto mi venne in mente cosa aveva scritto sul bigliettino che mi aveva lasciato: “forse abbiamo trovato una soluzione”. Era chiaro che fosse con Stefan, aveva usato il plurale.

“Esattamente”.

“E posso sapere…” provai a dire, ma lei mi interruppe.

“Non chiedermi dove sono andati perché non lo so. Non hanno voluto dirmelo. Hanno detto che più tardi ci spiegheranno tutto”.

“Bene, allora andiamo. Una noiosissima mattinata di scuola ci attende”.

Uscimmo di casa e ci dirigemmo verso la scuola.

Arrivammo in pochi minuti e quando Caroline posteggiò la macchina io scesi seguita a ruota da lei.

Il cortile era già fremito di gente e in poco tempo individuammo Bonnie e Jeremy a poca distanza da noi.

Anche loro avevano appena parcheggiato. Mio fratello non appena ci vide fece un segno a Bonnie e prese ad avvicinarsi. Guardai la mia amica e mi resi conto che a differenza del fidanzato non aveva molta voglia di raggiungerci e sapevo che il motivo ero io, quindi feci l’unica cosa possibile.

“Caroline io vado. Ci vediamo dentro” dissi alla bionda.

Lei comprese subito quale fosse il problema.

“Vai, ma prima o poi dovrete parlare” furono le sue uniche parole prima che io mi allontanassi.

Feci un gesto di saluto verso mio fratello e gli mandai un bacio, poi entrai nell’edificio e in poco tempo la campanella suonò e mi diressi verso l’aula.

Non avrei mai potuto credere che una mattinata durasse così tanto. Controllavo l’orologio praticamente ogni cinque minuti e più lo guardavo più il tempo sembrava essersi fermato.

Quando finalmente la campanella segnò la fine di quella giornata scolastica ringraziai tutti i santi del Paradiso. Sinceramente non ne potevo più di stare chiusa in quelle mura, quando i miei pensieri, la mia mente erano decisamente altrove.

Uscii di fretta dalla classe e incrociai mio fratello. Mi avvicinai a salutarlo frettolosamente, poi mi diressi all’uscita controllandomi il braccio che stranamente poco prima lo avevo sentito bruciare. Lo toccai e vidi che c’era una piccolissima ferita, un taglio di poco conto. Non mi spiegavo cosa fosse successo, ma non ci badai più di tanto. Lo pulì con un fazzoletto e poi uscii fuori.

Quando varcai la soglia il mio sguardo vagò al posteggio e in pochi attimi lo vidi. Bello come il sole, nascosto dietro i suoi Ray Ben scuri e appoggiato alla sua Ferrari. Se non era quella una visione, mi chiedevo cosa lo fosse.

Quando mi vide mi sorrise euforico e io presi a camminare nella sua direzione cercando di ignorare gli sguardi di tutte le ragazze che avevano preso a guardarlo quasi fosse un dio. Beh in fondo non potevo dare loro torto, ma quello lì era mio, nessuno poteva guardarlo con la bava alla bocca, nessuno che non fosse la sottoscritta.

“Elena…” mi sentii chiamare e mi voltai.

Vidi Bonnie proprio dietro di me leggermente imbarazzata e mi stupii del perché mi avesse chiamato.

“Ciao Bonnie” riuscii solamente a dirle.

“Volevo parlarti”.

“Dimmi”.

“Io…in questi giorni noi non abbiamo avuto occasione di parlare, non dopo quello che ci siamo detti una settimana fa…” iniziò a dire, poi distolse lo sguardo e si fermò di botto.

Mi voltai a guardare nella sua direzione e mi resi conto che i suoi occhi erano puntati sulla figura di Damon.

“Che ci fa lui qui?” mi domandò dolcemente.

Non c’era astio o rabbia nel suo tono, era solo una semplice domanda, una curiosità che voleva sfatare.

“È venuto a prendermi”.

“Beh allora vai, non farlo aspettare” mi disse abbassando lo sguardo.

“No Bonnie, non importa. Continua” la esortai.

“No davvero, vai. Ne riparliamo in un altro momento. In fondo la scuola non è nemmeno il posto adatto”.

Stavo provando a dire qualcosa, ma mi fissò negli occhi.

“Davvero, ne riparliamo, promesso” mi disse con sguardo sincero.

“Come vuoi. Ci vediamo, allora” le risposi e mi allontanai raggiungendo Damon.

In pochi attimi fui proprio davanti a lui e prima che potessi catturare le sue labbra in un bacio vidi lui togliersi gli occhiali e guardarmi il braccio, quello stesso braccio che mi ero ferita, ma non ci badai più di tanto. Vidi che distolse lo sguardo e poi mi baciò.

Quando ci staccammo lo vidi sorridere malizioso.

“Che hai da ridere?” gli domandai senza nemmeno salutarlo.

“Notavo l’effetto che il mio fascino incute sulle ragazze” mi provocò.

Mi voltai a guardare dietro di me e mi resi conto che, in effetti, molte ragazze stavano guardando nelle sua direzione.

“Ogni giorno che passa diventi sempre più modesto, ah” scherzai io.

Non mi importava delle altre, ero gelosa questo si, ma non mi importava. Io sapevo che Damon amava me, solo me.

“Sono solo obiettivo”.

“La smetti di guardarle?” dissi lo stesso leggermente infastidita.

“Non le sto guardando”.

“Si, invece”.

“Io ho occhi solo per te” mi disse sorridendomi beffardo prima di avvicinarsi e darmi un altro bacio.

“Ti ho già detto che sei un gran paraculo?” gli domandai allontanandomi un po’ e aprendo la portiera dal lato passeggeri.

Sapeva sempre come uscire da ogni situazione.

A quel punto lui mise il braccio sullo sportello e poi appoggiò il suo volto sul braccio e prese a guardarmi con un’espressione che solo lui riusciva a mettere su.

“Sei sicura?” mi domandò.

“Decisamente”.

“E io ti ho già detto che la gelosia ti dona particolarmente?” mi chiese poi sorridendo.

“Non sono gelosa” mentii spudoratamente.

“Ah no? Beh allora io sono Dracula” ironizzò lui.

“Beh in effetti hai ragione” lo stuzzicai.

“Scusa?”

“Sei proprio Dracula”.

“Ma non farmi ridere”.

“Beh siete così dannatamente vampiri entrambi” lo presi in giro io.

“Elena…” mi chiamò per farmi smettere.

Non si era ancora mosso dalla sua posizione però.

“Beh una differenza c’è però”.

A quelle parole sorrise, non capendo che stavo per provocarlo ancora.

“Esatto” mi rispose.

“In effetti lui è Il Vampiro, l’unico e solo. Tutti fanno riferimento a lui quando parlano di quelli come te” gli dissi ridendo beffarda.

“Solo perché non conoscono Damon Salvatore” si giustificò lui.

“Ah si? E chi sarebbe questo qui?” continuai io.

“Il vampiro più sexy, irresistibile e affascinante che esiste” mi rispose sorridendomi sghembo.

Si avvicinò a me e mi bloccò con le spalle alla macchina avvicinando il suo viso al mio.

“E il meno modesto che esiste, aggiungerei” dissi io.

Non mi diede nemmeno il tempo di dire altro che le sue labbra si erano già incollate alle mie in un bacio che di casto non aveva nulla.
“Beh, nonostante mi duole ammetterlo, devo darti ragione” gli dissi poi maliziosa quando ci staccammo.

“Su cosa?” fece finta lui di non capire.

“Sul fatto che sei il vampiro più sexy, irresistibile e affascinante che esiste” gli rispose “e sei solo mio” aggiunsi poi.
“Sempre” fu la sua unica risposta prima di regalarmi un altro bacio.

Dopodiché salimmo in macchina e ci dirigemmo verso casa. Gli chiesi spiegazioni in merito a quanto avesse scoperto, ma mi disse che me ne avrebbe parlato a casa.

Stranamente fece un giro più lungo per arrivare al pensionato e quando arrivammo mi resi conto che dentro non saremmo stati soli.

Capii che l’aveva fatto apposta per permettere agli altri di raggiungere casa.

Scendemmo e mano nella mano ci dirigemmo in salone, dove appunto trovammo Jeremy, Alaric e Bonnie.

“Finalmente” disse Caroline sbuffando.

Era impaziente di sapere cosa stesse succedendo.

“Allora, adesso che ci siamo tutti, potete spiegarci che succede?” chiese Alaric.

“Ieri sera io e Damon abbiamo trovato dei vecchi libri in cantina e stanotte li abbiamo vagliati uno ad uno, fino a quando Damon non ha trovato qualcosa di molto interessante” spiegò Stefan.

“Esattamente cosa?” chiesi io.

“C’è un modo per spezzare l’incantesimo che tiene unita te alla psicopatica” mi spiegò il minore dei fratelli.

“Ma Lucy aveva detto che non c’era modo, che solo la strega che aveva compiuto la magia poteva spezzarla” dissi “ricordi Damon?” domandai poi a lui.

Possibile che si fosse dimenticato di un dettaglio tanto rilevante?

“Nemmeno Lucy era a conoscenza di questo dettaglio che abbiamo scoperto. Solo le vecchie streghe, quelle di secoli e secoli fa, solo loro sapevano che c’era una possibilità” mi spiegò Damon.

“E quale sarebbe?” domandò Jeremy.

“Ci sono vari tipi di incantesimi, quelli che richiedono sacrifici di sangue, quelli che non hanno bisogno di nulla se non di un abracadabra” disse beffardo sull’ultima parte “e quelli che, invece, hanno bisogno di un qualunque oggetto che possa contenere al loro interno quella magia. Vi ricordate il medaglione di Emily?” chiese.

Tutti noi annuimmo e lui continuò.

“In quel medaglione c’era la magia di Emily e grazie a quello avrei potuto attuare la magia inversa e quindi riuscire a liberare Katherine dalla cripta. Oppure la pietra di luna, avete presente? La magia era insita nella pietra e la maledizione che Klaus avrebbe voluto spezzare non poteva essere spezzata se non ci fosse stata anche la pietra di luna e la magia che essa conteneva” spiegò infine.

“Cosa significa tutto questo?”

Non riuscivo a capire e non sembravo essere l’unica. Avevamo tutti la stessa espressione stranita, tutti a parte i due fratelli Salvatore.

“Significa che Lucy ha usato un oggetto per fare l’incantesimo che lega Elena e Katherine” spiegò Stefan.

“Un oggetto?” domandò Bonnie intervenendo nella discussione per la prima volta.

“Questo” disse solamente Damon uscendo dalla tasca una bracciale rigido d’argento con una pietra d’ambra al centro “esattamente la magia è stata fatta sulla pietra del bracciale” concluse Damon.

“Dove l’hai preso?” chiesi.

“C’è l’aveva Katherine al polso. Lo abbiamo preso non appena siamo tornati” mi rispose lui.

“Tornati da dove? E soprattutto come sapevate che era il bracciale ciò che cercavate?”

“Siamo andati da Lucy. Abbiamo detto a lei quanto avevamo scoperto e lei ci ha detto che in effetti il suo incantesimo è stato fatto usando una pietra d’ambra rivelandoci poi che Katherine l’ha fatta incastonare in un bracciale in modo da non separarsene mai” disse Stefan.

“Scusate, ma pur avendo adesso la pietra, che c’è ne facciamo? Insomma Lucy non può fare nulla” spiegò Bonnie.

“Lei no, ma tu si” le rispose Damon.

“Io?”

Era stupita e noi tutti insieme a lei.

“Sul libro c’è scritto che tutti gli incantesimo possono essere spezzati solo dalla strega che li fa, tranne che nel caso in cui la magia è insita in un oggetto. In questo caso ci sono due modi per spezzarlo: o viene spezzato dalla strega che lo ha fatto oppure c’è la possibilità che a spezzarlo sia una sua discendente o qualcuno che comunque appartenga al ramo della stessa famiglia”.

Adesso tutto mi era chiaro. Lucy e Bonnie erano cugine.

“Damon, mi stai dicendo che io in quanto imparentata con Lucy ho il potere di spezzare l’incantesimo?” domandò la mia amica.

“Esattamente”.

“Sei la nostra unica possibilità” continuò Stefan.

Bonnie posò il suo sguardo su di me, poi guardò Damon e subito dopo Stefan.

“Che stiamo aspettando allora? Al lavoro” disse sicura di sé.

Non appena Bonnie pronunciò queste parole vidi Damon allontanarsi a velocità sovrumana e qualche secondo dopo tornare in mano con lo stesso libro che avevo visto quella mattina in camera di lui.

“Non tutte le streghe sono a conoscenza di questa possibilità e il motivo è semplice. L’incantesimo non è stato trascritto in nessun Grimorio, lo trovi solo in libri come questi, vecchi di secoli e secoli” spiegò Stefan quando Damon diede il libro a Bonnie.

Lei lo aprii e lesse tutto ciò che gli serviva.

“Mi serve una ciotola, del liquore, una goccia del sangue di Elena e una di quello di Katherine e il bracciale” spiegò Bonnie.

Stefan prese l’occorrente e Damon posò sul tavolo il bracciale e un coltello sporco di sangue.

“Questo è di Katherine” spiegò lui e in quel momento tutto mi fu chiaro.

“Il braccio” sussurrai appena.

Damon si voltò e mi guardò con espressione sofferente.

“Mi dispiace tanto, ma era necessario” mi disse.

Prima di avvicinarsi e controllarmi la ferita.

“Damon non è nulla, solo che adesso capisco il motivo per cui sanguinava senza un’apparente motivo”.

“Ho fatto un leggerissimo taglio proprio per non farti male”.

“Non me ne hai fatto infatti. Me ne sono accorta solo perché bruciava un pò”.

Gli sorrisi e gli baciai una guancia.

“Elena mi serve il tuo di sangue” disse Bonnie interrompendo il momento.

Mi avvicinai e presi lo stesso coltello con il quale Damon aveva preso il sangue di Katherine che nel frattempo Bonnie aveva ripulito e mi tagliai leggermente la mano.

Uscirono un paio di gocce e quando la mia amica mi fece cenno, allontanai la mano ripulendola con un fazzoletto che nel frattempo mi aveva dato Damon.

“Per favore, adesso fate silenzio” ci disse Bonnie.

Stefan era di fronte a lei e Damon le era accanto. Mise tutto nella ciotola e poi si concentrò e il contenuto prese fuoco mentre lei iniziò a parlare in una strana lingua.

La cosa durò qualche minuto, poi all’improvviso il fuoco si spense e Bonnie smise di parlare, ma prima ancora che potessi rendermi conto di cosa stesse succedendo la ritrovai tra le braccia di Damon.

Capii solo dopo cosa fosse successo. Aveva perso troppa energia e stava per cadere a terra se Damon, che era proprio accanto a lei, non l’avesse presa in tempo.

“Tutto ok?” le domandò il mio fidanzato quando Bonnie riaprii gli occhi.

Nel frattempo Jeremy e noi altri ci eravamo avvicinati.

La mia amica guardò Damon negli occhi, poi distolse lo sguardo e posò gli occhi su Jeremy, poi tornò a guardare Damon.

“Grazie” riuscii a dire solamente prima di allontanarsi dalle braccia di Damon per mettersi in quelle di Jeremy mentre Damon si avvicinò a me e io lo presi per mano.

“Come ti senti?” chiese mio fratello alla sua ragazza.

“Tutto apposto. È stato solo un giramento di testa” rispose lei.

“Sei riuscita a spezzarlo?” domandò Caroline.

“Si certo”.

“Questo significa che possiamo uccidere Katherine senza fare del male a Elena?” domandò Damon.

“Esattamente”.

“Bene. Stefan andiamo a prendere la psicopatica” disse Caroline e lei insieme al minore dei fratelli scomparvero dalla nostra vista.

“Bonnie?” la chiamò Damon.

Lei si voltò e lo guardò negli occhi.

“Grazie”.

“Elena è importante anche per me” fu la sua unica risposta.

La ringraziai con lo sguardo e poi mi voltai verso il mio ragazzo. Mi sollevai appena e lo baciai.

“Che diavolo succede?” disse voltandosi con espressione preoccupata non appena ci staccammo.

Mi voltai anche io e mi resi conto che non stava parlando con me, ma con chi c’era dietro. Mi voltai e vidi che dietro di noi erano riapparsi Caroline e Stefan da soli. Katherine non c’era.

“Abbiamo un problema” disse Caroline.

“Perché quando sento la parola problema mi viene da pensare ad una crisi a livello mondiale?” commentò sardonico Damon.

“Perché lo è” furono le uniche parole di Stefan.

“Ci fate capire anche a noi cosa succede?” chiesi mentre gli altri annuirono insieme a me.
“Katherine…Katherine è scomparsa” furono le parole di Stefan pronunciate guardando negli occhi Damon.

No, non poteva essere vero. Adesso che l’incubo sembrava finito, eravamo di nuovo punto e a capo e stavolta era molto peggio.

“Che significa che è scomparsa?” domandò Rick preoccupato.

“Che non c’è traccia di lei giù. È scappata” gli rispose Caroline.

Come diavolo era possibile? Era troppo debole, non poteva essere andata da nessuna parte a meno che qualcuno non la avesse aiutata, qualcuno che si fosse intrufolato in casa quella mattina mentre noi non c’eravamo.

Troppe domande, nessuna risposta.

Una cosa era certa, però, e me ne resi conto quando Damon mi mise un braccio intorno alla spalla stringendomi a sé e baciandomi una tempia.

Katherine si sarebbe vendicata in modo allucinante. Non ci avrebbe fatto passare liscia il fatto che l’avessimo rinchiusa in una stanza per due settimane senza nemmeno darle sangue.

Eravamo nei guai, in guai belli grossi.

 

Robsten23

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Eccomi qui con il capitolo diciotto.

Come vedete finalmente i nostri sono riusciti a rompere questo dannato incantesimo che teneva unite Katherine ed Elena.

Ovvio che era questa la notizia positiva che vi avevo anticipato nello scorso capitolo.

La notizia negativa come avrete capito è quella finale: Katherine è scomparsa.

Come dicono loro qualcuno l’ha aiutata, è difficile che da sola poteva farcela, soprattutto con le corde ancora bagnate di verbena.

Chi è stato/a ad aiutarla? Oppure ha fatto tutto da sola?

Chissà lo scopriremo nel prossimo, alla fine del quale sono sicura che preparerete i forconi per uccidermi.

Come sempre vi lascio sempre una piccola immagine come spoiler del nuovo capitolo e anche un piccolo pezzettino:

 

 

“E così credevate di esservi liberati di me, non è vero? Rinchiudermi, rompere l’incantesimo e poi impalettarmi. Non era questo il piano?” esordii Katherine senza nemmeno salutarli.

Per fortuna riuscivo a sentirli, anche se non chiaramente.

“Esattamente. Ed è proprio quel piano che stiamo per portare a termine” le rispose Damon.

“Ucciderti adesso non fare nessun male ad Elena” continuò Stefan.

“E voi credete che sarà così semplice liberarvi di me?”

“Chi ti ha fatto uscire?”

“Ho avuto un piccolo aiuto”.

“Che morirà insieme a te”.

“Ho qualche dubbio su questo”.



 

 

Volevo ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia, chi l’ha inserita nelle preferite, nelle seguite e in quelle da ricordare. Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi e anche tutti coloro che recensiscono.

Un bacione e grazie ancora.

 

Prossimo aggiornamento: Martedì 03 Maggio

 

 

  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: robsten23