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Autore: Elothiriel    27/04/2011    10 recensioni
“Éomer Éadig. […] nell’ultimo anno della Terza Era prese in moglie Lothíriel, figlia di Imrahil.”
Così dice Tolkien, e non sappiamo altro su Lothìriel. Chi era questa Principessa di Dol Amroth e com'è stato il suo matrimonio con Eomer?
La voce narrante è proprio lei, che racconta ciò che Tolkien tace: la storia di questa fanciulla venuta dal Mare per sposare il Signore del Mark.
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eomer, Imrahil, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO

 

 

La gola dove la battaglia infuriava era stretta e lunga, sul margine di destra scorgevo la massiccia figura del Forte, su quello di sinistra nient’altro che un brulli scogli rocciosi. Per le forze degli Orchi in procinto di arrivare sarebbe stato facile stringere i Cavalieri in mezzo a loro e trucidarli tutti.

Udivo il clangore delle armi, nitriti di cavalli, urla di Uomini e Orchi. L’incendio era stato appiccato alla sterpaglia che circondava il Forte di Léofa, in modo che fosse arduo per coloro che erano all’interno prestare soccorso ai combattenti; mi sembrava di rivivere il mio pauroso incubo.

Come sarei riuscita a trovare Éomer in quel delirio?

Smontai da cavallo quando giunsi all’imboccatura della gola e tirai giù Elfkral, che non dava più segni di vita. Lo adagiai sull’erba dietro una grossa roccia, sperando che gli Orchi non lo trovassero: non potevo certo portarlo con me in mezzo allo scontro.

“Sarà ancora vivo?” mi chiesi, preoccupata. Non avrei potuto sopportare la sua morte: avevo promesso a Merodor che l’avrei salvato. Pensare a Merodor mi fece piangere. “Andiamo, Stellagrigia.”

Sguainai Crëwine e mi lanciai giù per il ripido pendio al galoppo, senza incontrare altri ostacoli che qualche cadavere di Orco. La battaglia infuriava nella gola, i Cavalieri e gli Orchi confusi in una rossastra massa indistinta. A causa del giuramento, non potevo attraversare la gola alla ricerca di mio marito, anche se così sarebbe stato molto più veloce trovarlo, ma dovevo aggirare il nucleo del combattimento cavalcando sulla ripide pendici. Spronai avanti Stellagrigia, cercando di confondermi tra le ombre, sforzandomi di evitare i drappelli di Orchi che si aggiravano ai margini della battaglia: evidentemente avevano il compito di impedire che qualcuno, allontanandosi dallo scontro, si accorgesse dell’armata sopraggiungente.

 Mi costrinsi a non pensare a niente, ad andare avanti in cerca della bianca criniera sull’elmo di Éomer.

Impaurita dagli Orchi che pattugliavano il ciglio della gola, mi diressi sempre più verso il cuore della battaglia, senza neanche accorgemene: quando lo feci, era troppo tardi, ormai ero invischiata nello scontro. Gli Orchi menavano fendenti all’impazzata, fui sfiorata dalle loro lame più volte, sebbene Stellagrigia, scartando e impennandosi abilmente, mi evitasse le ferite peggiori. I Cavalieri che incontravano si accorgevano a malapena che non ero uno di loro: la mia veste era talmente lacera e sporca di sangue e i miei capelli tanto arruffati che sembravo un Rohirrim senza armatura, nella notte era difficile distinguere persino amico e nemico, la rossa luce dell’incendio illuminava tutto di una sfumatura crudele.

“Éomer!” chiamavo, ma nella confusione non riuscivo a sentirmi nemmeno io. “Éomer! Via, schifosa creatura…Éomer! Éomer! ”

Finalmente riuscii ad accostarmi ad un Cavaliere, mentre gli Orchi arretravano momentaneamente. “Dov’è Éomer?” ansimai.

“Verso il Forte, sta mettendo in fuga gli Orchi da lì. Presto la battaglia sarà finita, ragazzo, il nemico sta cedendo” poi si volse verso di me e spalancò gli occhi. “Mia signora! Voi! Che fate qui?! Dov’è la vostra scorta?”

“Non c’è tempo per parlare. Un drappello di circa quattrocento Orchi si dirige qui e presto saremo chiusi nella gola fra l’incudine e il martello. Fallo sapere a coloro che sono qui vicino! Io vado da Éomer!”

“Mia signora, fermatevi!”

Ma ero già galoppata via. Io e Stellagrigia eravamo esauste, non reagivamo più agli attacchi degli Orchi. Tre volte le loro spade ricurve mi lacerarono la carne, tre volte sangue zampillò dalla mia pelle, tre volte scoppiai in lacrime mentre spronavo Stellagrigia. Ma non mi fermai, e infine lo vidi. In groppa a Zoccofuoco, guidava l’assalto che spingeva gli Orchi via dal Forte, nella gola dove venivano uccisi dagli altri Cavalieri.

“Éomer!”

Si voltò, e impallidì.

“Lothi!” volse le spalle ai suoi guerrieri e galoppò verso di me, seguito da uno dei Cavalieri. “Lothi! Lothi, come sei tu giunta sin qui? Quale follia o diabolico artifizio è questo?”* mi strinse fra le braccia e poi, prendendomi per le spalle, mi allontanò per controllare le mie condizioni. Ero tentata di buttarmi sul suo petto a piangere tutta la notte, ma mi costrinsi a parlare.

“Éomer, ascolta. Almeno quattrocento Orchi marciano verso la gola, sarete chiusi qui dentro se non vi rifugiate su uno dei pendii.”

“Maledizione! Come lo sai?”

“Li ho visti.”

“I ragazzi della tua scorta?” non risposi subito.
“Oroven è corso ad aiutarvi quando ha visto il divampare delle fiamme. Elfkral è moribondo” singhiozzai.

“E Merodor?”

“Merodor è caduto per difendermi dagli Orchi.” Vidi il viso di Éomer contrarsi per la sorpresa ed il dolore.

“Orchi? Com’è possibile?” Tacque per qualche istante; poi ordinò al suo compagno: “Un’armata si dirige verso di noi da sud. Di’ a Elfhelm di spostare tutte le truppe più in alto possibile sui crinali di est e ovest, dev’essere lasciato solo un piccolo contigente all’estremità nord. La gola dev’essere sgombra, capito? Gli Orchi devono pensare che sia una ritirata. Le bestiacce devono credere di star vincendo, e scagliarsi, con i rinforzi, sui difensori del lato nord. A quel punto caleremo al galoppo e li distruggeremo.”

“Subito, sire” il Cavaliere galoppò via.

“Oh, Lothíriel!” gemette mio marito. “Sei ferita. Avrei preferito perire per mano degli Orchi che stanno arrivando piuttosto che vederti ridotta così! E in più…” lanciò un’occhiata significativa verso la mia pancia.

“Sta bene, almeno credo” cercai di tranquillizzarlo.

“Vattene subito da qui. Se non fosse stato per te probabilmente saremmo morti tutti, ma forse sarebbe stato meglio. Guarda come sanguini! Ti scorterò al Forte, ma promettimi che rimarrai là dentro.”

“Va bene.”

Éomer era illeso, così mi prese su Zoccofuoco e aggirò il Forte fino a un’entrata segreta. Stellagrigia ci seguì trottando. Chiamò ad alta voce nella lingua del Mark e presto la porticina si aprì. La testa di un ragazzo si affacciò e Éomer gli diede qualche veloce ordine nella sua lingua. Quindi mi fece scendere da cavallo e mi depose a terra. Stavo per svenire, non ebbi neanche la forza di tenermi in piedi mentre Éomer mi faceva smontare.

“Sta’ attento” ebbi la forza di dire.

“Non stare in pena per me. Dopo essere scappata dall’accampamento disobbediendomi, meriti una bella predica: non morirò certo prima di fartela.” Sorrise da sotto l’elmo e io gli sorrisi stancamente di rimando. Poi voltò Zoccofuoco e cavalcò via verso la battaglia.

Spesso avevo sentito dire che ti accorgi del valore di una cosa che hai solo quando la perdi, e in quel momento mi accorsi che erano parole veritiere. Sentii qualcosa strapparsi e sciogliersi dentro il cuore quando Éomer voltò il cavallo e galoppò via sotto le stelle, simile a Oromë il Grande durante la Battaglia dei Valar.

 

Non avevo temuto mai di perderlo, nemmeno quando mi aveva lasciato quella mattina: sentivo che avrei dovuto fare qualcosa, che era in mio potere impedire che la falce di Mandos si abbattesse su di lui. E adesso, invece, che ero debole e incapace di fare alcunchè, lui cavalcava verso il pericolo, per difendere me, nostro figlio e tutte le mogli e i figli della sua terra.

Immaginai per un secondo che Éomer fosse morto; non sentire più la sua voce brusca, non più il suo calore al mattino, i suoi capelli biondi e i suoi insopportabili rimproveri: mi invase il cuore un tale dolore, che mi portai le mani al petto artigliando la pelle.

Io non potevo vivere senza Éomer.

Perché io amavo Éomer.

 

Lasciai che il ragazzo mi trascinasse dentro, fino a un giaciglio militaresco in una spoglia camera di pietra. Stellagrigia era stata portata nelle stalle da un altro sguattero.

“Riposate, mia signora. Non abbiamo comodità degne di voi qui, ma presto il nostro medico verrà a visitarvi. Dormite.”

“Aspetta” dissi “Sul poggio opposto della gola, dietro la più grande delle punte rocciose sul crinale sud, c’è un ragazzo ferito forse a morte. Desidero che sia portato qui e curato prima di me: le sue ferite sono molto più gravi delle mie. Se dovesse essere…morto” la mia voce tremò e si ruppe in un singhiozzo “Dategli onorevole sepoltura.”

“Sarà fatto, mia signora. Dormite, adesso.”

Chiusi gli occhi per fuggire al dolore del corpo e dell’anima, e spronfondai in un cupo sonno denso di incubi. Solo alla fine, la luce sanguigna che aveva sinistramente illuminato tutte quelle visioni terribili si schiarì in un’alba bianca e tiepida. Éomer mi veniva incontro su di un prato dove spuntavano a guisa di fiori candidi pennacchi di elmi. Mio marito aveva sulle spalle un bambino biondo e sorridente, che si stringeva al capo dell’uomo con affetto. Quando Éomer mi fu vicino, il piccolo allungò una mano per sfiorarmi i capelli e disse: “Hai vinto, mamma.”

 

 

 

Suonate le trombe! Appendete le bandiere alle finestre! La svogliatissima, prigrissima, stupidissima e incasinatissima Elothiriel si è decisa a scrivere e pubblicare un altro capitolo!

Mie carissime, potete picchiarmi e insultarmi quanto volete, perchè il mio comportamento è inaccettabile.

Sono stata inattiva per più o meno tremila anni, per una svariata serie di motivi, fra cui, last but not least, la mia totale perdita di ispirazione. Comunque non ho scusanti, e se volete, siete liberissime di mollarmi qui e non farvi più sentire, come ho fatto io.

Vi chiedo umilmente scusa e perdono.

 

Passando ad argomenti meno dolorosi per me (ma per la povera Lothi no davvero) come vi è sembrato questo capitolo? Avete visto, alla fine tutto, più o meno, si è risolto, anche se non per il giovane Merodor (lacrime di rimorso).

Come sempre, ringrazio (questa volta con anni luce di ritardo) tutte le fantastiche persone che mi recensiscono o mi seguono in qualche modo, anche solo leggendo. Specialmente, un bacio a Arwins, Sesshy94, Arena, Elfa, _Gilestel_, Ariel_Malfoy, Xxbrokenrose, Cassiana.

 

A presto (questa volta per davvero!)

Un bacio

Elothiriel

 

 

 

  
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