Capitolo
3
«Cosa?» urlarono tutti.
Poi Rent scoppiò a ridere.
«Bastardo, ti ho preso sul serio per un momento!»
Michael rise a sua volta, poi annuì: «Ma io sono
serio! Lo so che è strano detto da me, però sono innamorato e lo voglio gridare
al mondo! Finalmente sento di poter essere di nuovo felice, Cedric sarebbe
contento per me!»
Aveva nominato Cedric.
Fu questo a far capire a tutti che non stava scherzando; Walter lanciò un
urlo e saltò ad abbracciare l'amico e gli altri ragazzi lo imitarono immediatamente,
congratulandosi, mentre Wayne si alzava con qualche secondo di ritardo e Rent,
invece che seguire subito Jack, lanciò prima un'occhiata di leggero smarrimento
a Georgia. Charlotte si era già voltata di scatto verso la sorella, che era a
bocca aperta.
«Ma chi è?
Voglio dire, tutto ciò è meraviglioso, qualcuna che ti prende è una santa o una
pazza...» cominciò Sally-Anne, stringendogli
rigidamente una mano. Lui la tirò a sé e le baciò le guance; la strega lo
lasciò fare, arrossendo leggermente e guardandolo storto.
«È bionda, vero?» domandò anche Jack, divertito.
«Che anno fa?
La conosciamo?» investigò anche Hannah, curiosissima.
Megan si alzò solo quando lo fece anche Georgia, e le passò accanto nel
caso avesse bisogno di una mano. Sapeva che Georgia ci era andata a letto,
sapeva anche che continuava a dire che Michael era il suo migliore amico e
sembrava crederci, ma se una ragazza si fosse avvicinata a Wayne con cattive intenzioni le avrebbe come minimo cavato gli occhi, perciò
si rendeva conto che se lei non faceva i salti di gioia non era riuscita a
negarsi il fatto di star male per questo.
Incontrò lo sguardo serio di Wayne e capì che erano sulla stessa lunghezza
d'onda.
«Si chiama
Monica Ladgewolf, quest'anno è al settimo anno ed è una Ravenclaw. No, non è
bionda! Ma è sempre così, no? Sei
convinto che l'amore della tua vita sarà una donna come dici tu e poi ne
appare l'opposto e tu te ne innamori come un deficiente!»
«Deficiente è una parola chiave qui.» commentò
Stephen a bassa voce.
Wayne stavolta apparve disorientato, «Monica?»
Michael annuì entusiasticamente, passandosi una mano tra i capelli e
sorridendo smagliante: «Strano, eh? Non so neanche
cosa sto dicendo, sono scioccato!»
«Non sarai sotto filtro d'amore?» suggerì Rent con voce allegra.
«Penso che se lo fossi ti avrei già picchiato per averlo suggerito.» gli
ricordò lui, poi si voltò verso Megan, «No?»
«Già, se sei convinto di amarla è abbastanza potente da renderti fuori di testa in poco tempo... E non hai aggredito il
Sally-Anne per il “pazza”.» sospirò lei.
«In più la
conosco dall'anno scorso, lei era cotta di me da sempre, non so come ho fatto a
non ricambiare, forse ero distratto, forse ero solo stupido... comunque abbiamo
cominciato a vederci dalla fine dell'anno scorso. All’inizio come amici ma
abbiamo capito subito di essere perfetti assieme e io
ho capito solo in ritardo che lei mi piaceva tutto il tempo, praticamente è
tutta l’estate che sono a conoscenza del fatto che la amo.» spiegò Michael,
escludendo così la possibilità di un filtro d'amore.
O quasi, quindi Wayne decise di fare una
prova: «E se lei ti chiedesse di scegliere tra lei e noi?»
Michael lo guardò inorridito: «Non lo farebbe mai!
Ma se le saltasse in testa le spiegherei che siete la
mia famiglia, cosa che sa già, per inciso. Non farò più errori come con Sandy.»
«Niente filtro.» concluse meccanicamente Megan.
«Posso abbracciarti o mi colpisci?» le domandò lui, brioso.
Sorrideva così spensieratamente che Megan si lasciò abbracciare e poi si
allontanò con aria ancora più scocciata. Stephen si sporse per stringergli la
mano e poi guaì perché aveva sporcato la maglietta di salsa, e Charlotte gli
diede due cerimoniosi baci sulle guance. Lui dovette inchinarsi di molto per
raggiungerla e poi si voltò verso Georgia, che era rimasta l'ultima.
«La frequenti da un paio di mesi e parli di fidanzamenti e matrimonio?»
domandò Justin, distraendolo.
«Per i maghi purosangue o comunque cresciuti tra maghi
è diverso, ci possiamo sposare dai diciassette anni e i miei si sono sposati subito
dopo Hogwarts perché c'era la guerra... Poi per noi è un’età come un’altra.»
gli rispose Susan.
«Vero, e anche ora c'è. O quasi.» convenne Michael seriamente, «E per
questo voglio approfittare di tutta la felicità che la vita mi può dare, come
la McGonagall mi ha suggerito.»
«Solo lei?» domandò Megan indignata. «Te lo diciamo da vent’anni che devi
approfittarne!»
Michael si sedette accanto a Georgia, «Sconvolta?»
«Come mai prima.» sussurrò lei, «Non mi hai mai parlato di lei.»
«Era solo un'ammiratrice che non conoscevo bene, prima. Ho avuto occasione
di conoscerla meglio l'anno scorso, ricordi quando sparivo?»
«Infatti, a noi l'ha nominata!» ricordò Walter e Wayne gli diede una
gomitata, «Cosa?»
«Georgie, tu sarai sempre la prima donna per me, sei la mia migliore amica
e mia sorella. E io e Monica ci sposeremo dopo Hogwarts, alla fine di
quest'anno... Se volessi essere il mio testimone sarei onorato. Sei l'unica con
cui dividerei l'altare.»
«E io sarò fiera di essere in piedi accanto a te il giorno del tuo
matrimonio.» disse lei, e le sue labbra si aprirono lentamente in un sorriso
mentre gli occhi le brillavano di lacrime, «Sono così felice per te!» pigolò,
gettandogli le braccia al collo.
«Questa è la mia Georgie!» rise lui, stringendola a sé.
«Sto per piangere.» si commosse immediatamente Hannah.
«Sto per vomitare.» ribatté Sally-Anne.
«Sto per incazzarmi.» sbottò Megan, «Ma come può essere felice se-»
«Facciamo una passeggiata!» esclamò con urgenza Wayne, afferrandola per un
braccio prima che lei dicesse qualcosa d’irreparabile con la sua solita
insensibilità.
«Adesso andare a pomiciare si dice “passeggiata”?» sghignazzò Michael, che
aveva fortunatamente sentito solo lui.
«Noi restiamo qui a spettegolare!» li salutò Rent agitando una mano.
«Io invece vado in bagno a darmi una sistemata. Vieni con me, Charlie!»
esclamò Georgia, e sua sorella scattò subito, rischiando di inciampare e
venendo afferrata al volo da Jack. Rossa come un papavero si aggrappò alla
veste di Georgia e si allontanò con lei, seguendo Wayne e Megan.
«Georgia, che cazzo! Mi aspettavo che almeno tu gli facessi notare che è
pazzo!» si lamentò Megan.
«Io volevo restare con J... gli altri
però! Non potevi chiedere a Sally-Anne di accompagnarti? A Sally-Anne non piace
stare con la gente!» protestò Charlotte.
Wayne sospirò pesantemente, «Georgia, hai portato un'altra Megan a scuola,
non ti perdonerò mai.»
«Me ne rendo conto. Comunque non ho nulla da recriminare contro di lui, ha
sempre detto che non ha senso aspettare quando trovi la tua metà, evidentemente
lui l'ha fatto!» replicò Georgia in tono sereno.
Tutti e tre le lanciarono un'occhiata e lei sorrise.
«Ma sei veramente così cretina? Persino io ho capito che ti piac-»
«MEGAN!» la interruppe Wayne.
«Cosa?»
«Non è servito a molto trascinarla via per tapparle la bocca, eh? Comunque
puoi farla parlare, non importa. Megan, per l'ultima volta: non mi piace Mike.
Non così. E sono felice per lui.» decretò Georgia, per poi sorridere di nuovo
allegramente.
«Il tuo sorriso mi fa paura.» le fece presente Wayne, che ora aveva la
pelle d'oca. Era quel genere di sorriso che ci si aspettava da qualcuno che
stava per afferrare un tavolo e lanciartelo contro.
«Ma aspetta, io pensavo volessi davvero trascinarmi via per baciarmi!»
esclamò di punto in bianco Megan.
Wayne aprì la bocca con aria esasperata, poi la chiuse e si strinse nelle
spalle.
«Possiamo farlo.» approvò, deviando il percorso.
«Che schifo.» disse subito Charlotte.
«Se ci fosse Jack non lo diresti!» ribatté Megan, lasciandosi spingere via.
«Non è vero!» strillò subito lei.
«Eh no, devi ammetterlo! Devi ammetterlo e sbatterlo in faccia a tutti,
così la gente smetterà di stupirsi di quello che fai e non ti calcolerà più e
tu potrai essere te stessa! Impara a dire ciò che vuoi!»
«Che consigli le dai!» protestò Wayne.
«Non insegnarle a diventare come te!» le urlò dietro Georgia, allarmata.
«Lei faceva così?» domandò Charlotte, sorpresa, «E ha guadagnato Wayne? Non
è il mio tipo, lui, però è un osso duro...»
«Cosa stai dicendo...» cominciò Georgia senza neanche la forza di
domandarlo, solo mormorandolo come un’affermazione senza speranza.
«Non è malissimo come consiglio...»
«Oh Dio.»
«Quando tornano voglio brindare!» annunciò Michael.
«Quando ce la fai conoscere?» domandò Jack.
«È molto timida, non penso la convincerò prima dell'inizio della scuola,
quindi a meno che tra due settimane non vi presentiate alla stazione solo per
lei, direi che aspetterete le vacanze di Natale.»
«Di lei ricordo solo che era molto… bianca.» disse Rent, assente.
«E timida, sì. Ti riempiva ogni anno di bigliettini e cioccolatini a san
Valentino.» aggiunse Walter.
«Ha sempre detto di sentire un legame con me.» disse Michael, servendosi
una generosa porzione di tutto, «E aveva ragione, si è solo svegliata prima di
me.»
«Non me ne stupisco.» sentenziò Sally-Anne.
«Comunque le piace molto leggere, è una Ravenclaw in tutto e per tutto, è
molto dolce e quando vuole va d'accordo con tutti, anche se è molto chiusa e
non ha moltissime amiche... Si può dire che Sandy se le sia prese tutte e lei,
non essendo un'oca, ha preferito stare sola che con loro.»
«È vero, divide la camera con Sandy... Non si uccideranno?» domandò
Stephen, cercando di smacchiare la camicia. Susan gli tolse la bacchetta di
mano e se ne occupò al posto suo.
«Tanto la traccia porta a qui e qui ci sono maggiorenni.» commentò alla sua
occhiata allarmata.
«Monica è più forte di quello che sembra, non le conviene.» disse Michael
con orgoglio, «È così buona e gentile...»
«No, i discorsi da cagnolino scodinzolante evitameli.» tagliò corto
Sally-Anne.
«Ma dai, quanto poco romanticismo!» rise Michael, «Questa ragazza ha sempre
sentito che era legata a me, io finalmente la conosco, tra l'altro nel periodo
in cui più mi comporto da... beh, coglione, e lei non solo mi accetta così come
sono, ma mi aiuta a calmarmi con poche parole che mi danno di che pensare anche
a mesi di distanza, perché ammetto che sul momento la consideravo addirittura
un fastidio, e poi la rivedo e mi rendo conto che è quella giusta... Non si può
dire che non ci abbia preso!»
«Perché non ce l'hai detto già l'altro giorno?» domandò Jack, «O meglio,
mesi fa?»
«A scuola avevamo troppo a cui pensare e ancora non mi rendevo bene
conto... durante l'estate non volevo parlarne per lettera e dopo non volevo...
diciamo che non volevo rischiare tutto parlandone prima, volevo essere certo. E
ieri notte le ho chiesto di fidanzarsi con me ufficialmente, aspetteremo la
fine della scuola... anche se per me non ha senso farlo, voglio dire, se
capisci che è la persona giusta perchè aspettare? Un giorno ci siamo e il
giorno dopo no! Ma purtroppo lei compie gli anni il trentuno agosto, quindi a
meno che non ci sposiamo sul treno mentre andiamo a Hogwarts...»
«Aaahh...» dissero tutti.
«E poi avevo un po' paura che mi piacesse anche Georgia, fino a qualche
tempo fa.»
«Ah?» esclamarono tutti, terminando il verso di comprensione di poco prima
in uno allarmato.
Michael ridacchiò imbarazzato, «Ero un po' confuso. Alla fine ho fatto
chiarezza coi miei sentimenti, come Georgia aveva fatto già da tempo, e ora so
chi amo e chi invece amo come si ama una sorella.»
Sally-Anne inarcò un sopracciglio e poi afferrò un tramezzino e lo morse
prima di mettersi a parlare.
«Sarà bello conoscere la ragazza che ti ha calmato.» disse infine Quill,
che per paura di Michael si era mantenuto silenzioso.
«Grazie.» disse subito lui, «Sono felice di sapere che non ce l'hai con me
per come ti ho trattato l'anno scorso, sono stato orribile.»
«Guardalo, innamorato e maturo.» sghignazzò Rent.
«No, no, va tutto bene! A volte lo meritavo!» disse subito Quill, guardando
altrove e sentendosi davvero colpevole.
«Allora, non dobbiamo brindare oggi?» domandò Georgia, prendendo posto con
Charlotte e sorridendo allegramente. Stephen e Sally-Anne si ritrassero nel
vederla prendere posto tra loro con quella faccia, e Quill deglutì sonoramente.
Charlotte si sedette accanto a Jack invece, e Rent non perse l'occasione:
«Ma come, non ti siedi vicino a zio Rent?»
«No.» rispose subito lei con un'occhiataccia, «Tu non mi piaci.»
A Jack scappò una risata alla faccia dell'amico, ma arrossì quando lei
aggiunse: «Jack invece mi piace molto.»
«Ti stai dichiarando, piccoletta?» la stuzzicò Walter.
«Non sono così tanto più piccola di voi. Vedrai.» minacciò lei.
«Oddio, che le è successo? Non dovrebbe restare zitta e imbarazzata?»
domandò Rent, sbalordito.
«Megan le dava lezioni di sfacciataggine.» disse Georgia tetramente.
«Oh cielo!» fece subito Sally-Anne.
Charlotte si voltò verso Jack e annuì con determinazione.
«D'accordo, ne riparliamo quando sei maggiorenne, va bene?» disse lui, a
metà tra la risata e una leggera sensazione di ansia: la bambina non diceva sul serio, vero?
«Sì.» approvò lei.
«Com'è andata?» domandò Robert, che era seduto a prendere il té coi nonni e
il padre di Megan; dopo aver ospitato quest'ultima era infatti venuto qualche
volta a parlarci, e loro invitavano spesso a loro volta Georgia e Charlotte.
«Meravigliosamente!» esclamò Georgia con un sorriso.
Robert la guardò confuso: «Perché sei così... furiosa?»
«Buonasera...» salutò Wayne, che era stato invitato a cena.
«Ho detto “meravigliosamente”.» precisò Georgia, sostenuta, «Andiamo a casa
ora? Sono veramente stanca.»
«Sì.» disse Robert, alzandosi con aria inquieta, «Charlotte?»
Charlotte si fermò all'ingresso: «Te lo ricordi Jack?» domandò, e non gli
diede tempo di rispondere: «Lui sarà mio.»
E poi sparì in uno svolazzare di capelli lunghi.
«Eh? Cosa? Cosa?»
Dopo dieci minuti in cui i Runcorn erano finalmente riusciti a lasciare la
casa, per ultimo Robert che ancora urlava cose come “sei troppo piccola!” “chi
è questo tizio?” “Georgia, fa qualcosa!”, Wayne restò a sostenere lo sguardo
del padre di Megan mentre la fidanzata se ne lavava le mani e seguiva il nonno
per raccontargli dell'ultima di Michael.
Leonard e Wayne si fissarono.
«Non posso farti alcun discorso da uomo a uomo perchè non ne ho il diritto,
non sono mai stato abbastanza presente per lei, e ad ogni modo da ciò che Megan
ci ha raccontato di te non c'è motivo che ti minacci perché tu non la faccia
soffrire, se stai con lei sai benissimo che la tua fine sarà per mano sua in
quel caso. Perciò mi limito a dirti che è un piacere conoscerti e che ci
penseranno i suoi nonni a farti il terzo grado.»
«Grazie, signore.»
«E anche a ringraziarti per essertene preso cura.»
«È stato un piacere.»
«Sebbene non capisca neppure come tu ci sia riuscito.»
«Onestamente neanche io, signore.»
«Puoi chiamarmi anche Leonard.»
«Non penso ci riuscirò, preferirei optare per un “Signor Jones”.»
«Fa ciò che ti mette a tuo agio.»
«Grazie.»
«Così!» esclamò la nonna di Megan, arrivando tra loro di punto in bianco
con un vassoio ripieno di stuzzichini, «Tu sei il fidanzato di Megan!»
«Auguri.» commentò Leonard, guardando altrove.
«Mangia qualcosa, sarai affamato dopo la scarpinata!» esclamò la nonna,
lanciando all'uomo un'occhiataccia mentre offriva, «Megan ci ha detto che bevi
solo succo di zucca, lì c'è una caraffa apposta per te.»
«Non dovevate...» si schernì subito lui, notando come si sentisse un po'
più leggero ora.
«Dicci qualcosa di lei! A scuola è impertinente e scorbutica come lo è
qui?»
Wayne ci pensò: «Probabilmente peggio.»
«Oh, non è adorabile?» si inorgoglì immediatamente la nonna.
Lui cominciò a capire un po' meglio la Megan –bambina capricciosa e
convinta di essere sempre nel giusto- dei primi anni di scuola.
«Vado in camera.» annunciò Georgia.
«Sicura di non voler cenare?» domandò Robert.
«HO DETTO CHE NON HO FAME!» urlò lei, sbattendosi dietro la porta.
Robert e Charlotte si scambiarono un'occhiata.
«Come pensate che sarà quest'anno?» domandò Terry, fissando il soffitto e
allungando una mano verso la busta di patatine tra le mani di Michael Corner, a
cui sfiorava la testa con la propria.
«Ci sarà molto da studiare.» disse subito Michael.
«Forse faremo nuove amicizie.» commentò Anthony.
«Boh.» rispose Kevin, che aveva le gambe sopra il letto di Dorian, la
schiena a terra e un braccio sopra Anthony, «Di sicuro ce la spassiamo.»
«L'orgoglio dei Ravenclaw.» sghignazzò Terry, «Spero di trovarmi un'altra
ragazza.»
«Anche se non sono un Ravenclaw…» commentò Dorian, «Spero che sia un
bell’ultimo anno.>>
«Spero che tutto vada bene con Cho.» mormorò Michael.
«Spero di avere sempre delle patatine a disposizione.» commentò Kevin.
«E io spero di riuscire a contenermi.» disse Anthony.
«Già. No, aspetta, eh?»
«Chissà quando tornerà di nuovo il signorino Gah...» disse Milpy, che
lavava i piatti e aveva una ghirlanda di fiori intorno al collo, regalo appunto
del “padroncino”.
«Mi ha promesso presto e io gli credo.» disse Sally, finendo di scrivere i
compiti lasciati all'ultimo.
Sua madre emise un suono di incredulità che volle far passare per uno
schiarirsi la gola, poi borbottò: «Imparerai che tuo fratello dieci ne dice e
una ne mantiene.»
«Non è colpa sua.» ribatté suo padre.
Tutte e tre si voltarono verso di lui con aria incredula, mentre lui
sfidava la moglie con lo sguardo e poi chiudeva la valigietta, «Andiamo,
Talpy.»
«Non osare... Non osare dare la colpa a me!» gli gridò lei, facendo
sobbalzare Sally-Anne e andando a chiudersi di sopra.
«Papà?» chiamò Sally-Anne con un filo di voce.
Lui tenne gli occhi sulla valigietta a cui stava mettendo un lucchetto,
«Imparerai, Sally, che anche gli adulti hanno un passato e molte cose da
raccontare, anche se quando si è più piccoli si pensa che le cose capitino solo
a noi e mai ai genitori. E che non sempre ci sono buoni e cattivi, ma che ci
sono sbagli da tutte e due le parti perché si è umani e si fanno errori.» e le
porse il permesso firmato per prelevare i soldi della Gringott dal loro conto,
«Prendi quel che ti serve. E salutami Gabriel, quando gli scrivi. Digli solo
questo, d'accordo?»
«Sì, papà.» disse lei, troppo sconvolta per dire di più.
Suo padre le sorrise in modo strano, «Stai diventando grande... Mi chiedo
quando sia successo... Mi ricordo ancora i miei, di diciassette anni...» disse
in tono nostalgico, prima di andare via.
Persino Talpy si era incantato e dovette corrergli dietro.
Infine lei sbottò con un poco principesco: «Ma la miseria, l'hai
sentito?»
Susan, Hannah, Justin ed Ernie erano rimasti insieme e stavano mangiando un
gelato nel giardino di casa Bones, chiacchierando del più e del meno. Susan era
la più silenziosa, ovviamente, e Justin le aveva poggiato un braccio sulle
spalle mentre l'altro era su quelle di Hannah, ed Ernie invece si era alzato e
faceva avanti e indietro.
Era una serata normale, tra normali amici che parlavano di cose normali,
come tante altre, e Hannah l'avrebbe rimpianta amaramente non troppo tempo
dopo, ma in quel momento non lo sapeva e perciò di tanto in tanto guardava
l'orologio, perché voleva essere a casa in tempo per studiare un po' ora che
mancava poco al rientro a scuola.
«Vorrei fare l'Auror.» se ne uscì Ernie, «Devo continuare Pozioni e
purtroppo anche Incantesimi, ma va bene così.»
«Questa è nuova!» esclamò Susan, riscuotendosi dal torpore.
Ernie arrossì leggermente, «So che di solito sono i Gryffindor coloro che
si sentono coraggiosi e abbastanza forti da-»
«Non dire idiozie, se vuoi essere un Auror lo diventerai di sicuro, tu
riesci sempre in tutto!» esclamò Justin, incoraggiante, «E poi avremo materie
in comune, credo, io voglio continuare con la mia idea di spezzaincantesimi...»
«Vuoi andare in giro per tombe maledette per conto della Gringott? E a
recuperare tesori in giro per il mondo?» domandò Hannah, che non era veramente
stupita.
«Beh, dopo essere stato pietrificato diciamo che non mi piacciono le
maledizioni di nessun genere.»
Tutti si incupirono al ricordo.
«Io proseguirò per magisprudenza, anche se ci vorranno molti anni...» disse
infine Susan, «Voglio seguire le orme di mia zia.»
«Sai che non è detto che ci vogliano molti anni, vero? Più i tempi si fanno
pericolosi e più gli anni di specializzazione diminuiscono perché c'è sempre
più bisogno di aiuto, senza parlare del fatto che chi è un genio nel proprio
campo può lavorare praticamente subito! Me l'ha detto Megan.» spiegò Hannah,
«Sua madre ha cominciato a lavorare per il Ministero dopo aver studiato per i
M.A.G.O privatamente e dopo pochi anni di apprendistato.»
«Sì, ma non mi piace sperare nell'allarme rosso solo per saltare anni di
studio... E spero che Ernie stesso non si ritrovi sul campo prima di essere del
tutto pronto.» replicò Susan.
Ernie rabbrividì, «Anche io preferisco essere pronto, certo, però sono
sicuro che anche gli Auror saranno meno selettivi se ci sarà la guerra quando
sarò, che ne so, al secondo anno del corso, e mi faranno andare in missione
prima ancora di aver finito.»
«Ma pensi che ci sarà davvero una guerra così presto? Addirittura in tre o
quattro anni?» domandò Justin dubbioso.
«No, era per dire...» fece spallucce lui.
«Stephen, quante volte ti ho detto che solo perché tu soffri di insonnia
non puoi drogare i tuoi amici col caffé?» sbuffò sua madre e lui fece
spallucce, lanciando un'occhiata a Quill che si dondolava avanti e indietro sul
letto e muoveva la testa a scatti.
«Tieni la camomilla, figliolo. Se non funziona dagli un colpo di tazza
sulla nuca, qui.»
«MA COSA DICI!»
Stephen ringraziò il padre e si allontanò in fretta mentre sua madre lo
sgridava, porgendo la camomilla a Quill che gli sorrise all'istante e poi tuffò
la faccia dentro.
«Tu hai notato differenze tra Wayne e Megan ora che stanno insieme?»
domandò poi, stendendosi sul letto e guardando fuori.
«Che differenze?» domandò Quill in tono leggermente isterico.
«Non lo so, ma non so neanche cosa mi aspettavo, del resto. Mi sembrano
molto felici assieme.» osservò.
«Spero di trovare anche io una ragazza, magari però più dolce.» disse
l'altro, parlando fin troppo veloce.
Stephen sospirò e prese il suo bicchiere di latte con cannuccia, «Magari.
Più dolce ma comunque forte.»
«Tipo Georgia.»
«No, tipo... Ti piace Georgia?» domandò con una punta di terrore, ma Quill
stava facendo già frettolosamente cenno di no con la testa.
«Credevo piacesse a Stebbins, ma ovviamente non è così.»
«Già.» convenne Stephen debolmente, «Le cose non stanno andando come mi ero
aspettato, dopotutto.»
«Lo spero bene, visto che a Divinazione predici morti a caso!»
«Non è colpa mia!» protestò l'altro, «Giochiamo a scacchi.»
«E a te piace qualcuno?» domandò Quill, per poi schizzare a prendere la
scacchiera, non notando l'altro arrossire.
«Neanche per idea. Le ragazze si truccano e il trucco irrita la mia pelle.»
«Ma a Hogwarts non posso truccarsi quando ci sono le lezioni!»
«È uguale!»
«Allora state già vivendo assieme tu e Monica?» domandò Walter, porgendo la
burrobirra a Rent.
Michael scosse la testa, «No, lei vive coi genitori. Io per conto mio.»
«Ecco, nel caso avessi mentito anche su questo punto.»
«Ehi! Non mentivo, omettevo!» ridacchiò lui, e poi si fece serio, «Sarei
andato a vivere con Cedric dopo la scuola, ma visto che le cose sono andate
diversamente preferisco solo. E voi?»
«Sto per partire in Rom-»
«Lo sappiamo, Walter! Chiedeva a noi!» lo interruppe Rent, «No, noi restiamo
dai nostri genitori, sempre fianco a fianco... Ho trovato lavoro in un locale
babbano anche se solo un mese, c'è anche una cameriera carina... E sai quant'è
facile usando la magia senza che i babbani notino nulla?»
«Io adesso farò il corso per entrare nel Ministero, dipartimento dei
manufatti babbani, quindi mi trasferirò solo quando mi prenderanno al
Ministero.» spiegò Jack, «Sperando che per allora non sia corrotto. Del resto
se ne faceva parte la Umbridge...»
«Comunque è un bel posticino il tuo.» approvò Rent, guardandosi attorno.
«Soldi di papà.» si strinse nelle spalle Michael.
«Ma che è successo davvero a casa tua?» domandò Jack, un po' preoccupato.
«Nulla di cui debba preoccuparti.» ghignò lui.
Al rumore dei passi hanno appena fatto in tempo a puntarsi le bacchette
alla testa, e poi suo padre abbassa la propria mentre lui resta in guardia.
«Cosa fai qui?» sussurra James Stebbins, dall'alto della fine della rampa,
e poi nota la borsa sulle spalle del figlio.
«Ho preso le ultime cose rimaste in soffitta. Hai intenzione di svegliare
la bestia?»
E poi c'è un guizzo negli occhi del padre che fa chiudere la bocca a
Michael, e James fa un movimento con la bacchetta. Un attimo dopo una piuma e
una pergamena gli stanno volando incontro e lui si mette a scrivere
furiosamente, appoggiandosi al passamano.
«Papà?»
«Te lo chiederanno alla Gringott. C'è una camera blindata che appartiene
soltanto a te, l'ho presa poco prima che nascessi senza dire nulla a tua madre.
Prima che lei perdesse la testa. Tieni, metti in tasca.» ordina, e Michael
afferra subito il pezzo di pergamena e ubbidisce, sconvolto, «Non tornare più
Michael, quella donna sta peggiorando.»
«Vieni via con me!»
«No, non ce la farei... Non mi aspetto che tu capisca, ma è una mia scelta
restare. Ma tu stalle lontano, non voglio che ti faccia del male o che se ne
faccia da sola. Io le resterò vicino.»
«Papà-»
«Noi ci vedremo presto, te lo prometto.»
«Papà-»
«TU! COSA STAI FACENDO QUI? SCHIFOSO TRADITORE BASTARDO!»
Le urla di sua madre improvvisamente riempiono la casa e lei gli si avventa
contro così in fretta che anche suo padre non riesce a bloccarla per la
sorpresa, e Michael riesce a bloccarla per entrambe le braccia senza un vero
sforzo, sorprendendosi di quanto sia debole, chiedendosi se sia sempre stata così
e rispondendosi da solo di no, basta guardare i secchi capelli crespi che un
tempo erano bellissimi e ora scendono come una ruvida criniera sino alla
vestaglia bianca, un colore che la fa sembrare ancora più malata, e gli occhi
sgranati e pieni d'odio. Ha i polsi piccolissimi, stanno nei suoi pugni, e non
ha più molto della bellezza che vantava nel passato, la donna nella foto che
ride abbracciata a sua sorella e suo fratello; del resto nessuno di loro c'è
più, la sorella maggiore uccisa dalla sua stessa figlia dopo aver sterminato la
famiglia in onore del Signore Oscuro e il fratello – insieme al figlio anche
lui Mangiamorte - perso in Azkaban. La pazzia deve essere ormai qualcosa di
comune nei Purosangue imparentati da vicino coi Black, specialmente nelle
donne, visto che sua sorella ha ucciso il marito dopo averlo sposato e aver
scoperto che non era di sangue puro, e poi ha fatto la stessa cosa col figlio
piccolo e ci ha provato con la maggiore che l'ha avuta vinta, e ora c’è anche
lei che di anno in anno è peggiorata sempre di più.
E poi lei con un impeto inaspettato si libera e le sue unghie tendono verso
il suo occhio destro. Michael ritrae la testa di scatto e la mano di lei si
chiude su una sua guancia lasciando una scia sanguinolenta. Lui quasi salta,
perde l'equilibrio e fa le ultime scale cadendo mentre suo padre afferra lei
per la vita prima che faccia la stessa fine. Rotola e si rialza, guardandola
per accertarsi che sia rimasta dov'è, e poi fugge nella notte.
Non sa bene dove andare, forse i Diggory, forse persino Megan o Sally-Anne
perché gli Hopkins e i Runcorn non possono permettersi un fuggiasco e non
ricorda dove Rent e Jack vivano, e poi si rende conto che Monica non è lontana
e che è tutto ciò di cui ha bisogno.
«Come sarebbe a dire “ho dimenticato di comprare un libro”?» domandò
Leonard, rischiando di strozzarsi con la cena.
«Senti, vado e torno prima che i negozi chiudano, d'accordo? Ci metto un
secondo solo con la polvere volante!» disse Megan, infilando un mantello rosso,
«Sembro Cappuccetto Rosso con questo coso...»
«Aspetta, vengo con te!»
«No, tu finisci di cenare e non scocciare, e poi non posso aspettare, se
oggi chiude domani dovrò salire sul treno con un libro in meno!» gli urlò
dietro lei, prima di tuffarsi nel camino e lanciare la polvere, «D-ia-gon
Alley!» esclamò, ma un po' di polvere le era finita in bocca e finì col
dire il nome tossendo.
Fece giusto in tempo a portarsi una mano alle labbra, rendendosi conto
dell'errore, e poi fu risucchiata per il camino. Si rialzò tossendo e sperando
di non essersi persa, e poi constatò che peggio ancora era finita in un qualche
negozio di articoli di magia oscura.
Un uomo stava percorrendo Nocturn Alley, stringendosi nel mantello, il viso
attraversato da una grande cicatrice non aveva più molto di umano, e quando
lanciò un'occhiata dall'alto in basso al barista che stava sollevando le
serrande del Covo del Lupo, lui rientrò in tutta fretta borbottando un saluto.
Del resto lo superava di una testa abbondante ed era grosso due volte tanto;
perdipiù il nome del locale sembrava quasi invitarlo a entrare, considerato chi
fosse e cosa fosse.
Alla fine si fermò accanto a una strega all’angolo della strada che gli
porse un vassoio di unghie umane e che gli sorrise mettendo in mostra la
dentatura ormai gialla e nera. Lui sorrise di rimando, mettendo in mostra i
denti scheggiati e macchiati di un rosa malsano, segno di tutto il sangue che
li aveva toccati senza essere lavato via.
«Hai visto Fenrir?» le sussurrò. Non aveva bisogno di offrirle galeoni per
una risposta, considerato che avrebbe potuto spezzarle il collo con una mano
sola.
«L'ultima volta era da Borgin. Prova a chiedere lì.»
Megan non vide il proprietario e si fiondò fuori cercando di non sfiorare
nulla, pregando con tutta se stessa di non essere finita dove temeva, e fece
qualche passo avanti: la strada sembrava deserta, il ché era meglio che essere
assalita da qualche assassino, considerato che era davvero finita a Nocturn
Alley. Si guardò indietro e lesse il nome del locale, “Borgin and Burke”, e la
sua attenzione fu catturata per un momento da una collana in vetrina. Aveva una
luna piena come ciondolo, e le venne in mente Stephen.
Nella luna piena poi comparve il riflesso di un lupo e lei sobbalzò,
voltandosi di scatto: era il riflesso di un viso di uomo sfregiato che le stava
addosso. Sembrava davvero un lupo ora che lo guardava, con la nuca che sfiorava
il vetro tanto aveva dovuto sollevare la testa per vederlo e tanto le era
vicino da non lasciarle spazio per spostarsi.
Poi lui ghignò: «Ma che bell'antipasto... Ciao bambina.»
Lei restò pietrificata per un momento e poi la porta dietro di lei si aprì
e una voce maschile disse: «Stiamo per... Oh, non volevo disturbare, prego.»
«Dopo dobbiamo parlare, Borgin. Sai chi sto cercando.» rispose l'uomo in
tono di normale conversazione.
Megan si voltò velocemente verso il proprietario del locale, che stava
dicendo “sai dove trovarmi”, e tentò di entrare per nascondersi, ma lui le
chiuse la porta in faccia e girò la chiave.
«Cosa? Non sarai spaventata dal grande, brutto lupo cattivo?» la prese in
giro l'uomo senza neanche darsi la pena di fermarla.
“Lupo”, come quello delle predizioni di Divinazione.
Strillò e passò sotto il suo braccio teso, grande quasi quanto il suo busto
intero, precipitandosi per la strada. Lo sentì ridere e poi lui scattò
all'inseguimento.
Ed era molto, molto più veloce di lei.
*Borgin è Sinister di Magie
Sinister
E voi vi lamentavate per la
fine dello scorso capitolo…
Che tra l’altro era molto
“Eric/Hayama telefona Rossana/Sana e dice che è fidanzato con Funny/Fuka”
Ma a nessuno ora interessa,
so che state tutti pensando a cosa diavolo accadrà ora… e volevo anche
avvertirvi, a chi di voi mi ha su facebook, che ho creato un gruppo per 70’s
students e Cedric’s friends, quindi se qualcuno vuole parteciparvi deve solo
chiedere, io non ricordo mai chi devo invitare e chi no! Lo dico qui perché
altrimenti sembra che il gruppo voglia escludere alcuni lettori solo perché non
li ho invitati, ma non è così.
Questa è un’immagine dedicata
al capitolo: http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/207118_179781282073221_100001240500692_514022_992515_n.jpg
Alla prossima settimana <3