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Autore: vale_cullen1992    01/05/2011    21 recensioni
Bella, Rosalie e Alice: tre sorelle, ammirate da tutti e con una passione: le scommesse. Edward,Emmett e Jasper: tre fratelli, il rifiuto della scuola, i cosidetti "Sfigati". Cos'hanno in comune?? Una scommessa tra sorelle, che coinvolgerà i tre poveri Cullen.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Scommettiamo? - Quando una scommessa ti cambia la vita'
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Scommettiamo?

Epilogo I.

Pov Rosalie.

New York City.

- D'accordo, ora sorridi. Così, così… splendida! Ora ne facciamo qualche altra con la pelliccia bianca, poi potrai andare a cambiarti e indossare il vestito rosso. -

I flash erano accecanti, l'aria era calda, soffocante e opprimente, faceva sì che i miei capelli sembrassero un peso di due tonnellate aggravato da una quantità di lacca che avrebbe potuto definirsi illegale. Mi sentivo spossata, debole e senza alcuna voglia di fare qualsiasi cosa, meno che mai posare per l’ennesima rivista di moda.

Ma il mio era lavoro e si sa, non sempre si trova in esso il connubio tra piacere e dovere.

- Rosalie, sei pronta? - Charles, il fotografo che si stava occupando del mio servizio fotografico, sollevò la macchina fotografica come ad incitarmi a tornare al mio posto. Sinceramente? Mi sembrava di essere una marionetta tra le mani di un bambino crudele che si diverte a sballottarla qua e là, senza alcuna delicatezza né pietà.

Afferrai velocemente un bicchiere d'acqua e ne mandai giù il contenuto in una sola sorsata, rinfrescandomi la gola arsa che sembrava reduce da un safari nel deserto. Mi lasciai andare alle mani delle truccatrici con palese fastidio e poi tornai al palco adibito a set fotografico, laddove io e il mio corpo statuario eravamo sotto gli occhi affascinati dell’intera sala. Ecco uno dei momenti in cui sentivo di odiare il mio lavoro di modella, uno di quelli in cui mi chiedevo chi me lo avesse mai fatto fare. Avrei potuto scegliere qualcosa di più interessante e che magari implicasse l’uso del cervello, invece no! Ragazza immagine. Che pessima scelta la mia.

- Brava… sorridi, ammicca… perfetta! -

Uno scatto. Due scatti. Tre scatti.

Il mio stomaco iniziò a dare segni di cedimento, quasi l’acqua bevuta poco prima fosse decisa a ritornare in superficie, ignorando la totale inadeguatezza della situazione. Mi ritrovai paralizzata dall'orrore. Oh no, non di nuovo! E non mentre ero a lavoro, dannazione!

- Rose, stai bene? - chiese Miranda, osservando al pc le foto appena caricate.

Cercai di rispondere ma l'ondata di nausea che mi travolse fu così potente da togliermi persino la parola. Mi limitai a scuotere la testa, lanciando frettolosamente la finta pelliccia a terra e correndo a passo spedito verso il primo bagno sulla mia strada.

Riuscii ad infilarmi nel cunicolo per un soffio e mentre ero impegnata a vomitare anche l'anima compresi che, decisamente, c'era qualcosa che non andava. Qualcosa che andava oltre le mie inutili chiacchiere circa il lavoro perfetto e circa l’usare il cervello.

Era la decima volta nel giro di due settimane che rivivevo la stessa, identica situazione ed era chiaro che non si trattava di semplice coincidenza. Avrebbe potuto essere un virus, certo, ma io non ero di certo così positiva in merito.

La totale assenza del ciclo mestruale annullava completamente la teoria “virus passeggero” e la dirottava con inaudita violenza verso qualcos’altro di decisamente più incisivo, importante e spaventoso.

Qualcosa di grosso bolliva in pentola, potevo sentire la soffocante presenza di una novità in arrivo. Restava solamente da decidere se volevo scoprire di che genere si trattasse e soprattutto se ero pronta per scoprirlo.

Francamente?

Io avrei risposto di no. Su tutta la linea.

**

Eravamo a pranzo.

Io e Emmett avevamo iniziato a convivere insieme da circa un anno e mezzo, avevamo preso in affitto un appartamento nel centro di New York per andare incontro alle mie esigenze di modella e alle sue, di avvocato di grido.

Un’enorme schiaffo morale a chi lo definiva uno scimmione senza cervello! E poco importava che anche io fossi tra quella categoria di persone che lo avevano almeno una volta definito tale, Emmett era stato in grado di farci tacere tutti quanti.

- Sono incinta. - buttai lì come se niente fosse, afferrando un vassoio di carne e mettendomene un po' nel piatto. Distrattamente mi chiesi se era il caso di aggiungerci anche della verdura, da qualche parte avevo letto che faceva bene. Si, alla fine decisi che lattuga e pomodori sarebbero stati perfetti.

Emmett annuì distratto. - Capisco. Senti, tornando al viaggio di cui ti… - si bloccò, evidentemente conscio di quello che avevo detto. - Tu sei cosa? Scusa, penso di non aver capito bene! -

Ecco, come al solito quando si parlava di cose serie il neurone di Emmett si spegneva e andava a farsi un bel giretto. Chissà come mai era attivo solamente durante le sedute in tribunale, c’era qualcosa che non tornava affatto. D'accordo, una gravidanza non era esattamente quello che avevo programmato, ma ero incinta e questa era la cosa importante.

Oltretutto io e Emmett facevamo ormai coppia da secoli, eravamo quelli invidiati da Alice e Jasper, che si vedevano poco a causa dei lavori troppo distanti e… beh, visto com'era finita tra Bella e Edward, loro di sicuro non ci invidiavano per niente.

- Sono incinta. – pigolai osservando il mio piatto. All’improvviso, la voglia di mangiare era evaporata nel nulla. – Si, insomma, è da poco che l’ho scoperto. Non capivo come mai avevo continuamente la nausea, non mi lasciava nemmeno lavorare in santa pace! E poi mi sono anche accorta di non aver avuto il ciclo e quindi sono andata dal medico… - Stavo blaterando, me ne rendevo conto.

Semplicemente avevo paura che Emmett si arrabbiasse con me e non so, che mi lasciasse forse? Si, avevo paura anche di quello. Emmett era diventato il mio mondo, senza di lui sapevo di essere qualcosa di totalmente inutile.

Avevo maturato un’assoluta dipendenza dalla sua presenza e malgrado mi rendessi conto che dipendere da qualcuno non ha mai portato belle cose, non potevo farne a meno.

- Quindi sei incinta. – sussurrò lui passandosi una mano tra i capelli. La tensione a tavola era palpabile, si poteva tagliare a fettine. Infondo me lo aspettavo, eppure non potei fare a meno di rimanerne un tantino delusa.

Ero incinta, dannazione! Incinta di suo figlio! Un minimo di entusiasmo sarebbe stato più che gradito!

- Si. –

Emmett annuì, pallido come un fantasma.

- A cosa stai pensando? – mormorai.

Non rispose, semplicemente si alzò in piedi e si inginocchiò dinanzi a me. – Sposami Rosalie. Diventa mia moglie e coroniamo il nostro sogno. –

Silenzio.

- Mi stai prendendo in giro? – riuscii a gracchiare, sconvolta. Decisamente la mia vita stava cambiando troppo in fretta, prima la gravidanza e ora il matrimonio. Mi sembrava quasi di essere salita su una giostra che aveva iniziato a muoversi come impazzita, senza più fermarsi.

Emmett arricciò il naso, indispettito. – Perché dovrei? –

- Non mi sembri il tipo da amore, matrimonio e via dicendo. Tu sei Emmett Cullen, cavolo! Avvocato di grido osservato con brama da tutte le tue colleghe! E ora che l’argomento è saltato fuori, puoi riferire a Victoria che se ci prova di nuovo con te le prendo quel suo rossetto rosso sangue e glielo ficco su per il… -

- Rose! – mi interruppe lui, afferrandomi per le spalle e scrollandomi con delicatezza. – Stai straparlando e inizio a non seguirti più, te ne rendi conto? – affermò leggermente preoccupato, osservandomi come se fossi pazza.

- Ma lei ci prova con te in maniera palese! – ribattei stringendo i denti e immaginando il glorioso momento chiamato “torturare la piattola rossa”. In realtà sapevo bene che tutta quella solfa non aveva niente a che fare con la gloriosa quanto inaspettata richiesta di matrimonio da parte di Emmett, però non potevo bloccare il mio cervello che sembrava deciso a concentrarsi su tutt’altro.

La mia non era altro che paura, semplice ma irrazionale paura.

- Stavamo parlando di sposarci, ora Victoria non ha nessuna attinenza con questa conversazione! E prima che tu continui a blaterare, sappi che amo solo te e lei non la vedo nemmeno, per quanto cerchi di mettersi in mostra. –

- Allora lo ammetti! – strillai puntando l’indice contro il suo petto. – Ammetti che lei ci prova con te! Visto? È così disgustosa! Meriterebbe una lezione, forse potrei… -

- Rose! La smetti o no?! Stai blaterando di tutto ma ancora non mi hai dato una risposta! – strepitò infine, perdendo definitivamente la pazienza. – Mi vuoi sposare?! -  

- Mi prendi alla sprovvista, non avevo mai pensato a diventare tua moglie. – mormorai con un opprimente peso che mi serrava lo stomaco. Sollevai lentamente lo sguardo su di lui e le parole che tanto avevo cercato si palesarono con tale forza che non ero troppo convinta di essere stata io a pronunciarle. – Ti amo Emmett. Ti amo e sarei orgogliosa di diventare tua moglie. -

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** Note **
Ecco il primo epilogo, dopo secoli e secoli! Scusate, ma la scuola e la maturità mi stanno seriamente uccidendo! Senza contare la parallela decisione di quale università frequentare! -.-"

Comunque ecco qui! Non è lungo perchè collegato all'epilogo di Alice e Bella, che forniranno la conclusione di questo e al contempo lo sviluppo circa le loro vite! Spero di postare presto.

Baci

   
 
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