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Autore: Ofelia20    02/05/2011    4 recensioni
STORIA RISCRITTA CAMBIANDO ANCHE UN Pò LA TRAMA.
Clelia Landini è una giovane criminal profiler italiana. convocata in America per indagare su un caso anologo. Duarante il suo soggiorno negli U.S.A. farà esperienze che le cambieranno la vita.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se un giorno mai...'
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Spencer è all’ospedale. Sono passate soltanto tre ore, da quando Morgan ha ucciso Gabella e lui è finalmente riuscito a portare fuori da quella fatiscente cantina Clelia. Era andato verso di lei, era priva di sensi, l’aveva presa tra le sue braccia portandola fuori. I medici gli avevano detto che non c’erano stati danni interni. Quei ricordi ronzano nella testa del giovane, l’immagine del viso livido della ragazza, del sangue che le bagnava la pelle sono marchiate a fuoco nei suoi occhi, scuote la testa come a volersene liberare, ma non ci riesce. Neanche lui ha riportato gravi lesioni, solo qualche medicazione alla ferita in testa e a quella al labbro inferiore. Ma di lui non gli importa. Vuole andare da Clelia, vuole accertarsi che stia bene, che sia salva. Anche avendo un quoziente intellettivo fuori dalla norma non riusciva a capire il motivo per cui quella ragazza, che conosceva da meno di una settimana, fosse così importante per lui. Adesso sta andando a trovarla, i medici gli hanno detto che si è appena svegliata. Si aggira per i corridoi cercandola, poi sente la sua voce cristallina imprecare in modo burbero contro i medici, non può evitare di sorridere tra se e sé.

“Ma non vede che sto bene! Se ne vada. La smetta con quel disinfettante!” “Ahia! Maledizione vuole stare attenta! Vada via! Mi lasci riposare in pace, incompetente” Mentre Reid si avvicina alla porta vede l’infermiera  uscire dalla stanza della ragazza sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Con la testa fa capolino nella stanza, vede la testa rossa della ragazza immersa nei cuscini bianchi del letto, mentre è intenta a slegarsi la fasciatura che ha al braccio.

“Ehi, posso?” chiede sommessamente il ragazzo rivolgendole un sorriso.

“Che ci fai tu qui? “ chiede la ragazza, aggrottando la fronte ma ricambiando il sorriso, cercando sempre si slegare la fasciatura.

“Non dovresti toglierla, lo sai?” le consiglia avvicinandosi a passo incerto al suo letto.

“Oh per Favore non iniziare anche tu! Voglio solo dare un’occhiata!” sbuffa la ragazza.

“Potresti andare incontro ad un infezione” il ragazzo posa leggermente la mano su quella della ragazza che cerca l’apertura per sciogliere la benda. Un scossa. Una scossa che avvertono entrambi. La ragazza alza lo sguardo, le guance di entrambi cominciano a colorarsi di rosso, poi la ragazza con il suo solito fare si allontana da quella presa e risponde con tono antipatico:

“Sei tu il genio!” alzando le braccia, come a volersi arrendere al suo volere.

“Volevo parlarti proprio di questo. Mi dispiace di non avertelo detto, ma sai non è mai stato facile per me…” la ragazzo lo blocca subito

“Non eri tenuto a dirmelo. Infondo io non sono nemmeno una tua collega, sono cose private ti capisco. Ma mi sarebbe piaciuto saperlo, e credimi non ti avrei giudicato”

“Grazie. Mi fa piacere saperlo.” le sorride

“Ma spiegami meglio, sai, la mia attenzione non era al massimo in quel momento…  si interessa la ragazza rivolgendogli uno sguardo curioso.

“Cosa devo dirti di più? Ho un Q.I. di 187, riesco a leggere 20.000 parole al minuto e ricordo tutto quello che leggo o che sento, o che vedo”

“Wow! Deve essere davvero bello ricordarsi tutto. Io avvolte dimentico persino il mio nome.” dice Clelia lasciandosi scappare una risata.

“Sai per me non è stato bello come credi! La mia vita non è stata facile. Ero diverso dagli altri…” lentamente confessa il giovane, prima di essere bloccato da una frase della ragazza.

“Non sei tu ad essere diverso, sono gli altri che sono fin troppo uguali” e sorride. Per poi tornare seria, e il suo sguardo si fa pensoso.“Ora vorrai sapere come mai Gabella mi ha detto che sono un’assassina” si schiarisce la voce.

“Non preoccuparti. È la tua vita e non sei tenuta a dirmi nulla” dice il ragazzo sedendosi su una sedia vicino alla ragazza.

“No no, voglio dirtelo. Mi fido di te. Non so perché ma mi fido.” Prende un respiro, guarda di nuovo il ragazzo, abbassa lo sguardo e inizia a parlare. ” Devi sapere che la mia vita è stata piuttosto travagliata. Non ho mai conosciuto mio padre, e mia madre è morta per delle complicanze dovute al parto. Questo è il primo omicidio che ho commesso. Ho vissuto tutta la mia infanzia con mia nonna colpevolizzandomi. Accusandomi di averla uccisa, fino all’età di sedici anni ho dato un mucchio di problemi a mia nonna. Poi ho deciso che avrei studiato criminologia per dare la caccia agli assassini, perché quelli che uccidono devono pagare, non come me. Cinque anni fa, ho incontrato un uomo, Michele. È stata l’unica persona che io abbia mai amato in vita mia, avremmo dovuto sposarci ma io…. Io… l’ho ucciso!” rimembrando gli occhi cominciano a pizzicarle, ha bisogno di fermarsi un attimo per prendere un respiro, per poi continuare “Una sera,  l’anno scorso, stavamo tornando da un ristorante. In macchina abbiamo iniziato a litigare, l’ho strattonato, la macchina è andata a finire fuori strada  e siamo andato a sbattere contro un’enorme quercia. Io ne sono uscita incolume, mentre lui è morto sul colpo. Ho provocato io l’incidente,sono stata io ad ucciderlo. L’unica persone che mi abbia mai amato, ed io l’ho uccisa. Non ho mai saputo cosa sia l’essere apprezzati, amati, solo lui mi ha fatto sentire importante, ed io l’ho ucciso. Da allora mi sono nascosta dietro una maschera di cinismo e freddezza. Ho deciso di non volere più bene a nessuno, perché faccio del male a tutti quelli che me ne vogliono.” Timide lacrime cominciano a scendere dagli occhi blu come l’oceano. Spencer ha ascoltato la confessione della ragazza, e ad ogni parola desiderava sempre di più abbracciarla. Poi si decide e la stringe a se, la spinge contro il suo petto. Sorprendendolo la ragazza ricambia il suo abbraccio, sfogandosi in un pianto liberatorio sulla spalla esile del ragazzo.”Reid mi dispiace per averti coinvolto in questa storia!” dice tra le lacrime stringendosi ancora di più al giovane.

“Non pensarlo neanche. È stata una mia scelta, e la rifarei altre milioni di volte, ma questa volta, non permetterei che quel uomo ti faccia del male.. sei tu che devi perdonarmi, sono rimasto lì a guardare senza fare niente…

“Smettila. Per una volta in vita mia, sono riuscita a proteggere qualcosa a cui tengo, e non a distruggerla. “ gli sussurra nel orecchio prima di slegarsi dal abbraccio e di dire tirando su rumorosamente con naso e sorridendo al giovane:

“Adesso basta. Non mi sono mai piaciute le smancerie!” poi scosta le coperte e fa per alzarsi.

“Ehi Ehi Ehi, dove credi di andare?” la blocca Spencer.

“Me ne vado. Non riusciranno a tenermi un solo giorno qui dentro!”

“Non puoi. Devi rimanere una notte sotto sorveglianza, domani mattina ti rimanderanno a casa.”

“Come dice lei Dottor. Reid” Lo sbeffeggia la ragazza rimettendosi a letto e sorridendogli.

“Ah Reid, cosa ne è stato dell’ Artista?” gli chiede la ragazza, mentre Spencer si dirige verso la porta.

“Morgan gli ha sparato!” si gira un attimo.

“Bene! finalmente quel bastardo ha smesso di uccidere!”

 

La mattina dopo Clelia è pronta per uscire dall’ospedale. Ha diversi ematomi lungo il corpo ma, poteva andarle peggio, la ferita sul braccio le fa ancora male, ma infondo non credeva che sarebbe uscita viva da quella cantina. È dolorante ma felice. Spencer la sera prima era andato in camera sua a prenderle dei vestiti puliti da mettere quando sarebbe uscita, le aveva preso un orribile maglia color vinacce che pensava avesse buttato e un paio di pantaloni grigi. Mentre li indossa sorride,maledicendosi per aver mandato proprio lui, e per non avergli dato delle istruzioni precise su quali abiti prenderle. Esce dalla stanza, il ragazzo la sta aspettando per portarla alla centrale:

“I vestiti che hai scelto sono orribili” lo accusa subito la ragazza, guardandosi ancora.

“Scusami se non sono uno stilista!” si affretta a rispondergli il ragazzo.

“Si ma se sei un genio dovresti sapere quali colori stanno meglio insieme!”

“Li ho scelti secondo il mio gusto personale!” cerca di discolparsi Spencer

“Si vede!” dice la ragazza afferrando la cravatta annodata al collo del giovane.

“Sei odiosa, lo sai?” gli dice Reid scherzando.

 

Le porte del ascensore si aprono, la squadra è tutta unita che aspetta impaziente Clelia. Appena entra tutti le corrono incontro, abbracciandola.

“Oh Fragolina, che bello rivederti!” Garcia stritolandola in un abbraccio.

“Grazie, senza di te non ce l’avremmo fatta!”Le dice l’italiana ricambiando l’abbraccio e dandole un leggero bacio sulla guancia.

“Morgan, grazie. Mi hai salvato la vita!” dice poi fiondandosi verso l’uomo di colore e aggrappandosi al suo collo.

“Capita!” scherza abbracciandola anch’esso. “Ma devi dire grazie anche al tua amichetto Reid, se non si fosse fiondato verso Gabella disarmandolo qualcuno di certo non sarebbe qui” continua Morgan, mentre il ragazzo, rosso in viso cerca di allontanarsi.

“Davvero?? Questo non me l’avevi detto. Uffa me lo sono perso.” Si rivolge a ragazzo schernendolo ancora una volta. “E grazie anche a tutti voi ragazzi. Mi sono comportata da irresponsabile e vi chiedo scusa.” Rivolgendosi al resto della squadra.

“L’importante è che lo abbiamo preso. Tranquilla.” Le dice Rossi dandole un buffetto sulla spalla e sorridendole.

Alla squadra manca solo Hotch che è nel suo ufficio. Appena vede la ragazza, esce fuori dalla stanza e la chiama:

“Landini, mi dispiace interromperti. Posso parlarti un momento?”

La ragazza preoccupata di dirige verso l’ufficio del suo superiore. Lui è seduto nella sua scrivania, e facendole segno di accomodarsi inizia:

“Landini, sono molto arrabbiato con te. Con il tuo comportamento irresponsabile hai messo in pericolo la tua vita e quella di uno dei miei agenti.”

“Scusa, credimi…” Hotch la interrompe con un gesto della mano

“Lasciami finire. Il Tuo non è stato certamente un comportamento encomiabile, ma devo ammettere che senza di Te, forse non  lo avremo mai preso. Per questo ti ringrazio. E …“ si schiarisce la voce  “ti porgo le mie scuse. Mi sono lasciato influenzare dagli altri, avevi ragione...”

“Scuse accettate” dice la ragazza sorridendo, facendo per alzarsi. Ma l’uomo la ferma e mettendosi a sedere sulla scrivania di fronte a lei continua:

“Un’ultima cosa. Hai dimostrato di saper essere un ottima “agente”, coraggiosa, temeraria, pazza” si lascia scappare un sorriso “ Volevo solo dirti che c’è un distintivo qui anche per te!”

“Credo di non aver capito” balbetta la ragazza.

“Puoi unirti alla squadra, Landini. Se lo desideri da oggi sei ufficialmente un agente federale!” le dice Aaron cercando di nascondere il suo entusiasmo.

“Oh mio Dio, credimi, sono senza parole. Sono felicissima, Dire che è un sogno che si avvera sarebbe poco. Ma accettare quel distintivo sarebbe come tradire la mia nazione. Non me la sento di farlo,Mi vedo quindi costretta a rifiutarlo.” Dice la ragazza con il magone ormai.

“Mi dispiace molto, sai. Saresti stata un ottimo elemento per la squadra.”il suo entusiasmo andava scemandosi.

“Dispiace anche a me lasciarvi. È stato comunque un piacere lavorare con voi, chissà magari un giorno avrete di nuovo bisogno di me…” dice la ragazza alzandosi e porgendo la mano a Hotch

“Lo spero” gli sorride l’uomo ricambiando la stretta di mano.

Clelia esce dall’ufficio di Hotch turbata e a passo incerto, Pensando che forse ha commesso l’errore più grande della sua vita. Deve tanto all’America, Lei che l’aveva cambiata, e adesso la stava lasciando per tornare nella sua patria. Tutta la squadra le corre incontro aspettandosi di sentirsi dire che da oggi anche lei farà parte della squadra.

“Allora? Da oggi possiamo chiamarti Agente Speciale Clelia Landini!” le dice Prentiss mettendole una mano sul braccio sorridendo.

“No, mi dispiace ragazzi. Ho rifiutato” tra loro scoppiano battute di disapprovazioni. Ma quello che più colpisce la ragazza è lo sguardo di Spencer che da euforico si trasforma in triste e affranto, si sente quasi tradito dalla ragazza. Il mondo gli crolla addosso, non riesce a credere che oggi sarà l’ultimo giorno in cui vede la ragazza, poi lei andrà via e si dimenticherà di lui, ma per lui non sarà facile dimenticarsi di lei. Gli stessi pensieri scuotono la mente della ragazza, pensare che non vedrà più il suo odiato collega le gela il cuore, non ricorda di aver mai provato una simile sensazione, e la consapevolezza di aver commesso un errore è sempre più forte.

Dopo aver scambiato altre battute con la squadra ed aver raccontato il triste episodio del giorno prima, si avvia verso la sua scrivania per svuotarla. Gli occhi le pizzicano, non vuole piangere, vuole tornare forte, come era prima di partire. Ma le dispiace andarsene, e sa bene che non tornerà più. Da dietro sente la sua voce calda e morbida dirle:

“Quando è che parti?” in essa vi è un evidente nota di disperazione.

“Dopodomani. Non c’erano voli disponibili per domani!” fa spallucce, ma non si gira, è consapevole di non riuscire a sostenere lo sguardo abbattuto del ragazzo.

“Eh ti credo, sai che giorno è domani?” gli chiede, cercando di distogliersi dal pensiero di perderla.

“No, che giorno è domani? Gli fa eco la ragazza raccogliendo dei fogli e infilandoli in un fascicolo.

“è il  25 novembre!” esclama il ragazzo.

“Quindi?” replica la ragazza, non capendo ancora cosa voglia dirgli il ragazzo.

“è il quarto giovedì di novembre!” dice ancora con naturalezza il giovane.

“D’accordo. Quindi?” comincia ad inalberarsi la ragazza.
“è la Festa Del Ringraziamento! Non lo sai? “ridacchia il ragazzo punzecchiando la giovane.

“No che non lo so. Non sono americana io” risponde la ragazza irritata dalla risposta del ragazzo.

Ehmm che fai domani?” le chiede il ragazzo dopo averci pensato un po’ su ed aver combattuto una violenta lotta interiore, tra la logica della mente e le sensazioni del cuore.

“Secondo te? Niente,me ne starò in albergo a fare le valige”  la voce della ragazza si affievolisce un po’ sull’ultima parola. Valige, allora è proprio la fine, è proprio il momento di dire addio.

“Se ti va, potremmo cenare insieme. Io sarò a casa da solo, volevo andare a Las Vegas da mia madre, ma con tutto quello che è successo non ho avuto tempo di prendere i biglietti, quindi sempre se ti va, potresti venire a casa mia per cenare e festeggiare insieme il ringraziamento” dice il ragazzo tutto d’un fiato, alla fine del suo invito la faccio gli va praticamente a fuoco.

“A cena da te?” la ragazza finalmente si gira, con un’espressione tra il sorpreso e l’interrogativo stampata sul volto marmoreo.

Sisi, sempre se ne hai voglia!” cerca di nascondere il suo viso il ragazzo.

“Va bene. Si mi farebbe molto piacere.” Gli risponde la ragazza senza esitare.

“Magnifico! Allora a domani sera!” la bocca di Reid si spalanca in un enorme sorriso, allontanandosi dalla ragazza.

“Aspetta, non cucinerai tu, vero?” lo richiama lei

“Tranquilla, cercherò di non avvelenarti” gli risponde lui continuando ancora a sorridere.

 

 

 

Salve a tutti!! Che ve ne pare di questo nuovo capitolo?? Nel prossimo vedremo i nostri eroi impegnati nella cena del ringraziamento. Non ne sono sicura ma credo che il prossimo sarà l’ultimo capitolo, ma tranquilli, ha già pronto un sequel! Ma per ora non voglio anticiparvi nulla ;-) come sempre mando un bacio a tutti quelli che leggono, e se vi fa piacere vi invito a lasciarmi una recensione! Baciiii

   
 
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