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Autore: robsten23    03/05/2011    16 recensioni
Elena è finalmente salva e insieme a lei tutti i suoi amici e la sua città. Klaus è stato sconfitto e adesso tutti possono godersi momenti di serenità e tranquillità, ma siamo sicuri che la pace sia tornata davvero e che Elena non corra più nessun pericolo? E poi ci sono altri problemi da affrontare per lei, problemi di cuore.
Tratto dal prologo:
“Quando hai il cuore diviso tra due persone non sai nemmeno tu chi ami davvero e ti ritrovi ad un bivio.
Acqua o fuoco, terra o cielo, razionalità o irrazionalità, destra o sinistra, finito o infinito?
Stefan o Damon?
Il buono e onesto o il cattivo e ribelle?
Per chi batte davvero il cuore di Elena Gilbert?”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA RAGIONE DEL CUORE

 

Capitolo Diciannove

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Pov Elena

 

Era impossibile ed inconcepibile per tutti il fatto che Katherine fosse riuscita a scappare.

Una vampira che non beve sangue da due settimane e per giunta indebolita dalla verbena non può scappare così, motivo per cui Damon, Stefan e tutti gli altri erano convinti che Katherine aveva approfittato dell’assenza di tutti in casa per chiedere aiuto a qualcuno che poi era corso lì e l’aveva aiutato esattamente come in passato era successo a Damon quando Stefan l’aveva rinchiuso lì sotto privandolo del sangue.

L’unica cosa che non tornava, però, era chi potesse aver fatto una cosa del genere. Chi stava aiutando Katherine? Da chi altri a parte lei dovevamo aver paura? Da chi dovevamo proteggerci?

Dalla sua scomparsa, cioè esattamente da ieri, non avevamo notizie della vampira e non ci stupivamo più di tanto, visto e considerato che di sicuro la psicopatica si stava rimettendo in forze e stava elaborando un nuovo piano per rendere un inferno la vita della sottoscritta.

Ero in cucina con Damon, avevamo appena finito di cenare e stavamo ripulendo tutto visto quello che avevamo combinato mettendoci insieme ai fornelli. Lui si era gentilmente offerto di darmi una mano, anche se con i suoi sorrisetti maliziosi e le sue battutine a doppio fine non ero certa di riuscire a resistere ancora molto.

Mi voltai a guardarlo e lo scoprii intento a fissarmi solo come lui sapeva fare.

“La smetti?” gli dissi.

“Di fare cosa?” mi rispose con fare innocente.

“Di guardarmi in questo modo”.

“In questo modo come?”

“Come se mi stessi facendo una radiografia”.

“Non ti sto guardando in questo modo” mi rispose prendendo l’asciugamano che stava usando e mettendoselo in spalla con fare sensuale.

“Si, invece. Sembri un lupo affamato”.

Risi io stessa rendendomi conto della battuta che mi era appena uscita fuori: paragonarlo al suo nemico naturale. Roba da matti. Solo io ne sarei stata capace.

“Ah si?” fu la sua unica affermazione.

Sperare che lui non se ne accorgesse sarebbe stato stupido, difatti lo vidi avvicinarsi a me con espressione maliziosa.

Cercai di non farci caso e presi i piatti puliti per conservarli, ma non ne ebbi il tempo perché mi ritrovai il mio vampiro, bello più del sole, praticamente di fronte a me.

Mi impedii il passaggio con il suo corpo e prese a guardarmi con fare prettamente malizioso.

“Amore dobbiamo finire di ripulire” gli dissi alzando gli occhi al cielo consapevole dal suo sguardo che non aveva assolutamente intenzione di finire il lavoro.

“Sono un lupo affamato, l’hai detto tu stessa. E adesso il lupo reclama il suo cibo” mi disse malizioso portando le sue labbra sul mio collo.

“Damon…” mi uscii un gemito soffocato “smettila” ancora un altro “ti prego” lo implorai quasi.

Purtroppo il signorino non aveva nessuna intenzione di smettere e le sue labbra che presero a tracciare tutto il contorno del mio collo, per poi posarsi sulle mie labbra ne furono la prova.

La sua lingua prese a giocare con la mia e con il suo corpo mi spinse sempre di più verso il bancone bloccandomi e fu in quel momento che non ci vidi più, tutto perse di significato.

Lasciai cadere i piatti a terra che con un tonfo secco si ruppero e posai le mie mani tra i suoi capelli stringendolo sempre di più a me e lui mi strinse tra le sue braccia come se avesse paura che potessi sfuggirgli via.

 “Che diavolo è stato questo rumore?” sentii la voce di Caroline in cucina.

Di sicuro si riferiva ai piatti che erano caduti a terra rompendosi.

Damon si staccò leggermente dalle mie labbra e senza nemmeno voltarsi verso la mia amica prese a parlare.

“Barbie fuori di qui, adesso” disse serio più che mai.

Io sorrisi sotto i baffi per la sua espressione seria e Caroline prese a ridere e uscii con la stessa velocità con la quale era entrata.

“Dove eravamo rimasti?” mi domandò poi lui.

“Il lupo aveva fame”.

“Esatto”.

Tornò sulle mie labbra e mi sentii completa, come solo con lui riuscivo a sentirmi.

Cosa me ne facevo del Paradiso se lui con un semplice bacio era capace di regalarmi l’Universo?

Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e non mi ci volle un genio per capire quali fossero le sue intenzioni.

“Damon non qui e non adesso. Dobbiamo finire di sistemare il casino che abbiamo combinato e poi potrebbe entrare chiunque” gli feci notare.

“Possiamo sistemare più tardi”.

“Amore?” lo canzonai.

“Si?” mi domandò facendo finta di non capire.

Non mi diede il tempo di aprire bocca per rispondergli che mi prese in braccio facendomi sedere sul bancone della cucina prese a baciarmi.

Lo strinsi a me e mi lasciai cullare da quelle labbra così dannatamente morbide e sexy.

“Hai idea di quanti benefici ci siano nel fare l’amore?” mi domandò poi lui malizioso staccandosi leggermente da me, ma non smettendo di guardarmi.

“Per te sicuramente molti e a dire il vero anche per me”.

“Sto dicendo sul serio”.

“Anche io”.

“Fa bene alla colonna vertebrale e potenzia l'elasticità muscolare, stabilizza la pressione sanguigna e riduce i rischi di infarto e ictus, favorisce un migliore sonno notturno e rilascia le endorfine che producono buon umore” iniziò a dire lui mentre io lo guardai stranita.

Sembrava un dottore competente in materia.

“Scusa?”

Ero sconvolta. Che diavolo stava dicendo?

“Ogni atto sessuale brucia 200 calorie, l'equivalente di una barretta di cioccolato, la pelle si tende e il viso ha un aspetto luminoso, la difese immunitarie vengono potenziate, l'attività erotica rilascia prolattina che ha un'azione antistress”.

“Damon si può sapere che diavolo stai dicendo?”

“Che secondo delle ricerche fare l’amore porta a un beneficio globale pari a sette anni di vita in più”.

“Ma se hai l’eternità davanti a te” lo canzonai io.

“Ma tu no, quindi per te è molto più utile” mi fece notare.

“Baciami e basta, stupido” gli dissi buttandomi fra le sua braccia e coprendo la poca distanza che c’era tra le nostre labbra con un bacio.

“Lunghi baci producono saliva che protegge denti e gengive” mi disse quando ci staccammo.

Ancora con sta storia?

“Ti uccido se non la smetti, giuro” gli dissi e lui scoppiò ridere prima di baciarmi di nuovo.

Fu in quel momento che iniziai a giocherellare con i bottoni della sua camicia e in poco tempo li sfilai tutti dalle asole, ma prima ancora che riuscissi a toglierla sentii qualcuno tossicare e ci staccammo subito.

Damon non si voltò, con i suoi sensi non ne aveva bisogno, mentre io guardai chi fosse entrato e quando vidi mio fratello avvampai all’istante.

“O Dio, questo è troppo” si lamentò mio fratello “Damon vieni di là che serve il tuo aiuto” terminò lui prima di uscire dalla cucina in fretta e furia.

“Oddio che vergogna. Voglio sprofondare” dissi solamente.

“E per quale motivo?” fece finta di nulla lui.

“È mio fratello”.

“E allora?”

“Ti rendi conto in che condizioni ci avrebbe trovato se fosse entrato due minuti dopo?”

“Sono sicuro in ottime condizioni” mi disse riprendendo a baciarmi.

Quando ci staccammo gli sorrisi. L’imbarazzo era andato via, con lui andava sempre via tutto. C’eravamo solo io e Damon.

“Amore, forse è meglio che vai” gli dissi consapevole che Jeremy era venuto per chiedere il suo aiuto.

“Stasera non avrai scampo”.

“Con te non voglio avere scampo mai”.

Si avvicinò e mi baciò con tutta la foga di cui era capace trasmettendomi tutto l’amore che sentivo lui provasse per me, lo stesso amore che io sentivo nei suoi confronti.

Quando si staccò, mi sorrise sghembo e poi sparii dalla stanza non distogliendo lo sguardo dai miei occhi fin quando non scomparve dalla mia vista.

Io rimasi in cucina e mi misi di buona volontà ripulendo tutto lo schifo che avevamo fatto.

Ci eravamo messi a giocare con ogni ingrediente presente lì dentro e avevamo sporcato tutto.

Restai lì per circa un’ora e mezza e quando terminai mi sentivo talmente stanca che salii subito in camera chiudendomi nella doccia.

Avevo bisogno di rilassarmi. Mi sentivo sfinita e non solo fisicamente. Era trascorso solo un giorno da quando Katherine era scomparsa, ma sentivo il fiato sul collo in ogni istante.

Nonostante cercassi di non darlo a vedere ero troppo preoccupata, non tanto per me quanto per gli altri, soprattutto per Damon e Stefan. Se avevo imparato a conoscere un pochino Katherine era per loro che temevo di più perché se c’era una cosa che la vampira sapeva fare bene era farla pagare a chi gli rovinava il gioco e volente o nolente erano stati i fratelli Salvatore a renderle la vita quasi impossibile da quando lei si era presentata a casa dicendo che si era fatta legare a me con un incantesimo.

Scacciai via quei pensieri e uscii dalla doccia. Mi vesti, asciugai i capelli rendendomi conto che era già sera e poi scesi nuovamente giù.

Nel corridoio incontrai Jeremy e cercai di non pensare a quello che aveva visto, in fondo non era nulla di che, e sperai che non facesse battutine.

“Dove vai?” gli domandai.

“Hanno finito di confabulare, quindi a casa” mi rispose sorridendo.

“E Bonnie?”

“La aspetto in macchina. Si è fermata un attimo a parlare con Damon”.

Rimasi stupita. Possibile che fosse davvero così?

“Con Damon?” chiesi sorpresa più che mai.

“Si, lui gli ha chiesto se potevano parlare un attimo, così io ho tolto il disturbo. A proposito, non avete ancora chiarito voi, non è vero?” mi domandò alla fine.

“No, non abbiamo più parlato da quel giorno”.

“Vedrai che si sistemerà tutto. Prima o poi capirà”.

“Lo spero”.

“Va beh, io vado. E mi raccomando, la prossima volta certe cose fatele in camera o per lo meno chiudetevi a chiave” mi disse malizioso.

Mi sentii avvampare, ma non avevo intenzione di darla vinta a lui.

“Vuoi dirmi che tu e Bonnie vi guardate in faccia?”

“Certo che no e so che anche tu e Damon non lo fate. Non avevo certo bisogno di conferme, ma sai com’è? Una cosa è pensare, una cosa è vedere quanto sia attiva la vita sessuale di tua sorella”.

“Ok, basta. Chiudiamo il discorso. È leggermente imbarazzante” lo pregai.

“Concordo”.

“Vado. Ci vediamo domani. Mi raccomando occhi aperti”.

“Come se c’è ne fosse bisogno. Damon e Stefan non mi lasciano neppure respirare da sola” commentai.

“Lo vedo, soprattutto Damon”.

“Ancora?”

“Ok, la smetto. Me ne vado”.

Si avvicinò e mi baciò una guancia, poi sparii mentre io silenziosamente mi diressi verso il salone dove sentii Bonnie e Damon parlottare.

Cercai di non farmi sentire e mi misi a distanza in modo da riuscire a sentire, ma da non farmi vedere.

Erano l’uno di fronte all’altra e parlavano. Sembravano tranquilli, almeno non stavano litigando e questo era già un gran bel passo avanti.

“Io lo capisco che tu non puoi dimenticare il mio passato e nemmeno te lo sto chiedendo. Vorrei solo che riuscissi a guardare avanti senza farti condizionare da quello che ho fatto. Il passato non posso cambiarlo, il presente si” furono le parole di Damon.

Avrei voluto assistere all’inizio di quella conversazione, ma non era possibile, quindi dovevo limitarmi ad ascoltare quello che ne restava.

“Damon io lo so che sei cambiato, che non sei più il mostro che eri un tempo lo so perché lo vedo negli occhi di Elena, nei suoi occhi vedo la persona che sei diventato, ma Elena è una delle persone più importanti che ho. Non è solo la mia migliore amica, ma è parte della mia famiglia e per lei non posso che volere il meglio. Cerca di capirmi. Io…io credo che tu non puoi essere il suo meglio”.

Non c’era cattiveria nella sua voce, per la prima volta non riuscivo a percepirla. Vedevo solo un’amica preoccupata per un’altra, solo questo.

Di sicuro Damon aveva notato il mio malessere nei confronti di questa situazione con Bonnie e voleva dare una mano. Apprezzai tantissimo quel suo gesto. Non era facile per lui abbassare la guardia con Bonnie e soprattutto farsi vedere da lei così umano e io questo lo sapevo bene.

“Anche io lo credo, anzi ne sono convinto e forse sono un’egoista, sono un’egoista perché avrei dovuto essere più forte e lasciarla tra le braccia di mio fratello invece che tenerla con me. Credevo che ci sarei riuscito e per tanto tempo c’è l’ho fatta, ma quando mi ha detto che mi amava non sono più riuscito a tenerla lontana, non c’è l’ho fatta”.

“Se anche tu credi di non meritarla perché te la sei presa? Perché?”

“Perché la amo troppo”.

Lo vidi abbassare lo sguardo, come se si imbarazzasse a parlare così apertamente dei suoi sentimenti.

“L’amore a volte non basta”.

“Lo so, ma so anche che nessuno potrà amarla nello stesso modo in cui la amo io, nessuno saprà adorarla in questo modo, nessuno riuscirà a scorgere tutti i suoi piccoli difetti, nessuno, nemmeno Stefan per quanto lui sia migliore di me”.

“Elena è così complicata”.

“Lo so. È la persona più complicata che esista. Elena è quella che quando dice che sta bene significa che sta malissimo, è quella che quando ti dice di fare come ti pare in realtà vuole dire che se fai quella determinata cosa ti uccide, quella che dice di non essere gelosa, ma poi sarebbe capace di uccidere chiunque si avvicini alle persone che ama, quella che si lamenta di sentire freddo tutte le volte che, invece, vuole essere solamente abbracciata, quella che quando ti dice di andare via in realtà vuole che resti con lei e la stringi forte. È quella che è capace di fare un sacco di sorrisi diversi a seconda di chi si trova di fronte”.

Solo in quel momento mi resi conto di quanto davvero lui mi conoscesse, forse mi conosceva meglio di quanto lo facessi io stessa.

“Damon…” provò a dire lei, ma lui la interruppe.

“No aspetta, fammi finire. Non ti ho chiesto di parlare per convincerti sulle mie buone intenzioni. Voglio solo che tu sappia che Elena ti vuole un gran bene e che nonostante non lo dia a vedere ci sta da schifo per questa situazione con te. Io amo lei e lei ama me, tu vuoi bene a lei e lei ne vuole a te. Io e te non c’entriamo niente tra di noi. È lei che ci accomuna. Non dobbiamo per forza diventare amici, dovremmo solo cercare di andare d’accordo per non ferire lei. Lo so che non condividerai mai questa storia e, forse, fai bene a farlo, forse io e lei insieme…insomma la nostra storia, forse, è sbagliata, ma fino a quando lei avrà voglia di sbagliare io ci sarò perché la amo troppo e non riesco a lasciarla andare. Stagli accanto mentre sbaglia, fagli capire che non condividerai mai questa storia, ma che almeno la accetti. Lei ha solo bisogno di questo”.

“Forse non sei così male come credevo, ma…” gli disse lei, ma lui la interruppe.

“Bonnie, io voglio solo che Elena sia felice, tutto qui e so che per esserlo nella sua vita devi esserci anche tu”.

Bonnie stava per rispondere, ma in quel momento feci involontariamente un passo indietro e feci cadere una matita a terra. Quel leggero rumore bastò per catturare l’udito finissimo di Damon.

“Elena esci fuori” disse in quel momento e così non potei fare a meno di mostrare la mia presenza.

“Cosa mi sono persa?” domandai “voi due insieme e niente di rotto. Devo preoccuparmi?” conclusi ed entrambi sorrisero.

“Non ti sei persa nulla. Stavo giusto andando via. Ci vediamo” disse Bonnie salutando entrambi e lanciando un ultimo sguardo a Damon.

Quando sparii dalla stanza i miei occhi si posarono su quelli di lui e avrei tanto voluto saltargli addosso per quanto gli avevo sentito dire, ma non potevo farlo, non volevo che sapesse che io avessi ascoltato.

“Da quanto tempo eri lì?” mi domandò alzando un sopracciglio.

“Ero appena arrivata”.

“E devo crederci?”

“Mi avresti sentita altrimenti”.

“Ero distratto”.

“Da chi? Da Bonnie? Mi devo preoccupare?” scherzai per cambiare argomento.

“Scema” mi rispose.

Non gli diedi tempo di dire altro che gli catturai le labbra nello stesso momento in cui sentii qualcuno arrivare. Quando ci staccammo mi accorsi che era Caroline, ma lei sembrò non notarci, ormai, abituata alle nostre smancerie e andò a sedersi sul divano per leggere un libro, mentre io ripresi a baciare il mio ragazzo.

All’improvviso lo vidi irrigidirsi all’istante e si staccò immediatamente. Vidi la sua espressione preoccupata e non riuscivo a spiegarmene il motivo.

“Che succede?” chiesi.

Damon si voltò senza nemmeno darmi retta e guardò verso Caroline che aveva preso a guardarci.

“Hai sentito?” le domandò.

“No, cosa?” chiese lei.

“Stefan, corri” disse lui solamente.

Non urlò, né alzò la voce. Era certo che Stefan, dal piano di sopra lo avrebbe sentito lo stesso e, infatti, così fu.

“Che succede Damon?” mi voltai e vidi il minore dei fratelli a pochi metri da noi.

“Hai sentito?”

“Cosa? Stavo parlando al telefono con Tyler, ero distratto”.

“E dov’è?” chiesi consapevole che quella era sera di luna piena.

“Si stava preparando per andare alla vecchia tenuta Lockwood” mi rispose Stefan.

“Caroline rimani qui con Elena. Non uscite per nessun motivo, nessuna delle due, intesi?” disse Damon ignorando quanto aveva detto Stefan in merito a Tyler.

“Che succede?” chiedemmo io e Caroline all’unisono.

“Non mettete un piede fuori” ci ribadì “Stefan, andiamo fuori noi due” concluse poi riferendosi al fratello.

“Non ho intenzione di restare qui dentro se non mi dici che succede” lo rimproverai io.

“Non lo so che succede. Io e Stefan adesso andiamo a controllare. Tu resti qui e non ti muovi. Caroline mi raccomando”.

“Come se fosse facile” mi rispose lei conoscendomi bene.

“Sei una vampira. Non dovresti avere problemi a tenerla qui dentro, anche a costo di legarla se dovesse succedere qualcosa”.

“Damon…” provai a dire io mentre lui con la testa aveva già fatto cenno a Stefan di uscire.

Mi voltai e, infatti, il minore dei fratelli era già scomparso.

“Caroline mi fido di te. Ti riterrò responsabile se dovesse succederle qualcosa. Al massimo caccia un urlo” furono le ultime parole di Damon accompagnate da un delicato bacio sulla mia fronte prima di vederlo sparire dalla mia vista.

“Che succede?” domandai alla mia amica.

“Non ne ho idea. Avrà sentito qualcosa. Aspettiamo, magari è un falso allarme”.

“Credi che me ne starò qui, mentre lui e Stefan chissà che stanno facendo?” domandai.

“Elena non ho intenzione di far infuriare Damon. So perfettamente come può diventare e non ci tengo a passare sotto la sua ira. Quindi tu ti siedi e non ti muovi da qui. Non si discute” furono le sue uniche parole.

Non le diedi retta e mi diressi verso la porta aprendola pronta ad uscire fuori, ma Caroline grazie alla sua velocità mi superò e mi bloccò il passaggio.

“Non vai da nessuna parte” mi disse.

“Caroline…” provai a dire.

“Niente Caroline. Rientra”.

Vidi Damon e Stefan all’erta che sembravano aspettare qualcuno. Uno più avanti, l’altro dietro.

“Ok, non andrò da loro, ma permettimi di restare qui a capire che succede”.

Caroline mi osservò attentamente negli occhi e poi annuii e in quel momento vidi Katherine apparire di fronte ai due fratelli con il sorriso più malefico che le avevo mai visto fare.

“Dammi la mano” mi disse la mia amica.

“Perché?”

“Perché così sono sicura che non potrai correre da loro. Sono più forte di te”.

“Caroline…”

“O mi dai la mano o ti faccio entrare dentro a costo di legarti davvero. A te la scelta”.

Era seria, non l’avevo mai vista più seria di così. Presi la mano e la portai nella sua, poi entrambe ci concentrammo a vedere la scena.

“E così credevate di esservi liberati di me, non è vero? Rinchiudermi, rompere l’incantesimo e poi impalettarmi. Non era questo il piano?” esordii lei senza nemmeno salutarli.

Per fortuna riuscivo a sentirli, anche se non chiaramente.

“Esattamente. Ed è proprio quel piano che stiamo per portare a termine” le rispose Damon.

“Ucciderti adesso non fare nessun male ad Elena” continuò Stefan.

“E voi credete che sarà così semplice liberarvi di me?”

“Chi ti ha fatto uscire?”

“Ho avuto un piccolo aiuto”.

“Che morirà insieme a te”.

“Ho qualche dubbio su questo”.

“Sapete cosa odio di più?”

“Chi rovina i tuoi piani. Katherine sei così ripetitiva, dici sempre le stesse cose” la beffeggiò Damon.

“Esattamente e stavolta siete stati voi a rovinarli. Non ho mai davvero avuto l’intenzione di uccidere nessuno di voi due, ma vi siete spinti oltre. Vi siete schierati completamente a favore di lei rinnegando me. Non posso accettarlo ed è per questo che adesso morirete”.

“Non ti sei mai chiesta perché ti abbiamo rinnegato?”

“Perché siete troppo deboli per stare al mio fianco”.

“Noi ti abbiamo amato, talmente tanto da diventare ostili l’uno con l’altro. Per 145 anni ci siamo fatti la guerra, ma adesso non sarà più così. Adesso è diverso” fece notare Stefan.

“Niente è diverso. È tutto uguale. Fratelli Salvatore, doppelganger Petrova. La mia copia esatta vi ha fatto innamorare entrambi come un tempo è successo con me e di entrambi lei si è innamorata come è successo a me. Non vedo cosa ci sia di diverso”.

“Lei ha scelto chi amare, ha scelto di chi non può fare a meno. Tu no e non lo avresti mai fatto perché volevi solo giocare” fu la risposta di Stefan.

“Stupidi, idioti e cechi, ecco cosa siete. Non riuscirete mai a vedere la realtà perché l’amore vi rende ottusi, ma adesso non serve più che vi sforziate. È arrivata la vostra ora, ma sappiate che mi costa doverlo fare, mi costa tantissimo”.

“E allora perché lo fai?”

“Sapete qual è il mio motto. Meglio gli altri che io”.

“E sentiamo come avresti intenzione di ucciderci? Siamo in netta maggioranza”.

“Non sarò io a farvi fuori, ma lui” disse.

In quel momento un ragazzo si mostrò alla luce del lampione del giardino.

Non riuscivo a scorgerlo chiaramente, ma mi sembrò un bel ragazzo.

Era un tipo abbastanza muscoloso, alto, pelato, con gli occhi azzurri anche se non potevo essere certa che fosse così.

Sorrise sfuggente, chiaro segno che sembrava essere molto sicuro di sé.

“E così voi siete i famosi fratelli Salvatore. È un piacere conoscervi, ho così tanto sentito parlare di voi” disse il ragazzo.

“Tu saresti?”

Damon era visibilmente irritato da questa nuova comparsa.

“Il mio nome non è importante, ciò che conta è che il mio sarà l’ultimo viso che vedrete”.

Damon e Stefan non dissero nulla, sembravano scrutare il ragazzo per capire chi e soprattutto cosa fosse.

“Beh, è stato un piacere incontrarvi sulla mia strada. Addio” furono le parole di Katherine rivolte ai due “Cam, sai già cosa fare” concluse poi rivolgendosi al ragazzo.

Prima ancora che qualcuno tra i tre potesse dire qualcosa, la vampira era già sparita.

Damon e Stefan ringhiarono forte e non mi fu difficile capire che quel ringhio era un brontolio rabbioso dovuto alla sparizione di Katherine.

“Hey, non rubatemi il verso” disse il ragazzo che a quanto pareva doveva chiamarsi Cam, o almeno così lo aveva chiamato la psicopatica.

Non riuscii a capire a quale verso si riferisse, ma non appena gli vidi alzare gli occhi al cielo capii tutto.

In un cielo più nero del solito faceva bella mostra di sé la luna piena e in quel momento non mi fu difficile capire che il verso non era altro che il ringhio che Damon e Stefan avevano appena fatto. Il ringhio non era altro che il brontolio rabbioso emesso da animali come cani o lupi.

Cam era un licantropo e ne ebbi la conferma quando vidi i suoi occhi trasformarsi. Da azzurri divennero gialli e risplendevano nella notte.

“Oh cazzo” dissero all’unisono tutti e due i fratelli e in quel momento compresi che entrambi avevano capito tutto e prima ancora che potessero fare qualcosa il ragazzo si era già trasformato in un enorme lupo. 

Un brivido di paura mi fece venire la pelle d’oca e in quel momento una sola immagine mi venne in mente: Rose.

Un morso, bastava un semplice morso di quella bestia e Stefan e Damon ci avrebbero lasciato la pelle. Non potevo perderli. Non era concepibile nella mia visione del mondo.

“Dio Caroline, fa qualcosa” urlai disperata.

“Non posso fare nulla” furono le sue parole.

Sentii il suo tono di voce e compresi che davvero non c’era nulla che potesse fare. Aveva le mani legate e si sentiva in colpa per questo.

“Elena resta qui, prometti di non muoverti” disse poi dopo un’attenta analisi.

“Che intenzioni hai?” domandai preoccupata.

“Vado a dare una mano”.

Non feci neanche in tempo a risponderle che la vidi allontanarsi da me per raggiungere gli altri.

“Caroline non ti muovere da lì. Resta con Elena” urlò Damon voltandosi verso la mia amica.

Era la prima volta che la chiamava per nome dopo la sua trasformazione e la cosa mi spaventava parecchio perché significava che Damon era davvero preoccupato. Caroline non gli diede retta e continuò a camminare nella loro direzione.

“Diavolo Caroline torna da Elena” urlò con talmente tanta rabbia che la mia amica si bloccò di colpo.

Stefan le lanciò uno sguardo come a dare ragione al fratello e lei tornò indietro prendendomi di nuovo per mano.

Quello che segui si svolse talmente tanto velocemente che non riuscii a seguire facilmente i movimenti dei tre con i miei occhi. Caroline a differenza mia, invece, percepiva ogni singolo movimento e la sua espressione non prometteva nulla di buono.

Si muovevano troppo velocemente perché io potessi seguirli e questo mi rendeva ancora più inquieta.

All’improvviso vidi Damon scaraventato lontano contro un albero e il licantropo avvicinarsi pericolosamente ad un Stefan tramortito a terra. Lanciò un ululato e con il muso si scaraventò sul minore dei fratelli.

Non mi serviva un genio per capire che il suo intento era morderlo e lanciai un urlo che sembrò riecheggiare nell’aria.

Prima che me ne potessi accorgere, però, Damon si era rialzato e ad una velocità sovrumana si era parato di fronte il fratello.

Feci un respiro di sollievo visto lo scampato pericolo provvisorio, ma quando sentii un urlo agghiacciante di Damon mi si accapponò la pelle. 

Cosa diavolo stava succedendo?

Vidi una lacrima uscire dagli occhi di Caroline e poi un’altra e un’altra ancora e questo bastò per farmi capire che qualcosa non andava.

Tornai a guardare verso di loro e vidi il licantropo scagliarsi sul corpo di Damon, ma Stefan lo bloccò con un braccio e Damon approfittò della cosa per puntare al cuore dell’animale.

In pochi secondi vidi la bestia accasciarsi a terra, mentre nella mano di Damon c’era un cuore sanguinante.

L’aveva ucciso. Erano riusciti ad ucciderlo.

Lasciai la mano di Caroline e corsi verso i due fratelli, ma solo in quel momento mi accorsi che il cuore nelle mani di Damon cadde a terra e lo stesso Damon si accasciò.

Senza nemmeno rendermene conto iniziai a piangere fragorosamente e quando arrivai da loro Stefan mi bloccò il passaggio.

“Che succede?” urlai.

“Elena, entra dentro” mi pregò lui.

“Che succede?” ripetei io.

“Per favore, entra dentro”.

“Elena, andiamo dai” furono le parole di Caroline che tra le lacrime mi pregava di entrare dentro.

“Voglio sapere cosa succede” tornai ad urlare, ma nessuno sembrava volermi rispondere.

Provai ad avvicinarmi a Damon, ma Stefan me lo impedii di nuovo.

“Stefan togliti” gli dissi guardandolo negli occhi, ma lui non sembrava intenzionato a farlo “mi dici cosa diavolo sta succedendo? Ti prego. Perchè non mi lasci avvicinare a lui?” urlai alla fine, un urlo che risultò essere una preghiera.

“È stato morso” furono le sue uniche parole.

“Cosa? Chi?” non riuscivo a capire o, forse, semplicemente non volevo capire.

La verità faceva troppo male.

“Il lupo…l’ha morso”.

L’urlo che lanciai fu disumano e non so da dove mi uscii fuori, ma riuscii a trovare la forza per spostare Stefan e riuscire a raggiungere Damon.

Mi inginocchiai vicino a lui e mi resi conto che la sua camicia era tutta strappata e all’altezza del braccio faceva bella mostra di sé un morso, identico a quello che avevo visto sulla spalla di Rose.

“Damon…amore come stai?” gli dissi piangendo.

“In splendida forma, come sempre” mi rispose lui voltandosi a guardarmi.

Non so dove trovò le forze per rispondermi e per sorridermi in quel modo, ma dalla sua espressione sembrava come se davvero fosse tutto apposto.

Si alzò perfino da terra e mi prese per mano, mentre Stefan e Caroline lo osservavano straniti.

“Entriamo dentro dai” disse a me, ma rivolgendosi anche agli altri due.

“Damon…” provò a dire Stefan, ma il mio ragazzo lo interruppe.

“Hey fratellino smettila di preoccuparti. Sto bene” gli disse sorridendo beffardo.

Mi baciò poi a fior di labbra e dopo avermi presa per mano entrammo dentro seguiti dagli altri due.

Le lacrime non smettevano di scendere e avevo tutti i buoni motivi per piangere.

Sapevo perfettamente che fine avesse fatto Rose e sapevo perfettamente che fine avrebbe fatto Damon, ma non potevo accettarlo. Damon non poteva morire. Io avevo bisogno di lui.

Mi bloccai di colpo quando quella verità mi sbatté in faccia e mi raggomitolai sul suo petto urlando e disperandomi come mai avevo fatto prima.

“Shh” mi disse solamente lui “si sistemerà tutto, tranquilla”.

A quelle parole presi a piangere ancora più forte, incurante del fatto che c’erano Caroline e Stefan ad assistere alla scena.

“Te lo pro…” provò a dire, ma lo zittì.

“Non dirlo…” dissi tra un singhiozzo e l’altro “non fare promesse che questa volta sai di non poter mantenere, ti prego” conclusi piangendo sempre più forte.

Damon non disse nulla, si limitò solo a stringermi più forte.

Era giunta la fine.

Potevo fare finta di nulla, ma sapevo che non mi sarebbe servito, sarebbe stato solo più doloroso.

Non sapevo quanto tempo avrei ancora avuto un Damon lucido, tanto o forse poco, dipendeva dai singoli casi, ma una cosa era certa, lucido o meno prima o poi avrebbe iniziato ad impazzire, proprio come Rose, e alla fine sarebbe sparito per sempre dalla mia vita.

Avrei tanto voluto sapere come si faceva ad aspettare la morte. Come si faceva a vivere sapendo che il minuto dopo, l’ora seguente o il giorno successivo la morte della persona a cui tieni di più al mondo sarebbe sopraggiunta.

Non lo sapevo, sapevo solo che in quel momento stavo abbracciando, anzi stavo stritolando il corpo della morte.

Eccola lì, tra le mie braccia, la morte paziente, perché questo sarebbe stata la fine di Damon, una fine lenta e dolorosa e io non ero avvezza a questo. La vita mi aveva abituato ad altri tipi di morte, come quella feroce che ti prende di colpo con un coltello, un proiettile, o un incidente come era capitato ai miei. Ero abituata a quella crudele, quella che ti prende e ti lascia sanguinante nel pavimento come le morti di tutte le persone che avevano perso la vita da quando conoscevo questo mondo sovrannaturale. Quelle morti sapevo come trattarle, sapevo, ormai, cosa pensare quando mi chinavo su un cadavere. La morte lenta, però, quella che ti scava dentro come avrebbe fatto quella di Damon, no a quella non era pronta, quella mi incuteva timore. Non era un incidente di percorso che si poteva scansare stando attenti.

No, era semplicemente il destino inevitabile, il saldo del conto.

La vita, la mia vita, per l’ennesima volta mi stava porgendo un conto da pagare, un conto che non avrei mai potuto accettare di pagare.

La morte di Damon equivaleva alla mia e una cosa era certa. Quando il suo respiro si sarebbe fermato, beh, allora ero certa che nello stesso istante anche il mio lo avrebbe fatto perché una vita senza Damon non era per me concepibile.

 

Robsten23

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Eccomi qui con il capitolo diciannove.

Che ne pensate? Sono stata un po’ sadica non è vero?

A dire la verità ho pensato di modificare la storia, ma poi alla fine non c’è l’ho fatta.

Ho scritto questo capitolo circa un mese fa e dopo la puntata 2x20 mi sono detta: ma ci ho buttato io il malocchio a Damon? Cioè anche lì morso non si può accettare.

Ok, meglio non parlare della puntata perché altrimenti inizio a sclerare e a parlare a sproposito.

Incrocio solo le dita e spero nella clemenza di Kevin e Julie. Abbiate pietà di noi povere fan dipendenti da Damon.

Che succederà adesso? Damon ha cercato di rassicurare Elena e gli altri, ma sa meglio di chiunque altro (vista l’esperienza con Rose) che non c’è “medicina” al morso di un licantropo.

Dannata Katherine.

Va beh, credo che non ho altro da dire. Mi ritiro nel mio angolino e mi nascondo da voi che di sicuro avete già preso i forconi in mano.

Come sempre vi lascio sempre una piccola immagine come spoiler del nuovo capitolo e anche un piccolo pezzettino:

 

 

“Vuoi lasciarti morire?” riuscii solamente a dire ignorando le sue parole.

“Ho per caso un’altra scelta? Succederà comunque”.

“Non è detto, troveremo un modo per curare la ferita”.

“Ma ti senti? Ma in che mondo vivi Elena? Non ci sono antidoti contro un morso di un licantropo. Svegliati, non serve a nulla continuare a vivere nel mondo delle fiabe” mi sputò in faccia arrabbiato.

In quel momento non riuscii più a frenare le lacrime che copiose presero a bagnarmi gli occhi e le guance.

“Oddio smettila” mi disse vedendo le mie lacrime “risparmiami questo piagnisteo” continuò con rabbia.

Dove diavolo era finito il mio Damon? Possibile che stesse già iniziando a dare di matto?

“Damon smettila, non sei in te” lo pregai convinta che fosse così anche se dai suoi occhi riuscivo ancora a capire che era lucido, ma non poteva essere così.

Se fosse stato lucido non mi avrebbe mai parlato in quel modo.

Non potevo e non volevo credere che quelle parole dure e taglienti le stesse dicendo nel pieno delle sue facoltà.




 

 

Volevo ringraziare tutti coloro che leggono la mia storia, chi l’ha inserita nelle preferite, nelle seguite e in quelle da ricordare. Ringrazio anche tutti i lettori silenziosi e anche tutti coloro che recensiscono.

Un bacione e grazie ancora.

 

Prossimo aggiornamento: Martedì 10 Maggio

 

 

 

  
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