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Autore: Martin Eden    05/05/2011    0 recensioni
Seguito di Compagni di Sventura - Across Middle-Earth. Continuano le avventure dei nostri eroi in compagnia di Lilian, la ragazza che ha scombussolato i loro piani ma che sembra acquistare sempre più importanza nella loro storia...e in particolare di uno di loro... :)) Per chi conosce il primo episodio di questa mia serie, e per chi invece non ancora, l'invito a leggere è rinnovato!! Spero vi piaccia...aspetto i vostri commenti e recensioni! Nel bene e nel male.. :)) Ciaoo
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Compagni di Sventura'
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1 – SULLE TRACCE DEGLI HOBBIT
 
 
Erano già tre giorni che inseguivano gli uruk-hai, ma quelli sembravano non stancarsi.
Aragorn, Legolas, Gimli e Lilian seguivano le loro tracce a fatica: niente riposo, niente cibo, erano a dir poco stremati, nonostante tutti e quattro fossero abituati alle grandi distanze.
Aragorn era quasi sempre in testa, scrutava la terra con l'abilità di un segugio in cerca di una preda: sapeva sempre quando i nemici cambiavano strada, quando il loro passo diventava più lento, quando ripartivano come se avessero alle calca-gna i padroni con le fruste.
Le leghe che separavano i quattro amici dagli uruk-hai era ancora enorme: ed essi non si fermavano mai nemmeno per bere.
- Se continuiamo così non li raggiungeremo prima di Isengard..- disse cupo Le-golas- Sono troppo veloci: Saruman deve averne studiata un'altra delle sue..-
Salirono il pendio di una collina, Lilian in testa apriva il passaggio agli altri tre; Gimli era sempre ultimo, anche se borbottava continuamente di essere imbatti-bile nelle brevi distanze.
- Avanti ragazzi, non potete mollare adesso!- incitava Lilian- Merry e Pipino sono in pericolo, non possiamo abbandonarli!-
- Se tu credi che sia facile scalare queste brulle colline, ti sbagli!- ribattè Gimli mentre si inerpicava come poteva sulle rocce.
Lilian raggiunse la sommità dell'altura, e si voltò:
- Ah, ditela tutta! Le fatiche vi pesano molto più che a me! La verità è che ormai siete dei vecchi decrepiti!!-
- Cosa? Ma come ti permetti...?!!- gridarono in coro Legolas e Aragorn, mentre si mettevano ad arrampicarsi ancora più velocemente e minacciosamente.
Lilian capì che era meglio cambiare aria: cercò di scendere in fretta dalla collina, ormai consapevole che aveva tirato un po' troppo la corda.
Ma prima che potesse nascondersi da qualche parte per sfuggire alla rabbia dei suoi amici, Legolas le balzò addosso sorprendendola e facendola cadere giù per il pendio; e anche quando sembrò che il ruzzolone dovesse fermarsi, Aragorn die-de il suo contributo.
- Ahio, ma lo sapete che siete pesanti? Mi state schiacciando!-
- E' quello che ti meriteresti!- replicò Legolas, ma sorrideva.
L'uomo al suo fianco invece sembrava come incantato: fissava dritto davanti a sè, lo sguardo incollato al paesaggio che si presentava ora ai suoi occhi stanchi:
- Rohan..- disse scavalcando Lilian- la dimora dei signori dei cavalli..-
Davanti a lui le brulle colline si diradavano, lasciando al loro posto una vasta pia-nura cosparsa di rocce che sembravano grossi sassi finiti lì per caso; lontano, apparivano le montagne.
Avanzarono più velocemente, ora che il sentiero si presentava più agevole, ma gli uruk-hai non concedevano tregua: continuavano imperterriti per la loro stra-da, e all'orizzonte non si vedevano nemmeno le loro ombre.
- Guardate!- disse ad un tratto Lilian- Che cos'è che brilla in mezzo all'erba, lag-giù?-
Aragorn si avvicinò al punto che la ragazza gli stava indicando: per terra giaceva una piccola spilla verde:
- E' uno dei fermagli dei nostri mantelli elfici..- disse- Questo vuol dire che Merry  Pipino sono ancora vivi!-
- Già, ma molto, molto lontani..- borbottò Gimli, sopraggiungendo alle spalle del-l'uomo.
- Non dobbiamo fermarci, forza, in marcia!-
Legolas si inerpicò su una roccia, scrutando il sole che ormai stava scomparendo dietro le montagne; Lilian lo seguì e lo superò senza dare segni di stanchezza.
Con l'avanzare della notte dovettero procedere più lenti, non ci si vedeva a un palmo dal naso: Gimli incespicava continuamente, rimanendo sempre indietro.
Aragorn procedeva in testa, sicuro di sè: i nemici non erano più a una grande di-stanza da loro.
Il vento tra l'erba frusciava; degli ululati selvaggi echeggiavano in tutta la pianu-ra: ma di lupi nemmeno la più pallida traccia. Solo la tensione che cresceva.
- Mi domando che diamine staranno facendo a quei poveri hobbit..- borbottò Gimli.
- Non sento nulla che possa darci informazioni su come stanno- ammise Lilian    - ma di una cosa sono sicura: sono ancora vivi.-
- E come fai tu a dirlo?-
- Conosco gli orchi: di solito non uccidono nessuno che possa servire al loro padrone, temono molto le punizioni inflitte da qualcuno più forte di loro..e poi il vento è dalla nostra parte, e non mi sta portando odore di carne arrosto..-
- Odio dare ragione a un elfo, ma devo ammettere che il tuo discorso non fa una piega..speriamo solo che quei mostriciattoli siano orchi nella norma.-
Continuarono a correre per tutta la notte, permettendosi solo alcune brevissime soste quando era proprio impossibile proseguire a causa della fatica: ma erano poche le volte che si abbandonavano alla stanchezza del corpo, e inesistenti quelle in cui si abbandonavano al sonno.
Tutti e quattro preferivano andare avanti, ed evitavano di parlare per rispar-miare il fiato.
 
Il sole si alzò pigramente molte ore dopo la loro ultima sosta:
- Sorge un sole rosso..- disse cupo Legolas voltandosi un secondo- Stanotte è stato versato del sangue.-
Di solito era così: o perlomeno, a Bosco Atro si credeva che fosse così.
Anche Lilian pareva allarmata: qualcosa era cambiato, gli uruk-hai sembravano essersi fermati parecchio tempo quella notte.
- Speriamo non sia successo niente di grave...- mormorò la ragazza quando il sole si fece più chiaro dietro di lei.
- Qualcosa mi dice, invece, che troveremo molte sorprese oggi..in bene o in ma-le.- le rispose Legolas, anche se era più propenso a pensare al peggio.
- Zitti, zitti!- urlò ad un tratto Aragorn- Sta arrivando qualcuno!-
Si nascose in mezzo a due rocce, seguito da Lilian e Legolas; Gimli, come al soli-to, arrivò per ultimo, quando ormai lo scalpiccìo di zoccoli di cavalli era abba-stanza forte.
I quattro amici si avvolsero nei loro mantelli elfici, in modo da osservare senza essere visti da anima viva.
Oltre la roccia dove si erano nascosti i rumori si facevano sempre più forti.
Poco dopo, stagliati nitidamente contro la luce del sole, apparve una compagnia di cavalieri, armati di lunghe lance e scudi brillanti: proveniveno dalla stessa di-rezione che avevano preso gli uruk-hai.
Erano velocissimi, ma stranamente sembravano andarsene da quelle terre:
- Cavalieri di Rohan!- Aragorn uscì dal nascondiglio e si mise allo scoperto: il suo grido echeggiò fra le brulle colline.
In un attimo, la schiera di fronte a lui si volse e la valanga luccicante di uomini in armatura si volse verso il ramigo e i suoi amici, che intanto l'avevano rag-giunto, seppur riluttanti.
I cavalieri li raggiunsero e li circondarono, puntando contro di loro le lunghe lance appuntite: non c'era più una via di uscita.
Aragorn, Legolas, Gimli e Lilian, schiena contro schiena, si guardarono attorno atterriti: quagli uomini non avevano un'aria che si dice amichevole...
Uno di loro si fece avanti, splendente sul suo cavallo bruno:
- Chi siete? Che ci fanno un uomo, due elfi e un nano in giro per queste terre?- domandò con voce austera.
- Sono affari nostri..- ribattè seccata Lilian, brandendo l'asta.
L'uomo balzò giù dal destriero mentre Aragorn le lanciava un occhiata di rim-provero:
- Dimmi il tuo nome, signore dei cavalli, e io ti dirò il mio..- Gimli si avvicinò e alzò la testa per osservare il suo interlocutore.
Lo sconosciuto aveva assunto un'aria indispettita:
- Ti taglierei la testa, nano, se solo si levasse a un palmo da terra!- sibilò.
Ma non fece in tempo ad afferrare l'impugnatura della spada, poichè Legolas a-veva preso arco e frecce e lo teneva sotto tiro: un movimento sbagliato e...:
- Non riusciresti a vibrare il colpo...- ora era l'elfo che sibilava di rabbia.
Subito la schiera di uomini alle sue spalle prese mano alle lance e le avvicinaro-no impulsivamente al "nemico":
- Provateci....!- ringhiò Lilian, e dall'asta scaturì una potente luce dorata.
Aragorn fu costretto a intervenire e abbassò l'arco di Legolas, facendo cenno alla ragazza di fare altrettanto: i due elfi obbedirono all'ordine, ma i loro occhi erano ancora fissi sullo sconosciuto.
Gimli guardava Legolas con aria sorpresa:
- Siamo amici di Rohan..- spiegò l'uomo- Io sono Aragorn figlio di Arathorn, que-sto è Gimli figlio di Glòin, lei è Lilian e lui Legolas, del Reame di Bosco Atro... Stiamo inseguendo degli uruk-hai diretti a Isengard...-
- Gli uruk-hai che cercate sono morti...tutti per mano nostra.-
- Ma c'erano degli hobbit con loro, dei piccoletti, non so come chiamarli- s'intro-mise Lilian- Li hai visti?-
- Ho detto che sono morti tutti... Mi dispiace..-
Aragorn abbassò lo sguardo a terra, costernato dalla notizia; Legolas fece altret-tanto, stringendo i denti per la tristezza.
- Forse sono scappati...- Lilian cercò invano di consolarli, ma sapeva, in una pic-cola parte del suo cuore che era molto più probabile che avesse torto.
- Non so se sono riusciti a sfuggirci, c'era troppa confusione..- il cavaliere salì sul suo cavallo- Se volete, cercateli, ma non confidate nella speranza...-
Fece un fischio acuto, e la schiera di uomini abbassò le lance e si diradò, lascian-do il passo a due cavalli:
- Prendete questi, intanto. Spero vi conducano a una sorte migliore dei loro pa-droni...- sussurrò ad Aragorn e poi guidò la sua compagnia lontano, verso nord.
Il baluginare delle loro armature si perse presto fra l'erba alta di Rohan:
- Quello doveva essere un incoraggiamento?- chiese dubbiosa Lilian.     
Nessuno si preoccupò di risponderle. Aragorn montò su uno dei due cavalli e prese con sè Gimli; Lilian andò con Legolas, e poichè i cavalli non le stavano granchè simpatici, preferì che fosse l'elfo a tenere le briglie.
Spronarono i destrieri verso una collina, oltre la quale si notava innalzarsi una lunga e bianca scia di fumo: un accampamento forse?
No...erano..:
- Cadaveri!- esclamò Lilian appena vide il mucchio fumante di carcasse di uruk-hai e orchi - Che schifo!-
La testa di un uruk-hai troneggiava con la sua smorfia di sorpresa e dolore in cima a una lancia conficcata a terra.
La ragazza saltò giù dal cavallo, e si mise a esplorare i dintorni: nessuna traccia di hobbit, solo il puzzo tremendo dei corpi cremati sul rogo.
Gimli spostò riluttante quel che restava delle fetide creature per cercare degli indizi: restavano solo ossa, che si sbriciolavano orribilmente sotto la lama della sua ascia.
Dopo un po' trovò qualcosa di troppo familiare: una cintura scura e intrecciata, che di solito si usava a Lòrien.
Appena la vide, Legolas abbassò gli occhi a terra: era chiaro che avesse perso anche l'ultima delle speranze. Si portò una mano al cuore, e recitò un paio di preghiere per i propri amici.
Aragorn invece si lasciò cadere in ginocchio dopo aver calciato un lurido elmo trovato a terra: urlò dalla disperazione, e il suo grido rieccheggiò per tutte le terre di Rohan.
Strinse i pugni, li abbattè sull'erba secca: ma non servì a calmarlo.
Dopo un attimo di pesante silenzio, Lilian gli si avvicinò e lo strinse forte: da dietro la sua schiena non poteva vedere l’espressione dell’uomo, ma non doveva essere molto diversa da quella che aveva lei.
Da dov’era, però, potè rendersi conto di una cosa veramente importante: quello che disse in se-guito colse i suoi compagni di sorpresa:
- Ho trovato qualcosa che potrebbe interessarci..- esordì, e guidò Aragorn e gli altri poco più lontano da lì - Guardate!-
Con un dito indicava a terra: c'era un segno confuso nell'erba, che lei interpretò come il segno di qualcuno che fosse stato disteso lì molto tempo: era una sago-ma troppo piccola per essere quella di un uruk-hai o di un orco.
- Forse quello era un hobbit...- disse Lilian - e qui c'era l'altro..- indicò un punto più a destra.
- Ci sono delle orme..- sussurrò Legolas.
- Orme? Dove? Dove?- esclamò Aragorn facendo pochi passi avanti.
Si chinò per terra, e afferrò qualcosa che giaceva nascosto dall'erba: una corda tagliata.
- Allora erano legati! E si sono liberati....e si sono allontanati, via dalla batta-glia!!-
Seguì a grandi passi le orme, seguito dagli altri tre increduli amici, guardando fisso per terra, finchè non si fermò di colpo:
- ...e si dirigono alla Foresta di Fangorn..- affermò Legolas.
Davanti ai quattro compagni giganteggiava un albero alquanto vecchio rugoso: dietro di esso, fitti rami intrecciati e foglie verdi ricoprivano quel lembo di pianu-ra fin dove occhio poteva vedere.
- Non dovremo mica entrare lì dentro, vero?- sussurrò spaventata Lilian.
- Se i due hobbit si sono rifugiati qui dentro, dovremmo andarci anche noi..- affermò pazientemente Aragorn: e s'inoltrò nella foresta.
Lilian si guardò attorno confusa, e incrociò negli occhi degli altri suoi due amici la sua stessa preoccupazione, nonostante cercassero di non darla a vedere:
- Dopo di te...- le disse Legolas, nel tono più tranquillo possibile, quasi sorridendole.
La ragazza si avviò nel buio di Fangorn, ma la sua paura non svanì nemmeno quando sentì i rassicuranti e silenziosi passi dell'elfo dietro di lei.
- "Dopo di te"...- Gimli imitò la voce di Legolas appena tutti furono spariti - Che ruffiano!-
Prese in mano la sua fidata ascia e s'inoltrò anch'egli. 

  
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