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Autore: _morph_    06/05/2011    6 recensioni
sono passati cinque anni da quando Pierre e Chocola stanno insieme, ma qualcosa non va per il verso giusto. qualcosa si insinua nel loro rapporto, in particolar modo, nella vita di Chocola.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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stare insieme

Mi risvegliai con Pierre accanto che mi stringeva da dietro. Doveva essere pomeriggio, non avevo fatto nessun incubo -finalmente- sussurrò facendomi voltare. Sorrisi divertita stiracchiandomi

-che bello dormire così tanto!- rise della mia espressione beata -sei rimasto tutto il tempo?- si alzò, probabilmente non ce la faceva più a stare sdraiato

-sì, nonostante Houx venisse ogni quarto d'ora, intimandomi ad andarmene. è da un po' che non lo vedo, chissà che fine ha fatto- mi alzai anche io, raggiungendolo, soddisfatta di essermi potuta finalmente riposare. Mi feci prendere per i fianchi e avvicinare

-mi inviti a cena stasera?- lo vidi avvicinarsi, donandomi il bacio più desiderato della mia vita

-certo- sentimmo entrambi bussare

-avanti!- gridai forse troppo forte. Notai Vanilla e Saul sulla soglia -rimanete a cena?- dissentii con la testa

-usciamo...- annuirono entrambi. Tornai a guardarlo quando uscirono -Saul era stranamente calmo...- constatai cercando di capire che cosa fosse successo

-prima che venissi da te, abbiamo parlato-

-e?- mi spinse per farmi camminare, dirigendomi verso il bagno

-non sono affari tuoi...- sentii che mi stava baciando il collo, facendomi il solletico

-sì che lo sono! Dai, voglio saperlo!- lagnai cercando di fermarmi

-e io non te lo dico- si impadronì avidamente delle mie labbra

-smettila!- mugugnai sentendo che continuava -sei impossibile!- rise ancora

-dai, vai a cambiarti- mi ritrovai costretta ad entrare in bagno. Chiuse la porta dietro di me. Non avevo scelta che fare quello che diceva. Saul era calmo, ma Pierre mi aveva tradita, andava contro la logica tutta la sua calma. Spinsi il palmo della mano sul bordo del lavandino marmoreo. I piedi perfettamente poggiati a terra. Ancora segreti, volevo sapere, conoscere cosa si nascondeva dietro quella quiete, cosa si nascondeva dietro i miei incubi, dietro quella che ormai era un'instancabile gelosia

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Ero nervoso, erano giorni che bastava poco per farmi arrabbiare. Che mi era passato per la testa? Che diavolo avevo in  mente da farmi arrivare a tradirla?

Ormai erano passate settimane. Mi mancava il sapore delle sue labbra, che per quante volte potessi spirarle con le mie, non mi stancava. Mi mancava la morbidezza dei suoi capelli, quando mentre dormiva ci affondavo il viso, abbandonandomi alle sensazioni che mi donava. Il nostro rapporto aveva subito troppo velocemente una spaccatura netta. Era stato il castello, ne ero certo. Qualcosa l'aveva colpita quella notte, pensavo di renderla felice portandola con me, invece avevo messe un punto a l'armonia tra noi. Adesso non mi rimaneva niente. I ricordi mi facevano male, ma occupavano prepotenti la mia testa, ostruendo il corso dei pensieri, riempendo il mio tempo della notte in cui era stata finalmente mia, in cui aveva lasciato che prendessi io il controllo del suo corpo, in cui aveva affidato la sua vita nelle mie mani. Il campanello suonava insistentemente da ormai qualche minuto, non volevo aprire, non ne avevo ne la voglia ne la forza. Mi diressi verso l'entrata, desideroso di scacciare velocemente colui che aveva interroto la pena che mi ero inflitto: pensare continuamente a lei, a come l'avevo persa, alla sua rabbia, al suo sguardo deluso. Mi ritrova Saul davanti, non era arrabbiato, aveva lo stesso sguardo che aveva Chocola il giorno della festa, quando avevo avvertito Satomi di non andare oltre con lei, poiché avrei perso l'ultimo barlume di lucidità che ancora avevo, quando stava con un altro

-possiamo parlare?- esordì serio. Avevo conquistato la sua stima, il suo rispetto, la sua amicizia negli ultimi anni. Mi era crollato tutto addosso

-sarei venuto a casa vostra tra poco- si guardò intorno circospetto, fissando imperterrito i quadri

-sta ancora dormendo...- mi informò neutrale. Tornò a fissarmi -non sono qui per farti la morale, credo tu abbia capito da solo la gravità del tuo errore- feci cenno di assenzo, rimanendo serio -tu ami Chocola?-

-se si ama una persona, viene spontaneo evitare di farle del male. Io gliene ho fatto, eppure sto impazzendo per lei, se potessi la porterei via con me anche in questo istante- mi interruppi per un solo istante -se solo acconsentisse...- sperai avesse capito

-quindi la ami...- si fermò per un istante -a che cosa hai pensato quando eri con Yurika?- feci un sorriso amaro

-pensavo a lei... Pensavo che se avessi baciato Yurika lei avrebbe capito che anche io potevo frefarmene. Pensavo che se l'avessi tradita, le avrei dato un motivo valido per arrabbiarsi, per poi fare pace e allora sarebbe tornato tutto a posto, ma ho ottenuto l'effetto contrario- mi sedei sullo sgabello del pianoforte, passando il dito svogliatamente su qualche tasto, senza seguire un ritmo preciso

-lei ti ama, in modo morboso, quasi sconcertante per avere solo 15 anni. Sai ti perdonerebbe qualsiasi cosa, ma sono cinque anni che state insieme, la vostra non si può esattamente dire una cotta adolescenziale, dovrai fare di più che chiederle scusa e dirle che è l'unica per te, dovrai aprirti, mostrarle la sua sincerità, e se ciò che mi hai detto è una mensogna, se la stai ingannando, giuro che sarò il primo a fare in modo che si dimentichi di te-

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Uscii dal bagno con la sola biancheria addosso, mi porse un paio di pantaloni neri, una canottiera rosa e un giacchetto coordinato. Feci un sorriso dispettoso -adesso decidi anche cosa mi devo mettere?- scosse la testa

-certo...- raccolsi in una coda i lungui capelli rossi -perché li leghi?- arricciai il naso. Si avvicinò, aiutandomi a radunarli in modo più compatto, in modo da farli sembrare in ordine. Mi diede un bacio sul collo nudo, facendomi sorridere divertita. Feci per scansarmi, ma mi cinse i fianchi tenendomi stretta a se -fai anche la difficile quando ti sto solo baciando-

-mi fai il solletico- sussurrai percependo le sue labbra salire, percorrendo la lina del mio collo. Lo sentii poi fermo sulla mia guancia -era da tanto che ti aspettavo-

-aspettavi che mi facessi perdonare?-

-aspettavo che ti aprissi a me, abbattendo tutto l'orgoglio che hai- mi fece girare

-non attenderai più...- ed era convinto delle sue parole, convinto di poter rispettare quella promessa -vuoi andare?- annuii. Indossai il mio trech grigio. Fuori mi prese per la vita, stringendomi a se -vestita così sembri più grande...-

-ah sì? E quanti anni mi dai?-

-ho detto che sembri. Se uno si mette a guardare la tua altezza ne dimostri 12- aggrottai le sopracciglia offesa

-dovresti vergognarti allora, stai con una di ben sette anni più giovane!-

-non mi vergognerei neanche se avessimo vent'anni di differenza- mi baciò ridendo dell'espressione che feci a quella sua affermazione

-dici davvero?- annuì imponendomi di continuare a camminare -ti sei mai sentito in colpa per la nostra differenza di età?-

-sono solo quattro anni, non mi sono mai preoccupato di questo- mi morsi il labbro inferiore -tu hai fatto le tue scelte, io le mie-

-e non ti sei mai chiesto cosa sarebbe successo se io per esempio avessi voluto farlo...- feci una pausa arrossendo -ecco, a 17 anni, o 18?-

-andiamo Chocola, smettila, non si riduce tutto al sesso, sì, sarebbe stata una cosa che mi sarebbe mancata, ma non parte tutto da quello, io ho te, il tuo carattere, ho i tuoi baci, posso accarezzarti la pelle, mi permetti di dormire nel tuo letto e tu nel mio, sarebbe stato come se mi avresti privato di una caramella in particolare, non avrei mangiato quella ma avrei avuto comunque tutte le altre- rimasi sbigottita da quel ragionamento contorto

-è diverso, diciamo più che sarebbe come se ti avessi privato dei dolci in generale e ti fossero rimaste solo le verdure-

-non dire sciocchezze, è come dire che te sei come i broccoli e quando facciamo l'amore ti trasformi in  cioccolata- feci una smorfia confusa

-sai, non è un bel paragone quello del cibo, visto il mio nome!- rise della mia affermazine, tornò a stringermi a se

-tu per me rimani cioccolata tutto il giorno, con o senza sesso- posai il viso al suo braccio

-Chocola- lo corressi sentendolo fare un ghigno compiaciuto dal mio assenzo alla sua affermazione -e stasera?-

-stasera che?- arrossii

-dormo da te?- mi sorrise

-vuoi tornare a casa?- dissentii con la testa

-quindi siamo arrivati alla conclusione che io sono della cioccolata in generale, e dopo essere stati sul monte roccioso, sono di tutti i gusti!- rise del mio tentativo di capire

-esatto, sei tutti i gusti...- feci un cenno convinto -e comunque sapevo di non dover aspettare- mi voltai di scatto verso di lui

-che vuoi dire?-

-sono passati cinque anni, ti affidi a occhi chiusi alle mie mani. Sapevo non avresti voluto aspettare tanto...- non volevo più parlare di quell'argomento, mi dava fastidio, mi irrigidivo quando si trattava quella questione -non dici più niente?- abbassai lo sguardo. Mi strinse dolcemente un fianco

-dove andiamo a cena?- sorrise facendosi beffe del mio imbarazzo

-non so, hai una vasta scelta...- lo interruppi fermandolo

-andiamo a casa tua, non ho voglia di cenare fuori. Ho freddo e ho voglia di...- strinsi i pugni -starmene un po' tra le tue braccia, stretta, e accoccolarmi un po' con te...- mi baciò con trasporto -non ti esaltare, non ho detto niente di strano! Sono settimane che non me ne stò abbracciata a te, l'ultima che ti è stata così vicino è stata Yurika, non mi sembra giusto!- scoppiò a ridere

-quindi è questo il motivo, ma dimmi, è più per gelosia, o perché ti sono mancato?- sbuffai irritata delle sue allusioni.

Mi portò a casa sua. Entrammo in punta di piedi, senza un preciso motivo. Mi trascinò nella sua stanza, facendo attenzione al rumore che producevano le scarpe sul pavimento di marmo. Nel vedere la sua stanza ebbi un brivido. Notai gli scatoloni che gli avevo dato, buttai in un angolo della stanza. Non li aveva neanche guardati, erano stati ignorati in quel piccolo spazio. Mi avvolse nelle sue braccia -hai ancora freddo?- dissentii con la testa aggrappandomi alle sue spalle larghe. Mi baciò dolcemente le tempie -non entrerà più nessuno qui dentro se non tu- mi sussurrò scivolando sulle mie labbra. C'era un velo di convinzione nel suo tono. Lo sentii stringermi a se, mi sfilò velocemente la canottiera. Mi coprii istintivamente, non ero più abituata, forse non lo ero mai stata. Mi guardò sbigottito -ti vergogni?- lo sentii prendermi i polsi delicatamente. Arrossii distaccando lentamente le braccia dal mio petto. Mi avviciò nuovamente prendendo possesso delle mie labbra, della mia bocca, premendo con forza su quel bacio. Mi fece sdraiare. Ero sotto di lui, succube del suo volere. Mi tolse i pantaloni, ma non me ne accorsi. Lo sentivo sul mio corpo. La sua camicia era volata via poco prima del mio indumento inferiore. Passavo incessantemente le mani sulla sua pelle liscia, su quei muscoli evidenziati, ben scolpiti ma non esagerati. Era più dolce del solito, mi sfiorava i capelli, le guance, indisturbato, con una delicatezza che mi sorprese. Mi morsi il labbro quando lo sentii soffermarzi sul collo, la lingua disegnare delle lenee che raggiunsero anche la clavicola. Mi irrigidii, non osando muovermi. Improvvisamente cominciai a odiare quel letto, odiare quella stanza, odiare lei. Come si era permessa di stare con lui quella notte? Lo spinsi via, con la fretta che mi scorreva nelle mani di prendere la mia maglietta e coprirmi dai suoi occhi. Mi guardò sbigottito -che hai?- feci una smorfia, simile a quella che assumevo quando provavo un certo disgusto per qualcosa

-sono stanca... non, non voglio...-

-fino a qualche secondo fa rispondevi tranquillamente ai miei baci, che ti è preso?- indossai la canottiera alzandomi

-ti ho detto che sono stanca, non voglio farlo con te!- mi resi conto di aver gridato. Si fece serio, rivestendosi. Si diresse verso la porta con passo spedito -dove stai andando?- si girò fulminandomi

-sai, credevo di potercela fare, perché ti amo, perché voglio aiutarti a superare qualunque sia il problema che hai, ma così non ci riesco!-

-vorresti dire che se non voglio fare sesso con te, allora non vuoi aiutarmi?!- ero rossa dalla rabbia, ero conscia della situazione che stavamo attraversando, ma cominciavo ad essere stanca, cominciavo a non farcela veramente più

-non sto dicendo questo! Ma i tuoi stupidi sbalzi d'umore mi fanno girare la testa, credevo di poter gestire la situazione, ma non se ti arrabbi anche quando non ne hai neanche l'ombra di un motivo!- strinsi convulsivamente i pugni, non avevo ragioni, motivi. Lui non capiva, non mi capiva. Mi trattava come se dovessi fare tutto secondo ciò che desiderava lui. Indossai i pantaloni, sconvolta da ciò che mi aveva detto. Lo guardai in cagnesco aggrottando offesa le sopracciglia. Feci a mia volta per andarmene. Mi fermò prendendomi i polsi -non andare via- scandì accuratamente le parole -io e te siamo fidanzati, stiamo discutendo, e adesso finiamo. Non provare ad andartene senza esserci chiariti!- lo spinsi via più irritata di quanto già non fossi

-hai ancora qualcosa, qualche insulto da lanciarmi? Dopo potrò andarmene o dovrò subire il tuo sfogo tutta la sera?- lanciai un occhiata verso il mio cappotto, rendendomi conto di doverlo prendere

-non ti ho insultata! Scusami se volevo sapere il motivo per cui di punto in bianco ti sei infuriata!-

-non mi sono infuriata!- sospirò facendo un sorriso amaro

-è meglio se ci vediamo un'altra volta- sussurrò dandomi le spalle. Uscii, delusa da quella serata, da me, dalla mia rabbia, dalla sua, dalla nostra disastrosa relazione che stava lentamente precipitando.

 

 

commenti dell'autore: lo so che sembra un po' un argomento futile da trattare quello del sesso, visto e considerato che in pratica devo improvvisare visto che il tempo è passato rispetto all'anime. Però volevo far vedere l'atteggiamento di lei che cambia per un nonnulla senza una precisa motivazione e dell'impatto che ha quando comunque deve rivivere le stesse esperienze dopo Yurika. è un  po' strano come capitolo, soprattutto il discorso sui dolci, spero comunque vi sia piaciuto.

Baci Marmelade

   
 
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