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Autore: Asmodeus    06/05/2011    2 recensioni
Song-fic Grindeldore nata dall'ascolto di "This is war" dei 30 second to mars. Lo storico ultimo incontro-scontro tra Albus e Gellert, prima del distaco per sempre
Continuavano solo a guardarsi, negli occhi. Continuavano a scrutarsi i reciproci cuori. Le due anime erano in battaglia da molto più tempo dei loro padroni.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Disclaimer: i personaggi non sono di mia proprietà (altrimenti mi chiamerei J.K.Rowling ù.ù)

Buoooooonasera a tutt*!

Finalmente, dopo secoli e secoli, sono stato colpito dall'ispirazione in modo improvviso, mentre me ne stavo tranquillo, a letto, ad ascoltare "This is war" dei 30 second to mars...e mi è stato inevitabile correre a prendere il pc e buttare giù questa songfic, continuavano ad accavallarsi nella mia testa tutte queste immagini che si sposavano benissimo con la canzone, e questo è quello che è saltato fuori! Spero sia uscito qualcosa di carino, o perlomeno leggibile, visto che è la mia prima songfic... Buona lettura e sono graditi i commentini, anche brevi, anche critici ma costruttivi! Passate una buona serata ;)

PS: il "*" sta per "i/e", per chi non lo sapesse xD Enjoy the songfic xD

 

_Asmodeus_


THIS IS WAR


 

A warning to the people

The good and the evil

This is war

 

Era stato deciso. Non poteva più tornare indietro da lì in poi, sarebbe andata come doveva andare e nulla l’avrebbe fermato. Erano giunti sul territorio nemico ormai, e sarebbe stata una lotta senza quartiere: morti su morti, distruzione su distruzione, dolore su dolore, per fermare altre morti, altre distruzioni, altri dolori. Niente bene, niente male, i valori morali in guerra non esistono, continuavano a ripetergli, e anche lui ne era ormai convinto. Quaggiù, la morte colpisce indistintamente, buoni e malvagi, e tutti sono buoni e malvagi, bontà alleata e malvagità nemica, e tutto si fondo e si mescola e quel gran calderone che era la sua mente ormai era colpo. Di ordini, di responsabilità, di speranze affinché andasse tutto bene. Ogni giorno che passava una mente troppo piena, un cuore troppo vuoto.

 

To the soldier, the civillian

The martyr, the victim

This is war

 

Nel suo petto batteva ormai sordo quel suo cuore troppo vuoto, o troppo pieno, che l’aveva condotto a questo punto. Ormai cosa cambiava tra le due cose? Erano due estremi troppo grandi per essere contenuti, per essere comandati, per essere ignorati. Doveva farlo, non voleva farlo, sapeva di farlo. La piana gelida e spoglia aveva allontanato tutti, e chi non era andato era morto. I suoi, i loro, tutti abbandonati sotto i colpi del vento sferzante, e solo loro, due graniti, rimanevano l’uno di fronte all’altro, senza agire.

Continuavano solo a guardarsi, negli occhi. Continuavano a scrutarsi i reciproci cuori. Le due anime erano in battaglia da molto più tempo dei loro padroni.

 

It’s the moment to truth and the moment to lie

The moment to live and the moment to die

The moment to fight, the moment to fight, to fight,

To fight, to fight

 

Aveva sempre rimandato quell’incontro. S’era detto che qualcun altro avrebbe agito al suo posto, non era il più potente tra i maghi del suo tempo, o il più saggio, il più buono, il più giusto. Che senso aveva per un pacifista come lui scendere in campo e marciare dentro una guerra con cui non voleva nulla a che fare? Dopotutto era, per una volta, coerente con le sue scelte, coerente con la sua anima: dedicarsi alla pace era il suo obiettivo, lasciare il ruolo di protagonisti ad altri, più capaci di lui, dediti al comando nella maniera corretta, leader capaci al posto di professori scolastici di Trasfigurazione più adatti a trasformare una sedia in una pioggia di fuoco che a condurre un esercito di maghi per proteggere la nazione. E dietro tutte queste maschere che fungevano da baluardo quasi inattaccabile mostrava quasi con orgoglio la propria paura del conflitto e della morte e l’incapacità di sopportare l’omicidio di qualunque umano, mago o babbano che fosse.

Ma sapeva benissimo di continuare a mentire a se stesso. Sapeva di avere le qualità per affrontare il problema, anzi, riconosceva di essere l’unico a poter affrontare Grindelwald e a sconfiggerlo. Sapeva di avere un ascendente così forte da spronare ogni mago del Mondo Magico a scendere in campo al suo fianco per schiacciare e distruggere il nemico. Sapeva di poter uccidere, dopotutto c’era andato molto vicino decenni prima, anzi, forse aveva già ucciso, forse la sua anima era già lacerata, e lui non poteva più rimediare.

E sapeva che non avrebbe mai potuto voler affrontare l’unica persona che aveva amato ed odiato con tale intensità da rinnegare se stesso per plasmarsi al suo compiacimento.

Ma molto poco spesso il volere individuale corrispondeva con quel volere più grande, che alcuni dicevano del popolo, altri del mondo, altri ancora del destino, che per lui non aveva altro nome che amore. L’amore muoveva il popolo, l’amore muoveva il mondo, l’amore muoveva il destino.  L’Amore muove tutto, e tutto muove l’Amore.

E lui ne era il più grande servo, volente o nolente che fosse.

Tempo di verità e di menzogne, tempo di vita e di morte, tempo di combattere contro se stesso per poter combattere contro l’altra metà della propria anima, tempo di sconfiggersi due volte, di morire internamente ed esternamente per compiere quella volontà di Amore che l’aveva sempre guidato.

 

To the right

To the left

We will fight to the death

To the edge of the Earth

It’s a brave new world from the last to the first

 

Un passo.

Fermo.

Il cuore batte all’impazzata.

Non muovere l’altra gamba, non farlo, no, no, NO!

Un altro passo.

Fermo!

Sempre più forte batte nel petto e nella mente, risuona nelle orecchie e acceca l’animo.

Non posso farlo. Non contro di lui.

Un altro passo. E un altro. E ancora una volta. Sempre più deciso, in balia del corpo senza una mente, assediata da un’anima sorda ad ogni preghiera e consapevolezza.

 

S’incontrano al centro dell’arida pianura, sempre più vicini, solo pochi passi li separano. I corpi dei compagni sono ormai lontani, non possono, non devono centrare nulla con loro due. Il mondo tira le sue sorti quaggiù, oggi, e la Storia osserva dall’alto i propri figli decidere il destino e a nessuno è concesso di disturbarli.

Si scrutano l’anima pugnalandosi con occhiate glaciali, si squarciano i propri petti e si mettono a nudo l’uno per l’altro, come hanno fatto una prima volta anni prima, per ritornare a capirsi al volo, a fondere le proprie coscienze in un’unica, potente entità e non essere mai divisi.

Non si tratta di Legilimanzia, come ben sanno, eppure è molto simile come sensazione, la fusione di coscienze, l’ingresso di ognuno nella mente dell’altro, la comunicazione più pura dell’universo, a diretto contatto con i sentimenti, senza possibilità di nascondere nulla all’altro.

Albus.

Gellert.

I due nomi rimbombano forti e chiari nelle rispettive menti e sembrano riempire l’intera piana, trasmettersi ad ogni essere vivente in quella landa desolata, formare un’unica sinfonia infinita come colonna sonora di quello storico incontro.

Nessuno può ricordare cosa si dicono, questa melodia di due singoli lapidari nomi assorda ogni coscienza, impedisce ogni forma di ragionamento differente dalla loro.

Nel silenzio più completo s’avvicinano ancora, fino a toccarsi, a prendersi per mano, ad abbracciarsi lasciando cadere amare lacrime l’uno sull’altro.

Le bacchette rimangono imprigionate al di fuori di quello scambio di sentimenti che dovrebbe essere una guerra, ma la vera battaglia si svolge dentro di loro, e i loro corpi avvinghiati ne sono la prova.

L’intero universo perde un battito nel momento in cui si sfiorano leggermente le labbra, in un casto bacio d’addio a se stessi e all’altro.

Si separano definitivamente, dandosi le spalle, allo stesso ritmo si allontanano uno dall’altro, le menti ancora collegate, ma tutto è ormai chiarito, ora potranno svolgere i propri compiti. Non c’è più rammarico alcuno, non c’è dolore, né disperazione, né paura, perché sanno che ormai sono entrambi morti ed allo stesso tempo tornati a nuova vita, e ora nulla ha più significato.

L’ultimo passo prima di voltarsi nuovamente indietro e rivedere per l’ultima volta quegli occhi nell’attimo precedente il fulgore infinito scatenato dalle loro bacchette.

Sono morti. Sono di nuovo qui. Nulla sarà più come prima ora. Le bacchette vengono estratte, l’aria entra prepotente nei polmoni e poi si voltano. Ed è la luce.

 

I do believe in the light

Raise your hands up t the sky

The fight is done

The war is won

Lift your hands

Towards the sun

The war is won

 

********

 

A piccoli passi silenziosi s’accosta alla bacchetta caduta a terra, il legno nodoso che trasmette l’immane potere e s’allaccia alla sua coscienza senza riserve. La raccoglie, le lunghe dita la sfiorano con delicatezza, come se fosse un bambino molto piccolo bisogno di ogni attenzione. Vorrebbe dedicarsi a tutt’altro, ma sa che è quello che deve fare per prima cosa, e la sua volontà ha abbandonato da tempo quel campo di battaglia, subordinata al proprio dovere. La scruta con gli occhi vivaci avvolti da ombre sconosciute, poi la ripone con attenzione accanto alla sua alla cintura, senza più curarsene per il resto della giornata.

E finalmente volge gli occhi all’avversario, che giace a terra indifeso nella polvere, gli occhi chiusi velati da calde lacrime amare che si premura di asciugare col dolce tocco delle mani. Sono entrambi adulti da un pezzo, eppure l’uno inginocchiato sul petto dell’altro paiono due bambini che si consolano dopo un gioco un po’ troppo spinto ed una brutta caduta. Apre gli occhi e lo fissa nelle sue splendide iridi, che non ha mai dimenticato, erano sempre presenti nella sua mente nonostante le atrocità che commetteva. Lui gli sorregge con amorevolezza il capo, per non ,lasciarlo nella polvere, e si scambiano amari sorrisi colmi di dolore infinito. Sanno entrambi che saranno gli ultimi momenti per loro di nuovo rinati, che le loro vite si separeranno per sempre e mai più si incontreranno.

Quante parole non dette in quegli anni, quanti sentimenti non espressi in quelle lacrime, in quegli sguardi, in quei sorrisi, ma tutto è futile dopo l’unione precedente.

Un semplice ti amo scorre tra di loro, silenzioso e nascosto, mentre si preparano all’addio definitivo.

 

A brave new world

The war is won

The war is won

A brave new world

 

 

 


_Asmodeus' Space_


 Mmm, che dire, spero che vi sia piaciuta questa mia descrizione dell'ultimo incontro tra Silente e Grindelwald...magari è troppo sdolcinato, ma io più che una battaglia l'ho sempre vista come un ultimo incontro prima dell'addio definitivo la loro storia, e questo è come m'immaginavo il tutto...ah giusto, spero si sia capito che le parti in corsivo sono i pensieri dei due PG!!!

Good Night ;)

   
 
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