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Autore: candidalametta    07/05/2011    8 recensioni
“dico davvero, voglio una fidanzata”.
Emma sospirò, chiedendosi perché la vita le avesse appioppato una piattola del genere nella sua estenuante carriera.
“beh, esci fuori e cercatene una, cosa vuoi da me? che ti stili la lista delle più belle ragazze di L.A. e te la presenti domani mattina insieme al caffè?”.
Jared rise, nonostante il sapore amaro della frase Emma non riusciva ad uscire dal suo ruolo professionale.
“una lista andrebbe bene, ma questa città non mi basta”.
“Dio Jared, sei il solito megalomane, neanche il mondo ti basterebbe” rispose polemica.
Il cantante le sorrise seducente e stavolta Emma trattenne il fiato per qualche secondo di troppo prendendo colore.
“oh si, il mondo mi basta”.
-
Immaginata, scritta e dedicata alla nostra Principessa Monica.
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"forse la fidanzata non mi serve come prima ti dicevo,
continuerò a fare zig zag tra soubrette e velette e ballerine di tip tap
voglio essere infantile ma con stile
fidanzare me è un’ingiustizia per la popolazione femminile
"
-articolo 31- la fidanzata-

 

 

 

La ragazza stava nervosamente raccogliendo tutto ciò su cui si posava il suo sguardo. Gettandolo poi con furia sul letto, dove, una valigia aperta accoglieva con riluttanza vestiti sgualciti e intimo stropicciato.
"stronzo" borbottava tra se l’italiana, "idiota" aggiungeva rammaricata pensando a se stessa.
Jared si sentì prudere le mani dalla voglia di uscire allo scoperto e scuoterla per tanta arroganza.
Qualcuno bussò alla porta, e Monica, con le mani ancora cariche di vestiti si bloccò un istante a fissare la porta con il cuore che batteva all’impazzata.

Se fosse …


"sono Emma" scandì una voce oltre la porta, "posso entrare?".
Monica sussurrò un "avanti" appena accennato, e mentre la segretaria entrava in camera ricordò cosa stava facendo e con furia ricominciò a mettere i vestiti nella borsa ormai stracolma.
"quindi ti arrendi" commentò la donna sedendosi sul bordo del letto e lisciando una manica che aveva sicuramente visto pieghe migliori.
"me ne vado" affermò la ragazza spostandosi nervosamente i capelli lontano dal viso.
"sono stanca di tutto questo" esordì esasperata, "stanca di dovermi chiedere ogni giorno perché sono qui. Se ci sia davvero la speranza che tutto questo non sia una menzogna. Se non si stia prendendo gioco di me, dei miei sentimenti. Se rimarrà qualcosa di vero dopo tutta questa storia balorda", ringhiò collerica scalciando le scarpe alte dai piedi doloranti.
"se c’è un po’ di verità in tutto questo o è solo una bugia troppo bella in cui credere" recitò ironica.
"sono stanca di lottare per qualcosa che non sarà mai mio" sospirò triste, "e sono davvero stanca della falsa immagine di me stessa che mi state costringendo a dare da una settimana … dove sono i miei vestiti? Io non voglio apparire diversa da quella che sono in realtà!" strillò riprendendo voce e battendo i piedi scalzi per terra.
Non gli importava più essere composta.
Non gli pesava essere considerata infantile.
Emma si alzò lentamente spostandosi in fondo alla stanza dove un armadio scuro era sempre rimasto sigillato durante la permanenza di Monica in quella villa.
Lo aprì con una chiave dorata che portava in tasca e dall’anta aperta Monica scorse il suo trolley abbandonato dal suo arrivo.
La ragazza con un sospiro di sollievo lo aprì per recuperare qualche vestito e correre poi dentro il bagno chiudendosi con violenza la porta alle spalle.
Ne uscì qualche minuto dopo con addosso dei jeans e un paio di tennis dall’aria vissuta.
Sopra con orgoglio indossava una felpa nera con i simboli dei my chemical romance.
Jared ringhiò infastidito fin quando non si accorse che, tirandosi su le maniche per allacciarsi una stringa, il polso rivelava la sua twistban.
Jared notò che aveva un’aria più rilassata.
Assolutamente e tacitamente tranquilla.
Normalmente attraente.
E poi era sicura, in quegli abiti che dovevano esprimere molto di più dei vestiti chiari con cui l’aveva vista nei giorni passati.
Non era scandalosamente conturbante eppure a Jared piacque, perché si vedeva che le bastava poco per sentirsi in pace con se stessa.
Monica poggiò lievemente timorosa il bel vestito pieno di lustrini che indossava fino a qualche minuto prima con insolito garbo sopra gli altri abiti stropicciati prima di dirigersi verso il suo trolley, inserirvi il beauty case e chiuderlo con gesto secco.
"mi dispiace" balbettò Monica adesso molto più tranquilla.
Emma fece un vago gesto della mano come per scacciare i suoi dubbi a proposito del galateo infranto.
"è che … davvero, sono stanca di tutto questo …" si lasciò sfuggire mentre metteva sulle ruote la valigia e la trascinava di qualche metro verso la porta.
"dovrei chiederti un favore" aggiunse a bassa voce, Emma la blocco indicandole la valigia aperta sul letto, "vuoi che te la spedisca direttamente a casa? È un regalo di Jared tutto quello che avete messo in questi giorni …", Monica scosse la testa, "no grazie non saprei che farmene. Io metto qualcosa di pratico di solito" commentò indicandosi la felpa con un gesto automatico.
"no, io mi chiedevo se tu potessi …", "all’ingresso della villa c’è un’auto per te, ti accompagnerà all’aeroporto. Li di solo il tuo nome e salirai immediatamente sul primo volo disponibile per l’Italia" la confortò Emma alzandosi dal letto e andandole vicina.
"grazie" le sussurrò Monica tendendole la mano, "è stato un piacere conoscerti Emma".
La segretaria strinse le sue dita con una presa ferma mentre la sua voce professionale tornava amichevole.
"anche per me Monica" le assicurò, strinse più forte la sua mano tirandola verso di se, bisbigliandole qualcosa all’orecchio che il cantante non poté sentire.
"non credo" si lasciò sfuggire Monica arretrando di un passo mentre Emma allentava la presa, lasciandola andare via.
L’italiana non si guardò indietro mentre usciva dalla camera lasciando chiudersi la porta alle spalle.
"buona fortuna" mormorò la segretaria guardando la maniglia tornare orizzontale.
Si concesse un lungo respiro prima di girarsi verso uno specchio troppo grande e fissarsi negli occhi con determinazione.
Quasi riuscisse a vedere lo sguardo blu nascosto a tutti.
"puoi venire fuori Jared" scandì a voce alta.
"i giochi sono terminati".


Jared non aveva voluto parlare con nessuno.
Nemmeno con Emma.
Neanche per chiederle cosa avesse detto a Monica prima ch la ragazza andasse via.
Si era semplicemente nascosto in camera, come faceva sempre quando era nervoso con il mondo.
Si era ritirato nelle sue stanze rinchiudendosi dentro per fare un lunghissimo bagno.
Immerso nell’acqua calda si era probabilmente distratto abbastanza da appisolarsi perché improvvisamente si accorse che il liquido in cui era immerso era freddo e la schiuma del tutto sciolta.
Sbuffando si asciugò infilandosi i pantaloni del pigiama e uscendo dalla sua camera.
Il bb incastrato in fondo alla tasca destra gli ricordava che erano le quattro di notte e che probabilmente era l’unica anima in pena ad aggirarsi come un fantasma scalzo per la villa.
Quasi meccanicamente andò in cucina, il ricordo del profumo di una torta al cioccolato lo sedusse abbastanza da andare a controllare se ne fosse rimasta una fetta.
"Sei troppo magro Jared", ridacchiò divertita puntandogli contro la mano sporca di crema.
Scosse la testa nella sua malsana memoria per i dettagli mentre socchiudeva la porta ed entrava nella cucina.
Su uno sgabello alto, appoggiata al bancone di marmo lucido l’iraniana, Valeriè, stava controllando qualcosa su un pc portatile mentre finiva di mangiare un muffin ai frutti di bosco di ben nota provenienza.
Il cantante si ricordò che a conti fatti era l’ultima concorrente rimasta di un gioco ormai irrimediabilmente perso.
"ciao" biascicò Jared andandole accanto.
La ragazza gli fece un vago cenno con la mano mentre Jared si issava sul piano di marmo così da guardarla in volto oltre lo schermo bluastro che determinava la luce nella stanza.
"come mai non dormi?" domandò afferrando un dolcetto alla vaniglia dal vassoio che Valeriè aveva tirato fuori dalla dispensa.
L’iraniana si strinse nelle spalle indifferente, "sono nata in un paese di guerriglia. Dormo poco la notte".
Jared imbarazzato tolse con delicatezza la carta dal muffin, era certo della provenienza della ragazza ma non troppo sul tipo di vita che affrontava ogni giorno.
"è per questo che mi sono unita agli Echelon sai?" gli spiegò senza dargli il tempo di chiedere, "perché il vostro album mi ha colpito. Per una come me che non ha mai abbandonato la guerra è praticamente normale venire attratta da tutto ciò che la riguarda. Fosse anche il titolo di un cd su uno scaffale di musica straniera".
Valeriè sorrise e Jared capì che voleva solo essere ascoltata, e che, dopo tutto quello che era successo era il minimo che le doveva.
"immagina la mia sorpresa quando ho scoperto che la guerra che cantavi non era quella che i miei hanno sempre combattuto. Quella verso qualcun altro. Il nemico esterno".
Prese un altro morso del dolcetto meditando qualche secondo.
"la battaglia all’interno di se stessi, contro quello che poteva nascere dentro di noi era qualcosa che non avevo mai compreso del tutto. Che non potevo scoprire perché per me la minaccia era sempre arrivata da fuori", gli sorrise incoraggiante nella luce bluastra del portatile tra di loro.
"devo dirti grazie per questa opportunità. Sono grata a te, a Shannon e a Tomo ad avermi ricordato che se non l’avessi scelto dentro di me, il nemico oltre il confine non esisterebbe nemmeno … E forse, un giorno, quando questo concetto sarà chiaro a tutti, non esisterà più per nessuno".
Valeriè allungò una mano nel buio per sfiorare la sua e Jared gliela strinse lievemente in una carezza.
"grazie per avermi dato un’occasione, una speranza nuova e una nuova famiglia".
Jared le sorrise di rimando.
"dovere" sussurrò lasciando perdere il muffin e tenendole ancora la mano.
L’iraniana si liberò della stretta per guardarlo con serietà.
"non verrò a letto con te Jared" gli assicurò nel suo tono più serio.
Il cantante deglutì a vuoto, "io … veramente …".
La ragazza si lasciò scappare una risata trattenuta nel silenzio della notte, "oh lo so cosa vuoi Jared, a dispetto di tutto quello che pensi su di me io posso affermare di conoscerti abbastanza da sapere cosa vorresti. Ma non preoccuparti, non è per questo tipo di premio che ho voluto partecipare al gioco" lo rassicurò guardandolo bonariamente.
"e allora per cosa?" domandò frastornato il cantante.
"te l’ho detto" ripeté calma l’iraniana, "sono venuta per ringraziarti personalmente, di tutto … specialmente di avermi aperto gli occhi".
Lo sguardo di Valeriè era carico di significato.
"come spero di poter fare io per te".
Jared si sentì spiazzato mentre la ragazza si alzava per venirgli più vicino e premergli impunemente una mano sul petto nudo.
Sopra il cuore.
"c’è un solo motivo per cui ti sei cacciato in un casino così grande Jared. Ed è perché sei stanco di avventure senza senso, di inutili storielle che ti lasciano sempre più triste. Tu volevi trovare qualcuno che non solo ti amasse, ma di cui innamorarti".
Valeriè sentiva il cuore di Jared battere più forte sotto il suo palmo.
"solo che non ci credevi davvero. Speravi di trovare un’altra maschera, abbastanza diversa da confondere persino te stesso e fare finta che ti importasse davvero di qualcun altro. Che potesse ancora succedere lo straordinario miracolo di sentirsi toccati da una persona così profondamente da aver lasciato un segno. E ricambiarlo. In scottature gemelle su anime diverse".
L’uomo guardava la ragazza davanti a se perdere forma e diventare se stesso e le sue paure.
"datti la possibilità di amare Jared" gli sussurrò Valeriè avvicinandosi al suo viso.
Gli posò un lieve bacio sulla guancia.
"lei lo fa già".

Jared attese che il buio inghiottisse la figura della combattente prima di reagire.
Scese dal piano di marmo e fece per spegnere il pc, quando sullo schermo luminoso di una pagina di un sito italiano non scoprì il nome conosciuto di una principessa perduta.
"fan fiction" mormorò tra se mentre cercava il tasto giusto per tradurre la pagina in attesa.

 

 

Ragazze mie,

care al mio cuore come le fragole con panna! *qualcuno scappa terrorizzato*

Sapete che mio zio (che supervisiona da lontano la mia connessione) mi crede una deficente?

No perchè rido senza motivo ogni volta che guardo un nuovo commento ;P

Anche questa volta vi siete superate in velocità e bravura per le vostre recensioni.Sono davvero uno spasso ;)

Bene, adesso che mi sono rabbonita la massa e che ho ampiamente schivato l'incudine di Monica per averla fatta allontanare dalla casa posso ringraziarvi tutte e darvi appuntamento a presto ... prestissimo ... praticamente immeditamente!

Quindi occhio all'aggiornamento e veloci con le recensioni! ;P

Siete la mia coccola quotidiana!

*Lori saltella via spargendo cioccolatini*

 


ps: ma quanto erano bravi gli articolo 31 al massimo del loro splendore???

Ah! beati ricordi di gioventù!!

  
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