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Autore: VaniaMajor    08/05/2011    4 recensioni
Sesshomaru e Inuyasha, principi di Nishi, difendono il loro regno dai perfidi Naraku e Soichiro cercando al contempo di utilizzare le spade che il padre ha lasciato loro in eredità. Inuyasha ha trovato la sua vera forza nella miko Kagome, ma chi avrà mai il coraggio di stare accanto a Sesshomaru? Intanto, Naraku diventa sempre più potente, tanto da mettere in discussione la profezia che lo vuole sconfitto...Una AU della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Author's note: E finalmente entra in scena la nostra Anna! Ma...forse è troppo presto per cantare vittoria. Anzi, sembra che le cose siano molto più complicate del previsto. Inoltre, Sesshomaru ha poca pazienza...

CAPITOLO 7

AL VOSTRO SERVIZIO


Kagome insistette affinché Anna, la yokai appena salvata da Sesshomaru, venisse curata a dovere prima di farle perdere altre energie nel costringerla a raccontare la sua storia. Lei e Sango si allontanarono con la yokai e Rin, cercando un corso d’acqua o una pozza da cui poter attingere acqua per pulirle la ferita e poi fasciarla senza che vi fossero attorno occhi indiscreti. La disinteressata proposta di Miroku di accompagnarle fu debitamente respinta.
«Non mi piace troppo che vadano sole.- borbottò Inuyasha- Che ne sappiamo di quella tipa? Potrebbe essere ben altro che una nemica di Naraku e Soichiro!»
«Non credo, Inuyasha, soprattutto visto che Tenseiga ha guidato Sesshomaru sia alla bambina che alla yokai.» disse Miroku, dopo aver tirato un sospiro deluso per l’impossibilità di avere una visione del corpo della donna.
«La spada forgiata dal mio antico padrone non può sbagliare.» disse Jaken, tronfio quasi la cosa fosse merito suo.
«Beh, a me sembra che Rin e quella Anna siano brave persone. Io non mi farei scavare il ventre da un verme per dimostrare che sono nemico di Naraku.» disse Shippo, con un brivido. Inuyasha si voltò verso il fratello, che era in piedi poco distante, rigido e impassibile.
«Ehi, Sesshomaru…hai notato che quella donna odora di umano?» chiese, sorprendendo i presenti.
«Cosa…Inuyasha, sei certo di ciò che dici?» chiese Miroku.
«Non capisco come sia possibile, ma è così. E’ uno yokai, ma conserva addosso un odore umano.- annuì Inuyasha- La cosa non mi quadra. Quella donna è davvero misteriosa.»
«Il suo corpo e la sua yuki sono puramente demoniaci, ma la sua anima è umana.» disse Sesshomaru, interrompendoli. Tutti si voltarono verso di lui, ma Sesshomaru non ricambiò lo sguardo, continuando a fissare la direzione in cui le ragazze si erano allontanate. «L’ho avvertito chiaramente. La sua anima è umana e il suo sangue yokai, per quanto puro, è instabile. Quella donna è diventata uno yokai. In origine, era un essere umano.»
«Cosa?!» sbottarono tutti.
«Ehi…ma è possibile una cosa del genere?» chiese Shippo, attonito.
«Ma va’, non può essere fattibile…» disse Inuyasha, rifiutando di credere una cosa tanto assurda. Un essere umano non poteva mica diventare uno yokai! Sesshomaru doveva essersi sbagliato.
«Quella donna ha il potere di attrarre a sé le energie altrui.- continuò Sesshomaru, come se non li avesse sentiti- Assorbe le energie, perfino quelle demoniache. Quei cadaveri…» Lanciò una breve occhiata verso il luogo della battaglia tra Anna e Naraku. «Metà di loro sono stati assorbiti, l’altra metà carbonizzati come per il rilascio di una grande quantità di energia demoniaca. E’ opera sua.»
«Come hai fatto a capire una cosa del genere?» sbottò Inuyasha. Ora che Sesshomaru lo diceva, risultava evidente come fosse stato perpetrato quel massacro.
«Sesshomaru-sama sa sempre tutto.» disse Jaken, guadagnandosi occhiate disgustate da parte di tutti i presenti. Miroku tamburellò le dita sullo shakujo, riflettendo.
«Se ha questo potere, potrebbe davvero aver operato una fusione con un demone.- disse, dopo qualche istante- E’ magia nera, il che significa che questa donna ha una certa cultura in materia, oltre ad un evidente potere innato. Sì, se fosse stata spinta sull’orlo della morte e in quel momento uno yokai l’avesse attaccata…»
«Vuoi dire che è possibile? E’ possibile per un essere umano diventare uno yokai?» chiese Inuyasha, sbalordito.
«Un essere umano meno potente sarebbe diventato un hanyo, con un’alta possibilità di insuccesso.- mormorò il monaco, corrugando la fronte- Per essere diventata uno yokai, per quanto instabile, significa che questa donna possedeva un potere latente enorme.»
Inuyasha fischiò piano, impressionato, poi assunse un’espressione decisa.
«Avevo scartato quest’ipotesi quando ho visto che la donna era una yokai, ma…- disse, voltandosi verso suo fratello- Sesshomaru, non si tratterà di LEI? Ci hai pensato?»
«Intendi dire…la sposa della profezia?» chiese Shippo.
«Non dire sciocchezze!» sbottò Jaken. Inuyasha gli mostrò il pugno con un chiaro gesto di minaccia, riducendolo al silenzio.
«Pensateci un attimo: è potente, una guerriera nemica di Naraku che è quasi stata fatta fuori dal nostro odiato nemico. Non è di brutto aspetto e ha un cuore umano, anche se il suo corpo è quello di uno yokai.- continuò Inuyasha, convinto- Direi che le coincidenze sono troppe per poterle ignorare!»
«Se fosse anche una principessa, il quadro sarebbe completo.» mormorò Miroku, con un luccichio interessato negli occhi violetti.
«Bene, allora appena torna…» disse Inuyasha.
«Appena torna ve ne starete zitti.- li gelò Sesshomaru, la voce secca come una frusta- Non mettetele in testa strane idee. Se sapesse che cerchiamo una principessa, probabile che si fingerebbe tale e dovremmo perdere tempo a scoprire se dice o meno il vero. Ascolterò la sua storia come uscirà dalla sua bocca.» Li fulminò con i suoi occhi d’ambra per sottolineare il fatto che stava dando loro un ordine e non un consiglio.
«Io non credo che una donna, potendo scegliere, si fingerebbe la sposa predestinata di Sesshomaru.» borbottò Shippo, non così piano da non essere sentito. Lo sguardo che Sesshomaru gli lanciò lo spinse a nascondersi dietro Jaken.
«Sesshomaru non ha tutti i torti. Non conosciamo ancora questa Anna e non mancano le donne ambiziose a cui farebbe gola il trono di Nishi.- disse Miroku, riportando la calma- Lasciamola raccontare senza interferenze. Se si tratta di una nobile, senza dubbio sarà lei stessa a dircelo. In ogni caso, Tenseiga ci ha guidati a lei e scopriremo presto se e come sarà utile a Sesshomaru.»
Dopo un momento di incertezza, Inuyasha annuì, approvando le parole dell’amico. Non dovevano avere fretta di trovare la donna della profezia, altrimenti avrebbero rischiato di fare la scelta sbagliata. Non che Sesshomaru sembrasse molto interessato…Abbassò lo sguardo su Tessaiga, mentre gli altri si mettevano comodi ad aspettare. Quello che non aveva detto agli altri era che, per un attimo, quando quella donna aveva alzato gli occhi per incontrare quelli di Sesshomaru, Tessaiga aveva vibrato al suo fianco. Poteva esserselo immaginato, eppure…


***


Passò poco meno di mezz’ora prima che le ragazze sbucassero dal folto. La yokai camminava senza aiuto tra Sango e Kagome, anche se un po’ piegata in avanti per il dolore al fianco. Il suo vestito devastato le dava un’aria disordinata in netto contrasto con la pacata serietà del suo volto. Ora che i suoi lineamenti non erano distorti dalla sofferenza appariva ovvia la sua bellezza. Occhi chiari, pelle bianca, tratti regolari e appena affilati, cosa che conferiva un certo mistero alla sua espressione. Aveva una fiamma azzurro e oro, come i suoi occhi, tatuata sulla fronte. Era più alta di Kagome e Sango, e i capelli color oro le arrivavano all’incavo delle ginocchia. La piccola Rin le camminava a fianco come una guardia del corpo.
«Vi chiedo scusa per avervi fatti aspettare.» mormorò la yokai, inchinandosi con grazia davanti a loro. I suoi modi sembravano piuttosto raffinati, indice che aveva ricevuto una buona educazione.
«Stai meglio?» chiese Shippo. La donna gli sorrise con calore, facendolo arrossire.
«Molto meglio, piccolo kitsune, grazie.» rispose, mentre Inuyasha e Jaken guardavano con curiosità la reazione di Shippo. In meno di un secondo, Miroku era davanti ad Anna, con le sue mani strette nelle proprie.
«Dolce signorina, è il fato che ci ha condotti sulla vostra strada.- disse il monaco, fissando Anna con sguardo serio e profondo- Se vorrete sdebitarvi del nostro aiuto, sappiate che io sarò lieto di fare un figlio con v…»
L’Hiraikotsu di Sango centrò Miroku alla testa, liberando Anna dalle sue grinfie. Rin si coprì la bocca con una mano, soffocando un sorriso.
«Non ci badare, è solo un monaco maniaco.» disse Sango, fulminando Miroku con un’occhiata inceneritrice. Anna rise piano, avendo compreso la relazione tra i due.
«Lascia che ti presenti gli altri, Anna.» disse Kagome, sorridendo con fare rassicurante. Le sciorinò i nomi dei presenti, finendo con Sesshomaru. Anna fissò il demone, che a sua volta la squadrò con freddezza. Rin corse dallo yokai, sorridendogli.
«Nee-chan, è stato Sesshomaru-sama a salvare Rin. Lui è buono e forte come avevi detto tu.» disse, toccando una mano di Sesshomaru e guardando lo yokai con gioia e adorazione palese. Lui non la scostò, turbato dalla familiarità che quella bambina dimostrava nei suoi confronti. Anna si inchinò ancora a Sesshomaru.
«Non so come ringraziarvi per aver salvato Rin, Sesshomaru-sama.» disse, piano.
«Comincia spiegando il tuo rapporto con Naraku, donna.» disse Sesshomaru in tono secco. Kagome corrugò la fronte sentendolo apostrofare la yokai in quel modo sgarbato, ma Anna si limitò ad annuire e Rin nemmeno parve farci caso. Quelle due avevano davvero un bello spirito di adattamento! Anna si sedette, spingendo gli altri a fare altrettanto. Rin rimase accanto a Sesshomaru, come se non se ne potesse staccare.
«Io e Rin siamo originarie del villaggio di Karenomi, governato dalla famiglia Seimei.» iniziò.
«Karenomi?!- la interruppe subito Inuyasha- Abbiamo visitato quel villaggio un paio di giorni fa! Allora tu sei coinvolta nell’attacco che Naraku ha sferrato ai Seimei?»
Anna parve sorpresa da quella domanda.
«Voi…siete stati a Karenomi?- mormorò, chinando il capo in un’espressione riflessiva- Capisco. Era logico che una tale notizia vi avrebbe spinti a indagare.»
«Vai avanti senza perderti in chiacchiere.» le ordinò Sesshomaru, e Anna annuì.
«Vedete, io non sono sempre stata come mi vedete ora. Fino all’attacco di Naraku, io ero un essere umano.» disse, sfiorando con fare assente i propri capelli dorati. Le ragazze mandarono un ansito di sorpresa, mentre gli altri si fecero soltanto più attenti, avendo avuto conferma all’intuizione di Sesshomaru. Restava da scoprire se l’ultimo tassello coincideva. «Avevo il compito di vigilare la frontiera per la famiglia Seimei. Sono una guerriera e una maga discreta.- continuò Anna, seria- Ho sempre svolto con successo il mio compito, almeno fino all’attacco in forze che Naraku ha condotto contro Karenomi.» Smise di parlare quando vide la delusione sui volti del monaco, del kitsune e del principe Inuyasha. «C’è qualcosa che non va?» chiese.
«Sei…una guerriera, allora?- chiese Miroku, gentile- Non sei di sangue nobile? Nessuna parentela con i Seimei?»
«No.- rispose subito lei, con volto inespressivo- Perché?»
Miroku scosse il capo e le fece cenno di continuare, ma scambiò un’occhiata delusa con Inuyasha. Quella donna non era la principessa della profezia e questo significava che erano ancora in alto mare. Un vero peccato. Nessuno si accorse che la piccola Rin aveva aperto e chiuso la bocca, come se si fosse trattenuta dal dire qualcosa.
«Ebbene, non starò a rendere la storia più lunga di quanto non sia. Vi basti sapere che Soichiro di Higashi aveva avuto notizia dei miei poteri e…mi ha chiesta in sposa tramite i Seimei.» disse la yokai, fra i denti.
«In sposa?!» sbottò Kagome.
«Quel Soichiro?!» le fece eco Sango, sbalordita. La vecchia tigre cercava moglie tra gli esseri umani?! Incredibile! Sesshomaru si limitò a stringere le labbra, contrariato. Ecco cosa si nascondeva dietro gli atteggiamenti nervosi del capofamiglia Seimei…quel dannato ningen doveva aver trattato, anche se per breve tempo, con Soichiro.
«Io rifiutai.- continuò Anna, e nei suoi occhi passò un lampo d’odio inequivocabile- Sono fedele al Nishi e conosco la crudeltà di Soichiro. Lui insistette, mi mandò Naraku con grandi doni. Io rifiutai di nuovo. Soichiro si indignò…»
«E come risultato mandò Naraku ad attaccare il villaggio.» finì per lei Inuyasha, con una smorfia. Anna annuì.
«Feci il mio dovere e combattei fino allo stremo delle forze, ma eravamo un pugno di esseri umani contro un’orda di demoni…non potevamo che soccombere.» mormorò. Chiuse per un attimo gli occhi in un’espressione sofferta, poi li riaprì con fare deciso. «Io combattei contro Naraku, ma lui era troppo potente per le mie forze. Mi ridusse in condizioni pietose e le esalazioni del suo miasma mi avvelenarono. Caddi davanti alle mura crollate del palazzo, incapace di difenderlo. Mi restavano pochi attimi di vita.- la sua bocca ebbe un guizzo- Naraku avrebbe dovuto finirmi allora…ma non è nel suo stile sporcarsi le mani direttamente. Sono certa che, avendolo combattuto a lungo, voi conosciate questo suo modo di fare.»
Tutti annuirono. Avevano avuto ben più che un assaggio del modo di fare di Naraku, negli anni.
«Consentì ad un neko-yokai di divorare i miei resti.- continuò Anna, con voce atona- Quando questi mi azzannò, il mio corpo reagì senza quasi chiedere aiuto alla mente. Ero al limite e l’unica cosa che desideravo era vivere. Operai un incantesimo di fusione, sottraendo al demone tutta la sua energia e inglobandola nel mio corpo.»
«Allora avevamo ragione.» disse Inuyasha, attirando la sua attenzione. «Io e Sesshomaru,- spiegò lui, di fronte alla perplessità della yokai- abbiamo avvertito subito il tuo odore umano. Sesshomaru aveva capito che sei diventata yokai con la magia.»
Anna guardò Sesshomaru con un certo rispetto, ma lui non ricambiò lo sguardo. Quella storia iniziava ad annoiarlo e voleva che finisse in fretta. Ora che sapeva che la sua ricerca non era conclusa, non voleva perdere altro tempo. Inoltre, qualcosa negli occhi di quella donna lo irritava terribilmente.
«In breve, divenni ciò che vedete ora. Il mio corpo è demoniaco, la mia anima umana. Il mio sangue è instabile, ma ancora non so come questa pecca si manifesterà.- disse la donna, come se l’atteggiamento di Sesshomaru le avesse messo fretta- Assorbo le energie di chiunque e sono in grado di usarle come arma esplosiva. Grazie a questi poteri, ho ricacciato Naraku e i suoi demoni, sorpresi dal mio attacco improvviso. Poi, stremata dalla lotta e dall’incantesimo, sono crollata. Quando mi sono risvegliata, sono stata invitata a lasciare il villaggio.»
«Ti hanno costretta, nee-chan!- intervenne per la prima volta Rin, indignata- Avevano paura di te!» Anna la guardò con affetto ma fermezza, e lei si zittì, abbassando lo sguardo.
«La secondogenita della famiglia era…morta.- continuò la yokai, e la voce le cedette per un istante- Inoltre, spero non vi offendiate, molte famiglie umane trovano ancora strana l’alleanza con gli yokai e la mia trasformazione aveva messo tutti a disagio.  Come se questo non bastasse, sapevo che Naraku sarebbe venuto a finire il lavoro e non volevo che Karenomi subisse altre ferite a causa mia. Ho accolto l’invito e me ne sono andata da Seimei, portando Rin con me. Non siamo sorelle di sangue, ma negli ultimi due anni ci siamo occupate l’una dell’altra.»
«Questo accadeva due settimane fa?- chiese Kagome, e quando lei annuì chiese- Allora come mai ti trovi a così breve distanza dal villaggio?»
Anna tornò a guardare Sesshomaru nonostante la sua risposta fosse rivolta a Kagome.
«Il mio desiderio è uccidere Naraku e Soichiro, ma sono conscia dei miei limiti nell’usare il potere demoniaco. Avevo pensato di mettermi al servizio di Sesshomaru-sama…offrirgli il mio potere in cambio di un adeguato addestramento e della possibilità di tornare a combattere.- spiegò con voce dura come l’acciaio e un lampo inquietante negli occhi azzurri- Purtroppo, il mio cammino verso ovest è stato ostacolato a tal punto che sono dovuta tornare indietro. Mi stavo dirigendo verso il territorio di Koga…»
«Conosci Koga?!» sbottarono in coro Kagome, Inuyasha e Miroku. Lei annuì, sorpresa.
«Abbiamo collaborato, di quando in quando, negli ultimi due anni.- disse- In ogni caso, speravo mi avrebbe dato una mano a liberarmi degli scagnozzi di Naraku per permettermi di dirigermi di nuovo ad ovest…ma come avete visto, oggi Naraku in persona mi ha trovata e quasi uccisa. Non so dosare la mia forza, ne ho sprecata troppa all’inizio del combattimento. Un errore che mi è quasi costato la pelle.»
Si zittì. Con tutta evidenza pensava di non avere altro da aggiungere e per qualche istante vi fu silenzio, mentre gli altri assimilavano le informazioni acquisite. Anna si alzò e andò a piazzarsi davanti a Sesshomaru, abbassandosi poi su un ginocchio in segno di omaggio come avrebbe fatto un guerriero. I suoi occhi azzurri catturarono quelli ambrati del principe dei demoni con una fermezza che allo yokai non piacque per niente. Presagiva complicazioni.
«Sesshomaru-sama, permettetemi di combattere per voi.- disse Anna, decisa- Metto a vostra disposizione la mia vita, in quanto essa è vostra dal momento in cui me l’avete salvata. Combatterò Naraku e Soichiro per il bene di Nishi. Vi chiedo solo di indirizzare il mio potere nella giusta direzione.»
«Io non ho tempo da perdere dietro a una stupida ningen che non sa gestire i poteri yokai. Se la mia spada non avesse reagito, oggi, non mi sarei curato della tua vita.» la freddò lui, gelido. Gli altri videro la donna impallidire e stringere le labbra, ma il suo sguardo non vacillò. Era inquietante come riuscisse a mantenere su di sé l’attenzione di Sesshomaru.
«Non voglio essere protetta, né salvata da voi. Se mi addestrerete, sarò autosufficiente e meriterò la morte che verrà in caso di insuccesso. Sono stata una ningen, è vero, ma non sottovalutate la forza di volontà di un essere umano. Mettetemi alla prova, Sesshomaru-sama. Non vi deluderò.» fu la sua aspra replica. In una sola frase, era riuscita a pregare Sesshomaru di aiutarla e a riprenderlo tra le righe per il suo disprezzo per gli esseri umani. 
Sesshomaru se ne accorse benissimo e corrugò la fronte. Per quanto dicesse di essere sottomessa, e per quanto si atteggiasse tale, quella donna aveva un carattere forte e probabilmente era abituata a far pesare la propria opinione. Se lui avesse accettato la proposta, di certo avrebbe guadagnato una seccatura che gli avrebbe fatto rimpiangere la scelta fatta per i giorni a venire. Se avesse rifiutato, però, sarebbe andato contro il volere di Tenseiga…e avrebbe perso una potenziale arma contro Higashi. Se l’eredità paterna l’aveva spinto a salvare la bambina e la donna doveva pur esserci un motivo. Inoltre, in quegli occhi c’era qualcosa che se da una parte lo irritava, dall’altra lo incuriosiva…e non erano molte le cose che incuriosivano il Grande Sesshomaru.
«Farai quello che io ti dico, senza discussioni.» asserì infine. Anna, comprendendo che si trattava di un assenso, finalmente abbassò il capo in segno di sottomissione, accettando la condizione. Sesshomaru si alzò. «Ora muovetevi. Abbiamo perso anche troppo tempo.» disse, secco, incamminandosi tra gli alberi e lasciando il gruppo dietro di sé. 
«Benvenuta nel nostro gruppo, Anna!» esclamarono Kagome, Sango e Shippo, mentre Jaken correva dietro al padrone, sparendo alla vista. Anna sorrise graziosamente, lieta di essere accettata con tale entusiasmo.
«Andremo…con Sesshomaru-sama?» chiese Rin, nell’improvviso silenzio.
«Sì, Rin.- rispose Anna, strappando un gridolino di gioia alla bambina, prima di alzarsi da terra e rivolgersi agli altri- Perdonate…dove vi state dirigendo?»
«Seguiamo il confine. E sarà meglio darci una mossa, o quel ghiacciolo ambulante ci lascia indietro.» sbuffò Inuyasha, facendo cenno a Kagome di seguirlo.
«Il confine?» chiese Anna. Prese la mano di Rin e seguì gli altri fra gli alberi. Sembrava si fosse già ristabilita abbastanza da tenere il passo. Miroku le si affiancò, sorridendo.
«Avete mai sentito parlare della profezia che riguarda la famiglia reale di Nishi?» chiese il monaco, affabile.
«Sì, a grandi linee.- ammise Anna- So che è scritto che saranno i principi di Nishi a uccidere i nostri nemici. Proprio per questo ho deciso di mettermi al servizio di Sesshomaru-sama, anche se le profezie sono spesso inesatte…»
«Questa è esatta.» tagliò corto Inuyasha, seccato, lanciandole un’occhiataccia.
«Chiedo perdono se vi ho offeso, Inuyasha-sama.» disse subito lei, rigida. Kagome tirò un orecchio a Inuyasha, facendo ridere Rin e Shippo.
«Non ti preoccupare, non si è offeso. Se si parla di Naraku, però, diventa suscettibile.- spiegò la miko- Inuyasha, non essere sgarbato!»
«Va bene, mi spiace. E per carità, non chiamarmi Inuyasha-sama.» brontolò Inuyasha, sedato.
«Sono spiacente anch’io…Inuyasha.- disse lei, di nuovo gentile- So che tu e i tuoi compagni avete già trovato la Shikon no Tama, perciò la tua parte della profezia è stata esaudita. Non volevo mettere in dubbio il vostro operato.»
«Conosci la Shikon no Tama?» chiese Sango, interponendosi per precauzione tra Miroku ed Anna.
«Me ne ha parlato Koga, poco tempo dopo che Sesshomaru-sama gli aveva affidato la regione.» ammise lei, strappando una smorfia a Inuyasha.
«E sapete cosa si richiede a Sesshomaru nella seconda parte della profezia?» continuò Miroku, lanciando un’occhiata ferita a Sango. Anna scosse il capo. «Beh, il nostro Signore di Nishi scoprirà il suo vero potere solo quando si unirà ad un cuore umano.- recitò il monaco, sospirando- Siamo alla ricerca di una tale sposa. Bella, potente, una grande guerriera di sangue nobile. Ora comprenderete il perché di tante domande nell’incontrarvi. Speravamo che foste voi la donna della profezia.»
«Nee-chan…» disse Rin, aggrappandosi al vestito di Anna e fissandola con i grandi occhi castani.
«Certo, Rin.» disse lei, prendendola in braccio come se la bambina si fosse lamentata di dover seguire il loro passo. Gli altri non se ne accorsero, ma Sango e Miroku videro uno strano sguardo passare tra le due, avente come risultato di spegnere la luce negli occhi di Rin, che si acquietò.
«Insomma, mio fratello va in cerca di una sposa umana. Roba da pazzi.- sbuffò Inuyasha, scuotendo il capo- Ho paura che non la troverà mai, non con quel carattere del cavolo che si ritrova.»
«Sesshomaru-sama…disprezza la debolezza umana, non è vero?» chiese Anna, a voce bassa. Sembrava pensierosa.
«Il suo più grande problema è che non ha mai imparato ad amare qualcuno.» disse Kagome, malinconica. Sospirò e si aggrappò al braccio di Inuyasha, che parve imbarazzato. Anna non commentò, ma parve farsi ancora più pensierosa.
«Insomma, il nostro viaggio alla ricerca di una sposa è appena iniziato.- disse Miroku, allegro- Ora che vi siete aggregata a noi, presumo che il nostro cammino sarà più allegro e interessante, in quanto…»
«In quanto cosa?» gli chiese Sango, dandogli un doloroso pizzicotto al braccio. Anna e Rin risero, e gli altri fecero lo stesso. Continuarono a camminare tra gli alberi, guidati da Inuyasha nella direzione che Sesshomaru stava seguendo, chiacchierando amabilmente. Quando fu certa che gli altri non badavano a loro, Rin sussurrò nell’orecchio di Anna: «Nee-chan…perché?»
«E’ meglio così, Rin. Abbi fiducia in me.» rispose lei, dura.
«Ma…se andiamo in questa direzione incontreremo Koga!» le ricordò la bambina. Anna fece una piccola smorfia, ma annuì.
«In qualche modo farò, Rin. Sono certa che lui mi darà una mano.» mormorò. Rin annuì, sospirando.
«Rin avrebbe voluto che glielo dicessi.- borbottò- Sesshomaru-sama è buono, nee-chan. Rin l’ha capito subito.»
Anna non rispose, affrettandosi invece a recuperare il contatto con gli altri dopo aver rallentato un po’ nel parlare con Rin. Lei non era sicura dell’affermazione della bambina. Sesshomaru era di certo forte e degno di rispetto, ma guardando in quegli occhi ambrati l’unica cosa che aveva provato era gelo. Anche se per un attimo, solo per un istante, le era sembrato di poter vedere oltre quegli specchi privi di espressione…e ciò che aveva intravisto era la desolazione di una persona estremamente sola.
   
 
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