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Autore: Lushia    09/05/2011    1 recensioni
==Riscritta e migliorata==
Tre ragazze, tre creature diverse, con passati differenti, amici differenti e caratteri differenti.
Sceglieranno la loro strada, affronteranno la loro vita alla ricerca di un luogo dove potranno essere tranquille e dove potranno vivere senza preoccupazioni.
Ma saranno davvero loro a poter decidere il loro destino?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stage 6 - La sfida [ Parte 1 ]

 

Mitsuki aveva passato tutta la serata ricordando ciò che era accaduto al Koumakan quella mattina. Patchouli-san le aveva sconsigliato di usare una pozione d'amore senza degnarla di una spiegazione, cosa che aveva provveduto a fare una strana ragazza di nome Mayumi Tanaka. A quanto pare si trattava di una magician di nascita, una youkai al servizio di Patchouli-san ed era praticamente la sua allieva come lo era Mitsuki per Marisa.
Sentì la porta di casa sbattere e capì che Marisa era tornata dopo una giornata passata chissà dove. Non la vedeva dal giorno prima poichè quella mattina era scappata senza farsi vedere e, al suo ritorno dalla Koumakan, non l'aveva trovata in casa. La cena era pronta e sul tavolo da due ore ma Marisa non era arrivata che in quel momento.
La maga entrò in cucina e trovò Mitsuki seduta su una sedia a fissare il soffitto.
-Ohi, Mitsuki!- la chiamò. Solo in quell'istante l'albina si accorse di quanto fosse stanca, malandata e ferita. Notò che aveva gli abiti sporchi e stracciati in vari punti e i capelli spettinati.
-...sensei! Cosa le è successo?- chiese, alzandosi e avvicinandosi a lei con sguardo preoccupato.
-Un brutto scontro...- affermò, battendo sui vestiti per togliere la polvere. -sei stata alla biblioteca, questo pomeriggio?-
Mitsuki si accigliò: come faceva a saperlo?
-Ci sono passata... si.- disse. Marisa si sedette e iniziò a mangiare con appetito poichè, probabilmente, stava morendo di fame.
-Patche me l'ha detto.- disse, mangiucchiando. Mitsuki si accomodò accanto a lei. Quindi era stata da Patchouli-san a dirglielo? Sperò vivamente che non avesse parlato della pozione, ma ciò che le premeva sapere era come mai la sua maestra fosse così malandata e in quel momento le venne in mente del Libro dei Profani: aveva cercato nuovamente di appropriarsene con scarsi risultati?
-Hai visto quella youkai da zé? Mayuko o come diavolo si chiama.-
-Mayumi. Si, l'ho vista, pare essere sua allieva.- affermò con sicurezza, mentre fissava la sensei alquanto malridotta. Le sembrava impossibile che potesse ridursi in quello stato a causa di un libro. Quanto era importante per lei? E quanto lo era per Patchouli-san da spingerla a proteggerlo in quel modo?
-Un'allieva! Mi sta copiando, zé?- sbottò la maga bicromatica alquanto nervosa -solo io posso avere un'allieva!-
Mitsuki la fissò incredula, poi scoppiò a ridere di gusto. Marisa dapprima si risentì ma poi la seguì.
Terminata la cena, Mitsuki lavò i piatti e andò a sedersi nel salotto dove ogni sera, lei e Marisa, passavano il tempo leggendo libri. Si trovava ad un buon punto con la storia di una sacerdotessa vissuta nel medioevo occidentale quando Marisa parlò.
-Ho deciso.- disse, indicando Mitsuki che la fissò interrogativa. -Organizzerò una sfida di magia tra te e l'allieva di Patche e vedremo chi la spunta, se la MIA di allieva, o la sua.-
Mitsuki non voleva credere alle proprie orecchie. Stava facendo sul serio?
Continuò a parlare e a spiegare la sua tesi, affermando che Patchouli avrebbe dovuto accettare che Marisa e la sua allieva erano le migliori, ma Mitsu non capiva cosa ci fosse di tanto importante in tutto ciò, soprattutto non concepiva quella rivalità.
Una rivalità alimentata dal sapore della sfida, sicuramente. Marisa amava le sfide e decise che Mitsu doveva sfidare Mayumi e vincere, costi quel che costi. Per questo, la povera albina, passò dei giorni infernali: le mise davanti una montagna di libri con il solo scopo di memorizzare ogni virgola presente in ognuno di questi. Dopo due giorni, la povera albina aveva un mal di testa indecifrabile e tanta voglia di buttarsi giù da un dirupo.

-Salvatemi, vi prego.- sbottò l'albina, stendendosi sul suolo fresco invernale. Hana le passò un pò di tè che si era decisamente raffreddato ma era godibile comunque, soprattutto da un'apprendista maga che aveva la mente impegnata in un probabile, prossimo, impossibile scontro con una youkai e maga di nascita.
-So che sei nervosa, cerca di star calma!- disse l'amica, sorridendole con la sua solita dolcezza. Era strano, ma Hana non perdeva mai la pazienza ed era sempre calma e dolce come un agnellino. Nelle rare volte che si arrabbiava, invece, avrebbe spaventato chiunque. Eppure era calma per la maggior parte del tempo, a differenza di Natsu, la quale perdeva le staffe facilmente e si comportava come un maschiaccio. Alcune cose di Natsu le ricordavano Marisa.
-Calma?? Fra poco vomiterò citazioni di libri! Non vedo altro che libri-libri-incantesimi-piante-libri-piante-magia-libri-piante e ho già detto libri?- l'albina si rotolò per terra, sporcando lievemente il suo abito rosso e nero.
-Marisa-san è troppo presa, dovresti dirle di darsi una calmata!- suggerì Natsu, incrociando le braccia dietro la testa e osservando il cielo azzurro. La primavera era ormai alle porte e le amiche avevano organizzato un pic nic al limitare della Forest of Magic.
-Non servirebbe, è completamente pazza- rispose l'albina, pensierosa, mentre una folata di vento le scompigliava i capelli. -La sfida è questa domenica e sono a corto, fra poco andrò in coma!-
-Ma dai... però hai ragione, perchè non passi da Eirin-sensei per farti dare un calmante?- le consigliò Hana, aggiustandosi i capelli corvini -vedrai che ti sentirai meglio.-
Un calmante? Ci vorrebbe qualcosa di più di un calmante data la situazione tragica eppure, alla fine, Mitsuki si ritrovò ad entrare all'Eientei proprio un'ora dopo, quando il sole si preparava ad andarsene a dormire e quando nella sua mente volavano ancora citazioni di libri letti negli ultimi due giorni.
Salutò Tewi che aveva incrociato all'ingresso e che le sorrideva in un modo alquanto sadico: forse le era giunta la voce della sfida e sapeva che avrebbe perso. L'albina le sorrise di rimando ed entrò.
Ebbe quasi solo il tempo di varcare l'uscio quando urtò una ragazza e per poco non cascarono a terra.
-Ah, scusami!- disse, appena compreso l'accaduto. Le si avvicinò rapidamente, assicurandosi di non averle fatto male ma rimase quasi rapita dalla bellezza della ragazzina: aveva la pelle pallida e dei capelli lunghi e lisci di uno splendido lilla-violetto e i suoi occhi erano di un azzurro talmente brillante che sembravano due cristalli.
-...non importa...- si limitò a rispondere con voce flebile, guardando di sfuggita l'albina per poi svanire oltre l'uscio.
Risvegliatasi dalla visione di quella ragazza, Mitsuki attraversò il corridoio imbattendosi in Reisen alla quale chiese aiuto, ricevendo in cambio qualche pillola per dormire bene e alcuni calmanti.
Fino a quel momento, Mitsu non aveva pensato alla probabilità di perdere in maniera terrificante. Se avesse perso, cosa avrebbe pensato Marisa di lei? L'avrebbe mandata via a calci nel sedere? Avrebbe riso di lei? Ad un tratto la percezione sulla sua attuale situazione cambiò radicalmente. La sua paura principale divenne quella di tornare a lavorare per i genitori ed era una prospettiva alquanto orribile: voleva diventare una maga, voleva restare con Marisa, eppure il suo desiderio sembrò diventare impossibile da realizzare. Non avrebbe mai potuto vincere.
Per fortuna, i suoi pensieri e i suoi complessi sfumarono nella notte. L'infuso che le aveva dato Reisen la fece addormentare subito e passò una notte calma e serena. Il giorno seguente, inoltre, la lettura dei libri sembrò meno fastidiosa. Le era stato detto di prendere un pò di infuso ogni sera fino al giorno della sfida, e così fece.
Ma se nei giorni successivi fu facile leggere ed esercitarsi, la domenica mattina sembrò non essere servito a nulla poichè l'albina era tutta fremente e piena di nervosismo e ansia.
Le preoccupazioni si ammassarono dentro la sua testa come un pallone che si gonfiava sempre di più.
-Sta calma, zé. Andrà tutto bene!- Marisa le sorrise, incoraggiandola. Mitsuki la fissò: era facile per lei dire certe cose, Marisa era la maga più potente di Gensokyo e sicuramente una sfida non la spaventava, ma per Mitsuki era la prima volta. E non era una Spellcard Battle, ma una sfida di intelligenza, conoscenza e abilità magiche.
Come poteva solo sperare di battere una youkai, probabilmente centenaria, che usava la magia dalla nascita? Non era passato nemmeno un anno da quando Mitsuki aveva iniziato ad usare la magia.
Marisa la costrinse a mandar giù la colazione, dato che non aveva fame ma doveva comunque mangiare.
Si infilarono un cappottino addosso e montarono a cavallo delle loro scope, dirigendosi al tempio Hakurei, luogo in cui si sarebbe tenuta la sfida.
Il tempo era mite ed il sole era alto e circondato da nuvole. Quando arrivarono al tempio notarono altre persone presenti oltre a Reimu, Patchouli e Mayumi.
C'era Aya, arrivata probabilmente per documentarsi e per scrivere qualche notizia sul suo giornale. C'era anche Suika, l'oni, che salutò Mitsuki con il soprannome che le aveva affibbiato la prima volta che si erano conosciute: "Sottocoso". Da quel primo incontro al tempio Hakurei, aveva continuato a chiamarla così.
In effetti era da molto tempo che non andava al tempio. La prima volta che l'aveva visto fu quando scappò di casa, dopo un brutto litigio con i suoi genitori, che la spinse ad attraversare la montagna di notte per poi giungere al tempio il mattino seguente. Offrì delle monete e pregò gli dèi e solo pochi istanti dopo incontrò Reimu faccia a faccia.
In quell'occasione aveva raccontato a Reimu del suo futuro, della sua voglia di cambiare e di come sperava di diventare qualcosa di diverso da una cameriera. Fu solo quando era ormai certa di diventare una maga, dopo il ritrovamento del libro in soffitta, che fuggì al tempio per la seconda volta e vi trascorse la notte. In quella seconda visita conobbe Suika, la prima youkai che avesse mai incontrato e per questo era parecchio spaventata, tanto da essere costretta a nascondersi sotto un tavolo. Quando l'oni chiese cosa fosse, Reimu rispose che si trattava di un sottomobile, il contrario di un soprammobile. Ovviamente scherzava ma l'oni la prese in parola.
Ormai più nessuno si stupiva se sentivano che Suika la salutava con un "ciao, sottocoso!".
Notò la presenza di Sakuya, aveva già previsto che le prove fossero state a tempo e forse la cameriera di Remilia aveva il compito di cronometrarle.
Si guardò intorno, non volendo soffermarsi su Patchouli e Mayumi, forse per paura o forse per scaramanzia, per cui il suo sguardo si posò su Reimu, che osservava tutti con aria annoiata. La sacerdotessa sarebbe stata il giudice della gara e aveva un'espressione che lasciava intuire di come fosse stata costretta a doverlo fare.
"Ci siamo." pensò l'albina. Fra poco tutto sarebbe iniziato e poi concluso.

   
 
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