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Autore: kymyit    10/05/2011    1 recensioni
Quando Leek entrò a Fairy Tail, mise in moto un gran numero di eventi. Cosa nasconde nel suo passato? Chi è il giovane effeminato che la scorta come farebbe la più efficente Body Guard? Cosa sono i Tarots e perchè la famiglia Blackberry non prova simpatia per i maghi degli Spiriti Stellari? Quale tesoro millenario stravolgerà il mondo? E Loki che segreto nasconde? Elfman riuscirà a dimostrare di essere un vero uomo? Natsu morirà salendo sull'ennesimo strampalato mezzo di trasporto o per mano di Elsa? Vi ho incuriosito? Leggete e fatemi sapere che ne pensate ^^ (ho messo l'avvertimento spoiler, ma potre toglierlo per i prossimi capitoli, dipenda se sarò più veloce io o l'edizione italiana) Scritta per il contest "Per il buon nome di Fairy Tail" di Ghen e Marian. AVVERTENZA: Ho modificato il 6° capitolo, perché, a causa di una mia svista ho sbagliato la scena finale.
Genere: Generale, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: La scelta dell’abbandono

Leek ed Elfman rimasero attoniti a osservare la creatura che li sovrastava con dipinto sul volto un superbo quanto fastidioso sorriso sghembo.
-E tu chi saresti, di grazia?!- sbottò il mago di Fairy Tail.
In quel preciso istante giunse di corsa Cam tutto trafelato.
-Leeeeeek!- urlò correndo con quelle sue zampette tozze, poi decelerò, strisciando accanto ai piedi della compagna e sollevando una nuvoletta di polvere.
–Leek, perché sei corsa via a quel modo?!- le chiese rimproverandola.
-Ma che bello, è arrivato anche il micino. La riunione di famiglia può iniziare, allora.- disse Yue, ancora scomodamente accovacciato sui talloni e col mento poggiato sul dorso della mano, attirando di nuovo l’attenzione su di sé.
-Ma è Yue!- esclamò il gatto giraffa, mentre il suo pelo si rizzava e le sue labbra si ritirarono scoprendo i canini puntuti.
 –Seriamente…- continuò il Tarot -Oggi è una giornata così piena di sentimentalismi che quasi mi annoio… Volete farmi divertire un poco?- domando, quasi fosse un bambino troppo cresciuto. Eppure, i suoi occhi brillarono di una strana luce ed Elfman percepì chiaramente il suo istinto omicida. Infatti, fu pronto a reagire quando la figura dell’Arcano della Luna scomparve dal tetto. Un istante e le pietre del selciato si staccarono dal suolo e una cortina di polvere s’espanse nel punto in cui prima stavano Leek e Cam. Un istante ancora, ed Elfman atterrò poco distante da lì con la ragazza e il gatto fra le braccia.
Davanti ai loro occhi meravigliati vi era un profondo cratere fumante. E, al suo centro, Yue col pugno conficcato nel terriccio sabbioso. Il suo braccio era completamente nero e lucente e a Elfman rammentò tanto il suo Beast Arm Bufalo Nero. Ma non poteva essere un Take Over quello.
-Sei veloce.- disse Yue, sogghignando rivolto al mago di Fairy Tail e rialzandosi lentamente da terra. –Spero che tu mi faccia divertire più di quella donna.-
-Quella donna?!- esclamò Leek sciogliendosi dall’abbraccio del mago che ancora la teneva a sé.-Vuoi dire Nadine?!-
-Esatto. Chive e la sua bella non volevano proprio saperne di collaborare e così… ammetto che si è difesa bene. Ma era pur sempre una donna. Una creatura debole… -
-Sapevi che era incinta?- lo interruppe Elfman tentando di dare alla voce un tono calmo e composto.
-E allora?-
Il mago di Fairy Tail iniziò a vedere rosso. Fu l’intervento di White Hierophant a placarlo.
-Lascia che me ne occupi io.- disse il Tarot Sacro manifestandosi dal turbinio di luce scaturita dalla carta della sua evocatrice.
-Hime, ti prego, sta indietro.- disse l’Arcano del Gerofante. Nella sua mano materializzò un enorme bastone d'ametista intagliato a forma di croce ansata. Mille luccichii aleggiavano nell'aere intorno a lui e il suo sguardo deciso fece tornare serio Yue.
-Vuoi proprio combattere White Hierophant? Devo ricordarti com’è finita l’ultima volta?-
-Questa volta sarà diverso.- rispose quello piatto –E quando ti avrò sconfitto, mi porterai da Chive.-
-Se vuoi posso portatrici anche adesso. Preferisci con le tue gambe o in barella?-

°°°

Correva da diversi e infiniti minuti, Natsu. Ma non vedeva Leek o Elfman nei paraggi. Cam aveva accelerato il suo ballonzolante passo e ed era schizzato via in un vicolo. Poi da lì l’aveva perso di vista. Happy tentò una ricognizione aerea, ma non vedeva nessuno nei paraggi. Sotto di lui si apriva la piazza di Beel Street, chiamata Piazza della Cuccagna a causa dei suoi cespugli fioriti di dolciumi e soprattutto dell’enorme fontana raffigurante una sorta di coppa dell’abbondanza colma di cibo scolpito nei più vari materiali. Il naso del piccolo felino azzurro fu pervaso da mille aromi deliziosi. La stessa fontana profumava delle vivande in essa scolpite e le stille d‘acqua che spargeva contribuivano alla diffusione delle invitanti fragranze culinarie che impregnavano le viuzze secondarie e i negozietti alimentari che s’affacciavano sulla piazza.
-Niente da fare.- disse sconsolato il micio, tornando con le zampette a terra –Li abbiamo persi.-
Natsu era palesemente di cattivo umore. Ed era anche ovvio. Si stava perdendo tutto il divertimento in primis e poi non voleva certo che Gray o Elfman si prendessero la parte migliore. Oppure Elsa. Perché di solito era lei a suonarle di santa ragione ai pezzi grossi e lui non poteva fare altro che stare a guardarle le spalle e aprirle la strada. Se non combatteva contro avversari più forti, sempre più forti, come diavolo avrebbe fatto un giorno a sconfiggere la rossa? Non sapeva neppure quant’era il divario fra loro. Se il concilio non li avesse interrotti sul più bello, chissà… Forse si era avvicinato alla forza di quella donna così temibile detta Titania.
-Ma dove si è cacciato quel gatto?!- esclamò Salamander in un impeto furioso. Si guardò intorno nervoso. –Qui no, qui no e qui no! MA INSOMMA! DOVE SONO I NEMICIIIIIIII?!- urlò con le braccia stese al cielo e i pugni infiammati.
-Ahahahah!- una risata allegra lo zittì e il Dragoneel abbassò le braccia, rivolgendo lo sguardo nella direzione da cui proveniva quella voce.
-Ahahahah! No, sei troppo divertente!- continuava la figura scura che si agitava alle sue spalle accoccolata sul bordo dell’enorme fontana, sotto due enormi pesci di bronzo.
-Ti ho aspettato tanto, Natsu!- esclamò la sagoma saltando giù.
-Ma tu sei il tizio di prima!- lo indicò il rosato con gli occhietti spalancati.
L’altro, finalmente, si portò abbastanza vicino affinché si potessero scorgere i suoi tratti somatici. Era proprio il ragazzetto di Rage Square. Se ne stava lì a ridere e a rischiare di soffocarsi con un enorme cosciotto, come se nulla fosse.
-Ti sfido!- esclamò emozionato agitando il trancio di carne e spargendo olio a manca e a destra. E Natsu ribatté altrettanto concitato.
 –Scordatelo! Io ti sfido!-
Quello scosse la testa e strinse i pugni.
-No, ti sfido io!-
-Non dire stupidaggini!- ribatté Natsu.
E rimasero diversi minuti lì, al centro della piazza, con gli occhi spalancati e dei sorrisi a trentadue denti a urlarsi contro le più bizzarre proposte di sfida.


°°°


Nella torre al centro di Caleido, intanto, Lilith Ruby la Diavolessa si recò nei piani inferiori, dove vi erano le segrete in cui Chive e Nadine erano imprigionati. Lei era fuggita, ma per Ruby era solo una questione di tempo prima che anche la moglie di Chive tornasse dietro le sbarre con buona pace di tutti. Il piano, nonostante i piccoli imprevisti, procedeva senza intoppi. Le comunicazioni ricevute da Hanged, Fortune e Yue erano state molto promettenti. E di sicuro Strenght ci avrebbe dato dentro con il Dragon Slayer. Quanto ad Elsa, se ne sarebbe occupata di persona, ma doveva parlare con Vinegar prima di lasciare la torre. Per consegnargli qualcosa, nel remoto caso Titania avesse avuto la meglio su di lei.
Lo trovò esattamente dove si aspettava che fosse. Davanti alla cella di Chive.
Il ragazzo dormiva e Vinegar lo contemplava assorto. Sul suo viso la Diavolessa intravide un misto di dispiacere e compassione e gli si avvicinò sorridendo. Cinse l’uomo in vita e gli sussurrò all’orecchio –Ti dispiace, vero?-
Quello annui impercettibilmente.
-In fondo li ho visti crescere.-
-Torneranno, Vinegar.-
-Lo so. Per questo lo farò. Alla fine si rimetterà tutto a posto.-
Lei sorrise posando la testa sulla sua spalla.
-Sì.- esitò un attimo –Io vado… Fra poco arriverà Leek, perciò tieniti pronto amore.-
Quello le prese la mano e la strinse forte.
Lui rimase di spalle, lei non lo costrinse a voltarsi, né a baciarla. Le andava bene così. Strinse la mano nodosa dell’uomo e gli fece un rapido resoconto degli accadimenti.
Lo salutò per la seconda volta –Vado.- disse e lasciò le segrete, senza voltarsi indietro.
Neppure Vinegar si volse a guardarla.
Entrambi cercarono l’altro nei riflessi degli scudi in bronzo appesi alle pareti. Ed entrambi si sorrisero incrociando i loro occhi nelle bronzee superfici.

Chive riposava, sfinito dalla monotonia della prigionia e dall’ansia. Ma fu un sonno comunque breve. Pochi minuti dopo riaprì gli occhi.
Vinegar non era più lì.
Ma lui aveva sentito quelle parole.
Che fosse un sogno dettato dal suo cuore? Chissà.
Non avrebbe certo permesso che Leek corresse un rischio così grande.

°°°

Gli occhi di Lluvia si fecero grandi e il suo viso si tinse di rosso per l’imbarazzo.
-Gra-Gray-sama!- squittì con un filo di voce. Lui era seduto al tavolo della Fortuna con le gambe incrociate e completamente nudo.
Ma fosse stato solo quello il “problema”…
Il corpo del Fullbuster era, sì, esposto agli occhi dolci della bella Loxar. Ma era anche congelato fino alla vita.
Lui però era tranquillo. Il ghiaccio era il suo elemento, dopotutto.
Anche se i cristalli che lo imprigionavano erano decisamente troppo freddi e resistenti per essere di ghiaccio comune.
-Cosa si plova ad essele impligionati nel ploplio ghiaccio?- domandò Fortune, schernendolo.
-Fa un po’ freschino.- sorrise Gray –Ora, vuoi continuare con la roulette normale, o vuoi che movimentiamo un po’ il gioco?-
La Tarot della Fortuna inarcò il sopracciglio.
-Movimentale il gioco? Non sei nella posizione pel chiedelmelo, sai?-
Ma quello già non l’ascoltava più.  Sorrideva, macchinando qualcosa.
-Che ne dici se decidessi di giocarmi il tutto per tutto con la roulette russa? Sono stufo di farmi rovinare la giornata da quella pallina di ferro. Tu che ne dici? La chiudiamo qui?-
E gli occhi colmi d’apprensione di Lluvia scorsero dall’uno all’altro dei due contendenti.
Fortune tacque qualche secondo. Aveva fatto rapporto dicendo che andava tutto a gonfie vele. Non poteva permettersi di fallire, questo era ovvio. Ma considerando che lei era la Fortuna, decise di accettare le sfida.
-E sia.- concesse.
Il tavolino inghiottì la roulette così come l’aveva fatta sbocciare e al posto della ruota con le caselle colorate e della sferetta metallica, comparve una semplice pistola.
-Visto che vuoi ploplio falla finita, che ne dici se mettiamo ben cinque ploiettili?-
Gray annuì.
-Nessun problema.-
E Lluvia era sempre più ansiosa.
Perché ne era sicura.
Stava per accadere qualcosa di orribile.
-Gray-sama!- esclamò tentando di divincolarsi, ma invano –Gray-sama, non c’è bisogno che ti spingi a tanto! Lluvia se la sa cavare da sola!-
Ma lui taceva, sorridendo, rivolto all’avversaria.
Fortune inserì ben cinque proiettili d’oro nel caricatore della pistola e mostrò l’arma al mago, affinché costatasse che non c’era nessun trucco.
Lui guardò, l’arma, poi la Tarot che faceva ruotare il tamburo e le disse -Che ne dici ora di liberarmi? Così possiamo inizia-
Fortune interruppe la sua frase puntandogli la pistola sulla fronte.
-Sì, dilei di sì.-
-Gray-sama!-
Lluvia invocava il suo nome, cercando di convincerlo a lasciare perdere, tentando ancora di liberarsi dai cerchi della Fortuna. Ma era tutto inutile. E accadde tutto così in fretta che poté solo piangere.
Nella notte riecheggiò uno sparo come fosse un roboante tuono. La testa di Gray si scosse all’indietro, mentre il sangue gli zampillava dalla fronte.

-Mi spiace, la Foltuna ela dalla mia.-
Ma Lluvia non sentiva.
Lluvia non vedeva.
Lluvia piangeva.
Le nubi buie inghiottirono le stelle e la pioggia rovente scrosciò sulla terra come se volesse scioglierla in un mare di fango.

°°°

-Brucia!- esclamò Lucy tentando di coprirsi il capo con le mani
-Ahia!!- fu la risposta di Remona, anche lei alla ricerca di un rifugio.
Erano rimaste lì, a fissarsi per un bel pezzo.
La maga di Coleo Wing meditava di uccidere Lucy e appropriarsi delle sue chiavi, compresa quella di Leo, in modo tale da fargliela pagare in seguito e a caro prezzo.
Poi però aveva iniziato a diluviare acqua rovente e le due si erano ritrovate a correre come ossesse nella boscaglia, alla ricerca di un riparo sicuro e asciutto.
-Ma che sta succedendo?!- continuò l’Heartphilia.
-Che vuoi che ne sappia?!- ribatté l’altra con astio pungente nella voce.
Si gettarono all’imbocco del sentiero, al riparo di un’enorme quercia e provarono un poco di sollievo e refrigerio. Ma ancora non bastava.
-Smetti di seguirmi!- esclamò Remona, fissando di sbieco Lucy. Quella socchiuse gli occhi e rispose a tono.
-Non ti sto seguendo, questa è l’unica strada che c’è.-
-Beh, allora trovatene un’altra.- continuò quella.
Mentre camminavano, fra una frecciatina e l’altra, le due ragazze cercavano di asciugare inutilmente i vestiti che ormai erano come incollati alla loro pelle. Remona strizzava delicatamente la sua voluminosa gonna ornata di pizzi e merletti, Lucy la sua maglietta. Le chiavi di entrambe erano per fortuna sempre al loro posto, nel caso una delle due avesse deciso di attaccare l’altra.
Ma Lucy non attaccò Remona.
Né Remona inveì su Lucy.
Trovarono riparo in una piccola cavità nella roccia. Forse era la tana abbandonata di un qualche animale di grossa taglia. Rimasero ferme a fissare l’acqua che picchiettava rovente e impetuosa sulle foglie e i fili d’erba. E nessuna delle due osava infrangere quel silenzio accompagnato solo dallo scroscio dell’acqua. Ognuna era persa nei suoi pensieri.
L’Heartphilia rifletteva su quanto accaduto a Loki del Leone e a come avesse potuto resistere nel mondo degli umani per così tanto tempo. Se era così pentito per il suo presunto tradimento nei confronti di quella terribile donna, la maga di Fairy Tail concluse che sotto sotto doveva amarla davvero tanto.
Che triste storia d’amore…
Anche Remona pensava a Karen. Meditava sull’accaduto. Sul fatto che forse il suo idolo potesse aver sbagliato tutto nella sua carriera. Ma non poteva semplicemente cambiare idea di punto in bianco e poi…
No, decisamente non poteva perdonare uno stupido Spirito per non aver adempiuto il suo dovere.
Ma quelle lacrime…
Chi è senz’anima non può piangere e non ha qualcuno che si affanna per lui. Figuriamoci poi se un Re senz’anima si scomoda per un suddito senz’anima.
Nel cervello della ragazza c’era una gran confusione.

Poco più avanti, anche lui al riparo dalla pioggia, stava Hanged.
L’Appeso era stato colto alla sprovvista dall’acquazzone e aveva rischiato di farsi scoprire. Se ne rimase nascosto fra i rami di un albero e spiò le giovani maghe degli Spiriti Stellari, attendendo la loro prossima mossa.
Gli ordini erano chiari.
“Non sapete quanto mi spiace…” pensò sorridendo tristemente “Il mio è un triste destino. Distruggere le cose nel fiore della loro bellezza è come agonizzare sospesi nel vuoto. Quanto dolore…”

°°°


Leek assisteva alla furiosa battaglia con occhi sgranati.
Aveva avuto modo di osservare Yue della Luna Nera in azione soltanto una volta, quando era ancora molto piccola.
 E n’era rimasta terrorizzata.
Perché il Tarot della Luna era un implacabile violento, una furia cieca che mirava alla disintegrazione dell’avversario concentrando tutta la forza nei suoi potenti attacchi, senza badare, o meglio, godendo della distruzione che causava intorno a sé.
Infatti, la piccola invocatrice e Cam furono costretti a rifugiarsi in un angusto vicolo per non essere travolti dalle macerie che volavano tutt’intorno a loro.
Rage Square in pratica non esisteva più. Al posto del ring c’era l’ennesima voragine e a nulla servivano gli attacchi combinati di White Hierophant ed Elfman.
Il bazooka purificatore non aveva effetto alcuno su una creatura così ossessionata dalla violenza com’era Yue e persino Elfman in completo Take Over non riusciva a competere con lui.
-Che razza di tecnica usa?!- esclamò il mago, asciugandosi il sudore sotto il mento col dorso della mano.
White Hierophant si alzò, malfermo sulle sue gambe, reggendosi al suo bastone.

-Vuoi già giocare la tua carta migliore?- Yue sembrava deluso.
-So già di cosa sei capace, per cui non mi risparmierò di certo.- ribatté il Gerofante, infondendo la propria luce sacra nell’arma e raccogliendo nell’ansa della croce tutta la sua energia.
Ecco un’altra cosa che Leek aveva già avuto modo di vedere e che l’aveva traumatizzata.

-Non morire, ti prego…-
White Hierophant le mise la mano tremante sulla guancia.
-Tranquilla, Hime…-
Poi arrivò Chive che, sconvolto dallo spettacolo macabro che si ritrovò innanzi, ci mise qualche secondo per accorgersi del fido compagno steso a terra e della bambina che, illesa, era aggrappata morbosamente alle sue vesti deturpate di polvere e sangue.
-Che cos’è successo, White?!- esclamò il Blackberry maggiore chinandosi sul suo Tarot.
-Mi riprenderò…- disse quello, lottando per puntare i gomiti a terra e sollevarsi.
Fissò il suo padrone dritto negli occhi con quelle sue iridi ametista e lo ammonì.
-Porta via Leek… lei non deve vedere…ugh… là dentro…-
-Non sforzarti!- esclamò il giovane –Insomma, chi ha fatto questo?!-
L’enorme edificio che prima accoglieva più generazioni e nuclei familiari uniti nel nome Blackberry di fatto si era mutato in una fatiscente costruzione, un accumulo di macerie sorrette ancora per miracolo da qualche trave rimasta integra.
-E’ stato lo zio Vinegar.- disse amareggiata la piccola Leek, asciugandosi le lacrime che le rigavano le guancie.
I suoi capelli biondi allora erano lunghi e raccolti in tante piccole treccine. Non aveva ancora i tatuaggi sul viso.
Non aveva ancora fatto quella promessa.
-Perché ha distrutto casa?!- batté i piedini a terra.
White Hierophant sorrise e scosse piano la testa.
-Ho combattuto…- disse piano, rivolto a Chive -…contro Yue e Ruby… loro sono d’accordo con Vinegar… cough cough!-
Il Tarot ricadde all’indietro, il suo corpo era scosso dalla tosse e la sua bocca sputava copiosamente sangue.
-White-chan!- Leek cercò di aiutarlo come una bambina può fare.
La mano del Tarot si aggrappò salda alla sua felpa e strattonò forte Chive verso di sé.
Il maggiore dei Blackberry si chinò di più verso l’altro, ascoltando quello che temette potesse essere una sorta di testamento non scritto del Gerofante.
-Loro… vogliono risvegliare… il Mondo… ascolta…- inspirò a fondo –Vinegar ha ucciso tutti… tutti…- pianse amare lacrime –Panch, Puran… anche Advieh…-
Il cuore di Chive si fermò.
Leek non aveva sentito bene ogni parola, perché la voce dell’Arcano era ridotta a un filo. Ma vide chiaramente il corpo enorme dell’amato fratellone sussultare e il suo viso sbiancare.
-I gemellini… anche loro?-
White annuì.
-Advieh ha fatto loro scudo col suo corpo… ma è stato inutile...-
-E Strenght?! Non era con lui, Strenght?!-
White Hierophant socchiuse gli occhi e sussurrò piano –Non ha potuto far nulla…-

L’ultima volta che Leek aveva visto White Hierophant usare quella tecnica a rischio della sua vita, l’aveva anche visto soccombere sotto gli attacchi potenti di Yue e Lilith.
Si morse il labbro inferiore e scosse la testa.
-Noooo!- proruppe in un urlo trattenuto a stento e corse verso il suo protettore.
-Leek!- le gridò Cam –Leek, attenta!-
Ma la giovane invocatrice non stava a sentire il suo compagno felino.
Cam non c’era quel giorno.
Non aveva visto White Hierophant morire, o quasi.

La luce bianca rese il giorno abbagliante.
Le parole pronunciate erano come versi poetici in una lingua sconosciuta.
Come allora, così quel giorno, Leek non poté fare altro che correre. Ma questa volta non al riparo.
Elfman rimase stupito a osservare quanto accadeva.
-Proteggi la mia Hime.- disse il Tarot sacro, voltandosi appena verso di lui –Anche se ne soffrirà, non deve seguirli.-
-Ehi, aspetta, cosa significa?- gli occhi del mago di Fairy Tail si socchiusero, confusi.
-Come sei monotono, White Hierophant…- Yue rimase semplicemente davanti a loro, accovacciato al suolo. Sospirò –Se dovessi morire sul serio, che ne sarebbe della piccola Hime?-
A quella frase buttata lì apposta, il Tarot parve riscuotersi. Esitò.
-Whiiiiteee!-
Leek gli si aggrappò alle vesti, come quella volta, quand’era piccola, e lo implorò con quei suoi occhi verdi e tristi.
-Ti prego, non farlo.- nascose il viso nelle pieghe della tunica –Non voglio perderti…-
-Hime, io…-
Un dolore lancinante costrinse il Gerofante a piegarsi in due. Le sue mani persero la presa sul bastone e l’afflusso d’energia fu interrotto.
Troppo tardi Elfman tentò di avvertire i due dell’imminente pericolo.
La velocità di Yue della Luna Nera era troppo elevata. La sua forza, la sua violenza…
Tutto era troppo.
Il mago di Fairy Tail non poté che assistere inerme alla scena.
Yue non lasciò cadere a terra White Hierophant, ma lo sollevò tenendo il pugno premuto nel suo addome. Senza fatica alcuna se lo mise sulla spalla e lanciò un’occhiata a Leek, le cui gambe avevano ceduto per lo spavento.
-White…-
-Andiamo, ti porto da Chive, Hime.- le disse, porgendole la mano.

-Aiutooooo!- urlò la piccola Leek correndo disperata. Un enorme orso nero la inseguiva. I suoi denti erano filati come lame di rasoio, un suo solo artiglio poteva portarle via tutta la pelle. Credeva sarebbe morta. Non avrebbe più rivisto mamma e papà.
Poi qualcuno la salvò.
Yue era accorso e colpì l’animale con un tremendo montante sotto il muso.
La piccola Blackberry vide la belva cadere a terra, forse morta.
-Va tutto bene, Hime?- le domandò voltandosi verso di lei e porgendole la mano –Dovrei venirti a salvare più spesso.- sorrise.

Leek fissò la mano del Tarot e stava quasi per afferrarla, stregata dai suoi ricordi e dal desiderio di salvare Chive.
Ma la voce di White Hierophant che gemeva per il dolore del colpo ricevuto la riscosse da quel torpore mentale che la confondeva.
-Hime… va' via…-
Yue allora strinse il braccio intorno ai suoi fianchi comprimendogli il corpo. White Hierophant strinse i denti per il dolore. Sentiva le sue ossa scricchiolare pericolosamente. Le sue forze scemavano.
Stava per sparire, tornare nella sua carta. E Leek sarebbe rimasta indifesa il tempo necessario a lui per rimettersi in forze.
Quanto tempo, però?
Ma perché Yue non l’aveva colpito con tutta la sua energia?
“No… non può essere… non voglio essere io a officiare il rito...”

Leek all’ennesima forma di violenza, scattò in piedi e indietreggiò ancora di più.
Cam ed Elfman si posero davanti a lei per proteggerla.
-Si può sapere che cosa avete in mente?!- esclamò il felino.
Yue sospirò.
-Vinegar vi dirà ogni cosa.- scosse la testa, con una leggera punta di malinconia nella voce –Tutto tornerà come prima.-
-Tutto?- ripeté meccanicamente la ragazza e fece un passo in avanti –Tutto… quindi anche… papà e mamma…-
-Insomma, che sta succedendo, non ci capisco niente!- esclamò Elfman –Che significa questa storia?!-
Cam scosse la testa –Beh… il Mondo è un Tarot molto particolare…-
-Tu puoi far tornare tutto come prima, Leek.- ripeté suadente Yue, dal volto ora benevolo, ora terrificante, come la luna che ha due facce.
Solo che lui mostrava sempre quella oscura e malevola.

-Yue, andiamo al torrente?-
-Ma io veramente…-
-Daiii, ti pregooooo!- Leek lo strattonò –Voglio pescare, ma ho paura degli orsi!-
Quello parve pensarci un poco su.
-Ok, ok! Andiamo.-
-Sei sempre il solito…- commentò un più giovane Vinegar e prese in braccio Leek.
-Zio.-
-Dimmi.-
-Cos’hai fatto all’occhio?-
Lui sorrise.
-L’ho donato per la fanciulla che amo.-
-Come un regalo?-
-Sì, una specie.-
La piccola parve pensarci più.
-Anche io dovrò cavarmi un occhio, zio?-
Quello ridacchiò, mentre Yue camminava davanti a loro. Probabilmente fremeva dalla voglia di menare le mani contro qualche belva feroce.
-No.- disse –Tranquilla. E’ solo una cosa stupida che ha fatto lo zio.-
Lei sbatté le ciglia, confusa.
-Ma se è stupida, perché l’hai fatta?-
Lui le carezzò la testolina bionda e sorrise ancora più dolcemente.
-Per amore si fanno un sacco di cose stupide, Leek. Lo capirai, un giorno.-



La Blackberry strinse i pugni.
Era un azzardo, un grosso azzardo…
Volse appena il capo verso Elfman e Cam.
-Vi prego, perdonatemi.- sussurrò con un fil di voce.

Avrebbe voluto aggiungere tante cose, ma era sicura che se si fosse trattenuta solo un attimo di più, non sarebbe riuscita a sfuggire alla mano di Elfman che si tendeva verso di lei.
Ai suoi occhi azzurri.
Non era solo che somigliava a Chive, in qualche modo.
La faceva sentire protetta. Pensava che lui avrebbe potuto spaccare il mondo per lei e in quel momento non era il caso.
Pensava che se c’era un modo di chiudere quella faccenda, l’unica soluzione era affrontare suo zio a viso scoperto. Sì, era rischioso.
Ma voleva comprendere il perché del suo gesto.
L’aveva sempre voluto, anche se sentiva di non poterlo perdonare.

-Leek!- urlò Elfman –Leeeeeek!-


Fine Capitolo 9





Bene...
*Si nasconde dalle sassate*
Lluvia mi ha causato un po' di problemi, ma ho risolto, spero di aver avuto una buona idea, ma ve la espongo in seguito.
Ora sono saltati fuori altri parenti di Leek, i gemellini Panch, maschietto, e Puran, femminuccia. Poveri. Non hanno sofferto comunque.
Advieh beh, sentirete ancora parlare di lui, visto che era legato a Strenght. Lui aveva circa la stessa età di Chive, un anno in meno. Chive... O_O non ricordo quanti anni ha!!
Forse ehm... 24? Quindi Advieh ne aveva 23 e i due andavano molto d'accordo.
I nomi derivano da delle spezie, Panch Puran, che sarebbe un insieme di 5 spezie, Advieh invece è una spezia iraniana composta di cardamomo, chiodi di garofano, cannella, petali o gemme di rosa, cumino e zenzero. Ma la composizione varia di regione in regione.
Queste note mi fanno venire fame U_U
Oook... se ci sono incongruenze coi precedenti capitoli, fatemi sapere. Perché a volte mi viene il dubbio...
Yue dolce mi spaventa tanto assai U_U
Baciotti e al prossimo capitolo!!
   
 
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