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Autore: FairyCleo    11/05/2011    3 recensioni
"Con una decisione che sembrava ormai non appartenergli più, aveva serrato le palpebre, cercando di concentrarsi il più possibile per recuperare le ultime energie angeliche rimastegli. Doveva provare a tornare indietro, doveva almeno provare a rimediare a quell’errore che lo avrebbe marchiato a vita.
Ed ecco che una flebile luce aveva improvvisamente invaso la stanza, una flebile luce fuoriuscita da quel corpo che probabilmente non avrebbe neppure dovuto produrla.
Stremato, e dopo aver preso un lunghissimo respiro, Castiel aveva aperto gli occhi.
Quello che aveva temuto, era apparso davanti ai suoi occhi chiaro come il sole.
Aveva nascosto nuovamente il viso tra le mani, stavolta per nascondere un pianto impossibile da controllare.
Le sue ali, le sue maestose e candide ali, le stesse che aveva mostrato a Dean il giorno in cui gli si era rivelato, erano diventate un ammasso informe di piume mutilate e grondanti sangue.
Ma la cosa peggiore non era stata l’aveva visto ciò. La cosa peggiore, era stata l’aver notato che le poche superstiti, quelle che partivano dalle sue scapole, stavano diventando nere come la pece".
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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Colpe e colpevoli
 
"NO! NO! NO!".
 
Dean non riusciva a crederci, non riusciva ad accettare di essersi fatto fregare, non riusciva neanche a pensare di aver perso nuovamente Castiel.
Non gli importava che fosse stato il Demonio in persona ad avergli fatto quel brutto tiro, non poteva giustificarsi dicendo a se stesso che quell’abominio fosse il maestro degli inganni, no. Cass era finito nelle sue mani, e a quel punto solo Dio – ovunque egli fosse – poteva sapere cosa volesse fare con lui.
 
Era arrabbiato, era così arrabbiato da non riuscire a respirare. Non avevano alcuna possibilità di ritrovarlo se Celine non poteva più percepire la sua presenza. Non avevano alcuna possibilità di ritrovarlo dato che non riuscivano a capire dove si nascondesse il Diavolo.
 
Stava impazzendo. Rabbia, dolore, terrore e sconforto si erano sovrapposti, impedendogli di pensare lucidamente. Aveva cominciato a distruggere tutto quello che gli capitava sotto mano, nel disperato tentativo di sbollire la rabbia e di dare sfogo a quel turbinio di emozioni così sconvolgenti.
Perché tutto quello a cui teneva finiva per rompersi? Perché tutte le persone a cui voleva bene si trovavano costantemente in pericolo? E perché, alla fine, lui non riusciva mai a fare niente di concreto per aiutare chi amava?
 
"Dean! Calmati, ti prego".
 
Sam stava cercando di farlo ragionare, ma tutto sembrava inutile.
Si sentiva talmente in colpa. Si era lasciato usare, si era lasciato manovrare da un demone. Come aveva potuto essere così debole? Come aveva potuto permettere che una cosa del genere accadesse?
 
"L'ha preso! Ce l’ha portato via da sotto il naso, Sam! E non si tratta di un demone qualunque, ma di Lucifer! DEL DIAVOLO! Non sappiamo dove siano, non sappiamo cosa voglia fare con Cass! DIMMI COME FACCIO A CALMARMI!".
 
Per evitare che si ferisse, Sam l'aveva afferrato per la vita, bloccandogli le braccia nel tentativo di placarlo, ripetendogli che comportarsi in quel modo non sarebbe servito a niente, che non sarebbe servito a ritrovare Castiel. Solo Dio poteva sapere quanto si sentisse in colpa, ma cosa poteva fare? Se lo avesse detto a Dean cosa sarebbe cambiato?
 
Celine si era abbandonata ad un pianto disperato, dimenticandosi della propria arma ancora conficcata nell'imbottitura del materasso.
Aveva fallito. Aveva fallito miseramente, infrangendo la promessa che aveva fatto a Castiel. Suo fratello si trovava in pericolo, e lei non poteva aiutarlo. Ancora una volta, lei non poteva fare niente.
 
"E' colpa vostra, E’ solo colpa vostra" - Damon era rimasto seduto al suolo, con le spalle poggiate al muro, il capo chino e gli avambracci posati sulle ginocchia. Le sue mani erano unite, quasi come se volessero reggersi a vicenda - "E' solo colpa vostra".
"Che cosa vuoi, Damon? Cosa vuoi?" - il fatto che avesse aiutato Cass non gli permetteva di prendersi certe libertà. Dean continuava a pensare che fosse ancora un lurido vampiro assassino che non meritava altro oltre alla morte.
"Voi!" - Damon aveva alzato il capo di scatto, gli occhi diventati rossi a causa dello sforzo di trattenere le lacrime - "Voi li avete condotti qui! Lui soprattutto!" - aveva detto, indicando Sam - "E' colpa vostra se quel bastardo l'ha rapito!".
Sam stava faticando a tenere fermo un Dean che continuava a scalciare con tutte le sue forze.
"Sta zitto!".
"Stava bene qui con me! Era al sicuro! E’ stata tutta colpa vostra!”.
Il suo viso era diventato deforme e gli occhi si erano iniettati di sangue. Presto sarebbe esploso, e nessuno sarebbe stato in grado di placare la sua ira.
Ma Dean non sembrava affatto intimorito.
"Come fai a non capire che prima o poi l'avrebbe trovato comunque, brutto bastardo?".
"Avrei cercato di proteggerlo!".
"Oh, davvero? L’avresti protetto come hai fatto adesso?".
"ADESSO BASTA!".
 
Sam aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola prima che il peggio accadesse. Era stravolto. Stravolto e stanco.
 
"Come potete credere che Cass volesse vedervi in queste condizioni? Lui voleva che andassimo d'accordo, e invece guardatevi! Mi vergogno di voi!".
 
Dean aveva dato uno strattone a suo fratello, liberandosi dalla sua presa.
 
"Mi dispiace Damon. Lo so, è colpa mia. Non ero in me. Non so quando quel figlio di puttana abbia iniziato a controllarmi, ed è solo colpa mia se è riuscito a farlo. Non mi perdonerò mai per questo. Mai”.
Era sincero. E sperava con tutto il cuore che Damon lo avesse capito.
"E Dean, mi dispiace. Non ero io. Non potrei mai essere geloso di Cass. Sarebbe assurdo! Non ti biasimo per non esserti accorto prima che quello che avevi di fronte non era davvero io. Capisco cosa provi. Cass è uno di noi, è nostro fratello. Ed è solo colpa mia se ora si trova chissà dove. Io… Io farò tutto quello che posso per aiutarti a trovarlo. Mi dispiace. Mi dispiace da morire".
 
Dean non aveva saputo cosa dire. Era rimasto ad ascoltarlo, in silenzio, sentendosi un idiota e un egoista.
 
"Celine..." – Sam si era seduto sul letto, le aveva afferrato il viso tra le mani e le aveva asciugato le lacrime con il tocco delicato delle sue dita - "Io non ce l’ho con te… Non potrei mai avercela con te. Mi dispiace. Ti prego, se puoi, perdonami".
 
Stava per piangere, ma non si sarebbe concesso una simile debolezza. Erano tutti troppo sconvolti per potersi accollare anche il suo dolore. No, quello era il momento di reagire, di tentare il tutto per tutto. Non poteva lasciare Castiel nelle mani del Diavolo. Non poteva e basta.
 
"Ve lo prometto. Farò tutto ciò che serve per ridarvi Castiel. Ma voi dovete aiutarmi. E potete farlo solo aiutando voi stessi".
 
*
 
Dovevano progettare un piano. E dovevano farlo subito.
Nessuno aveva idea di cosa passasse nella mente di Lucifer, dunque era meglio non perdere altro tempo.
 
Celine era ancora molto scossa, ma era animata dal desiderio di ritrovare suo fratello e di sistemare definitivamente le cose.
Non riusciva a credere di essersi fatta scappare l'opportunità di uccidere Lucifer e di fermare l'Apocalisse come una novellina, ma soprattutto non riusciva a credere di non essere riuscita a proteggere Castiel.
Sapeva bene che se avesse anche solo avuto l’opportunità di ferire il Diavolo avrebbe dovuto avere a che fare con Michael e Raphael, ma era un rischio che avrebbe corso più che volentieri. Era arrivato il momento di sistemare le cose una volta per tutte, e l’avrebbe fatto a costo della vita.
 
Sam continuava a tormentarsi, anche se stava cercando di non darlo a vedere. L’aver bevuto sangue demoniaco si era dimostrato un enorme sbaglio. La cosa peggiore, però, era che non aveva idea di come confessare a Dean che spesso ne sentiva ancora il bisogno. Controllarsi stava diventando sempre più difficile, ed erano tante le volte in cui aveva temuto di cedere. Ma non poteva scaricare su Dean anche quel peso. Non adesso, almeno. Ci sarebbe stato il tempo per raccontarsi quella verità, ci sarebbe di certo stata un’altra occasione.
 
Dean era troppo intento a cercare di capire dove si trovasse la torre in cui il malvagio principe delle tenebre aveva segregato il loro amico per poterlo interrompere. Si stava lambiccando il cervello. Dov’erano lui e Castiel?
 
"Quel bastardo si sarà rinchiuso in una botte di ferro. Non ho la più pallida idea di come faremo ad entrare, ammesso di scovare il suo nascondiglio".
 
Stava cercando di riflettere. Dove si sarebbe nascosto se fosse stato il Diavolo?
 
Damon, invece, era rimasto in disparte. Sembrava perso in una dimensione lontana, irraggiungibile, una dimensione forgiata dai ricordi. Il Diavolo aveva riaperto una ferita troppo profonda, una ferita incurabile, facendo sì che i fantasmi del passato lo travolgessero con le loro urla strazianti.
 
Avrebbe tanto avuto bisogno di parlare con qualcuno per scacciare via quel peso così opprimente, ma con chi? Con un Winchester?
Loro non avevano idea di cosa provasse un vampiro. Si erano sempre e solo limitati a farli fuori senza porsi troppe domande. I mostri erano mostri e basta. Non c'erano differenze tra loro, Dean glielo aveva dimostrato chiaramente, e se avevano deciso di imporsi una tregua, era stato solo per il bene di Cass.
Un cacciatore non poteva pensare che un mostro avesse un cuore che potesse andare in frantumi. Non poteva e basta. Peccato solo che Damon non avesse ancor capito chi fossero davvero Dean e Sam.
 
"Dean, mi stai ascoltando?" - Sam si era reso conto che il fratello era altrove, e che stesse osservando con insistenza Damon.
"Cosa? Sam, Scusa. Non ci sono con la testa... ".
"Dicevo, Celine continua a non percepire Castiel...".
“Fantastico” - si era passato una mano tra i capelli.
"Ma riesce a sentire chiaramente Lucifer".
"Cosa?" Dean e Damon lo avevano chiesto all’unisono.
"Sì, io riesco chiaramente a sentire la presenza di Lucifer, ma…”.
“E' una trappola" – l’aveva interrotta Damon, lo sguardo duro, la voce ferma e disgustata.
"Purtroppo credo che Damon abbia ragione" - Celine aveva cominciato ad accarezzare distrattamente le lenzuola del letto sfatto su cui pochi minuti prima era stato disteso suo fratello.
"Perché vuole attirarci nel suo covo? Che cosa vuole da noi?" - Dean si era lasciato cadere sulla poltrona, con le braccia penzoloni. Si sentiva impazzire. Perché era tutto così difficile?
"Dean, credo… Credo che la trappola sia solo per me".
"Cosa te lo fa credere?" - Sam non capiva il perché di quella supposizione.
"Non vi toccherebbe mai. Siete troppo preziosi per lui, per l'Apocalisse e per quello che comportate. Damon gli è indifferente, lo ha già detto, ed io... Io ho cercato di ucciderlo. Due volte, per giunta".
"Credi che voglia solo vendicarsi? O gli servi per qualcuno dei suoi loschi scopi?".
"Questo saprò dirvelo solo quando lo raggiungerò. Da sola".
 
Era fuori questione. Non l'avrebbero mai lasciata andare da sola. Era vero, erano delle nullità al suo cospetto, ma non potevano tirarsi indietro. Non l'avrebbero mai fatto. Si trattava di Cass, e non solo.
 
"Non ti lascerò andare da sola" - Damon era stato chiaro.
"Non puoi...".
"Non posso fare niente contro di lui. Lo so. Me l'ha appena dimostrato. Ma, forse, posso essere un diversivo".
Era molto coraggioso, ma Celine non voleva rischiare la vita di nessuno. Neanche quella di un vampiro, visto che aveva aiutato Castiel e che si era dimostrato una creatura dal cuore gentile.
"Damon... Potresti...".
"Morire?" - sembrava quasi che lui fosse in grado di leggerle nel pensiero - "Ho vissuto troppo a lungo senza una ragione. Ora posso fare qualcosa di concreto. Posso salvare un amico e provare a fregare quel bastardo. Posso dare una mano. Lo sai bene. Sai che ti sarei molto più utile di loro".
Dean e Sam si erano sentiti feriti. Soprattutto Dean.
"Ehi, bellezza, senti un po'...".
"No Dean. Ha ragione".
"Celine. Non vi lasceremo andare" - Sam era stato categorico - "A costo di imprigionare te nel cerchio di olio sacro e di impalare lui al muro, non vi lasceremo andare da soli".
Dean era rimasto stupefatto dalle affermazioni del fratello. Quando voleva, sapeva proprio farsi valere.
Damon e Celine si erano scambiati un lungo sguardo d’intesa.
I Winchester li avrebbero seguiti in ogni caso, non c'era modo di fargli cambiare idea, era fin troppo evidente.
"E' deciso allora" - aveva concluso Dean - "Ora, ci resta solo capire dove si trovano".
Un attimo dopo, Celine era sparita nel nulla.
 
Continua…
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Eccomi qui!
Alla fine – per quanto Sam non mi stia molto simpatico – non era davvero geloso di suo fratello il nostro Winchester più “piccolo”.
Ora, so perfettamente che avendo il tatuaggio nessun demone può impossessarsi del corpo di uno dei due, ma ho immaginato che il sangue demoniaco ingerito da Sam avesse indebolito il simbolo, permettendo ad un demone più forte del comune di possederlo. Non so se sia legittimo o meno, ma permettetemi questa licenza.
 
Sono unici i nostri amici, non trovate? Forti e coraggiosi. Sembrano non aver paura di niente e nessuno, neppure del male in persona.
Speriamo che possano trovare Cass al più presto.
 
Scappo!
Un bacione
Cleo

 
   
 
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